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Aiuto Quest'uomo Va Fermato!!!.

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    Aiuto Quest'uomo Va Fermato!!!.

    INCREDIBILE CHE NEL 2005 RESTA ANCORA AL MONDO UN INDIVIDUO DEL LIVELLO DEL FANATICO CATTOLICO ALEXANDER DEL FORUM SALUTE..ORA DOPO MILIONI DI SPARATE SUA E DI MELISSA CHE MI SONO SORBITO..COME CHE LA TERRA E' STATA CREATA COME DICE LA BIBBIA 5000 ANNI FA....E ALTRE INFINITE ABERRAZIONI CHE NON DICO...ORA SOSTIENE CHE LO STERMINIO DEHLI ERETICI EI CRIMINI DELL'INQUISIZIONE....TRA CUI I CATARI ...PACIFICI UOMINI CHE AVEVANO SOLO LA COLPA DI AVERE UNA TEOLOGIA CRISTIANA DIFFERENTE DAL VATICANO...FOSSE ASSOLUTAMENTE GIUSTO E MOTIVATO...PER DIFENDERE LA COMUNITA' DA TEOLOGIE DIFFERENTI DA QUELLA VATICANA....NEPPURE IL PIU FANATICO DEGLI UOMINI MEDIOEVALI...NEPPIRE IL PIU TERRORISTA TRA GLI ISLAMICI..VI DICO...RASENTA LA FOLLIA DI QUESTO SOGGETTO....IO NON CE LA FACCIO PIU' QUEST'UOMO VA FERMATO E BRUCIATO SUL ROGO INSIEME ALL'AMICA MELISSA.

    http://www.forumsalute.it/Forum/topi...17&whichpage=1

    #2
    oddio!!! che è successo!! fermi tutti!!! mani in alto!!! fermatelo!!!

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      #3
      qui la mia risposta al fanatico.

      Citazione: Messaggio inserito da Aleksandr
      in alcuni casi l'intervento dell'Inquisizione fu giusto (vedi per i catari )



      vergognaaaaaa!!!

