L'unica cosa sicura che si sa (non è un'opinione ma un dato) è che ha cercato di depistare le indagini inquinando le prove sulla strage che è avvenuta in banca dando la colpa alle BR quando in realtà sapeva benissimo che erano state fatte dai fascisti.
Giulio Andreotti
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Originariamente Scritto da Conan Visualizza MessaggioE' una supposizione che il corpo di Feltrinelli fu ritrovato guarda caso da Calabresi????
E' supposizione che dalla finestre dell'ufficio di Calbresi la gente cadeva giù???
Le cazzate probabilmente sono quelle che vi hanno rifilato per decenni e che ancora fate come vostra verità.Originariamente Scritto da Conan Visualizza MessaggioL'unica cosa sicura che si sa (non è un'opinione ma un dato) è che ha cercato di depistare le indagini inquinando le prove sulla strage che è avvenuta in banca dando la colpa alle BR quando in realtà sapeva benissimo che erano state fatte dai fascisti.
appunto.....il resto sono tutte cazzate.Nessun problema a fartele dire,basta che non le spacci come verita' assolute.Piantiamola di ergergi a custodi unici del "Verbo".
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Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggioappunto.....il resto sono tutte cazzate.Nessun problema a fartele dire,basta che non le spacci come verita' assolute.Piantiamola di ergergi a custodi unici del "Verbo".sigpic"Ooh amore ooh amante
Che fai stasera ragazzo?
Tutto va bene, solo tienimi stretto
Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"
Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)
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Comunque se ragioniamo così allora è meglio non farle nemmeno queste discussioni.....sigpic"Ooh amore ooh amante
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Ancora su Andreotti, P2, Vaticano, etc...
Michele Sindona (Patti, 11 maggio1920 – Voghera, 22 marzo1986) è stato un criminaleitaliano, coinvolto nell'affare Calvi insieme allo IOR dell'arcivescovo Paul Marcinkus.
Comprò diverse banche, la prima fu la Banca Privata Finanziaria, successivamente (1972) entrò in possesso del pacchetto di controllo della Franklin National Bank (nell'elenco delle prime venti banche statunitensi) e fondò tra le altre la FASCO AG (Liechtenstein), migliaia di altre società finanziarie, oltre ad altre aziende di partecipazione tra cui una banca di investimento in Italia in diretta concorrenza a Mediobanca. Venne arrestato per bancarotta fraudolenta e condannato anche per l'omicidio di Giorgio Ambrosoli, liquidatore delle sue banche. Durante le indagini emersero contatti con la P2, il Vaticano, la Massoneria e ambienti mafiosi.
Due giorni dopo la condanna per l'omicidio di Ambrosoli, rimase avvelenato con un caffè al cianuro nel supercarcere di Voghera il 20 marzo1986, morì due giorni dopo.
La sua morte è stata archiviata come suicidio, poiché le prove e le testimonianze riguardo il veleno utilizzato e il comportamento e i movimenti di Sindona stesso, lo confermavano, facendo pensare a un tentativo di auto-avvelenamento per essere ri-estradato negli Usa, coi quali l'Italia aveva un accordo sulla custodia di Sindona legato alla sua sicurezza e incolumità. Quindi un tentativo di avvelenamento lo avrebbe riportato al sicuro in America . Sindona fece di tutto per ottenere la riestradizione in America, l'avvelenamento, secondo l'ipotesi più accreditata, fu l'ennesimo tentativo. Resta comunque plausibile l'ipotesi che la persona che gli fornì il veleno lo manipolò in modo che lo portasse alla morte, non solo a un malore come previsto, magari in accordo con chi lo avrebbe voluto togliere di mezzo.Last edited by Conan; 12-06-2008, 13:12:53.sigpic"Ooh amore ooh amante
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Roberto Calvi (Milano, 13 aprile1920 – Londra, 17 giugno1982) è stato un banchiere e finanziereitaliano.
