Esclusivo per Bodyweb: IL DECALOGO DEL PERFETTO FORZAITALIOTA.

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  • JPP
    Il Sofisticatore
    • Aug 2001
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    • Crema
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    #91
    Originariamente Scritto da temete
    HAI RAGIONE, SOPRATTUTTO QUELLE TESTE DI C.... DI CARUSO E FERRANDO
    io sono neutrale, ma credo vincerà la destra
    "Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"

    Jpp, prima di lanciarsi con il carrello

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    • roccia73
      Bodyweb Member
      • Jul 2005
      • 1871
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      #92
      Non capisco tanto attaccamento al personaggio perlusconi.

      O, meglio, lo capisco (nel senso che capisco i meccanismi psicologici che soggiacciono) ma credo che tutto ciò non faccia altro che gettare fumo davanti ai fatti.

      Io personalmente faccio questo ragionamento:
      al di là di ogni cosa, quallo che vedo intorno a me, il mio stesso status sociale, quello che mi sembra di capire dell'economia e della legge, quello che mi sembra capire del valore dell'italia nel mondo (dico quello che mi sembra capire perché non sono un esperto in economia, giurisprudenza etc, e anche lo fossi non avendo acceso a tutti i dati non potrei comunque dare un giudizio ponderato. È come se mi chiedessero una diagnosi psicologica a distanza, con i sintomi raccontati da un altro!), insomma, al di là del fatto che berlsusconi mi sia antipatico o che prodi sia un ladro, insomma... a me che me ne viene? e non solo a me, ma al resto dell'italia che gliene viene?

      Purtroppo bisogna basarsi sull'informazione, e l'informazione non è molto affidabile purtroppo. Trovo che se tutti i giornalisti facessero come dite che fa Travaglio (io non l'ho letto) sarebbe già una buona cosa. Non sarà grande giornalismo, come dice quellogrosso, ma almeno ti riporta i fatti. Ok, la neutralità nella comunicazione non esiste, ma almeno i fatti non vengono distorti e manipolati alla fonte.
      "io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"

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      • roccia73
        Bodyweb Member
        • Jul 2005
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        #93
        ps- ho un brutto presentimento di stampo paranoide: non è che succede come altrove che i voti vengono manipolati e piano piani si instaura un'altra dittatura, magari facendo prima accadere un fatto terroristico che giustifichi l'accentramento delle competenze sul premier, viste le leggi che hanno preparato il premierato "forte"?
        "io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"

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        • ALEX2
          Bodyweb Senior
          • Jan 2004
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          #94
          Originariamente Scritto da roccia73
          Non capisco tanto attaccamento al personaggio perlusconi.

          O, meglio, lo capisco (nel senso che capisco i meccanismi psicologici che soggiacciono) ma credo che tutto ciò non faccia altro che gettare fumo davanti ai fatti.

          Io personalmente faccio questo ragionamento:
          al di là di ogni cosa, quallo che vedo intorno a me, il mio stesso status sociale, quello che mi sembra di capire dell'economia e della legge, quello che mi sembra capire del valore dell'italia nel mondo (dico quello che mi sembra capire perché non sono un esperto in economia, giurisprudenza etc, e anche lo fossi non avendo acceso a tutti i dati non potrei comunque dare un giudizio ponderato. È come se mi chiedessero una diagnosi psicologica a distanza, con i sintomi raccontati da un altro!), insomma, al di là del fatto che berlsusconi mi sia antipatico o che prodi sia un ladro, insomma... a me che me ne viene? e non solo a me, ma al resto dell'italia che gliene viene?