      e qui un po di storia:
      Nel 1208, mentre in Terra Santa si combatteva ancora ,venne bandita una nuova crociata da papa Innocenzo III. I nemici, questa volta, non erano gli infedeli musulmani sull'altra sponda del Mediterraneo, ma i seguaci di un'eresia del Sud della Francia. Gli eretici in questione venivano da alcuni definiti "catari", cioè "puri", "perfetti",Anche se, in senso lato, possono essere definiti "cristiani" (perché attribuirono un significato teologico al Cristo), i catari erano strenui oppositori di Roma e della Chiesa romana. Come avrebbero fatto più tardi le confessioni protestanti, videro in Roma la biblica "prostituta di Babilonia".
      Nell'ambito delle congregazioni cristiane organizzate del loro tempo, erano più vicini, per una parte del loro insegnamento, alla Chiesa bizantina o greco-ortodossa. Sotto alcuni aspetti - la loro fede nella reincarnazione, per esempio - avevano elementi in comune con tradizioni ancora più orientali, come l'induismo e il buddismo.
      i catari erano dualisti: consideravano tutta la creazione materiale come intrinsecamente malvagia, opera di una divinità secondaria e inferiore. La carne, la materia, la sostanza dovevano essere ripudiate e trascese in favore di una realtà esclusivamente spirituale; ed era solo nel regno dello spirito che risiedeva la vera divinità.
      avevano trapiantato molti elementi del dualismo gnostico che era fiorito ad Alessandria e in altre zone nei primi due secoli dell'era cristiana, e che probabilmente aveva origine nell'antico pensiero zoroastriano.
      i catari erano persone pacifiche, contro la violenza,i catari enfatizzavano l'importanza della conoscenza del divino e del contatto diretto con esso. Si riteneva che questo contatto costituisse la "gnosi", che significa "conoscenza" e, più particolarmente, conoscenza del sacro.
      Insistendo su questa esperienza personale e senza mediazioni del sacro, i catari, come i loro predecessori, escludevano la necessità di un clero e di una ge-rarchia ecclesiastica.
      il sacerdote diventava superfluo come custode e interprete della spiritualità e il dogma teologico diventava irrilevante, perché non traeva origine dalla rivelazione divina, ma era un mero costrutto intellettuale prodotto dalla mente arrogante dell'uomo. Una siffatta teoria rappresentava una sfida non solo agli insegnamenti, ma alla struttura stessa della Chiesa di Roma.
      I catari predicavano ciò che potrebbe essere considerato una forma estrema di teologia cristiana o un tentativo di portare la teologia cristiana alle sue logiche conclusioni. Essi reputavano che la loro dottrina fosse più vicina agli insegnamenti di Gesù e degli apostoli: e più vicina di quello che veniva sostenuto allora dalla Chiesa, certamente lo era. Nella loro semplicità e nel ripudio del lusso terreno, i catari erano più aderenti del clero romano allo stile di vita abbracciato da Cristo e dai suoi seguaci nei Vangeli.
      era loro proibita qualunque forma di violenza, per esempio il suicidio come scorciatoia per liberarsi dalla materialità.
      i catari apparivano ai contemporanei come uomini di grande rettitudine; sotto molti aspetti, venivano considerati come lo saranno in epoca più recente i quaccheri. La loro esistenza virtuosa li metteva al centro del generale rispetto e il clero romano non usciva molto bene dal confronto.
      In un'antica deposizione, conservata oggi nella Biblioteca vaticana, un uomo descrive come, in gioventù, due amici lo avvicinarono con queste parole: I buoni cristiani sono venuti in questo paese; seguono la via che hanno seguito san Pietro, san Paolo e gli altri apostoli; seguono il Signore; non mentono; non fanno agli altri quello che non vorrebbero fosse fatto a loro.
      Lo stesso testimone riferisce, poi, che a proposito dei catari gli venne detto: Sono gli unici che seguano la via della giustizia e della verità che hanno seguito gli apostoli. Non prendono le cose degli altri. Anche se trovassero per strada dell'oro o dell'argento, non lo "solleverebbero", a meno che qualcuno non glielo regalasse. Ci si guadagna la salvezza nella fede di questi uomini che chiamano eretici più che in qualunque altra fede.