La sua carriera iniziò nel 1947, quando entrò nel Banco Ambrosiano, banca privata strettamente legata all'Istituto per le Opere di Religione (IOR), in qualità di semplice impiegato, salvo riuscire, nell'arco di una trentina d'anni, a giungere prima la carica di direttore generale nel 1971 e poi quella di presidente nel 1975, carica quest'ultima tramite la quale riuscì ad avviare una serie di speculazioni finanziarie per lanciare il Banco Ambrosiano nella finanza internazionale. Fondamentali, a questo scopo, le amicizie con membri della loggia massonica deviata P2 (di cui in seguito fece parte) e i rapporti con esponenti del mondo degli affari e della mafia.[citazione necessaria]
In poco tempo divenne uno dei finanzieri più aggressivi, intrecciando una fitta rete di società create in paradisi fiscali con lo IOR, la banca vaticana: acquistò la Banca del Gottardo, una banca svizzera; fondò una finanziaria in Lussemburgo, la Banco Ambrosiano Holding; con l'arcivescovo Paul Marcinkus fondò la Cisalpine Overseas, nelle Bahamas; insieme al tecnico informatico Gerard Suisson (che morì a 40 anni in un Club Mediterranée in Corsica), Calvi ideò un meccanismo di compensazione dei conti fra istituzioni bancarie. Gli obblighi internazionali di riserva frazionaria vennero in questo modo applicati solo al saldo dei crediti tra due banche, a quella delle due che ha il saldo positivo (saldo creditore).
In seguito Calvi si fece ancora più spregiudicato: costruì società fantasma nei paradisi fiscali per aumentare gli introiti del Banco Ambrosiano, poi arrivò addirittura a finanziare alcune dittature del Sudamerica.[citazione necessaria] Nel 1968 conobbe Michele Sindona divenendone socio in affari; nel 1975 Sindona gli presentò Licio Gelli e Calvi entrò nella loggia P2.sigpic"Ooh amore ooh amante
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Ancora su Andreotti, P2, Vaticano, etc...
Nato da una famiglia di emigrati lituani, fu ordinato sacerdote nell'arcidiocesi di Chicago il 3 maggio1947.
Negli anni '50, dopo il trasferimento a Roma, studiò teologia ed ebbe la prestigiosa possibilità di lavorare nella sezione inglese della Segretaria di Stato. Così ebbe l'occasione di incontrare e lavorare col vescovoGiovanni Battista Montini che, nel 1963 divenne papa Paolo VI. Il 6 gennaio1969, fu ordinato arcivescovo titolare di Horta e Segretario della Curia romana. Negli anni settanta papa Paolo VI lo incaricò di organizzare i propri viaggi. Nel 1970 nel corso del viaggio a Manila, nelle Filippine, sventò un attentato al Papa deviando il pugnale con cui un pittore tentava di colpirlo.
Il 26 settembre1981 monsignor Marcinkus fu nominato pro-presidente della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, posizione da cui si dimise il 30 ottobre1990. In ogni caso, Marcinkus non fu mai nominato cardinale.
Monsignor Marcinkus fu presidente dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la banca del Vaticano, dal 1971 al 1989. In [1] e [2] si parla di una banca senza sportelli dal grande potere finanziario, ramificata anche nel settore privato.
Papa Giovanni Paolo II tenne Marcinkus in Vaticano per sette anni prima di congedarlo, destinandolo alla sua Arcidiocesi di Chicago.
Dal 1997 ha vissuto a Sun City, in Arizona, dove ricopriva l'umile carica di quarto parroco della chiesa di San Clemente di Roma. L'unica passione legata al suo vecchio stile di vita era il golf, ma fu costretto a diradare le sue uscite sul green a causa di un intervento alle anche.
Marcinkus è morto il 20 febbraio2006 a Sun City.
All'inizio degli anni ottanta, il nome di Marcinkus fu collegato a scandali finanziari riportati in prima pagina sulla stampa di tutto il mondo.
In particolare, fu accertato che lo IOR a quel tempo diretto da Marcinkus, aveva avuto un ruolo primario nel crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, in un complicato "risiko bancario" che aveva come ulteriori protagonisti personaggi discussi come Michele Sindona o il "venerabile maestro" della loggia massonica P2, Licio Gelli.
Nel 1987 venne indagato, e venne emesso un mandato di cattura, dalla magistratura italiana in rapporto al crack dell'Ambrosiano, ma dopo pochi mesi la Corte di Cassazione annullò il mandato in base alle regole stabilite con i Patti lateranensi (Marcinkus era in possesso di un passaporto diplomatico vaticano).
