Il mastino Tibetano è per tutti la cinofilia internazionale una vera e propria leggenda vivente, essendo considerato il più diretto discendente del molosso asiatico da cui sono derivate tutte le razze molossoide la cui presenza, stando a documentazioni iconografiche, risale a diversi secoli A.C.
Il Mastino tibetano (Tibetan Mastiff la denominazione con cui è conosciuto a livello internazionale) è stato letteralmente riscoperto nel Nepal, dove esemplari puri, riconducibili alla leggendaria descrizione che ne ha fatto Marco Polo nel Milione (grande quanto un asino, voce leonina) conservavano l'antica mole ed indole della razza ( indipendente, fiera, feroce ed aggressiva).
La selezione del Tibetan Mastiff intrapresa da cinofili inglesi ha creato i soggetti attuali ( piuttosto diversi da quelli originari, alcuni dei quali sono stati importati anche illegalmente dal Nepal, rivelandosi particolarmente difficili da gestire).
Il tibetan mastiff che oggi conosciamo è un cane di taglia grande ( alto al garrese sino a 65 cm per i maschi, 62 cm per le femmine), pesante intorno ai 65 kg, d'aspetto rustico, pelo folto nero scuro( anche con macchia bianca sul petto), nero fulvo e marrone, orecchie grandi pendenti, testa imponente, folto pelo attorno al collo quasi a formare una sorta di criniera ( particolare che rende ancor più maestose le fattezze della razza).
Il Mastino del Tibet oggi diffuso in Europa è un cane estremamente diffidente con gli estranei, eccellente guardiano, fedele al padrone, riottoso all'educazione, aggressivo con i simili di cui non tollera la presenza, ancestrale in alcuni comportamenti quali ululare alla luna.
Gli esemplari ancora presenti in Tibet si denotano per la taglia ancora più imponente, la spiccata aggressività (assolutamente da evitare un incontro notturno con il Mastino del Tibet), spiccata indipendenza anche nei confronti dell'uomo, indomito difensore del territorio da intrusioni di lupi orsi e tigri ,resistentissimo alle intemperie, parco nell'alimentazione.
Il Mastino Tibetano, anche nella versione europea, non è un cane per tutti, necessitando di un esperto padrone che sappia tenere a bada l'atavica aggressività della razza, pronta a manifestarsi nell'impiego di guardiano della proprietà.
Il Mastino tibetano (Tibetan Mastiff la denominazione con cui è conosciuto a livello internazionale) è stato letteralmente riscoperto nel Nepal, dove esemplari puri, riconducibili alla leggendaria descrizione che ne ha fatto Marco Polo nel Milione (grande quanto un asino, voce leonina) conservavano l'antica mole ed indole della razza ( indipendente, fiera, feroce ed aggressiva).
La selezione del Tibetan Mastiff intrapresa da cinofili inglesi ha creato i soggetti attuali ( piuttosto diversi da quelli originari, alcuni dei quali sono stati importati anche illegalmente dal Nepal, rivelandosi particolarmente difficili da gestire).
Il tibetan mastiff che oggi conosciamo è un cane di taglia grande ( alto al garrese sino a 65 cm per i maschi, 62 cm per le femmine), pesante intorno ai 65 kg, d'aspetto rustico, pelo folto nero scuro( anche con macchia bianca sul petto), nero fulvo e marrone, orecchie grandi pendenti, testa imponente, folto pelo attorno al collo quasi a formare una sorta di criniera ( particolare che rende ancor più maestose le fattezze della razza).
Il Mastino del Tibet oggi diffuso in Europa è un cane estremamente diffidente con gli estranei, eccellente guardiano, fedele al padrone, riottoso all'educazione, aggressivo con i simili di cui non tollera la presenza, ancestrale in alcuni comportamenti quali ululare alla luna.
Gli esemplari ancora presenti in Tibet si denotano per la taglia ancora più imponente, la spiccata aggressività (assolutamente da evitare un incontro notturno con il Mastino del Tibet), spiccata indipendenza anche nei confronti dell'uomo, indomito difensore del territorio da intrusioni di lupi orsi e tigri ,resistentissimo alle intemperie, parco nell'alimentazione.
Il Mastino Tibetano, anche nella versione europea, non è un cane per tutti, necessitando di un esperto padrone che sappia tenere a bada l'atavica aggressività della razza, pronta a manifestarsi nell'impiego di guardiano della proprietà.
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