dall'enciclica, numero 3
Eros e agape - differenza e unità
All'amore tra uomo e donna, che non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo s'impone all'essere umano, l'antica Grecia ha dato il nome di eros. Diciamo già in anticipo che l'Antico Testamento greco usa solo due volte la parola eros , mentre il Nuovo Testamento non la usa mai: delle tre parole greche relative all'amore - eros, philia e agape - gli scritti neo-testamentari privilegiano l'ultima, che nel linguaggio greco era piuttosto messa ai margini. Quanto all'amore di amicizia (philia), esso viene ripreso e approfondito nel Vangelo di Giovanni per esprimere il rapporto tra Gesù e i suoi discepoli. La messa in disparte della parola eros, insieme alla nuova visione dell'amore che si esprime attraverso la parola agape, denota indubbiamente nella novità del cristianesimo qualcosa di essenziale, proprio a riguardo della comprensione dell'amore. Nella critica al cristianesimo che si è sviluppata con crescente radicalità a partire dall'illuminismo, questa novità è stata valutata in modo assolutamente negativo. Il cristianesimo, secondo Nietzsche, avrebbe dato da bere del veleno all'eros , che, pur non morendone ne avrebbe tratto la spinta a degenrare in vizio. (cf. Jenseit von Gut und Bose, IV, 168) Con ciò il filosofo tedesco esprimeva una percezione molto diffusa:la Chiesa con i suoi comandamenti e divieti non ci rende forse più amara la cosa più bella della vita? Non innalza forse cartelli di divieto proprio là ove la gioia, predisposta per noi dal creatore, ci offre un felicità che ci fa pregustare qualcosa del Divino?
Eros e agape - differenza e unità
All'amore tra uomo e donna, che non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo s'impone all'essere umano, l'antica Grecia ha dato il nome di eros. Diciamo già in anticipo che l'Antico Testamento greco usa solo due volte la parola eros , mentre il Nuovo Testamento non la usa mai: delle tre parole greche relative all'amore - eros, philia e agape - gli scritti neo-testamentari privilegiano l'ultima, che nel linguaggio greco era piuttosto messa ai margini. Quanto all'amore di amicizia (philia), esso viene ripreso e approfondito nel Vangelo di Giovanni per esprimere il rapporto tra Gesù e i suoi discepoli. La messa in disparte della parola eros, insieme alla nuova visione dell'amore che si esprime attraverso la parola agape, denota indubbiamente nella novità del cristianesimo qualcosa di essenziale, proprio a riguardo della comprensione dell'amore. Nella critica al cristianesimo che si è sviluppata con crescente radicalità a partire dall'illuminismo, questa novità è stata valutata in modo assolutamente negativo. Il cristianesimo, secondo Nietzsche, avrebbe dato da bere del veleno all'eros , che, pur non morendone ne avrebbe tratto la spinta a degenrare in vizio. (cf. Jenseit von Gut und Bose, IV, 168) Con ciò il filosofo tedesco esprimeva una percezione molto diffusa:la Chiesa con i suoi comandamenti e divieti non ci rende forse più amara la cosa più bella della vita? Non innalza forse cartelli di divieto proprio là ove la gioia, predisposta per noi dal creatore, ci offre un felicità che ci fa pregustare qualcosa del Divino?
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