L'opinione del Vaticano, accreditata da recenti esternazioni di Giulio Andreotti e dall'opinione di Angelo Caloia, [3] è che si agì con leggerezza nel delegare incarichi così delicati a una persona che si rivelò alla fine inadeguata e inesperta. Per David Yallop [4], però, Paul Marcinkus era tutt'altro che un incapace. Semmai, attraverso la conoscenza di Roberto Calvi, Michele Sindona e Licio Gelli, portò il livello economico del Vaticano a vette mai raggiunte prima, influenzando direttamente o indirettamente svariati governi.
I fatti dell'Ambrosiano tuttavia rimangono ancora tutti da chiarire e costituiscono una zona oscura della recente storia italiana.
Oltre a questi scandali, alcuni saggisti [5] arrivarono ad ipotizzare che il monsignore fosse coinvolto, insieme al cardinale Villot, all'epoca Segretario di stato, nella morte di papa Giovanni Paolo I, il cui pontificato durò solo 33 giorni e col quale esisteva una forte ostilità.
Altra vicenda poco chiara in qualche modo collegata alla figura di Marcinkus fu la scomparsa di Emanuela Orlandi. Per le telefonate di un uomo, che fu soprannominato "l'Amerikano" per la sua inflessione, nelle quali si proponeva lo scambio della stessa in cambio della libertà del terrorista Mehmet Ali Agca, alcuni giornali dell'epoca additarono Paul Marcinkussigpic"Ooh amore ooh amante
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Originariamente Scritto da Conan Visualizza MessaggioMichele Sindona (Patti, 11 maggio1920 – Voghera, 22 marzo1986) è stato un criminaleitaliano, coinvolto nell'affare Calvi insieme allo IOR dell'arcivescovo Paul Marcinkus.
Comprò diverse banche, la prima fu la Banca Privata Finanziaria, successivamente (1972) entrò in possesso del pacchetto di controllo della Franklin National Bank (nell'elenco delle prime venti banche statunitensi) e fondò tra le altre la FASCO AG (Liechtenstein), migliaia di altre società finanziarie, oltre ad altre aziende di partecipazione tra cui una banca di investimento in Italia in diretta concorrenza a Mediobanca. Venne arrestato per bancarotta fraudolenta e condannato anche per l'omicidio di Giorgio Ambrosoli, liquidatore delle sue banche. Durante le indagini emersero contatti con la P2, il Vaticano, la Massoneria e ambienti mafiosi.
Due giorni dopo la condanna per l'omicidio di Ambrosoli, rimase avvelenato con un caffè al cianuro nel supercarcere di Voghera il 20 marzo1986, morì due giorni dopo.
La sua morte è stata archiviata come suicidio, poiché le prove e le testimonianze riguardo il veleno utilizzato e il comportamento e i movimenti di Sindona stesso, lo confermavano, facendo pensare a un tentativo di auto-avvelenamento per essere ri-estradato negli Usa, coi quali l'Italia aveva un accordo sulla custodia di Sindona legato alla sua sicurezza e incolumità. Quindi un tentativo di avvelenamento lo avrebbe riportato al sicuro in America . Sindona fece di tutto per ottenere la riestradizione in America, l'avvelenamento, secondo l'ipotesi più accreditata, fu l'ennesimo tentativo. Resta comunque plausibile l'ipotesi che la persona che gli fornì il veleno lo manipolò in modo che lo portasse alla morte, non solo a un malore come previsto, magari in accordo con chi lo avrebbe voluto togliere di mezzo.
La storia del suicidio onestamente è molto molto strana....
c'erano moltissime persone che volevano la sua fine...io credo sia stato assassinato onestamente ( come tu hai detto dopo)Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Licio Gelli (Pistoia, 21 aprile1919) è un imprenditoreitaliano. È ricordato principalmente per essere stato "Maestro Venerabile" della loggia massonicaitalianaP2. Dopo essere stato detenuto in Svizzera e Francia, vive attualmente ad Arezzo. Gelli è stato anche membro dei Cavalieri di Malta ed è stato creato conte sul cognome da re Umberto II d'Italia, in esilio a Cascais (provvedimento del 10 luglio 1980)[citazione necessaria].