          Purtroppo bisogna basarsi sull'informazione, e l'informazione non è molto affidabile purtroppo. Trovo che se tutti i giornalisti facessero come dite che fa Travaglio (io non l'ho letto) sarebbe già una buona cosa. Non sarà grande giornalismo, come dice quellogrosso, ma almeno ti riporta i fatti. Ok, la neutralità nella comunicazione non esiste, ma almeno i fatti non vengono distorti e manipolati alla fonte.
          a parte le considerazioni sul singolo in Italia c' è solo vera disinformazione.
          Hai ragione sono pochi, e tra l' altro messi all' angolo, i giornalisti che fanno informazione...ricordiamoci come si comporto Silvio con Montanelli.
          Poteva piacere o no, ma, era un giornalista vero.
          il miglior modo per dire è fare

          Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

          berlusconi_s@camera.it

          sukkiotto docet...:
          http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

          guardate qui:

          http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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          • BillGoldberg
            Bodyweb Member
            • Oct 2005
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            • bla bla
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            #95
            Originariamente Scritto da ALEX2
            a parte le considerazioni sul singolo in Italia c' è solo vera disinformazione.
            Hai ragione sono pochi, e tra l' altro messi all' angolo, i giornalisti che fanno informazione...ricordiamoci come si comporto Silvio con Montanelli.
            Poteva piacere o no, ma, era un giornalista vero.
            E Marco Travaglio è stato suo allievo, addirittura Travaglio ha dichiarato che già da quando aveva 12 anni era un grande fan di Montanelli.

            X Judd Biasotto dici che lo stesso discorso vale per la parte opposta, forse hai ragione ma almeno fino ad ora nessuno ha dichiarato o stiamo in parlamento o stiamo in galera dalla parte opposta, personalmente credo che in italia siamo costretti a votare tra i peggiori in assoluto e il leggermente meno peggio ma leggermente, cioè tra una merda fredda e una tiepidina, resta da scegliere chi è il meno peggio, fatto sta che i personaggi attuali di destra non mi piacciono, almeno finchè non cambierà questa classe politica non ci rivoterò mai più (nell'2001 votai a destra ).
            _________________________

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            • temete
              Bodyweb Senior
              • Jun 2005
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              • Treviso
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              #96
              Ragazzi Qua Si Profila Il Peggio.
              Berlusconi Ha Astutamente Cambiato La Legge Elettorale Reintroducendo Il Proporzionale (nella Sua Peggiore Versione, Quello Con Le Liste Bloccate) In Modo Da Ridurre Gli Effetti Di Una Probabile Sconfitta.
              Il Fatto E' Che Potrebbe Profilarsi Lo Scenario Di Maggioranze Risicatissime O Diversificate Tra Camera E Senato.
              Con Maggioranze Determinate Da Una Manciata Di Deputati O Senatori Ogni Coalizione Vivrebbe Con L'incubo Del Ricatto Di Personaggi Estremisti.

              Forza Italia, Vota In Massa Il Centro Sinistra! (I MODERATI DEL CENTRO SINISTRA )
              Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.

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              • VINICIUS
                Lo Sbloccafemmine
                • Jun 2005
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                • Sicilia
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                #97
                Originariamente Scritto da temete
                Forza Italia, Vota In Massa Il Centro Sinistra! (I MODERATI DEL CENTRO SINISTRA )
                Si, è quello che purtroppo avevo temuto anche io.
                Bisogna che tutti gli indecisi o i delusi di Forza Italia si schierino con i moderati del centro sinistra per permettere al futuro governo Prodi di governare in maniera più stabile. Tanto è sicuro che vinca il centro sinistra. Gente, passate sul carro dei vincitori!!
                Ciao.

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                • ALEX2
                  Bodyweb Senior
                  • Jan 2004
                  • 11901
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                  • Arcore - villa San Martino
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                  #98
                  La perquisizione fatale.

