«SI È AVVICINATO, SENZA SAIO» I RACCONTI E LE TELEFONATE CHE ACCUSANO PADRE FEDELE…
Giusi Fasano e Carlo Macrì per il “Corriere della Sera”
Padre Fedele Bisceglia, in carcere con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una suora, si difende. «Non ho mai violentato nessuno - ha detto ieri, nel primo interrogatorio -, meno che mai una suora. È assurdo e lo dimostrerò. È un complotto, qualcuno vuole rovinarmi». E le intercettazioni e gli interrogatori mossi dall’accusa e riportati in questa pagina? «Dialoghi scherzosi - li ha definiti il sacerdote - e non riguardavano situazioni reali. Ipotizzare che qualcuno abbia potuto versare 160 mila euro in cambio di un rapporto sessuale avuto con la suora è semplicemente ridicolo. Chi mai sarebbe disposto a pagare una cifra simile?». A padre Fedele, alla fine dell’interrogatorio durato tre ore e mezzo, sarebbe stata offerta la possibilità del trasferimento ai domiciliari in una struttura religiosa. Ma lui avrebbe preferito restare nel carcere di Cosenza.
(Padre Fedele Bisceglia)
La prima volta, «mi fece entrare nella sua stanza con la forza. Erano poche ore prima che padre Fedele partisse per l’Africa». La seconda, «il giorno successivo al suo rientro». La terza, «ricordo che era il giorno prima del suo onomastico». La quarta «era il compleanno di mia madre». Per un paio di volte i violentatori «pagarono dei soldi», 160 mila e 100 mila euro. È come se lei, la suora che ha fatto arrestare il frate francescano, si ostinasse a ricordare solo i contorni della sua angoscia. Come se i dettagli di quei giorni avessero preso il sopravvento per scacciare via le cose importanti, le violenze subite.
Dalle 75 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare contro padre Fedele Bisceglia quasi la vedi, la suora. Minuta e spaventata. E la vedi mentre racconta la sua tragedia ai magistrati.
Il giorno della seconda violenza «nella stanza erano in tre». La suora fu picchiata e sulla violenza fu girato un video, scattate foto. Del terzo episodio la donna ricorda: «Padre Fedele mi legò i polsi alla sponda di ferro del letto con dei lacci emostatici perché così non mi sarebbero rimasti i segni. Sono stata bendata. Non ho visto la persona che mi ha violentata». Poi l’ultima offesa: «È stato sul lettino ginecologico dello studio medico».
La suora si è confidata con la madre superiora quasi per caso. «Ho partecipato a degli esercizi spirituali e il padre che li conduceva ci ha proposto una riflessione su come liberarci delle nostre ferite. Ci ha detto di scriverle su dei foglietti e bruciarle in un braciere». La suora decide che quello è l’attimo da cogliere. Con i suoi fogliettini fra le mani scrive parole che fino a quel momento non aveva saputo dire. È la storia nera dei suoi giorni all’Oasi francescana di padre Fedele.
Scrive di essere stata violentata dal missionario e da altri, di aver provato vergogna e paura, di essere stata minacciata. Poi brucia tutto. L’esercizio spirituale è perfetto. Mentre la sua «ferita» brucia lei si alza e va a parlare con la madre superiora. Racconterà poi al pm che «una delle volte c’era con uno sconosciuto. Mi fecero prendere una pastiglia e a quel punto io non potei più fare resistenza. Mi legarono al letto».
Le donne e le passioni
Stefano Dodaro, capo della squadra mobile di Cosenza, capisce dalle intercettazioni che, nella migliore delle ipotesi, padre Fedele non si comporta come ci si aspetterebbe da un francescano. Il missionario dei diseredati, l’uomo che ha costruito la sua immagine a metà strada fra la dedizione per il prossimo e quella per il calcio, ha sempre avuto una passione inconfessata, le donne.
(Padre Fedele Bisceglia)
Dagli atti risulta che abbia costretto almeno una decina di loro a soddisfare le sue manie sessuali. E pare che in tanti sapessero. Non soltanto della sua passione nuda e cruda ma del fatto che non tutte le sue avventure sessuali fossero consenzienti o, quantomeno, che fossero «estorte» in cambio di favori. Virginia (romena), Anna (bulgara), Cristina (russa) rivelano di aver dovuto cedere alle avances del francescano in cambio del permesso di soggiorno.