Durante il Fascismo, all'età di 17 anni , durante un compito in classe venne sorpreso mentre copiava da un suo compagno e venne espulso da tutte le scuole del regno[citazione necessaria]. Gelli partì volontario con la spedizione delle Camicie Nere, mandate in Spagna da Benito Mussolini in aiuto di Francisco Franco. Proprio in Spagna perse in battaglia il fratello maggiore Raffaello. Nel 1939 tornò in Italia e collaborò con la federazione fascista di Pistoia, scrivendo nel settimanale locale della federazione, il Ferruccio, la sua esperienza di guerra. Diventò anche impiegato del GUF, sebbene non ottenne successi a livello universitario.
Dopo l'8 settembre1943 aderì alla Repubblica di Salò e conseguentemente divenne un ufficiale di collegamento fra il governo fascista e il Terzo Reich. Quando tuttavia la vittoria della guerra cominciò a rivelarsi impossibile per i nazi-fascisti, Gelli saltò oppurtunisticamente sul carro dei partigiani. I contatti e le conoscenze acquisite mentre militava tra i fascisti gli consentirono di effettuare il doppio gioco: cominciò quindi a trafugare e distribuire di nascosto ai partigiani i lasciapassare rossi della Kommandatur, e fornire ai suoi superiori informazioni fuorvianti per i rastrellamenti che erano in corso sugli Appennini. Insieme al partigiano pistoiese Silvano Fedi - partigiano che in seguito venne ucciso in circostanze poco chiare, e c'è chi sospetta che sia stato lo stesso Gelli a prender parte al suo assassinio[1] - partecipò inoltre alla liberazione di prigionieri politici dal carcere delle Ville Sbertoli, organizzata dal Fedi e dalla sua brigata della quale facevano parte Enzo Capecchi e Artese Benesperi che furono gli artefici dell'azione.[2]
Il 17 marzo1981, una perquisizione della Polizia nella sua villa a Castiglion Fibocchi (Arezzo), portò alla scoperta di una lunga lista di alti ufficiali delle forze armate e di funzionari pubblici aderenti alla P2[4]. La lista, la cui esistenza era presto divenuta celebre grazie ai media, includeva anche industriali, giornalisti e personaggi facoltosi come il più volte Presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi (a quel tempo non ancora in politica), Vittorio Emanuele di Savoia e Maurizio Costanzo.
In fuga, Licio Gelli scappò in Svizzera, dove fu arrestato mentre cercava di ritirare decine di migliaia di dollari a Ginevra, ma riuscì ad evadere dalla prigione. Fuggì quindi in Sudamerica, prima di costituirsi nel 1987.
Lo scandalo nazionale conseguente alla scoperta delle liste fu quasi drammatico, dato che molte delle più delicate cariche della Repubblica Italiana erano occupate da affiliati all'organizzazione di Gelli.
La corte centrale del Grande Oriente d'Italia, con una sentenza del 31 ottobre 1981, decretò l'espulsione del Gelli dall'Ordine massonico.
Il Parlamento italiano approvò in tempi rapidi una legge per mettere al bando le associazioni segrete in Italia - legge in seguito mai applicata - e contemporaneamente (dicembre 1981), venne creata una commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta dalla On. Tina Anselmi (della Democrazia Cristiana), che riferirà al parlamento dopo 2 anni e mezzo di lavori.
Con Stefano Delle Chiaie e Francesco Pazienza, è stato coinvolto nel processo per la Strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto1980, nella quale furono uccise 85 persone e 200 rimasero ferite. Questo attentato terroristico era parte della strategia della tensione. Con la sentenza definitiva di Cassazione sulla strage di Bologna, il 23 novembre1995, Gelli viene condannato per depistaggio.