                  Scoprono che Sindona non è stato rapito, ma ha organizzato una messa in scena per sparire dagli Stati Uniti e arrivare in Italia, in Sicilia. Scoprono che è lui a trattare il salvataggio delle sue banche con Giulio Andreotti, a minacciare il presidente della Mediobanca Enrico Cuccia (che si oppone al piano di risanamento), è lui a far uccidere Giorgio Ambrosoli, nella notte dell’11 luglio 1979, con tre colpi di 357 magnum sparati al petto da un sicario che viene dagli Stati Uniti. A ospitare Sindona a Palermo, in quell’estate di scirocco e di sangue, è un medico italoamericano: Joseph Miceli Crimi, massone, esperto di riti esoterici e di chirurgie plastiche. è lui che spara alla gamba del banchiere, con sapienza clinica, per cercare di rendere credibile il rapimento. I due giudici istruttori gli sequestrano alcune carte e, tra queste, uno stupido biglietto ferroviario Palermo-Arezzo, usato da Miceli Crimi nell’estate del 1979. Domanda: perché un viaggio dalla Sicilia ad Arezzo? Risposta: «Per andare dal dentista presso cui ero in cura». Fantasiosa, ma i due milanesi non abboccano. Miceli Crimi, messo alle strette, ammette: ma sì, sono andato da un certo Licio Gelli, per discutere con lui la situazione di Sindona. Questo Gelli comincia proprio a incuriosire i due giudici istruttori. I personaggi che si muovono attorno a Sindona e si danno da fare per salvarlo, scoprono Turone e Colombo, finiscono tutti per arrivare a Gelli: Rodolfo Guzzi, l’avvocato del bancarottiere; Pier Sandro Magnoni, suo genero; Philip Guarino e Paul Rao, due massoni che incontrano il Venerabile poche ore dopo essere stati ricevuti da Giulio Andreotti. Ecco perché, nel marzo 1981, i giudici milanesi ordinano una perquisizione di tutti gli indirizzi del Venerabile. «Cautela assoluta», ricorda Colombo, «avevamo intuito che per ottenere risultati dovevamo procedere con la massima segretezza». La sera di lunedì 16 marzo 1981 una sessantina di agenti della Guardia di finanza si muove da Milano verso i quattro indirizzi di Gelli annotati su una agenda di Sindona sequestrata al banchiere dalla polizia di New York: villa Wanda di Arezzo, l’abitazione privata; la suite all’Excelsior dove riceveva autorità, politici, postulanti; un’azienda di Frosinone; e gli uffici di una fabbrica d’abbigliamento, la Giole di Castiglion Fibocchi.

                  Amati assegna i due fascicoli,

                  insieme, a due giovani magistrati. Il primo, più esperto, si chiama Giuliano Turone, baffi curati e dita sottili, irrequieto e rigorosissimo. Dopo il liceo Manzoni di Milano, dopo un anno negli Stati Uniti, dopo la laurea in legge, era stato tentato dalla carriera diplomatica. Ma aveva scelto la magistratura: perché il diplomatico deve limitarsi a eseguire la politica estera del suo governo, mentre il magistrato decide e giudica, con il solo aiuto della legge e della sua coscienza. Affascinato dalla geometria dell’indagine, aveva voluto diventare giudice istruttore, figura mista (oggi cancellata dal nuovo codice) di giudice e investigatore. Poco più che trentenne, era entrato di persona nel covo-prigione di uno dei primi sequestrati italiani, l’imprenditore Luigi Rossi di Montelera; e nel 1974 aveva fatto arrestare il responsabile, un ometto siciliano che abitava in via Ripamonti 84, a Milano, e che sulla carta d’identità aveva scritto Luciano Leggio, anche se era già noto come boss di Cosa nostra con il nome di Luciano Liggio.





                  Gherardo Colombo, il secondo

                  magistrato, era invece un giovanotto che arrivava a palazzo di giustizia con i jeans e la camicia senza cravatta, e sopra gli occhiali aveva una gran corona di capelli refrattari al pettine. Era cresciuto in una grande casa sui colli della Brianza, padre medico e un po’ poeta, nonno e bisnonno avvocati. Amava i giochi di logica e il bridge. Parlava con aria apparentemente svagata, accompagnando le parole con brevi gesti secchi della mano, che poi spesso lasciava così, sospesa a mezz’aria. Per nove mesi, Turone e Colombo lavorano sodo. Macinano insieme decine e decine di interrogatori, perquisizioni, indagini bancarie. Sono letteralmente risucchiati da un’inchiesta che è un giallo appassionante, pieno di misteri e di colpi di scena. «Era un tessuto dai cento fili intrecciati», secondo Turone, «così abbiamo cominciato col tirare i fili che sporgevano dalla trama».



