BELIN s. m. pene; volg. Italiano "*****".
"Belin", rappresenta l’imprecazione, l’esclamazione più usata nel dialetto genovese, potendo assumere tono affermativo, risentito, solenne, stupito, iroso, sconsolato, beffardo, e altro ancoraOrigine:Secondo alcuni, letteralmente "budellino" (da bela, budello). Però in materia di etimologie - mi scrive il signor E.Mori - occorre seguire contemporaneamente il filone storico e quello psicologico, perché i popoli hanno, in materia di parole, una loro psicologia. E una regola psicologica ci dice che in nessuna lingua l'organo maschile è indicato con un diminutivo. Gli antichi dizionari ricollegavano belin al greco balanos (glande) ed era, psicologicamente, una stupidaggine perché gli antichi liguri non avevano di certo aspettato i greci per dare un nome al loro pisello! Però un fondo di vero c'era e già un linguista del 1940 ricollegava belin al dio Baal fenicio, individuando una radice indeuropea che con bal indicava la divinità in genere. Ed infatti per i Galli la loro divinità (Henri Dontenville, Mythologie française) era un essere che era Padre e Figlio a un tempo. Come Padre, si chiamava Belenus; equivaleva sostanzialmente ad Apollo, era il grande dio solare originariamente adorato dalle popolazioni pre-indoeuropee
A belin de can ": "a ***** di cane" (si dice d’ogni cosa sgraziata)
Menâ, rompî, sciaccâ, sgarbellâ, spellâ, sussâ, tiâ o belin ": "mungere/menare, rompere, schiacciare, scalfire, sbucciare, succhiare, tirare il c…".
Battisene o belin (in ti schêuggi) ": non darsi pensiero, non preoccuparsi, fregarsene
Travaggio do belin ": "lavoro del c…"
Portâ via o belin ":andarsene bruscamente
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