Originariamente Scritto da maurox
IL terzo sesso
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Per quello che ne so ci sono diversi "livelli" di identita' sessuale.
C'e' il sesso genetico, che dipende se i cromosomi sono XX o XY.
C'e' il sesso fenotipico, che dipende sostanzialmente dagli ormoni, ovvero genitali e caratteri sessuali secondari. Il sesso fenotipico di "base" e' quello femminile. Ovvero un XY, in assenza di testosterone / DHT e/o altri difetti che impedisconon a tali ormoni di agire (insensibilita' recettoriale ad esempio), si sviluppa con genitali esterni femminili (vagina, vulva). Un XX in presenza di valori adeguati di androgeni (esempio nelle sindromi adrenogenitali) sviluppa dei genitali esterni con caratteristiche maschili piu' o meno marcate ...
C'e' il sesso "psicologico", che dipende da fattori culturali ma e' fortemente influenzato dal mileu ormonale, ovviamente ...
Un maschio che si fa operare e' geneticamente maschio, fenotipicamente trasformato in femmina, psicologicamente ... spero per lui femmina, altrimenti ... che inculata (in tutti i sensi ...). Dal punto di vista "anagrafico" non so come viene considerato, presumo femmina.
Una donna che si fa togliere l'utero rimane un donna, ha ancora i genitali esterni, puo' essere penetrata, ha le ovaie e produce tutti i suoi ormoni come prima.
EagleIo credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.
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kluca64@yahoo.com
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Originariamente Scritto da Arturo Bandininel rapporto kinsey gli omosessuali sono stimati al 5%, e se contiamo i bisessuali arriviamo al 10%. In thailandia probabilmente c'è meno repressione e inibizione ad opera della società e della religione, per cui qui da noi i gay spesso si travestono da persone normali, si sposano, si autocensurano...
Secondo me cmq non è una questione genetica, o lo è solo in parte: molto dipende dalle dinamiche dello sviluppo psichico, dalle esperienze e dai complessi dell' età infantileagarra la onda
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Per essere precisi, eagle, la suddivisione che fate voi medici è: sesso ormonale, sesso gonadico e sesso fenotipico (altrimenti come classifichi i casi cAIS?).
Riguardo alla percentuale di 1:1000 si riferisce alle media di bambini per i quali è richiesto l'intervento correttivo. Anche se a te sembra strano (lo sembrava anche a me quando lessi la prima volta questi dati) le condizioni intersessuate sono frequentissime. È ovvio che nel numero vengono compresi anche lievi malformazioni. I casi di AIS invece vengono stimati su 1:13.000. Anche questo non è un dato da poco...
Come giustamente dice Eagle, quella dei trans è un'operazione di plastica, non è un "cambiamento del sesso", nel senso che dal punto di vista cormosomico e psicologica non è un'operazione chirurgica che può cambiare le cose. una prova è il caso (limite) di David Reimer. Ho letto che Peter Jackson, il regista del Signore degli Anelli, ha intenzione di portarla sullo schermo.
Infine, riguardo al "sesso psicologico" che sarebbe meglio chiamare identità di genere (come se la percezione corporea e l'autodeterminazione non rientrassero nel sesso psicologico...) bisogna distingure molti livelli.
È ovvio che la percezione di sé viene mediata culturalmente: quando nasci ti danno un nome maschile, le desinenze con cui ti si rivolgono sono al maschile, hai giocattoli, modi di fare, modi in cui ti vedono, modi in cui la cultura interpreta cosa significa essere uomo o donna etc. Ma questo non basta.
Va anche detto che dal punto di vista clinico (intendo clinica psicologica) il fenomeno del transessualismo è poco conosciuto. Si evidenziano comunque molte correlazioni tra disforie di genere (sentirsi del sesso opposto) e altri disturbi psicologici. Però non si sa fino a che punto questo dipende dal fatto che essere transessuale comporta gravi penalizzazioni dal punto di vista socioculturale o quanto invece sia "originariamente" legato al sentirsi di sesso opposto.
Insomma, non si sa se essere trans è un disturbo psicologico o una delle tante varianti dello spettro sessuale umano, una versione non patologica dell'identità.
E non si sa neppure, in conclusione, da quali fattori dipenda. Ovvio che dipende, come ho detto, da molti fattori insieme (anatomia, neurochimica, funzioni psicologiche etc.) ma ancora non si sa bene quali siano questi fattori e in che misura incidano sul fenomeno trans. Le evidenze accumulate comunque ci sono, ma la ricerca in Italia è molto difficile (perché mancano soldi destinati alla ricerca e perché i ricercatori sono persone scelte per cognome. Io la passione per la ricerca ce l'avrei e nel mio piccolo faccio qualcosa, ma nessuna cattedra o istituto mi darà mai uno stipendio per farlo... peccato!)."io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"
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Originariamente Scritto da roccia73Per essere precisi, eagle, la suddivisione che fate voi medici è: sesso ormonale, sesso gonadico e sesso fenotipico (altrimenti come classifichi i casi cAIS?).
Riguardo alla percentuale di 1:1000 si riferisce alle media di bambini per i quali è richiesto l'intervento correttivo. Anche se a te sembra strano (lo sembrava anche a me quando lessi la prima volta questi dati) le condizioni intersessuate sono frequentissime. È ovvio che nel numero vengono compresi anche lievi malformazioni. I casi di AIS invece vengono stimati su 1:13.000. Anche questo non è un dato da poco...
Come giustamente dice Eagle, quella dei trans è un'operazione di plastica, non è un "cambiamento del sesso", nel senso che dal punto di vista cormosomico e psicologica non è un'operazione chirurgica che può cambiare le cose. una prova è il caso (limite) di David Reimer. Ho letto che Peter Jackson, il regista del Signore degli Anelli, ha intenzione di portarla sullo schermo.
Infine, riguardo al "sesso psicologico" che sarebbe meglio chiamare identità di genere (come se la percezione corporea e l'autodeterminazione non rientrassero nel sesso psicologico...) bisogna distingure molti livelli.
È ovvio che la percezione di sé viene mediata culturalmente: quando nasci ti danno un nome maschile, le desinenze con cui ti si rivolgono sono al maschile, hai giocattoli, modi di fare, modi in cui ti vedono, modi in cui la cultura interpreta cosa significa essere uomo o donna etc. Ma questo non basta.
Va anche detto che dal punto di vista clinico (intendo clinica psicologica) il fenomeno del transessualismo è poco conosciuto. Si evidenziano comunque molte correlazioni tra disforie di genere (sentirsi del sesso opposto) e altri disturbi psicologici. Però non si sa fino a che punto questo dipende dal fatto che essere transessuale comporta gravi penalizzazioni dal punto di vista socioculturale o quanto invece sia "originariamente" legato al sentirsi di sesso opposto.
Insomma, non si sa se essere trans è un disturbo psicologico o una delle tante varianti dello spettro sessuale umano, una versione non patologica dell'identità.
E non si sa neppure, in conclusione, da quali fattori dipenda. Ovvio che dipende, come ho detto, da molti fattori insieme (anatomia, neurochimica, funzioni psicologiche etc.) ma ancora non si sa bene quali siano questi fattori e in che misura incidano sul fenomeno trans. Le evidenze accumulate comunque ci sono, ma la ricerca in Italia è molto difficile (perché mancano soldi destinati alla ricerca e perché i ricercatori sono persone scelte per cognome. Io la passione per la ricerca ce l'avrei e nel mio piccolo faccio qualcosa, ma nessuna cattedra o istituto mi darà mai uno stipendio per farlo... peccato!).
Tu si che sei erudito... Che uomo affascinantesigpic
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