                  Il sequestro di Sindona: strano,

                  con quella improbabile rivendicazione del «Gruppo proletario di eversione per una giustizia migliore». Strani anche gli affidavit (dichiarazioni giurate) che una decina di persone invia negli Stati Uniti, ai magistrati americani, per testimoniare che il povero Sindona, che ha fatto bancarotta e ha lasciato sul lastrico centinaia di clienti, è perseguitato dai magistrati italiani soltanto per la sua fede anticomunista. Uno degli affidavit è firmato da un certo Licio Gelli. Dice: «Nella mia qualità di uomo d’affari sono conosciuto come anticomunista e sono al corrente degli attacchi dei comunisti contro Michele Sindona. è un bersaglio per loro e viene costantemente attaccato dalla stampa comunista. L’odio dei comunisti per Michele Sindona trova la sua origine nel fatto che egli è anticomunista e perché ha sempre appoggiato la libera impresa in un’Italia democratica». La prosa non è un granché, ma l’ossessione anticomunista è ben presente (e allora, almeno, i comunisti c’erano davvero...).

                  L’incarico delle perquisizioni

                  è affidato a un uomo di cui Turone e Colombo conoscono la lealtà istituzionale, il colonnello della Guardia di finanza Vincenzo Bianchi. Ha l’ordine di agire senza informare nessuno e senza avere alcun contatto con le autorità locali, i carabinieri, la polizia, la magistratura del posto, neppure i comandi della Guardia di finanza. I suoi finanzieri, arrivati in Toscana, non passano la notte nella caserma di Arezzo, ma si disperdono in diverse località lì attorno. Per tutti, l’appuntamento è all’alba del 17 marzo.
                  Scatta la perquisizione. Nessun risultato a Roma. Niente a villa Wanda. L’azienda di Frosinone è un vecchio indirizzo. Alla Giole, invece, c’è una montagna di carte. Gelli non si trova, è a Montevideo. Ma la sua segretaria, Carla, protegge con vigore i documenti stipati nella scrivania, nei cassetti, nella cassaforte, in una valigia... Nella cassaforte ci sono gli elenchi della loggia segreta. «Sequestrate tutto», ordinano, per telefono, i giudici istruttori. La perquisizione è ancora in corso quando a Bianchi arriva via radio una chiamata del generale Orazio Giannini, comandante della Guardia di finanza: c’è anche il suo nome, in quegli elenchi, come quello del suo predecessore, il generale Raffaele Giudice, come quello del capo di stato maggiore della Finanza, il generale Donato Lo Prete. E il comandante delle Fiamme gialle di Arezzo, e una folla di generali, colonnelli, maggiori...




                  Verso il porto delle nebbie.

                  Tutte le carte sono portate a Milano. Turone e Colombo le catalogano, personalmente, pagina per pagina. Ne fanno due copie. L’originale entra nel fascicolo dell’inchiesta; la prima copia è affidata ai finanzieri, con l’incarico di conservarla in un luogo sconosciuto agli stessi giudici; la seconda è nascosta, sotto una falsa intestazione («Formazioni comuniste combattenti») tra i fascicoli di un collega di cui i due si fidano, il giudice Pietro Forno. Non si sa mai.
                  Fuori dal palazzo di giustizia di Milano, intanto, nessuno sa delle carte sequestrate a Gelli. Eppure qualcuno sta lavorando febbrilmente per parare il colpo. La notizia comincia a trapelare. La dà, per primo, il telegiornale Rai la sera del 20 marzo. Ma non è chiaro quali documenti siano stati trovati dai giudici. Il giorno dopo, sabato 21 marzo, il Giornale (allora diretto da Indro Montanelli) scrive: «Nell’ambito delle indagini per l’affare Sindona, stasera si è appresa una doppia operazione compiuta dalla magistratura di Milano e da quella di Roma, nella villa aretina di Licio Gelli, Venerabile Maestro della loggia massonica P2. Per conto dei giudici milanesi l’intervento sarebbe stato operato dalla Guardia di finanza, mentre Roma avrebbe partecipato agli accertamenti attraverso il sostituto procuratore della Repubblica Sica». Strana notizia: il ritrovamento non è avvenuto a villa Wanda ma alla Giole di Castiglion Fibocchi; e soprattutto Domenico Sica, detto «Rubamazzo», per ora non c’entra nulla. Ma basteranno poche settimane e Roma arriverà ad avverare la profezia del Giornale e a strappare l’indagine ai magistrati milanesi.






