Originariamente Scritto da Arturo Bandini
Non parlo di legione perchè non ne so niente, mi limito all'esercito in generale.
Non c'è niente di poetico nel perdere ogni individualità e diventare dei numeri, il lato affascinante deriva dai tanti film di guerra fatti dagli anni 30 in poi e che servivano a motivare le truppe, erano film fatti apposta dove il soldato era un eroe senza macchia amato dalle donne e invidiato dai ragazzini.
In realtà il soldato moriva nel giro di mezz'ora dal momento che scendeva sui campi di battaglia. L'aspettativa di vita media era limitata ad una manciata di minuti dal momento dello sbarco. Questo in vietnam così come in altri scenari di guerra vera.
Niente storie d' amore, solo un soldato che valeva meno di un fucile e molto meno di una bomba sganciata da un aereo.
Un soldato dorme poco, mangia poco, si lava poco, parla poco, pensa per niente, esegue gli ordini e basta... perchè vogliono che sia solo un oggetto da usare.
C'è qualcosa di poetico in questo?
la prima settimana dici 'figo'!
Dopo però ti rompi le balle.
Se invece vai davvero in guerra forse non hai nemmeno il tempo di pentirti per la scelta fatta.
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