Cosmina, anche lei rumena, racconta: «Siamo entrati in una stanza e padre Fedele ha subito chiuso a chiave la porta. Si è tolto il saio. Si è avvicinato a me, mi ha detto che avevo un bel seno e me lo ha toccato con entrambe le mani. Io mi sono ritratta e lui mi ha detto che mi avrebbe potuto aiutare a restare in Italia facendomi avere i documenti. Io gli ho risposto che non volevo assolutamente alcun rapporto sessuale ed a quel punto lui, alzò la voce rosso dalla rabbia, "sei una p...., non lo sai che tutte le donne dell’Oasi sono state con me, sei arrivata tu e fai la preziosa"».
Le minacce e la mafia
Dopo aver firmato la denuncia, il 24 ottobre, la suora si rifugia a casa di amici, a Roma. Ha paura che padre Fedele la faccia cercare per chissà quale ritorsione. Del resto era stato proprio lui a dirle che «se parli sei finita. Guarda che io conosco giornalisti, magistrati, poliziotti, carabinieri, la tua parola contro la mia non varrebbe niente». E se questo non le fosse bastato che ricordasse anche un’altra cosa, «sono un amico del mafioso Carmelo De Pasquale».
Così aveva pensato di tenerla in scacco. Inutilmente. E quattro giorni dopo la prima deposizione a verbale, sul cellulare di lei è comparso un messaggino chiaro: «Ritira la denuncia, siamo sempre più vicini». Anche altre delle donne che hanno avuto rapporti sessuali con il frate descrivono i suoi modi spicci per convincerle a non parlare: «Qui conto solo io», oppure «non dirai niente sennò ti caccio via dal centro». Le cacciava anche se per caso si rifiutavano di accontentarlo nelle sue richieste sessuali.
Ma la suora che ha denunciato il fatto, più delle altre, è stata a un passo dalla tragedia. «Il 29 giugno, prima di partire per Roma, il monaco e il segretario hanno tentato di farmi ingoiare una pillola il cui effetto avrebbe dovuto essere quello di spingermi a buttarmi dall’ultimo piano dell’Oasi».
(Padre Fedele Bisceglia)
Non l’ha fatto e chissà adesso quante volte ha ripensato a momenti duri come quello e alla sua voglia di farla finita. Raccontano le consorelle: «Ebbe un profondo cambiamento comportamentale. Era nervosa, irascibile, piangeva e diceva spesso "voi non capite"». Adesso tutte capiscono. La suora vuole dimenticare quella che loro definivano «la strana paura di ritrovarsi da sola con padre Fedele».
LE INTERCETTAZIONI
19 NOVEMBRE: «MARIA? HA LABBRA MOLTO SENSUALI»
Ore 22.45. Padre Bisceglia è al telefono da più di mezz’ora con una donna di nome Giuliana, con la quale parla di rapporti orali.
Giuliana: «Io ti metto per iscritto che ci sei stato».
Bisceglia: «Che ti posso dire? Come ti ho detto di Maria Assunta ti dico pure di questa, no? Se Maria A. me la dà te lo dico subito. Guarda ha delle labbra, Maria A., sensuali...
B: «Eh, quella me la sognerei veramente... Adesso prima in classifica c’è Maria A.».
Il 23 novembre i due riprendono la conversazione in presenza di una terza persona, Anna:
B: «Se tu sapessi che mi sono fatta Maria A. ti dispiacerebbe?».
G: «No, se sei felice perché dispiacermi?».
B: «Poi quando me la faccio te lo dico».
G: «A me mi devi dire tutto, tanto dici che io lo dico a qualcuno. Quando te la fai mi dici com’è?».
23 NOVEMBRE: DORMI COL PIGIAMA? CHE PENSI DELLE CAREZZE?»
Ore 23.05. Ancora una chiamata fra padre Bisceglia e Giuliana. In questa chiamata la conversazione si concentra sul seno di una ospite della comunità guidata da Padre Fedele.
Giuliana: «Il seno è piccolino, bello è il popò».
Bisceglia: «Penso che sia sodo, ha delle belle natiche, sì, e anche le gambe sono... Di seno ha la terza, stai tranquilla».
G: «Ho capito, hai già fatto tutto».
B: «Come?».
G: «Hai già immaginato tutto».
B: «Sì... sì. Deve essere una donna molto calda».
Il primo dicembre 2005 il missionario parla con Milly, donna di colore ancora da identificare.
Bisceglia: «Dormi nuda o col pigiama?».
Milly: «Camicia da notte rosa con pizzo...».