                  Turone e Colombo, consci del peso

                  istituzionale della loro scoperta, decidono che è loro dovere informare il capo dello Stato: ma il presidente Sandro Pertini è all’estero, così ripiegano sul capo del governo, Arnaldo Forlani. Si recano a Roma il 25 marzo, l’appuntamento è fissato alle ore 16 a Palazzo Madama. Aspettano per due ore. Poi la segreteria di Forlani comunica che c’è stato un equivoco, che il presidente li aspetta a Palazzo Chigi. I due giudici si spostano lì. Ad accoglierli è il capo di gabinetto di Forlani. «Ci siamo guardati negli occhi in silenzio», ricorda Colombo, «il funzionario davanti a noi era il prefetto Mario Semprini, tessera P2 1637». Forlani è cortese, chiede se le carte trovate possono essere non autentiche. I due giudici gli mostrano una firma autografa del ministro della Giustizia Adolfo Sarti sulla domanda d’iscrizione alla loggia. Chiedono: «Signor presidente, avrà certamente un documento controfirmato dal suo ministro Guardasigilli...». Forlani ne prende uno, confronta i due fogli, si convince. «Datemi tempo di riflettere», conclude Forlani. «Di solito offro agli ospiti di riguardo un aereo dei servizi per tornare a casa. Mi pare che questa volta non sia il caso».
                  Forlani tira in lungo. Non vuole prendersi la responsabilità di rendere pubblici gli elenchi. Cerca di scaricarla sui giudici milanesi. Sui giornali del 20 maggio i titoli confermano quella sensazione: «Forlani: spetta ai giudici togliere il segreto sulla P2». Turone, Colombo e il capo dell’ufficio Amati inviano immediatamente una lettera al presidente del Consiglio, in cui sostengono che sono coperti dal segreto istruttorio i verbali delle deposizioni dei testimoni che stanno sfilando davanti a loro, ma non «il restante materiale trasmesso». Forlani capisce che non può più aspettare. Le liste di Gelli sono rese pubbliche.






                  Oltre agli elenchi degli affiliati

                  e alla documentazione sulla loggia, tra le carte sequestrate vi sono 33 buste sigillate con intestazioni diverse: «Accordo Eni-Petromin», «Calvi Roberto vertenza con Banca d’Italia», «Documentazione per la definizione del gruppo Rizzoli», «On. Claudio Martelli»...
                  C’erano già, in quelle carte, i segreti di Tangentopoli, del Conto Protezione e di tanto altro ancora. Ma i tempi non erano maturi. Da Roma si muovono il giudice istruttore Domenico Sica (detto «Rubamazzo») e il procuratore della Repubblica Achille Gallucci. Sollevano il conflitto di competenza e la Cassazione, il 2 settembre 1981, strappa l’inchiesta a Milano per affidarla a Roma. Non sviluppata, l’indagine si spegne. «Mi è arrivata sulla scrivania già morta», dice Elisabetta Cesqui, il pubblico ministero che eredita l’indagine. L’accusa di cospirazione politica contro le istituzioni della Repubblica mediante associazione cade: tutti i rinviati a giudizio (pochi: qualche capo dei 17 gruppi in cui la P2 era divisa, più Gelli e i responsabili dei servizi segreti) sono prosciolti, e comunque il processo arriva in Cassazione quando ormai è troppo tardi e per tutti scatta la prescrizione.






