Esco dalla città e dalla mia giornata, e nel momento in cui vi metto piede sento tutti i problemi e tutto il resto scivolare via.
Il solo odore di quel luogo mi fa sentire bene, mi rilassa, è un posto dove non esiste imbarazzo, sento di averlo nel sangue, di esserci in qualche modo legato geneticamente.
Salgo le scale e indosso i miei veri vestiti. Salgo ancora una rampa di scale e finalmente arrivato, il luogo in cui vivo nel cuore.
Tante persone sul piano, chi per un motivo, chi per un altro, ma tutti uniti tutti legati dal furore e dalla testardaggine che abbiamo dentro.
Metto le cuffie, mi immergo completamente in me stesso al ritmo di una musica interiore. Attorno a me suoni, voci e immagini distorte, ma sono lì e mi sento bene.
Guardo gli attrezzi, manubri e bilancieri, qua e la constatando i pesi e i carichi che mi sento di usare. Scruti, ti aggiri, ma fin da prima sai cosa avresti cercato: prendi due manubri, li senti pesanti, ma sai che è solo un’impressione, e puntuale arriva il tuo solito dolore al gomito destro e la lama rovente nel polso sinistro, ma ti dici che non importa, ce la fai.
Inizi la tua sessione, sollevamento dopo sollevamento, sollevamento dopo sollevamento senti i dolori alleviarsi. Ripercorri velocemente la giornata che hai ancora sulle spalle prima di dedicarti a ciò che più ti interessa.
Pensi a tutte le teste che avresti potuto spaccare, pensi al professore, alla persona per la strada, pensi un po’ alla situazione del mondo, un po’ alla tua.
Ma stai bene, perché a tua rabbia è placata dall’armonia del tuo presente. Così dopo esserti lacerato per bene le fibre delle braccia, ti avvii verso la panca, compagna di guerre e a quella sbarra di ferro del bilanciere, che sembra non finire più, e aggiungi pesi, vuoi darti da fare e senza imbarazzo metti carichi pesanti.
I sdrai, e inizi di nuovo la tua sessione, i pettorali reagiscono bene, iniziano a scaldarsi… pensi all’odio infinito che provi per le ingiustizie e agli ipocriti che s’illudono che il nostro paese stia andando bene, pensi a quanto odi il crimine e quei gruppi di giovani ragazzi che hanno tutto da guadagnare, poiché non hanno niente da perdere, sai che la cosa è discutibile, ma vorresti vedere il loro culo a far casino nel loro paese natale. Ma non ti farai sorprendere quando tutti gli altri cadranno.
E tutti questi pensieri, questi volti, ti danno forza, mentre senza accorgertene i tuoi pettorali sono arrivati a sollevare 85kg di ghisa, hai la massa tutta indolenzita, sfrutti tutta l’adrenalina che hai in corpo per fare altre due ripetizioni fino al cedimento.
Ti senti carico, gonfio, forte, ma soprattutto lontano dai problemi, altro motivo per cui ami infinitamente quel luogo.
Ti riguardi un po’ attorno con la musica nelle orecchie e il sangue che pompa nelle vene, ma ognuno è li che lavora per la sua causa.
Ti guardi allo specchio, ti senti in forma, e dopo aver recuperato, riparti!
Ridi vedendo un ragazzo che ha portato davanti a tutti voi la sua causa assente di fondamenta, pesi che portare il suo “fighettismo” in mezzo alla tua amata palestra sia inutile, ma poi ritorni in te stesso.
Mentre sollevi ti dici che è quello il posto in cui devi stare, sei un tipo che ama l’amicizia, ma nella tua stoffa nella tua anima sei un solitario.
Sei felice perché quello che provi, il virus di questo sport che ti ha catturato, sai che ti da emozioni che non tutti potranno gustare.
Pensi che per oggi hai avuto una bella scaricata di tensione e testosterone, bevi un po’ d’acqua per idratare, ti soffermi e pensi che finalmente sei tornato normale, per oggi non dovrai più difenderti, sei lì per i muscoli… ma c’è molto di più, ami la figura solitaria in un mondo caotico che assume il bodybuilder, sei lì perché il tuo spirito è forte e combattivo, non vuoi problemi vuoi solo sollevare.
Nessuno può contestarti nei tuoi pensieri, senti l’adrenalina placarsi lentamente e ultimata l’ultima serie di squat coi tuoi combattuti 130kg, le gambe sono inutilizzabili ma sei in piedi, cosa che sai non tutti sarebbero in grado di essere.
Ami la sfida con te stesso e se vinci con la tua mente hai fatto gran parte della strada, per oggi hai fatto bene, dai un’occhiata alla televisione per vedere se trasmettono qualche video interessante e già pregusti i piaceri di una doccia calda.
Prendi qualcosa da mangiare al bar, una barretta proteica al tuo gusto preferito, esci, e torni in quella realtà che tanto ami e che tanto odi che è il mondo.
Prima di tornare a casa dai un ultimo sguardo al luogo in cui ti rispecchi, che ti ha permesso di diventare quello che sei, il luogo al quale sarai eternamente debitore, che ti ha dato modo di guardare dentro te stesso. Ma vai, e pensi che a casa ti aspetta una bella mangiata, per riprenderti da tutti gli sforzi e pensi che se sai di essere nato per fare una cosa e trovi il tuo campo, percorri la strada puoi dire di aver dato e avuto il massimo dalla vita, la magia del sogno che nessuno vede, dell’immagine annebbiata ma non più tanto lontana del tuo futuro, la magia di rischiare.
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