      All'inizio del XIII secolo nel Sud della Francia il catarismo minacciava davvero di soppiantare il cristianesimo, e predicatori catari itineranti, che viaggiavano a piedi nelle campagne, ottenevano sempre nuove conversioni. Questi predicatori non ricorrevano a estorsioni, non utilizzavano il senso di colpa o il ricatto morale, non tiranneggiavano né terrorizzavano con oscure minacce di dannazione, non esigevano denaro o donazioni a ogni occasione. Si distinguevano, proprio come faranno i quaccheri, per i "gentili metodi persuasivi".
      è indubbio che il catarismo risultasse attraente per molti. Ai cavalieri, ai nobili, ai commercianti e ai contadini del Sud della Francia, sembrava offrire una consona alternativa alla detestata Chiesa di Roma: duttilità, generosità, onestà, tolleranza erano qualità non facilmente reperibili nella gerarchia ecclesiastica istituzionale. Inoltre, in campo pratico, offriva una via di scampo all'onnipresente clero romano, all'arroganza clericale e agli abusi di una Chiesa corrotta, i cui latrocini diventavano sempre più intollerabili.
      Non è un mistero che la Chiesa del tempo fosse vergognosamente corrotta. Nei primi anni del XIII secolo, il pontefice in persona descriveva i suoi preti come «peggiori delle bestie che sguazzano nel loro stesso letame» e così sì esprime il maggiore poeta lirico tedesco medievale, Walther Von Der Vogelweide (1170 -1230 ca.): «Fino a quando dormirai, Signore? [...] I tuoi ministri rubano le ricchezze che avevi serbato: in un luogo depredano, in un altro uccidono. E del tuo gregge ha cura pastorale un lupo.»
      I vescovi furono descritti dai contemporanei come "pescatori di denaro e non di anime, esperti in mille inganni per svuotare le tasche ai poveri".
      molti esigevano denaro anche per le pratiche religiose di rito: i matrimoni e i funerali non venivano celebrati se il compenso non era stato saldato in anticipo; la comunione veniva rifiutata se non era preceduta da un'offerta pecuniaria; persino l'estrema unzione ai morenti era soggetta a balzello. Inoltre, la potestà di concedere le indulgenze e la remissione dalle penitenze di espiazione procurava un immenso reddito aggiuntivo.
      Non sorprende, quindi, che una parte rilevante della popolazione, a prescindere da ogni questione spirituale, volgesse le spalle a Roma e abbracciasse il catarismo. Né sorprende che Roma, trovandosi di fronte a un numero così alto di defezioni e, dunque, a un consistente calo nelle proprie rendite, cominciasse a sentirsi sempre più minacciata. Preoccupazione che non era per nulla ingiustificata: esisteva, infatti, una realistica possibilità che il catarismo sostituisse il cattolicesimo come religione predominante nella Francia meridionale. E di lì avrebbe potuto facilmente diffondersi in altre regioni.
      Nel novembre del 1207 papa Innocenzo III scrisse al re di Francia e ad alcuni nobili di alto rango un'esortazione a sopprimere gli eretici con la forza delle armi. Come ricompensa, sarebbero state assegnate loro tutte le proprietà confiscate e concesso lo stesso trattamento di indulgenza dei crociati in Terra Santa. A quanto pare, questi incentivi non furono di grande stimolo, specialmente nel Sud della Francia. Il conte di Tolosa, per esempio, giurò che avrebbe sterminato tutti gli eretici del suo feudo, ma in effetti non fece nulla per mettere in pratica la promessa. Giudicando troppo tiepida la sete di sangue del conte, il legato papale, Pierre di Castelnau, pretese di incontrarlo: l'abboccamento degenerò in una lite furibonda, l'emissario del papa accusò il nobile di appoggiare i catari e lo scomunicò all'istante; l'altro, che probabilmente aveva aderito lui stesso alla nuova fede, rispose con sprezzanti minacce.
      il papa scrisse al re di Francia chiedendogli di iniziare una "guerra santa" per sterminare gli eretici catari, che dovevano considerarsi ancor più perniciosi degli infedeli musulmani, Tutti coloro che avessero partecipato alla campagna militare, per un minimo di quaranta giorni, sarebbero stati sotto la diretta protezione del papato: esentati dal pagamento degli interessi sui loro debiti, affrancati dalla giurisdizione delle corti secolari, assolti da tutti i loro peccati e da tutte le loro colpe.