                  Pochi del club P2 sono stati messi

                  davvero fuori gioco dallo scandalo che seguì la pubblicazione degli elenchi. I magistrati (unica categoria che reagì con decisione) furono giudicati e sanzionati dal Consiglio superiore della magistratura. Ma ciò non toglie che uno dei magistrati iscritti alla P2, Giuseppe Renato Croce, tessera numero 2071, oggi giudice per le indagini preliminari a Roma, con arzigogoli procedurali stia dando ragione a Marcello Dell’Utri in una delle tante contese giudiziarie che il braccio destro di Berlusconi ha aperte.
                  Molti dei piduisti sono stati messi da parte dagli anni e dall’età. Ma chi resiste all’azione del ciclo biologico non se la cava poi tanto male. Tra i giornalisti (di allora), Gustavo Selva è parlamentare di An; Maurizio Costanzo è direttore di Canale 5 e uomo politicamente trasversale, anche se sempre dalla parte di Berlusconi nei momenti cruciali; Massimo Donelli è direttore della nuova tv del Sole 24 ore. Roberto Gervaso continua a scrivere un fiume di articoli e di libri e nessuno si ricorda più di una simpatica lettera che inviò, tanto tempo fa, a Gelli: «Caro Licio, ho chiesto a Di Bella (direttore del Corriere della sera quando era nelle mani della P2, ndr) di farmi collaborare. è bene che tutti capiscano che bisogna premiare gli amici. Oggi Di Bella parlerà della mia collaborazione con Tassan Din (direttore generale del Corriere, piduista come l’editore del Corriere, Angelo Rizzoli, ndr). Vedi di fare, se puoi, una telefonata a Tassan Din, affinchè non mi metta i bastoni tra le ruote». Più defilato Paolo Mosca, ex direttore della Domenica del Corriere. Gino Nebiolo, all’epoca direttore del Tg1, è stato mandato da Letizia Moratti a dirigere la sede Rai di Montevideo (una capitale della P2) e oggi scrive sul Foglio di Giuliano Ferrara. Franco Colombo, ex corrispondente della Rai a Parigi e aspirante piduista, oggi ha cambiato mestiere: è vicepresidente della società del Traforo del Monte Bianco e si sta dando molto da fare per gli appalti che devono riaprire il tunnel. Alberto Sensini (aspirante piduista, come Colombo) scrive di politica sui giornali.






                  Tra i politici,

                  Pietro Longo, segretario del Partito socialdemocratico, divenne il simbolo negativo del piduista con cappuccio. Ma a tanti altri è andata meglio. Publio Fiori (tessera 1878), ex deputato democristiano, è trasmigrato in An e nel 1994 è diventato ministro di Berlusconi. Una poltrona di ministro è già capitata, durante il governo Berlusconi, anche ad Antonio Martino (anch’egli a Gelli aveva solo presentato la domanda d’iscrizione). Invece Duilio Poggiolini (tessera 2247), ex ministro democristiano della Sanità, ha avuto la carriera stroncata non dalla P2, ma dai lingotti d’oro di Tangentopoli trovati nel pouf del salotto. Massimo De Carolis (tessera P2 1815, solo un numero in meno di quella di Berlusconi), negli anni Settanta era democristiano e leader della «Maggioranza silenziosa», oggi è tornato alla politica sotto le bandiere di Forza Italia e grazie al rapporto diretto con Berlusconi ha ottenuto la presidenza del Consiglio comunale di Milano e la promessa di una candidatura in Parlamento. Le ha dovuto abbandonare entrambe, dietro la ferma insistenza del sindaco Gabriele Albertini, dopo essere stato coinvolto in alcuni scandali. è accusato, tra l’altro, di aver chiesto 200 milioni per rivelare notizie riservate a una azienda partecipante a una gara per un appalto a Milano. Ma il fatto curioso è che, insieme a De Carolis, nel processo in corso a Milano sia coinvolta un’altra vecchia conoscenza della P2: Luigi Franconi (tessera P2 numero 1778). I rapporti solidi resistono nel tempo

