Milano, 10 anni a Vanna Marchi
Stessa pena per la figlia Nobile
Il tribunale di Milano ha condannato a 10 anni di carcere Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile. Le due sono state accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Quattro anni di reclusione sono stati inflitti a Francesco Campana, ex convivente dell'ex televenditrice. Gli imputati dovranno risarcire 2 milioni e 200 mila euro a un centinaio di persone costituitesi parti offese.
Il pm Gaetano Ruta, al termine della requisitoria del 9 marzo scorso, aveva chiesto 12 anni di reclusione per la teleimbonitrice, 7 per Campana e 13 per la Nobile. Inoltre la Masrchi e la Nobile sono state interdette per 5 anni dalla possibilità di eseguire televendite. La pena è stata diminuita perché sono cadute alcune aggravanti. Nonostante la riduzione, Vanna Marchi non è riuscita a trattenere le lacrime (rivolgendosi al suo legale che le ricordava come le siano stati 'scontati due anni rispetto alla pena richiesta dal Pm ha commentato " E cosa cambia'?") mentre veniva letta la sentenza, mentre la figlia è rimasta impassibile.
Il legale delle due ex teleimbonitrici, Liborio Cataliotti ha annunciato che "farà appello". "E' una pena spropositata. Attendo le motivazioni - ha affermato l'avvocato - non riesco a capire come le mie assistite siano state assolte per oltre venti reati, due reati siano stati prescritti e ciononostante abbiano preso una pena più alta di quella del mago Do Nascimiento".
Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sono già state condannate dalla prima sezione penale del Tribunale di Milano a due anni e sei mesi di reclusione per truffa aggravata nel processo "bis" conclusosi a Milano. La pena è stata di sei mesi più alta rispetto alla richiesta del pm Gaetano Ruta. Un anno e sei mesi per Francesco Campana, l'ex convivente di Vanna Marchi, e sei mesi di reclusione per il mago Do Nascimento.
Nel filone del procedimento che si è concluso con le condanne da parte della corte presieduta dal giudice Edoardo D'Avossa, i quattro imputati si sono difesi dalle accuse di sei presunti truffati dalla Ascié, la società attraverso la quale la Marchi e il suo entourage vendevano numeri del Lotto e amuleti.
Almeno restituiscono i soldi a 0+
Stessa pena per la figlia Nobile
Il tribunale di Milano ha condannato a 10 anni di carcere Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile. Le due sono state accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Quattro anni di reclusione sono stati inflitti a Francesco Campana, ex convivente dell'ex televenditrice. Gli imputati dovranno risarcire 2 milioni e 200 mila euro a un centinaio di persone costituitesi parti offese.
Il pm Gaetano Ruta, al termine della requisitoria del 9 marzo scorso, aveva chiesto 12 anni di reclusione per la teleimbonitrice, 7 per Campana e 13 per la Nobile. Inoltre la Masrchi e la Nobile sono state interdette per 5 anni dalla possibilità di eseguire televendite. La pena è stata diminuita perché sono cadute alcune aggravanti. Nonostante la riduzione, Vanna Marchi non è riuscita a trattenere le lacrime (rivolgendosi al suo legale che le ricordava come le siano stati 'scontati due anni rispetto alla pena richiesta dal Pm ha commentato " E cosa cambia'?") mentre veniva letta la sentenza, mentre la figlia è rimasta impassibile.
Il legale delle due ex teleimbonitrici, Liborio Cataliotti ha annunciato che "farà appello". "E' una pena spropositata. Attendo le motivazioni - ha affermato l'avvocato - non riesco a capire come le mie assistite siano state assolte per oltre venti reati, due reati siano stati prescritti e ciononostante abbiano preso una pena più alta di quella del mago Do Nascimiento".
Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sono già state condannate dalla prima sezione penale del Tribunale di Milano a due anni e sei mesi di reclusione per truffa aggravata nel processo "bis" conclusosi a Milano. La pena è stata di sei mesi più alta rispetto alla richiesta del pm Gaetano Ruta. Un anno e sei mesi per Francesco Campana, l'ex convivente di Vanna Marchi, e sei mesi di reclusione per il mago Do Nascimento.
Nel filone del procedimento che si è concluso con le condanne da parte della corte presieduta dal giudice Edoardo D'Avossa, i quattro imputati si sono difesi dalle accuse di sei presunti truffati dalla Ascié, la società attraverso la quale la Marchi e il suo entourage vendevano numeri del Lotto e amuleti.
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