      Così, papa Innocenzo in bandì la spedizione militare, che venne in seguito ricordata come la Crociata albigese. Fu la prima interna a un paese cristiano e rivolta contro altri cristiani (per quanto eretici potessero essere). Oltre ai dichiarati benefici, la crociata offriva, non c'era bisogno di dirlo, la licenza di saccheggiare, razziare, depredare ed espropriare proprietà.
      Verso la fine del giugno 1209 un esercito di quindici/ventimila uomini, composto da nobili del Nord della Francia, da cavalieri, soldati, scudieri, avventurieri e gente al seguito, si era riunito sul Rodano. Un barone francese di basso rango, Simon de Montfort, si sarebbe distinto in qualità di comandante militare, mentre il capo spirituale era il legato pontificio Arnald-Amaury, un fanatico cistercense, allora abate di Citeaux.
      Il 22 luglio l'esercito aveva raggiunto la città strategica di Béziers, la cui popolazione contava un gran numero di convertiti al catarismo. Dopo che fu messa a ferro e fuoco e saccheggiata, ad Arnald-Amaury fu chiesto di distinguere gli abitanti eretici dai cattolici rimasti leali al papa, al che il legato pontificio rispose con una delle frasi più ignobili di tutta la storia della Chiesa: «Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi». Vennero così massacrate quindicimila persone, fra uomini, donne e bambini. Con un trionfalismo che rasentava l'esaltazione, Arnald-Amaury scrisse al papa che "nessuno era stato risparmiato né per età, né per sesso, né per posizione sociale".
      Il sacco di Béziers gettò nel terrore l'intera Francia meridionale. Mentre i crociati si radunavano fra le rovine fumanti, giunse una deputazione da Narbona con l'offerta sia della consegna di tutti i catari e di tutti gli ebrei (da sempre "bersagli leciti") della loro città, sia di rifornire l'esercito di vettovaglie e di denaro. Gli abitanti dei paesi e dei villaggi vicini abbandonarono le case e si rifugiarono nei boschi. L'obiettivo dei crociati, però, non era unicamente il ripristino della supremazia del papa, ma piuttosto lo sterminio totale degli eretici e il saccheggio capillare della regione; di conseguenza la campagna proseguì.
      Il 15 agosto, dopo un breve assedio, Carcassonne si arrese e Simon de Montfort divenne visconte della città. In tutto il Mezzogiorno, gli eretici venivano bruciati a decine e chiunque tentasse di difenderli veniva impiccato.
      i catari, con l'appoggio di molti nobili meridionali che cercavano di opporsi alle devastazioni delle loro terre, passarono al contrattacco e numerosi castelli e cittadine cambiarono ripetutamente padrone.
      L'accanimento e la dimensione dei massacri crebbero. Nel 1213 il re di Aragona provò a intervenire in difesa dei catari e dei nobili meridionali, ma il suo esercito fu sconfitto dai crociati nella battaglia di Muret, dove lui stesso trovò la morte. Nell'autunno del 1217 i crociati piombarono su Tolosa e ne seguì un assedio di nove mesi.
      Nel 1224 venne indetta un'altra crociata contro il Sud, capeggiata da re Luigi VIII in persona, quale comandante militare, e con il fanatico veterano Arnald-Amaury, ancora una volta come capo ecclesiastico. Nonostante la scomparsa del re francese, avvenuta due anni dopo, la campagna proseguì fino a che, nel 1229, l'intera Linguadoca non fu annessa alla Corona francese. Alcune rivolte di catari contro la nuova autorità si ebbero ancora nel 1240 e nel 1242. Il 16 marzo 1244 Montségur, la più importante roccaforte catara ancora inviolata, cadde dopo un lungo assedio e più di duecento eretici vennero immolati su una pira ai piedi della montagna su cui sorgeva il castello.
      Quéribus, l'ultima fortezza catara, cadde undici anni più tardi, nel 1255. Solo allora la resistenza catara organizzata si spense; già molti degli eretici sopravvissuti erano fuggiti in Catalogna e in Lombardia, dove vennero fondate nuove comunità. Tuttavia, persino nel Sud della Francia, il catarismo non scomparve del tutto. Molti eretici si confusero semplicemente con il resto della popolazione e continuarono a professare il loro credo e a praticare clandestinamente i loro riti.
      Rimasero nella regione per altro mezzo secolo almeno, e durante il primo ventennio del Trecento si ebbe una rinascita catara nel villaggio di Montaillou, nei Pirenei francesi. Ma ormai, per occuparsi degli eretici, era stata istituita un'organizzazione sinistra quanto qualunque esercito crociato.