                  Più utile il lavoro della Commissione parlamentare

                  presieduta da Tina Anselmi, che dichiara le liste della P2, con 972 nomi, «autentiche» e «attendibili», ma incomplete. E con anni di lavoro produce un materiale immenso e prezioso, la documentazione di come funzionava una potentissima macchina di eversione e di potere. Ma nel 1981 le speranze - o le paure - erano altre: una parte del Paese sperava che lo scandalo P2 avviasse il rinnovamento della vita politica e istituzionale; un’altra temeva che il proprio potere si incrinasse per sempre. Sbagliavano gli uni e gli altri.



                  La giustizia va ricondotta

                  «alla sua tradizionale funzione di equilibrio della società e non già di eversione». Per questo, è necessaria la separazione delle carriere del pubblico ministero e dei giudici, «l’istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti», la «riforma del Consiglio superiore della magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento». Molto è già stato realizzato. Per il resto si vedrà.
                  Che fine hanno fatto gli altri «fratelli» di loggia? Alcuni hanno fatto proprio una brutta fine. Sindona, dopo essere stato condannato per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli, è morto in carcere, per una tazzina di caffè al veleno. Il suo successore nella finanza d’avventura, Roberto Calvi, tessera numero 1624, ha gettato la più grande banca italiana, il Banco Ambrosiano, nelle braccia della P2 che gli ha sottratto un fiume di miliardi e l’ha fatto finire in bancarotta; alla fine, il 18 giugno 1982, è stato trovato penzolante sutto il ponte dei Frati neri, a Londra. Mino Pecorelli, tessera 1750, giornalista in contatto con i servizi segreti, direttore di Op e piduista anomalo che voleva giocare in proprio, è stato crivellato di colpi nella sua automobile, il 20 marzo 1979.




                  La loggia multinazionale.

                  Gelli è agli arresti domiciliari a villa Wanda, condannato per il crac del Banco Ambrosiano. Molti degli affiliati, il nocciolo duro del club dell’oltranzismo atlantico, sono stati coinvolti in vicende di eversione, stragi, tentati colpi di Stato, depistaggi. Così Vito Miceli, Gian Adelio Maletti, Antonio Labruna, Giuseppe Santovito, Giovanni Fanelli, Antonio Viezzer, Umberto Federico D’Amato, Giovanbattista Palumbo, Pietro Musumeci, Elio Cioppa, Manlio Del Gaudio, Giovanni Allavena, Giovanni Alliata di Montereale, Giulio Caradonna, Edgardo Sogno... Ci vorrebbe almeno un libro per ciascuno, per raccontare la multiforme attività di questi fedeli servitori del Doppio Stato.
                  Organizzazione multinazionale, la P2 aveva affiliati che operavano in Sudamerica: Uruguay, Brasile e soprattutto Argentina. In Argentina, dove Gelli aveva rapporti molto stretti con i servizi segreti, aveva arruolato nella loggia l’ammiraglio Emilio Massera, capo di Stato maggiore della Marina, Josè Lopez Rega, ministro del Benessere sociale di Juan Domingo Peron, Alberto Vignes, ministro degli Esteri, l’ammiraglio Carlos Alberto Corti e altri militari.




                  Vent’anni dopo, in Italia è tempo

                  di revisioni. Anche sulla P2. è stato un legittimo club di amiconi, magari con qualcuno che ne approfittava un po’ per fare affari. Gelli? Un abile traffichino che millantava poteri che in realtà non aveva. Ma era proprio questo, la P2? Vista con distacco, appare invece il luogo più attivo per l’elaborazione di strategie di potere del grande partito atlantico in Italia, almeno tra il 1974 e il 1981. Centro d’incontro tra politica, affari, ambienti militari. Nella loggia segreta è confluito il partito del golpe, reduce della stagione delle stragi 1969-74, ma con una nuova strategia, più flessibile, più attenta alla politica. E ai soldi, che possono comprarla: come suggerisce, appunto, il Piano di rinascita.



