ho scoperto geek the girl di lisa germano. Mi è arrivato ieri e posso già dire che non ho mai sentito niente del genere. Tori amos è roba da spiaggia in confronto, cioè, è un genio, ma la sua musica è mediata, non è delirio, non è bava alla bocca. Lo stesso bjork: è un genio, ma si capisce che tutti quegli urli e gli sfrigolii non sono vera follia, ne sono solo una rappresentazione.
Leggete questa recensione:
Lisa Germano è in costante lotta con sé stessa, con le sue angosce infantili, le sue fobie e i suoi drammi femminili. Ma tenta di esorcizzare tutto nei suoi lugubri soliloqui.
Il culmine di questo percorso di autoanalisi è Geek The Girl, uno dei grandi capolavori degli anni Novanta. Un disco che attanaglia a poco a poco l'ascoltatore in un clima di suspence sfibrante. Registrato interamente in casa, prodotto da Malcom Burn e dalla stessa Germano (che suona più strumenti: chitarra, tastiere, violino), è un concept album sull'infelicità pervaso da un cupo esistenzialismo. Un calvario di donna ritratto in piccoli pannelli sonori, che abbracciano temi quali la solitudine, l'alienazione, l'incapacità di rapportarsi con il prossimo, i sentimenti feriti, la violenza sessuale. La tensione non deflagra mai, ma si insinua progressivamente in una sequenza di ballate crepuscolari, costruite sull'uso di molteplici strumenti e su continue variazioni sonore che si rivelano funzionali alla drammatizzazione dell'impianto narrativo. La stessa Germano alterna registri diversi, quasi a voler interpretare i vari personaggi che affollano i suoi incubi. L'effetto è suggestivamente "teatrale", ma sempre contenuto all'interno di rigidi binari minimalisti. Gli intermezzi di tarantella italiana che suddividono il disco in tre parti conferiscono un effetto straniante: il ritmo festoso immette una forzata allegria laddove c'è solo dramma e dolore, ma, al contempo, accentua la dimensione "alienata" di questa recita, come se i protagonisti, in fondo, non fossero altro che burattini manovrati da un destino oscuro e ineluttabile. Il tema dell'infanzia tormentata ricorre, tra giostre psichedeliche, eteree ninnananne ed emozionanti progressioni rock, con il suo violino spettrale in sottofondo a infondere sempre una vena d'inquietudine. La voce della cantautrice dell'Indiana non graffia come quella delle rocker e non ha l'impronta nasale delle interpreti country. E' solo un bisbiglio, tenero e vellutato, accompagnato da arrangiamenti scarni ma ficcanti.
Le canzoni di Geek The Girl sono brividi. Brividi che terrorizzano, come la confessione di impotenza di "My secret reason" o la ninnananna lievemente dissonante di "Trouble", o le turbe sessuali della title-track. Se "Cry Wolf" è un'autoaccusa dolente ("You should have known better/ It's all your fault"), "Psychopath" è già il baratro, l'abisso: il dramma di una donna violentata in casa dal compagno. Qui davvero siamo nei territori funerei di Nico: la voce di Lisa si fa infantile per intonare la più agghiacciante delle ninnananne ("...A psychopath, a psychopath/ he says he loves me And I'm alone/ and I am cold and paralyzed, I can't move..."), mentre lo strimpellio surreale di una chitarra e il pianto di una donna (tratto da una vera telefonata a un numero d'emergenza) portano la tensione allo spasimo. Una storia a sfondo autobiografico: "Un uomo mi ha perseguitato per un anno - racconta la cantautrice americana -. Mi scriveva lettere, lettere veramente terrificanti, dicendomi che Dio gli aveva detto che eravamo fatti per stare insieme. Mi spaventa che Dio possa dire alla gente cose di questo tipo".Qualcuno ha voluto leggere Geek The Girl come una denuncia contro gli uomini: "Niente di più falso - ribatte -. Poteva chiamarsi "Geek the boy" e non avrebbe fatto alcuna differenza". E non si tratta neanche di una ribellione a una religiosità imposta, come nel caso di Tori Amos: "Sono credente, ma non in senso tradizionale - spiega la cantautrice dell'Indiana - Credo che Dio sia in ognuno di noi, nel nostro spirito. Ma non dovrebbe essere Dio a decidere ciò che è giusto o sbagliato, dovrebbe toccare ad ognuno di noi farlo".
Germano non rimuove i suoi fantasmi, al contrario: li rende reali e li racconta in maniera spersonalizzata, nel disperato (e vano) tentativo di esorcizzarli. Il sinistro motivo di clavicembalo di "Sexy Little Girl Princess" non attenua certo il pathos, mentre il dialogo febbrile di "Cancer Of Everything", affogato in un mare di archi, sfocia nella constatazione dell'angoscia come sottofondo esistenziale inevitabile. Non resta, allora, che rifugiarsi in un universo immaginario di amore e colori (la trasognata "Of Love and Colors") o di stelle (la tenera melodia di "Stars"). Il calvario di Lisa la Triste si conclude così con un commovente anelito onirico, che apre il cuore.
ho comprato anche desertshore di nico, ma aspetto ancora un po' per sentirlo.
