Originariamente Scritto da antonio21
Oratori di Stato
Il 1 agosto del 2003 viene approvata la legge sugli oratori, sul modello di alcune leggi regionali già introdotte dalle giunte di centro-destra di Lazio, Lombardia, Abruzzo, Piemonte e Calabria. Attraverso questa legge «lo Stato riconosce e incentiva la funzione educativa e sociale svolta nella comunità locale, mediante le attività di oratorio o attività similari, dalle parrocchie e dagli enti ecclesiastici della Chiesa Cattolica, nonché dagli enti delle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato un’intesa». Questo riconoscimento implica innanzitutto che lo Stato, le regioni e gli enti locali possano concedere in comodato (cioè a titolo completamente gratuito) beni mobili ed immobili di loro proprietà. Inoltre la legge prevede l’esenzione dall’Ici dei locali dell’oratorio quali «opere di urbanizzazione secondaria». Il mancato introito da parte dei comuni di questi fondi, calcolato dalla legge pari a 2,5 milioni di euro annui, viene coperto dallo Stato.
La legge era stata presentata il 31 maggio 2001, proprio all’indomani della vittoria elettorale, da Luca Volonté, Rocco Buttiglione ed altri parlamentari dell’Udc. Dopo essere passata alla Camera il 19 giugno 2003, il presidente del senato Marcello Pera si era prodigato affinché fosse celermente ratificata consentendone l’esame alla commissione Affari costituzionali del Senato «in sede deliberante», ovvero eliminando la necessità del passaggio in aula. Del resto la legge – sebbene sia stata definita da uno dei suoi promotori, il senatore Maurizio Eufemi, come «un punto qualificante del programma dell’Udc» (Ansa, 23-7-2003) – ha ricevuto un consenso bipartisan da parte di tutte le forze politiche, ad eccezione di Comunisti italiani e Rifondazione. Il senatore della Margherita Pierluigi Petrini ha dichiarato che «il provvedimento svolge una funzione sociale non solo nei confronti dei soggetti considerati deboli, in grave stato di necessità ed emarginazione, ma si rivolge alla comunità nel suo insieme, partendo dalla considerazione che ciascuno di noi può attraversare nel corso della vita momenti difficili» (Ansa, 15-5-2003). Secondo la deputata dei Verdi Luana Zanella si tratta invece di «una norma innovativa per valorizzare quanti nel territorio intervengono nella promozione umana e sociale» (Ansa, 19-6-2003).
Le pressochè uniche realtà che oggi operano in Italia per affrontare il disagio giovanile sono di istituzione cristiana. Va a Napoli e vedi che fanno le parrocchie per i ragzzi e per i giovani. E questo è un dato riconosciuto quasi da tutti, salvo da Rif Com e Com italiani, olte che i radicali
Il 1 agosto del 2003 viene approvata la legge sugli oratori, sul modello di alcune leggi regionali già introdotte dalle giunte di centro-destra di Lazio, Lombardia, Abruzzo, Piemonte e Calabria. Attraverso questa legge «lo Stato riconosce e incentiva la funzione educativa e sociale svolta nella comunità locale, mediante le attività di oratorio o attività similari, dalle parrocchie e dagli enti ecclesiastici della Chiesa Cattolica, nonché dagli enti delle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato un’intesa». Questo riconoscimento implica innanzitutto che lo Stato, le regioni e gli enti locali possano concedere in comodato (cioè a titolo completamente gratuito) beni mobili ed immobili di loro proprietà. Inoltre la legge prevede l’esenzione dall’Ici dei locali dell’oratorio quali «opere di urbanizzazione secondaria». Il mancato introito da parte dei comuni di questi fondi, calcolato dalla legge pari a 2,5 milioni di euro annui, viene coperto dallo Stato.
La legge era stata presentata il 31 maggio 2001, proprio all’indomani della vittoria elettorale, da Luca Volonté, Rocco Buttiglione ed altri parlamentari dell’Udc. Dopo essere passata alla Camera il 19 giugno 2003, il presidente del senato Marcello Pera si era prodigato affinché fosse celermente ratificata consentendone l’esame alla commissione Affari costituzionali del Senato «in sede deliberante», ovvero eliminando la necessità del passaggio in aula. Del resto la legge – sebbene sia stata definita da uno dei suoi promotori, il senatore Maurizio Eufemi, come «un punto qualificante del programma dell’Udc» (Ansa, 23-7-2003) – ha ricevuto un consenso bipartisan da parte di tutte le forze politiche, ad eccezione di Comunisti italiani e Rifondazione. Il senatore della Margherita Pierluigi Petrini ha dichiarato che «il provvedimento svolge una funzione sociale non solo nei confronti dei soggetti considerati deboli, in grave stato di necessità ed emarginazione, ma si rivolge alla comunità nel suo insieme, partendo dalla considerazione che ciascuno di noi può attraversare nel corso della vita momenti difficili» (Ansa, 15-5-2003). Secondo la deputata dei Verdi Luana Zanella si tratta invece di «una norma innovativa per valorizzare quanti nel territorio intervengono nella promozione umana e sociale» (Ansa, 19-6-2003).
Le pressochè uniche realtà che oggi operano in Italia per affrontare il disagio giovanile sono di istituzione cristiana. Va a Napoli e vedi che fanno le parrocchie per i ragzzi e per i giovani. E questo è un dato riconosciuto quasi da tutti, salvo da Rif Com e Com italiani, olte che i radicali
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