In ogni caso, Licio Gelli fu condannato nel 1994 a 12 anni di carcere, dopo essere stato riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano nel 1982 (vi era stato trovato un "buco" di 1,3 miliardi di dollari) che era collegato alla banca del Vaticano, l'Istituto per le Opere di Religione (IOR). Affrontò inoltre una sentenza di tre anni relativa alla loggia P2. Scomparve mentre era in libertà sulla parola, per essere infine arrestato sulla Riviera francese a Cannes. La polizia rinvenne nella sua villa oltre 2 milioni di dollari in lingotti
Uno degli affiliati della P2 sia stato Michele Sindona, un banchiere con chiare collusioni con la Mafia.sigpic"Ooh amore ooh amante
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Andreotti è stato sottoposto a giudizio a Palermo per associazione mafiosa. Mentre la sentenza di primo grado, emessa il 23 ottobre1999, lo aveva assolto per insufficienza di prove, la sentenza di appello, emessa il 2 maggio2003, distinguendo il giudizio per i fatti fino al 1980 e quelli successivi, ha stabilito che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all'associazione per delinquere» (Cosa Nostra), «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980», reato però «estinto per prescrizione». Per i fatti successivi alla primavera del 1980 Andreotti è stato invece assolto.
La sentenza della Corte di Appello di Palermo del 2 maggio 2003, parla di «una autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell'imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980».
Interrogato dalla procura di Palermo il 19 maggio1993, il sovraintendente capo della polizia Francesco Stramandino, dichiarò di aver assistito il 19 agosto1985, in qualità di responsabile della sicurezza dell'allora ministro degli Esteri Andreotti, ad un incontro tra lo stesso politico ed il boss Andrea Manciaracina, all'epoca sorvegliato speciale e uomo di fiducia di Totò Riina.
Lo stesso Andreotti ammise in aula l'incontro con Manciaracina, spiegando che il colloquio ebbe a che fare con problemi relativi alla pesca.
La sentenza di primo grado definì «inverosimile» la «ricostruzione dell'episodio offerta dall'imputato». Pur confermando che Andreotti incontrò uomini appartenenti a Cosa Nostra anche dopo la primavera del 1980, il tribunale stabilì che mancava «qualsiasi elemento che consentisse di ricostruire il contenuto del colloquio». La versione fornita dall'onorevole Andreotti, secondo il tribunale, potrebbe essere dovuta «al suo intento di non offuscare la propria immagine pubblica ammettendo di avere incontrato un soggetto strettamente collegato alla criminalità organizzata e di avere conferito con lui in modo assolutamente riservato».
Sia l'accusa sia la difesa presentarono ricorso in Cassazione, l'una contro la parte assolutiva, e l'altra per cancellare le conclusioni della sentenza di appello. Tuttavia la Corte di Cassazione il 15 ottobre2004 confermò la sentenza d'appello[5]. Nella motivazione si legge (a pagina 211):
« Quindi la sentenza impugnata, al di là delle sue affermazioni teoriche, ha ravvisato la partecipazione nel reato associativo non nei termini riduttivi di una mera disponibilità, ma in quelli più ampi e giuridicamente significativi di una concreta collaborazione. »
Se la sentenza definitiva fosse arrivata entro il 20 dicembre2002 (termine per la prescrizione), Andreotti avrebbe potuto essere condannato in base all'articolo 416, cioè all'associazione "semplice", poiché quella aggravata di stampo mafioso (416-bis) fu introdotta nel codice penale soltanto nel 1982, con la legge Rognoni-La Torre.
Andreotti è stato anche processato per l'accertato coinvolgimento nell'omicidio Pecorelli. In primo grado fu assolto ma successivamente condannato a 24 anni di reclusione in appello dalla Corte d'Assise di Perugia, il 17 novembre2002. La sentenza d'appello venne quindi annullata senza rinvio dalla Corte di Cassazione, annullamento che rese definitiva la sentenza di assoluzione di primo grado.sigpic"Ooh amore ooh amante
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La figura di Andreotti è, come difficilmente potrebbe non essere data la sua storia personale e politica, oggetto di interpretazioni e polemiche di varia natura. Le numerose contestazioni che gli sono state volte hanno riguardato praticamente tutti i campi della sua attività e sono venute anche da politici e giornalisti illustri (come Indro Montanelli). Accuse e sospetti gli sono stati rivolti a proposito delle sue relazioni con la loggia P2, Cosa Nostra, la Chiesa cattolica e con alcuni individui legati ai più oscuri misteri della storia repubblicana. Tali voci, specialmente quelle relative ai rapporti con Cosa Nostra, hanno certamente danneggiato la sua immagine pubblica: come s'è visto nel 1992, scaduto il mandato del dimissionario Francesco Cossiga come Presidente della Repubblica, la candidatura di Andreotti sembrava destinata ad avere la meglio finché, durante i giorni delle votazioni di maggio, la strage di Capaci orientò la scelta dei parlamentari verso Oscar Luigi Scalfaro, persona universalmente riconosciuta per la sua probità morale e per il suo ruolo attivo nella lotta contro la mafia.sigpic"Ooh amore ooh amante
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Ad avvalorare certi sospetti che legano Andreotti agli ambienti mafiosi vi è la lettera del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa datata 2 aprile1982 al presidente del Consiglio Giovanni Spadolini in cui scriveva che: «la corrente democristiana siciliana facente capo ad Andreotti sarebbe stata la famiglia politica più inquinata da contaminazioni mafiose.»