      http://xoomer.virgilio.it/ikthys/Inq.zelo-fede.htm



      Giusto lo sterminio dei catari vero alexander? vergogna vergogna vergognaaaaaaaaa!!!!


      bisogna insegnare a questo fanatico come si sta al mondo.

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        #4
        ma fatti furbo.......e gli rispondi pure..
        sigpic...Risin' up, back on the street
        Did my time, took my chances
        Went the distance now I'm back on my feet
        Just a man and his will to survive......

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          #5
          parliamo di cose più importanti

          Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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            #6
            Originariamente Scritto da zuperman


            hai letto qualche giorno fa le imprese di Miotto e Joblack sullo stesso forum?

            fai un search su bw "10 e Lode"

            SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
            Anarco-Training
            M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
            No mental :seg: Crew
            Bud Spencer 31.10.1929 - 27.6.2016 R.I.P
            I.O.M Jesi & Vallesina

            Le domande dell'aspirante bidibolder
            Originariamente Scritto da TONY_98
            Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
            Originariamente Scritto da Perineo
            vi è mai capitata l'ipertrofia muscolare? ci sono dei rischi?
            Originariamente Scritto da Spratix
            C'è un modo per capire che tipo di look muscolare avrò?
            Fai da te - Il tagliando
            Originariamente Scritto da erstef
            Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
            Disagio alimentare & logistica bidibolder
            Originariamente Scritto da Gianludlc17
            se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
            Estetica rulez
            Originariamente Scritto da 22darklord23
            la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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              #7
              ma nn avete altro da pensare?

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                #8
                Originariamente Scritto da zuperman
                ma vergognatevi.

                Commenta


                  #9
                  Originariamente Scritto da zuperman

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                    #10
                    huhahauahaaaaaaaaa

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                      #11
                      Originariamente Scritto da epico
                      qui la mia risposta al fanatico.


                      Citazione: Messaggio inserito da Aleksandr

                      in alcuni casi l'intervento dell'Inquisizione fu giusto (vedi per i catari )




                      vergognaaaaaa!!!

