Enrico Berlinguer in un’intervista televisiva a Mixer nel 1983 dichiarava che la qualità personale alla quale era più affezionato era: «Quella di essere rimasto fedele agli ideali della mia gioventù».
In che senso dobbiamo intendere questa frase?
Berlinguer fu segretario del Partito Comunista Italiano, quindi gli ideali della sua gioventù furono appunto quelli sbandierati dal PCI: eguaglianza, libertà, eccetera eccetera..
Ideali e moventi che sono pienamente condivisibili da qualsiasi persona serena ed intelligente..
Perché allora Berlinguer dichiarava che continuare a credere in certe cose, così ovvie e giuste, per lui era considerato il suo maggiore pregio,ovvero che sforzo gli costava continuare a credere in cose ovvie e giuste?
Perché gli ideali di libertà eguaglianza etc, presi in prestito ed inquadrati all’interno del marxismo diventano pretestuosi ed assurdi agli occhi di qualsiasi persona intelligente.
Che senso ha riscattare il popolo, diciamo la classe operaia, ovvero gli individui meno dotati intellettualmente e per questo più litigiosi e miserabili e creare alla fine, attraverso una rivoluzione, una società in cui chiunque è uguale a chiunque altro quando evidentemente ogni uomo è diverso dall’altro??
Forse rendersi conto di questo paradosso aveva rappresentato per il giovane Enrico Berlinguer il passaggio all’età adulta, alla, diciamo così, maturazione;
continuare poi a credere in tutto questo nonostante le evidenti contraddizioni rappresenta sotto un certo punto di vista la grandezza tragica di Enrico Berlinguer;
Ma non solo..
Pensiamo allo strappo con l’Unione Sovietica..
Rendersi conto che cosa fosse in realtà l’Unione Sovietica e dichiararlo a milioni di fedeli militanti, componenti il più grande partito comunista d’occidente testimonia il grande rigore morale di quest’uomo…
En pasant non possiamo essere certi che lo strappo non fosse che una mossa strategica per fare avanzare i voti del PCI..
E vogliamo solo accennare alla coerenza ed al senso di responsabilità negli anni di piombo?
Enrico Berlinguer è stato un grande uomo ed il tentativo che fece di conciliare le innumerevoli contraddizioni del nostro tempo non fa altro che metterlo in risalto..
Egli fu una persona intelligenti, buona, in buona fede che tento eroicamente di fare quadrare la follia del marxismo..
Mentre una generazione precedente alla sua, e sto parlando di Palmiro Togliatti, fu complice di Stalin e rischio di fare cadere il nostro paese nel blocco comunista…
Dopo questo grande uomo chi ritroviamo, nel nostro paese, alla guida di partiti ispirati al marxismo?
Personaggi del calibro di Fausto Bertinotti e Cossutta…
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