Sempre Dalla Chiesa, nel suo taccuino personale scrive: «Ieri anche l'on. Andreotti mi ha chiesto di andare [da lui, ndr] e, naturalmente, date le sue presenze elettorali in Sicilia, si è manifestato per via indiretta interessato al problema; sono stato molto chiaro e gli ho dato però la certezza che non avrò riguardi per quella parte di elettorato alla quale attingono i suoi grandi elettori.»sigpic"Ooh amore ooh amante
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Secondo la Corte di Perugia ed il Tribunale di Palermo: "Andreotti aveva rapporti di antica data con molte delle persone che a vario titolo si erano interessate della vicenda del banchiere della Banca Privata Italiana ed esponente della loggia massonica P2Michele Sindona, oltre che con lo stesso Sindona."[2]
Tali rapporti si intensificarono nel 1976, al momento del crac delle banche di Sindona: Licio Gelli, capo della loggia P2, propose un piano per salvare la Banca Privata Italiana all'allora Ministro della Difesa Andreotti. Quest'ultimo, nonostante le dichiarazioni pubbliche di stima verso Sindona, definito "il salvatore della lira," non riuscì a fare accettare il piano di salvataggio al Ministro del TesoroUgo La Malfa. In seguito, Andreotti negò ogni suo coinvolgimento, sostenendo che il suo interessamento per il salvataggio della Banca Privata Italiana era solo di natura istituzionale. Tuttavia, anche durante la lunga latitanza di Sindona all'hotel Pierre di New York, Andreotti continuò a mantenere contatti con il banchiere, pur rivestendo il ruolo di Presidente del Consiglio.
Solo dopo il falso rapimento di Sindona, la sua estradizione e conseguente arresto per bancarotta fraudolenta e per l'omicidio del liquidatore della Banca Privata ItalianaGiorgio Ambrosoli, Andreotti se ne distanziò pubblicamente.
Sindona morì avvelenato da un caffè al cianuro il 22 marzo1986 nel carcere di Voghera, due giorni dopo essere stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ambrosoli. Tale morte venne archiviata come suicidio, poiché le prove e le testimonianze riguardo il veleno utilizzato ed il comportamento di Sindona stesso facevano supporre un tentativo di auto-avvelenamento: tale atto sarebbe stato compiuto nella speranza di una re-estradizione negli Stati Uniti, paese con il quale l'Italia aveva un accordo sulla custodia del banchiere legato alla sicurezza e incolumità di quest'ultimo. Sindona, quindi, avrebbe messo in scena un avvelenamento e sarebbe morto a causa di un errore di dosaggio.
Diversi osservatori, tra cui il giornalista e docente universitario Sergio Turone, ipotizzarono che fu Andreotti a far pervenire la bustina di zucchero contenente il cianuro fatale a Sindona, facendo credere a quest'ultimo che il caffè avvelenato gli avrebbe causato solo un malore. Secondo Turone, il movente del presunto omicidio sarebbe stato il timore che Sindona rivelasse durante il processo d'appello segreti riguardanti i rapporti tra politici italiani, Cosa Nostra, e la P2: "fino alla sentenza del 18 marzo1986 Sindona [aveva] sperato che il suo potente protettore [Andreotti] trovasse la via per salvarlo dall'ergastolo. Nel processo d'appello, non avendo più nulla da perdere, avrebbe detto cose che fin ora aveva taciuto."[3].
Va tuttavia sottolineato che tale ipotesi non è stata suffragata da alcuna prova concreta che implichi in alcun modo Andreotti nella morte di Sindona.sigpic"Ooh amore ooh amante
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