                      e qui un po di storia:
                      Nel 1208, mentre in Terra Santa si combatteva ancora ,venne bandita una nuova crociata da papa Innocenzo III. I nemici, questa volta, non erano gli infedeli musulmani sull'altra sponda del Mediterraneo, ma i seguaci di un'eresia del Sud della Francia. Gli eretici in questione venivano da alcuni definiti "catari", cioè "puri", "perfetti",Anche se, in senso lato, possono essere definiti "cristiani" (perché attribuirono un significato teologico al Cristo), i catari erano strenui oppositori di Roma e della Chiesa romana. Come avrebbero fatto più tardi le confessioni protestanti, videro in Roma la biblica "prostituta di Babilonia".
                      Nell'ambito delle congregazioni cristiane organizzate del loro tempo, erano più vicini, per una parte del loro insegnamento, alla Chiesa bizantina o greco-ortodossa. Sotto alcuni aspetti - la loro fede nella reincarnazione, per esempio - avevano elementi in comune con tradizioni ancora più orientali, come l'induismo e il buddismo.
                      i catari erano dualisti: consideravano tutta la creazione materiale come intrinsecamente malvagia, opera di una divinità secondaria e inferiore. La carne, la materia, la sostanza dovevano essere ripudiate e trascese in favore di una realtà esclusivamente spirituale; ed era solo nel regno dello spirito che risiedeva la vera divinità.
                      avevano trapiantato molti elementi del dualismo gnostico che era fiorito ad Alessandria e in altre zone nei primi due secoli dell'era cristiana, e che probabilmente aveva origine nell'antico pensiero zoroastriano.
                      i catari erano persone pacifiche, contro la violenza,i catari enfatizzavano l'importanza della conoscenza del divino e del contatto diretto con esso. Si riteneva che questo contatto costituisse la "gnosi", che significa "conoscenza" e, più particolarmente, conoscenza del sacro.
                      Insistendo su questa esperienza personale e senza mediazioni del sacro, i catari, come i loro predecessori, escludevano la necessità di un clero e di una ge-rarchia ecclesiastica.
                      il sacerdote diventava superfluo come custode e interprete della spiritualità e il dogma teologico diventava irrilevante, perché non traeva origine dalla rivelazione divina, ma era un mero costrutto intellettuale prodotto dalla mente arrogante dell'uomo. Una siffatta teoria rappresentava una sfida non solo agli insegnamenti, ma alla struttura stessa della Chiesa di Roma.
                      I catari predicavano ciò che potrebbe essere considerato una forma estrema di teologia cristiana o un tentativo di portare la teologia cristiana alle sue logiche conclusioni. Essi reputavano che la loro dottrina fosse più vicina agli insegnamenti di Gesù e degli apostoli: e più vicina di quello che veniva sostenuto allora dalla Chiesa, certamente lo era. Nella loro semplicità e nel ripudio del lusso terreno, i catari erano più aderenti del clero romano allo stile di vita abbracciato da Cristo e dai suoi seguaci nei Vangeli.
                      era loro proibita qualunque forma di violenza, per esempio il suicidio come scorciatoia per liberarsi dalla materialità.
                      i catari apparivano ai contemporanei come uomini di grande rettitudine; sotto molti aspetti, venivano considerati come lo saranno in epoca più recente i quaccheri. La loro esistenza virtuosa li metteva al centro del generale rispetto e il clero romano non usciva molto bene dal confronto.
                      In un'antica deposizione, conservata oggi nella Biblioteca vaticana, un uomo descrive come, in gioventù, due amici lo avvicinarono con queste parole: I buoni cristiani sono venuti in questo paese; seguono la via che hanno seguito san Pietro, san Paolo e gli altri apostoli; seguono il Signore; non mentono; non fanno agli altri quello che non vorrebbero fosse fatto a loro.
                      Lo stesso testimone riferisce, poi, che a proposito dei catari gli venne detto: Sono gli unici che seguano la via della giustizia e della verità che hanno seguito gli apostoli. Non prendono le cose degli altri. Anche se trovassero per strada dell'oro o dell'argento, non lo "solleverebbero", a meno che qualcuno non glielo regalasse. Ci si guadagna la salvezza nella fede di questi uomini che chiamano eretici più che in qualunque altra fede.