                  E oggi? La fase 2, naturalmente

                  ,è nuova. La società è cambiata. Anche gli uomini alla ribalta sono, in buona parte, diversi. Ma nella storia italiana non si butta via niente, c’è una continuità di fondo con il peggio delle nostre vicende, fatte di un anticomunismo eversivo, bancarotte e spoliazioni di denaro pubblico, politica corrotta, stragi, morti ammazzati, rapporti inconfessabili con le organizzazioni criminali. Il passato, il tremendo passato italiano, deve sempre restare non del tutto chiarito, perché i dossier, gli uomini, i segreti, i ricatti che da quel passato provengono possano essere riciclati nel futuro. Da questo punto di vista, la parabola di Silvio Berlusconi, uomo «nuovissimo» che viene dal passato vecchissimo di Gelli e affiliati, è la parabola dell’Italia.


                  il miglior modo per dire è fare

                  Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

                  berlusconi_s@camera.it

                  sukkiotto docet...:
                  http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

                  guardate qui:

                  http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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                  • temete
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                    #99
                    Originariamente Scritto da VINICIUS
                    Si, è quello che purtroppo avevo temuto anche io.
                    Bisogna che tutti gli indecisi o i delusi di Forza Italia si schierino con i moderati del centro sinistra per permettere al futuro governo Prodi di governare in maniera più stabile. Tanto è sicuro che vinca il centro sinistra. Gente, passate sul carro dei vincitori!!
                    .....forza siore e siori, datevi allo sport preferito dell'italiano arrampicatore sociale privo di scrupoli: la musica sta per cambiare!
                    Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.

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                    • max_power
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                      Vuoi vedere che l'Italia cambia davvero ?
                      Max_power, The Sicilian Rock

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                      • temete
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                        p
                        Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.

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                        • VINICIUS
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                          Via libera del Senato al provvedimento sulla inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, la cosiddetta "legge Pecorella"


                          Al momento del voto l'opposizione ha protestato mostrando dei disegni colorati con Silvio Berlusconi nei panni di Napoleone, sorridente mentre guarda una pecora che ha il volto del presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella.

                          Ciao.

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                          • temete
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                            Originariamente Scritto da VINICIUS
                            Via libera del Senato al provvedimento sulla inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, la cosiddetta "legge Pecorella"


                            Al momento del voto l'opposizione ha protestato mostrando dei disegni colorati con Silvio Berlusconi nei panni di Napoleone, sorridente mentre guarda una pecora che ha il volto del presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella.

                            ...Napoleone sta mettendo tutti gli italiani "alla pecora"....
                            ...sembra una scena tratta dalla FantaOrroPolitica...

                            e intanto si e' portato a casa un'altra legge ad personam.....ma confido nel tempo: la Corte Costituzionale ci metterà mano penso
                            Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.

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                            • VINICIUS
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                              Originariamente Scritto da temete
                              ...Napoleone sta mettendo tutti gli italiani "alla pecora"...
                              Gli italiani sono diventati lo zimbello dell'Europa. Ho amici che vivono a Parigi e a Berna e sul berlusca e gli italiani ci vanno a nozze con le barzellette.
                              Pensa che lo chiamano "SUA EMITTENZA"...
                              Ciao.

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                                Originariamente Scritto da VINICIUS
                                Pensa che lo chiamano "SUA EMITTENZA"...
                                A proposito di Emittenze... Da Bruxel hanno chiesto spiegazioni per la legge Gasp@rri sulla distribuzione delle frequenze digitali e come mai sia stata favorito il monopolio di mediaset anche sul digitale...
                                Last edited by VINICIUS; 15-02-2006, 18:34:48.
                                Ciao.

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