B: «Uhm, essere accarezzata con le mani ti piace? Io delle mani caldissime...».
M: «Poi sono le mani abituate in Africa, calde...».
1 DICEMBRE: «MI PIACI DA MORIRE SONO UN DIAVOLO?»
Ore 1.30. È la conversazione più hard fra gli atti della richiesta di custodia cautelare. Ne riportiamo gli stralci meno volgari. Il missionario parla al telefono con l’amica Milly e i due immaginano un rapporto sessuale. E’ una lunga conversazione. Milly nell’ordine di custodia cautelare è indicata come una donna di colore.
Milly: «Tu ti sentiresti se io ti toccassi?».
Bisceglia: «Mamma mia, da morire mi piaci tu...».
M: «Sei sicuro di volermi vedere?».
B: «Sì, ti voglio... Sì che sei vicino a me, forza, ti sto toccando tutta...».
M: «Mi guardi in faccia?».
B: «Sì, forza che ti faccio impazzire, forza ...».
M: «Mi fai impazzire, sei un diavolo».
B: «Sì, sì... non sono un diavolo, sono un uomo».
B: «Grida, grida, amore mio, forza. Grida. Dimmi che mi vuoi».
6 DICEMBRE: «TI VERSO LA CIOCCOLATA NON SOGNO, SI PUÒ FARE»
Ore 22.39. Padre Bisceglia parla con una donna non ancora identificata e si fa raccontare un sogno malizioso.
Donna: «Volevo dirti che ho fatto un sogno».
Bisceglia: «Dimmelo, descrivimelo».
D: «Ho sognato che mi avevi versato addosso della cioccolata».
B: «Addosso a te?».
D: «Eh».
B: «Bello».
D: «Un sogno che mi ha fatto un poco piacere. Non volevo farlo, ma è stato bellissimo».
B: «Sei cattiva, sei una birichina».
D: «Stavamo in un albergo, mi hai fatto svestire e mi hai messo addosso questa cioccolata».
B: «Tu sei restia a parlare. Abbiamo fatto tante belle cose, queste voglio sapere. Ti è piaciuto?».
D: «Molto, però poi ho pensato: sono una zozza».
B: «Ti piacerebbe fare dal vivo quello che hai visto nel sogno? Se ti è piaciuto molto lo puoi fare».
Giusi Fasano e Carlo Macrì per il “Corriere della Sera”
Padre Fedele Bisceglia, in carcere con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una suora, si difende. «Non ho mai violentato nessuno - ha detto ieri, nel primo interrogatorio -, meno che mai una suora. È assurdo e lo dimostrerò. È un complotto, qualcuno vuole rovinarmi». E le intercettazioni e gli interrogatori mossi dall’accusa e riportati in questa pagina? «Dialoghi scherzosi - li ha definiti il sacerdote - e non riguardavano situazioni reali. Ipotizzare che qualcuno abbia potuto versare 160 mila euro in cambio di un rapporto sessuale avuto con la suora è semplicemente ridicolo. Chi mai sarebbe disposto a pagare una cifra simile?». A padre Fedele, alla fine dell’interrogatorio durato tre ore e mezzo, sarebbe stata offerta la possibilità del trasferimento ai domiciliari in una struttura religiosa. Ma lui avrebbe preferito restare nel carcere di Cosenza.
(Padre Fedele Bisceglia)
La prima volta, «mi fece entrare nella sua stanza con la forza. Erano poche ore prima che padre Fedele partisse per l’Africa». La seconda, «il giorno successivo al suo rientro». La terza, «ricordo che era il giorno prima del suo onomastico». La quarta «era il compleanno di mia madre». Per un paio di volte i violentatori «pagarono dei soldi», 160 mila e 100 mila euro. È come se lei, la suora che ha fatto arrestare il frate francescano, si ostinasse a ricordare solo i contorni della sua angoscia. Come se i dettagli di quei giorni avessero preso il sopravvento per scacciare via le cose importanti, le violenze subite.
Dalle 75 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare contro padre Fedele Bisceglia quasi la vedi, la suora. Minuta e spaventata. E la vedi mentre racconta la sua tragedia ai magistrati.
Il giorno della seconda violenza «nella stanza erano in tre». La suora fu picchiata e sulla violenza fu girato un video, scattate foto. Del terzo episodio la donna ricorda: «Padre Fedele mi legò i polsi alla sponda di ferro del letto con dei lacci emostatici perché così non mi sarebbero rimasti i segni. Sono stata bendata. Non ho visto la persona che mi ha violentata». Poi l’ultima offesa: «È stato sul lettino ginecologico dello studio medico».