                      All'inizio del XIII secolo nel Sud della Francia il catarismo minacciava davvero di soppiantare il cristianesimo, e predicatori catari itineranti, che viaggiavano a piedi nelle campagne, ottenevano sempre nuove conversioni. Questi predicatori non ricorrevano a estorsioni, non utilizzavano il senso di colpa o il ricatto morale, non tiranneggiavano né terrorizzavano con oscure minacce di dannazione, non esigevano denaro o donazioni a ogni occasione. Si distinguevano, proprio come faranno i quaccheri, per i "gentili metodi persuasivi".
                      è indubbio che il catarismo risultasse attraente per molti. Ai cavalieri, ai nobili, ai commercianti e ai contadini del Sud della Francia, sembrava offrire una consona alternativa alla detestata Chiesa di Roma: duttilità, generosità, onestà, tolleranza erano qualità non facilmente reperibili nella gerarchia ecclesiastica istituzionale. Inoltre, in campo pratico, offriva una via di scampo all'onnipresente clero romano, all'arroganza clericale e agli abusi di una Chiesa corrotta, i cui latrocini diventavano sempre più intollerabili.
                      Non è un mistero che la Chiesa del tempo fosse vergognosamente corrotta. Nei primi anni del XIII secolo, il pontefice in persona descriveva i suoi preti come «peggiori delle bestie che sguazzano nel loro stesso letame» e così sì esprime il maggiore poeta lirico tedesco medievale, Walther Von Der Vogelweide (1170 -1230 ca.): «Fino a quando dormirai, Signore? [...] I tuoi ministri rubano le ricchezze che avevi serbato: in un luogo depredano, in un altro uccidono. E del tuo gregge ha cura pastorale un lupo.»
                      I vescovi furono descritti dai contemporanei come "pescatori di denaro e non di anime, esperti in mille inganni per svuotare le tasche ai poveri".
                      molti esigevano denaro anche per le pratiche religiose di rito: i matrimoni e i funerali non venivano celebrati se il compenso non era stato saldato in anticipo; la comunione veniva rifiutata se non era preceduta da un'offerta pecuniaria; persino l'estrema unzione ai morenti era soggetta a balzello. Inoltre, la potestà di concedere le indulgenze e la remissione dalle penitenze di espiazione procurava un immenso reddito aggiuntivo.
                      Non sorprende, quindi, che una parte rilevante della popolazione, a prescindere da ogni questione spirituale, volgesse le spalle a Roma e abbracciasse il catarismo. Né sorprende che Roma, trovandosi di fronte a un numero così alto di defezioni e, dunque, a un consistente calo nelle proprie rendite, cominciasse a sentirsi sempre più minacciata. Preoccupazione che non era per nulla ingiustificata: esisteva, infatti, una realistica possibilità che il catarismo sostituisse il cattolicesimo come religione predominante nella Francia meridionale. E di lì avrebbe potuto facilmente diffondersi in altre regioni.
                      Nel novembre del 1207 papa Innocenzo III scrisse al re di Francia e ad alcuni nobili di alto rango un'esortazione a sopprimere gli eretici con la forza delle armi. Come ricompensa, sarebbero state assegnate loro tutte le proprietà confiscate e concesso lo stesso trattamento di indulgenza dei crociati in Terra Santa. A quanto pare, questi incentivi non furono di grande stimolo, specialmente nel Sud della Francia. Il conte di Tolosa, per esempio, giurò che avrebbe sterminato tutti gli eretici del suo feudo, ma in effetti non fece nulla per mettere in pratica la promessa. Giudicando troppo tiepida la sete di sangue del conte, il legato papale, Pierre di Castelnau, pretese di incontrarlo: l'abboccamento degenerò in una lite furibonda, l'emissario del papa accusò il nobile di appoggiare i catari e lo scomunicò all'istante; l'altro, che probabilmente aveva aderito lui stesso alla nuova fede, rispose con sprezzanti minacce.
                      il papa scrisse al re di Francia chiedendogli di iniziare una "guerra santa" per sterminare gli eretici catari, che dovevano considerarsi ancor più perniciosi degli infedeli musulmani, Tutti coloro che avessero partecipato alla campagna militare, per un minimo di quaranta giorni, sarebbero stati sotto la diretta protezione del papato: esentati dal pagamento degli interessi sui loro debiti, affrancati dalla giurisdizione delle corti secolari, assolti da tutti i loro peccati e da tutte le loro colpe.
                      Così, papa Innocenzo in bandì la spedizione militare, che venne in seguito ricordata come la Crociata albigese. Fu la prima interna a un paese cristiano e rivolta contro altri cristiani (per quanto eretici potessero essere). Oltre ai dichiarati benefici, la crociata offriva, non c'era bisogno di dirlo, la licenza di saccheggiare, razziare, depredare ed espropriare proprietà.