Vinicius: geek the girl lo devi per forza sentire, non può non piacerti!
Leggete questa recensione:
Lisa Germano è in costante lotta con sé stessa, con le sue angosce infantili, le sue fobie e i suoi drammi femminili. Ma tenta di esorcizzare tutto nei suoi lugubri soliloqui.
Il culmine di questo percorso di autoanalisi è Geek The Girl, uno dei grandi capolavori degli anni Novanta. Un disco che attanaglia a poco a poco l'ascoltatore in un clima di suspence sfibrante. Registrato interamente in casa, prodotto da Malcom Burn e dalla stessa Germano (che suona più strumenti: chitarra, tastiere, violino), è un concept album sull'infelicità pervaso da un cupo esistenzialismo. Un calvario di donna ritratto in piccoli pannelli sonori, che abbracciano temi quali la solitudine, l'alienazione, l'incapacità di rapportarsi con il prossimo, i sentimenti feriti, la violenza sessuale. La tensione non deflagra mai, ma si insinua progressivamente in una sequenza di ballate crepuscolari, costruite sull'uso di molteplici strumenti e su continue variazioni sonore che si rivelano funzionali alla drammatizzazione dell'impianto narrativo. La stessa Germano alterna registri diversi, quasi a voler interpretare i vari personaggi che affollano i suoi incubi. L'effetto è suggestivamente "teatrale", ma sempre contenuto all'interno di rigidi binari minimalisti. Gli intermezzi di tarantella italiana che suddividono il disco in tre parti conferiscono un effetto straniante: il ritmo festoso immette una forzata allegria laddove c'è solo dramma e dolore, ma, al contempo, accentua la dimensione "alienata" di questa recita, come se i protagonisti, in fondo, non fossero altro che burattini manovrati da un destino oscuro e ineluttabile. Il tema dell'infanzia tormentata ricorre, tra giostre psichedeliche, eteree ninnananne ed emozionanti progressioni rock, con il suo violino spettrale in sottofondo a infondere sempre una vena d'inquietudine. La voce della cantautrice dell'Indiana non graffia come quella delle rocker e non ha l'impronta nasale delle interpreti country. E' solo un bisbiglio, tenero e vellutato, accompagnato da arrangiamenti scarni ma ficcanti.
Le canzoni di Geek The Girl sono brividi. Brividi che terrorizzano, come la confessione di impotenza di "My secret reason" o la ninnananna lievemente dissonante di "Trouble", o le turbe sessuali della title-track. Se "Cry Wolf" è un'autoaccusa dolente ("You should have known better/ It's all your fault"), "Psychopath" è già il baratro, l'abisso: il dramma di una donna violentata in casa dal compagno. Qui davvero siamo nei territori funerei di Nico: la voce di Lisa si fa infantile per intonare la più agghiacciante delle ninnananne ("...A psychopath, a psychopath/ he says he loves me And I'm alone/ and I am cold and paralyzed, I can't move..."), mentre lo strimpellio surreale di una chitarra e il pianto di una donna (tratto da una vera telefonata a un numero d'emergenza) portano la tensione allo spasimo. Una storia a sfondo autobiografico: "Un uomo mi ha perseguitato per un anno - racconta la cantautrice americana -. Mi scriveva lettere, lettere veramente terrificanti, dicendomi che Dio gli aveva detto che eravamo fatti per stare insieme. Mi spaventa che Dio possa dire alla gente cose di questo tipo".Qualcuno ha voluto leggere Geek The Girl come una denuncia contro gli uomini: "Niente di più falso - ribatte -. Poteva chiamarsi "Geek the boy" e non avrebbe fatto alcuna differenza". E non si tratta neanche di una ribellione a una religiosità imposta, come nel caso di Tori Amos: "Sono credente, ma non in senso tradizionale - spiega la cantautrice dell'Indiana - Credo che Dio sia in ognuno di noi, nel nostro spirito. Ma non dovrebbe essere Dio a decidere ciò che è giusto o sbagliato, dovrebbe toccare ad ognuno di noi farlo".
Germano non rimuove i suoi fantasmi, al contrario: li rende reali e li racconta in maniera spersonalizzata, nel disperato (e vano) tentativo di esorcizzarli. Il sinistro motivo di clavicembalo di "Sexy Little Girl Princess" non attenua certo il pathos, mentre il dialogo febbrile di "Cancer Of Everything", affogato in un mare di archi, sfocia nella constatazione dell'angoscia come sottofondo esistenziale inevitabile. Non resta, allora, che rifugiarsi in un universo immaginario di amore e colori (la trasognata "Of Love and Colors") o di stelle (la tenera melodia di "Stars"). Il calvario di Lisa la Triste si conclude così con un commovente anelito onirico, che apre il cuore.
ho comprato anche desertshore di nico, ma aspetto ancora un po' per sentirlo.
Vinicius: geek the girl lo devi per forza sentire, non può non piacerti!
Commenta