La suora si è confidata con la madre superiora quasi per caso. «Ho partecipato a degli esercizi spirituali e il padre che li conduceva ci ha proposto una riflessione su come liberarci delle nostre ferite. Ci ha detto di scriverle su dei foglietti e bruciarle in un braciere». La suora decide che quello è l’attimo da cogliere. Con i suoi fogliettini fra le mani scrive parole che fino a quel momento non aveva saputo dire. È la storia nera dei suoi giorni all’Oasi francescana di padre Fedele.
Scrive di essere stata violentata dal missionario e da altri, di aver provato vergogna e paura, di essere stata minacciata. Poi brucia tutto. L’esercizio spirituale è perfetto. Mentre la sua «ferita» brucia lei si alza e va a parlare con la madre superiora. Racconterà poi al pm che «una delle volte c’era con uno sconosciuto. Mi fecero prendere una pastiglia e a quel punto io non potei più fare resistenza. Mi legarono al letto».
Le donne e le passioni
Stefano Dodaro, capo della squadra mobile di Cosenza, capisce dalle intercettazioni che, nella migliore delle ipotesi, padre Fedele non si comporta come ci si aspetterebbe da un francescano. Il missionario dei diseredati, l’uomo che ha costruito la sua immagine a metà strada fra la dedizione per il prossimo e quella per il calcio, ha sempre avuto una passione inconfessata, le donne.
(Padre Fedele Bisceglia)
Dagli atti risulta che abbia costretto almeno una decina di loro a soddisfare le sue manie sessuali. E pare che in tanti sapessero. Non soltanto della sua passione nuda e cruda ma del fatto che non tutte le sue avventure sessuali fossero consenzienti o, quantomeno, che fossero «estorte» in cambio di favori. Virginia (romena), Anna (bulgara), Cristina (russa) rivelano di aver dovuto cedere alle avances del francescano in cambio del permesso di soggiorno.
Cosmina, anche lei rumena, racconta: «Siamo entrati in una stanza e padre Fedele ha subito chiuso a chiave la porta. Si è tolto il saio. Si è avvicinato a me, mi ha detto che avevo un bel seno e me lo ha toccato con entrambe le mani. Io mi sono ritratta e lui mi ha detto che mi avrebbe potuto aiutare a restare in Italia facendomi avere i documenti. Io gli ho risposto che non volevo assolutamente alcun rapporto sessuale ed a quel punto lui, alzò la voce rosso dalla rabbia, "sei una p...., non lo sai che tutte le donne dell’Oasi sono state con me, sei arrivata tu e fai la preziosa"».
Le minacce e la mafia
Dopo aver firmato la denuncia, il 24 ottobre, la suora si rifugia a casa di amici, a Roma. Ha paura che padre Fedele la faccia cercare per chissà quale ritorsione. Del resto era stato proprio lui a dirle che «se parli sei finita. Guarda che io conosco giornalisti, magistrati, poliziotti, carabinieri, la tua parola contro la mia non varrebbe niente». E se questo non le fosse bastato che ricordasse anche un’altra cosa, «sono un amico del mafioso Carmelo De Pasquale».
Così aveva pensato di tenerla in scacco. Inutilmente. E quattro giorni dopo la prima deposizione a verbale, sul cellulare di lei è comparso un messaggino chiaro: «Ritira la denuncia, siamo sempre più vicini». Anche altre delle donne che hanno avuto rapporti sessuali con il frate descrivono i suoi modi spicci per convincerle a non parlare: «Qui conto solo io», oppure «non dirai niente sennò ti caccio via dal centro». Le cacciava anche se per caso si rifiutavano di accontentarlo nelle sue richieste sessuali.
Ma la suora che ha denunciato il fatto, più delle altre, è stata a un passo dalla tragedia. «Il 29 giugno, prima di partire per Roma, il monaco e il segretario hanno tentato di farmi ingoiare una pillola il cui effetto avrebbe dovuto essere quello di spingermi a buttarmi dall’ultimo piano dell’Oasi».
(Padre Fedele Bisceglia)
Non l’ha fatto e chissà adesso quante volte ha ripensato a momenti duri come quello e alla sua voglia di farla finita. Raccontano le consorelle: «Ebbe un profondo cambiamento comportamentale. Era nervosa, irascibile, piangeva e diceva spesso "voi non capite"». Adesso tutte capiscono. La suora vuole dimenticare quella che loro definivano «la strana paura di ritrovarsi da sola con padre Fedele».