                      Verso la fine del giugno 1209 un esercito di quindici/ventimila uomini, composto da nobili del Nord della Francia, da cavalieri, soldati, scudieri, avventurieri e gente al seguito, si era riunito sul Rodano. Un barone francese di basso rango, Simon de Montfort, si sarebbe distinto in qualità di comandante militare, mentre il capo spirituale era il legato pontificio Arnald-Amaury, un fanatico cistercense, allora abate di Citeaux.
                      Il 22 luglio l'esercito aveva raggiunto la città strategica di Béziers, la cui popolazione contava un gran numero di convertiti al catarismo. Dopo che fu messa a ferro e fuoco e saccheggiata, ad Arnald-Amaury fu chiesto di distinguere gli abitanti eretici dai cattolici rimasti leali al papa, al che il legato pontificio rispose con una delle frasi più ignobili di tutta la storia della Chiesa: «Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi». Vennero così massacrate quindicimila persone, fra uomini, donne e bambini. Con un trionfalismo che rasentava l'esaltazione, Arnald-Amaury scrisse al papa che "nessuno era stato risparmiato né per età, né per sesso, né per posizione sociale".
                      Il sacco di Béziers gettò nel terrore l'intera Francia meridionale. Mentre i crociati si radunavano fra le rovine fumanti, giunse una deputazione da Narbona con l'offerta sia della consegna di tutti i catari e di tutti gli ebrei (da sempre "bersagli leciti") della loro città, sia di rifornire l'esercito di vettovaglie e di denaro. Gli abitanti dei paesi e dei villaggi vicini abbandonarono le case e si rifugiarono nei boschi. L'obiettivo dei crociati, però, non era unicamente il ripristino della supremazia del papa, ma piuttosto lo sterminio totale degli eretici e il saccheggio capillare della regione; di conseguenza la campagna proseguì.
                      Il 15 agosto, dopo un breve assedio, Carcassonne si arrese e Simon de Montfort divenne visconte della città. In tutto il Mezzogiorno, gli eretici venivano bruciati a decine e chiunque tentasse di difenderli veniva impiccato.
                      i catari, con l'appoggio di molti nobili meridionali che cercavano di opporsi alle devastazioni delle loro terre, passarono al contrattacco e numerosi castelli e cittadine cambiarono ripetutamente padrone.
                      L'accanimento e la dimensione dei massacri crebbero. Nel 1213 il re di Aragona provò a intervenire in difesa dei catari e dei nobili meridionali, ma il suo esercito fu sconfitto dai crociati nella battaglia di Muret, dove lui stesso trovò la morte. Nell'autunno del 1217 i crociati piombarono su Tolosa e ne seguì un assedio di nove mesi.
                      Nel 1224 venne indetta un'altra crociata contro il Sud, capeggiata da re Luigi VIII in persona, quale comandante militare, e con il fanatico veterano Arnald-Amaury, ancora una volta come capo ecclesiastico. Nonostante la scomparsa del re francese, avvenuta due anni dopo, la campagna proseguì fino a che, nel 1229, l'intera Linguadoca non fu annessa alla Corona francese. Alcune rivolte di catari contro la nuova autorità si ebbero ancora nel 1240 e nel 1242. Il 16 marzo 1244 Montségur, la più importante roccaforte catara ancora inviolata, cadde dopo un lungo assedio e più di duecento eretici vennero immolati su una pira ai piedi della montagna su cui sorgeva il castello.
                      Quéribus, l'ultima fortezza catara, cadde undici anni più tardi, nel 1255. Solo allora la resistenza catara organizzata si spense; già molti degli eretici sopravvissuti erano fuggiti in Catalogna e in Lombardia, dove vennero fondate nuove comunità. Tuttavia, persino nel Sud della Francia, il catarismo non scomparve del tutto. Molti eretici si confusero semplicemente con il resto della popolazione e continuarono a professare il loro credo e a praticare clandestinamente i loro riti.
                      Rimasero nella regione per altro mezzo secolo almeno, e durante il primo ventennio del Trecento si ebbe una rinascita catara nel villaggio di Montaillou, nei Pirenei francesi. Ma ormai, per occuparsi degli eretici, era stata istituita un'organizzazione sinistra quanto qualunque esercito crociato.

                      http://xoomer.virgilio.it/ikthys/Inq.zelo-fede.htm



                      Giusto lo sterminio dei catari vero alexander? vergogna vergogna vergognaaaaaaaaa!!!!


                      bisogna insegnare a questo fanatico come si sta al mondo.















                      beh l avra' letto di sicuro

                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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