Non sono soddisfatto dell’esito elettorale.
La vittoria del centro sinistra è una vittoria mutilata, di quelle da non festeggiare.
L’obiettivo era quello di dare una sonora disapprovazione alla politica di Berlusconi. Ma il referendum contro di lui è fallito: politicamente è lui il vincitore ed ha conservato, purtroppo, il diritto a rimanere nella scena politica.
Dopo 5 anni di malgoverno, di economia e finanza pubblica in sofferenza e di numerose leggi immorali e personali mi aspettavo un’affermazione netta del centro sinistra.
Evidentemente, almeno la metà degli italiani, non la pensava così. Secondo me due sono stati i fattori determinanti: l’eterogeneità della formazione di csx e lo spettro delle tasse paventato dal cdx.(parlare di terrorismo mediatico politico non è stato affatto esagerato)
L’elettorato è molto sensibile alle sue tasche, anche solo la remota ipotesi che si potesse peggiorare la sua situazione contributiva lo ha fatto sussultare. Per non parlare delle promesse demagogiche sull’eliminazione dell’ici sulla prima casa e della tassa asporto rifiuti. Questo ripiegamento individualista non mi è piaciuto. Un cittadino non può far dipendere il proprio voto da 10 euro di tasse in più o in meno: deve guardare a quanti e quali servizi vengono erogati e alla loro qualità. Senza contare il dovere dello Stato di aiutare chi è in difficoltà e di offrire pari possibilità a tutti a prescindere dal reddito. Non si tratta di annullare le differenze ma di fare opera di redistribuzione e di equità sociale.
L’essenza stessa dello Stato moderno dovrebbe reggersi sull’attenuazione delle diseguaglianze e conseguentemente sulla pacifica convivenza. Berlusconi ha operato nel senso opposto.
Quanto sopra spiega il successo del csx a livello di amministrazioni regionali e locali. Lì si era guardato molto alla credibilità delle singole persone candidate. Il gioco non era “inquinato” da timori circa la politica fiscale dato che in tale materia poco possono regioni province e comuni.
Due parole le spreco per la nuova legge elettorale tanto voluta da Berlusconi.
Una porcata? Una nefandezza? Direi peggio.
Secondo i suoi ideatori doveva garantire che chi avesse ricevuto anche un solo voto in più avrebbe dovuto avere una maggioranza solida per governare.
Alla fine ha prodotto l’effetto opposto ritorcendosi contro i suoi sostenitori. Un pareggio è diventato una vittoria per il csx.
Ci è stato impedito di esprimere preferenze nella scheda facendo un atto di fede alle segreterie dei partiti. Il parlamento era già fatto per il 90% ancor prima di votare.
Cosa aspetta al csx?
Tempi duri, durissimi.
Elezioni presidenziali, il dpef, la finanziaria, conti da aggiustare, scelte coraggiose e radicali. Basteranno 2 seggi di maggioranza? Dovrebbe fare miracoli. Neppure Berlusconi sarebbe riuscito a governare con uno scarto di due seggi.
Mi permetto di suggerire un piccolo escamotage. Ai leaders dei partiti di csx consiglio di tenere una foto di Berlusconi sopra la scrivania. Quando non saranno d’accordo sul da farsi la guardino. Troveranno un buon motivo per votare qualsiasi cosa.
La vittoria del centro sinistra è una vittoria mutilata, di quelle da non festeggiare.
L’obiettivo era quello di dare una sonora disapprovazione alla politica di Berlusconi. Ma il referendum contro di lui è fallito: politicamente è lui il vincitore ed ha conservato, purtroppo, il diritto a rimanere nella scena politica.
Dopo 5 anni di malgoverno, di economia e finanza pubblica in sofferenza e di numerose leggi immorali e personali mi aspettavo un’affermazione netta del centro sinistra.
Evidentemente, almeno la metà degli italiani, non la pensava così. Secondo me due sono stati i fattori determinanti: l’eterogeneità della formazione di csx e lo spettro delle tasse paventato dal cdx.(parlare di terrorismo mediatico politico non è stato affatto esagerato)
L’elettorato è molto sensibile alle sue tasche, anche solo la remota ipotesi che si potesse peggiorare la sua situazione contributiva lo ha fatto sussultare. Per non parlare delle promesse demagogiche sull’eliminazione dell’ici sulla prima casa e della tassa asporto rifiuti. Questo ripiegamento individualista non mi è piaciuto. Un cittadino non può far dipendere il proprio voto da 10 euro di tasse in più o in meno: deve guardare a quanti e quali servizi vengono erogati e alla loro qualità. Senza contare il dovere dello Stato di aiutare chi è in difficoltà e di offrire pari possibilità a tutti a prescindere dal reddito. Non si tratta di annullare le differenze ma di fare opera di redistribuzione e di equità sociale.
L’essenza stessa dello Stato moderno dovrebbe reggersi sull’attenuazione delle diseguaglianze e conseguentemente sulla pacifica convivenza. Berlusconi ha operato nel senso opposto.
Quanto sopra spiega il successo del csx a livello di amministrazioni regionali e locali. Lì si era guardato molto alla credibilità delle singole persone candidate. Il gioco non era “inquinato” da timori circa la politica fiscale dato che in tale materia poco possono regioni province e comuni.
Due parole le spreco per la nuova legge elettorale tanto voluta da Berlusconi.
Una porcata? Una nefandezza? Direi peggio.
Secondo i suoi ideatori doveva garantire che chi avesse ricevuto anche un solo voto in più avrebbe dovuto avere una maggioranza solida per governare.
Alla fine ha prodotto l’effetto opposto ritorcendosi contro i suoi sostenitori. Un pareggio è diventato una vittoria per il csx.
Ci è stato impedito di esprimere preferenze nella scheda facendo un atto di fede alle segreterie dei partiti. Il parlamento era già fatto per il 90% ancor prima di votare.
Cosa aspetta al csx?
Tempi duri, durissimi.
Elezioni presidenziali, il dpef, la finanziaria, conti da aggiustare, scelte coraggiose e radicali. Basteranno 2 seggi di maggioranza? Dovrebbe fare miracoli. Neppure Berlusconi sarebbe riuscito a governare con uno scarto di due seggi.
Mi permetto di suggerire un piccolo escamotage. Ai leaders dei partiti di csx consiglio di tenere una foto di Berlusconi sopra la scrivania. Quando non saranno d’accordo sul da farsi la guardino. Troveranno un buon motivo per votare qualsiasi cosa.
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