LE INTERCETTAZIONI
19 NOVEMBRE: «MARIA? HA LABBRA MOLTO SENSUALI»
Ore 22.45. Padre Bisceglia è al telefono da più di mezz’ora con una donna di nome Giuliana, con la quale parla di rapporti orali.
Giuliana: «Io ti metto per iscritto che ci sei stato».
Bisceglia: «Che ti posso dire? Come ti ho detto di Maria Assunta ti dico pure di questa, no? Se Maria A. me la dà te lo dico subito. Guarda ha delle labbra, Maria A., sensuali...
B: «Eh, quella me la sognerei veramente... Adesso prima in classifica c’è Maria A.».
Il 23 novembre i due riprendono la conversazione in presenza di una terza persona, Anna:
B: «Se tu sapessi che mi sono fatta Maria A. ti dispiacerebbe?».
G: «No, se sei felice perché dispiacermi?».
B: «Poi quando me la faccio te lo dico».
G: «A me mi devi dire tutto, tanto dici che io lo dico a qualcuno. Quando te la fai mi dici com’è?».
23 NOVEMBRE: DORMI COL PIGIAMA? CHE PENSI DELLE CAREZZE?»
Ore 23.05. Ancora una chiamata fra padre Bisceglia e Giuliana. In questa chiamata la conversazione si concentra sul seno di una ospite della comunità guidata da Padre Fedele.
Giuliana: «Il seno è piccolino, bello è il popò».
Bisceglia: «Penso che sia sodo, ha delle belle natiche, sì, e anche le gambe sono... Di seno ha la terza, stai tranquilla».
G: «Ho capito, hai già fatto tutto».
B: «Come?».
G: «Hai già immaginato tutto».
B: «Sì... sì. Deve essere una donna molto calda».
Il primo dicembre 2005 il missionario parla con Milly, donna di colore ancora da identificare.
Bisceglia: «Dormi nuda o col pigiama?».
Milly: «Camicia da notte rosa con pizzo...».
B: «Uhm, essere accarezzata con le mani ti piace? Io delle mani caldissime...».
M: «Poi sono le mani abituate in Africa, calde...».
1 DICEMBRE: «MI PIACI DA MORIRE SONO UN DIAVOLO?»
Ore 1.30. È la conversazione più hard fra gli atti della richiesta di custodia cautelare. Ne riportiamo gli stralci meno volgari. Il missionario parla al telefono con l’amica Milly e i due immaginano un rapporto sessuale. E’ una lunga conversazione. Milly nell’ordine di custodia cautelare è indicata come una donna di colore.
Milly: «Tu ti sentiresti se io ti toccassi?».
Bisceglia: «Mamma mia, da morire mi piaci tu...».
M: «Sei sicuro di volermi vedere?».
B: «Sì, ti voglio... Sì che sei vicino a me, forza, ti sto toccando tutta...».
M: «Mi guardi in faccia?».
B: «Sì, forza che ti faccio impazzire, forza ...».
M: «Mi fai impazzire, sei un diavolo».
B: «Sì, sì... non sono un diavolo, sono un uomo».
B: «Grida, grida, amore mio, forza. Grida. Dimmi che mi vuoi».
6 DICEMBRE: «TI VERSO LA CIOCCOLATA NON SOGNO, SI PUÒ FARE»
Ore 22.39. Padre Bisceglia parla con una donna non ancora identificata e si fa raccontare un sogno malizioso.
Donna: «Volevo dirti che ho fatto un sogno».
Bisceglia: «Dimmelo, descrivimelo».
D: «Ho sognato che mi avevi versato addosso della cioccolata».
B: «Addosso a te?».
D: «Eh».
B: «Bello».
D: «Un sogno che mi ha fatto un poco piacere. Non volevo farlo, ma è stato bellissimo».
B: «Sei cattiva, sei una birichina».
D: «Stavamo in un albergo, mi hai fatto svestire e mi hai messo addosso questa cioccolata».
B: «Tu sei restia a parlare. Abbiamo fatto tante belle cose, queste voglio sapere. Ti è piaciuto?».
D: «Molto, però poi ho pensato: sono una zozza».
B: «Ti piacerebbe fare dal vivo quello che hai visto nel sogno? Se ti è piaciuto molto lo puoi fare».
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