Il K2, conosciuto anche come Monte Godwin-Austen, Chogori (lingua Bantì) o Dapsang, si trova nel gruppo del Karakorum che appartiene alla catena dell'Himalaya ed E' con i suoi 8611 metri la seconda montagna piu' alta della Terra dopo l'Everest...ma e' molto piu' difficile da scalare...il K2 e' noto anche come la montagna degli italiani e la montagna che uccide!.
Si trova al confine tra la Cina e la parte del Kashmir controllato dal Pakistan.
Prima del 1954 erano stati fatti vari tentativi di scalare la montagna..ma tutti fallirono..nel 1953 ci provarono gli americani..ma vicini alla vetta...la spedizione si tramuto' in tragedia....sfumata l'idea di vincere il K2 gli stessi scalatori americani ripiegheranno nello stesso anno sull'Everest, vincendolo per la prima volta.
Bisognera' aspettare il 1954 e una spedizione italiana organizzata da Ardito Desio per vincere il K2..per l'avventura vengono reclutati i migliori 12 alpinisti italiani..tutti collaboreranno per l'impresa...ma saranno Achille Compagnoni e Lino Lacedelli a raggiunger la vetta il 31 luglio, dopo mesi di assedio alla montagna...che non aveva dato scampo agli italiani rovesciando settimane intere di maltempo e bufere di neve...a - 50 gradi e con venti di formidabile e inaudita potenza...il K2 in pegno della propia resa si prese anche la vita della guida alpina valdostana Mario Puchoz..detto lo stambecco del monte bianco...sepolto ai piedi della Montagna.
La notizia della vittoria giunse in Italia a mezzogiorno del 3 agosto, e fu accolta con grande entusiasmo e come simbolo della rinascita del paese nel dopoguerra: da quel momento il K2 divenne per tutti la montagna degli italiani.
Al ritorno si scatenarono polemiche sul mancato inserimento, nella relazione ufficiale di Ardito Desio, dell'episodio di cui furono protagonisti Bonatti e l'hunza Mahdi.
Walter Bonatti, uno dei componenti della spedizione, considerato tra il 1954 e il 1965 l'alpinista piu' forte al mondo, dopo aver portato vicino alla vetta le bombole d'ossigeno insieme all'hunza Mahadi che Lacedelli e Compagnoni avrebbero poi usato per lo strappo finale, non trova all'appuntamento i compagni e fu costretto a bivaccare all'aperto oltre quota 8000....in una terribile notte...Nella notte tra il 30 e il 31 luglio 1954 W. Bonatti e l’hunza Mahadi sono stati costretti al bivacco notturno a quota 8100 m. a causa di un incomprensione sulla posizione del nono campo..Compagnoni e Lacedelli sono piu' in alto..molto piu' in alto..Walter Bonatti e l’ hunza Mahadi , nonostante i ripetuti richiami ottengono in risposta solo un: «più in alto, seguite le tracce …» e poi il silenzio. Con il calare dell’ oscurità e delle tenebre, il freddo si fa sempre più intenso e con esso l’angoscia. Bonatti fatica non poco a controllare Mahadi, ormai in preda alla disperazione e al delirio. La loro posizione è estremamente pericolosa, un passo falso e ci si ritrova al campo base....ma non solo ,soppravivere ad una notte all'aperto a quelle altezze e in quelle condizioni e' ritenuto impossibile.
Bonatti è giovane, ma dentro di lui cova la forza e la tenacia di uno spirito bellicoso e, con fermezza e carattere, decide per l’unica azione possibile. Pur essendo una follia, prepara una piazzola dove poter stare seduti, si, seduti solo con l’equipaggiamento per la salita e nulla per potersi riparare in un bivacco, un bivacco a strapiombo a 8100 m. Un breve dialogo con Lacedelli ad una distanza indefinibile scatena una nuova crisi in Mahadi che Bonatti fatica a calmare. Poi gelo, neve, delirio, una bufera spazza il canalone dove si trovano ed incredibilmente la notte passa...e' un miracolo ma sono ancora vivi...Poco prima dell’alba, Mahadi in preda al delirio fugge via, distrutto nel fisico e nell’animo(subirà diverse amputazioni a causa del congelamento di mani e piedi)...Bonatti attende il levare del sole. Prima di partire, libera dalla neve i trespoli con l’ossigeno perché i compagni li possano trovare e poi anch’egli si cala al campo otto.
A uno dei campi piu' in basso c'e Lo scalatore Pino Gallotti che scrive nel suo diario: «Sabato 31 luglio: giornata dall’inizio drammatico: poco prima delle sette siamo svegliati dallo spalancarsi della tenda. E’ Mahadi che si affaccia con aria stravolta, ci mostra i piedi e le mani martoriati dal gelo, i piedi specialmente sono anneriti, gia' intaccati in modo preoccupante.
Le sue spiegazioni – dette con voce affannosa – non risultano chiare, ci lasciano in uno stato di profonda apprensione … Non passa però molto tempo che ecco giungere Walter; ha un aspetto più che normale e il solo vederlo ci rassicura… Penso che ben pochi al mondo potrebbero mostrare un aspetto così fresco (è il caso di dirlo) e normale alla mattina dopo una simile notte. Walter può ringraziare il suo fisico e forse qualcuno che questa notte lo ha vegliato dall’alto, solo il suo fisico eccezzionale hli ha permesso di non morire.
Compagnoni e Lacedelli ( anchessi subiranno varie amputazioni)giungono in vetta grazie all’ossigeno trasportato da Bonatti e Mahadi , ossigeno che nelle dichiarazioni di Compagnoni e Lacedelli “finirà” 200 m sotto la vetta rendendo drammatica l’ ascensione (distanza coperta in solo due ore, cosa impossibile senza ossigeno a quella altezza); ossigeno che “soffocherà” la verità per oltre trent’ anni. Le bombole non finirono 200 m sotto la vetta bensì durarono sino in cima, dato che esistono fotografie che testimoniano il fatto, la menzogna. Una menzogna inutile, il K2 era vinto»...si insinua addirittura che Compagnoni e Lacedelli abbiano deliberatamente evitato che Bonatti potesse raggiugere la tenda al campo IX e pertanto pensare che lo stesso potesse poi sostituirsi ad uno dei due nella conquista della vetta...
La mancata menzione nella relazione di Desio dei meriti di Bonatti suscita polemiche...come tante vicende italiane anche questa restera' un mistero.
La difficolta' del K2, molto maggiore di quella dell'Everest, e' testimoniata dal fatto che fino al giugno 2000, solamente 189 persone hanno raggiunto la vetta (contro le circa 1500 che hanno raggiunto quella dell'Everest); 49 persone sono morte, dei quali ben 16 nel tragico 1986 e spesso . I problemi stanno soprattutto nei numerosi passaggi difficili e ripidi e nel microclima, rigido e difficilmente prevedibile, che il piu' delle volte con il scatenarsi di pericolosissime tormente impedisce di raggiungere la vetta per un'intera stagione.
Nel 1988 un bambino moccioso conobbe L'eroe Achille Compagnoni..fu molto sorpreso della disponibilita' del vecchio scalatore che si intrattenne con il mocciso a discutere di montagne per ore...scritte dal mocciso su un foglio..quel bambino ero io.
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