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mondo di Bw: una notizia tristissima

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    mondo di Bw: una notizia tristissima

    ..


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    Purtroppo e' defunto Epico ...











    Travolto da una gnosi mentre stava sulla tazza




    Mio Dio che brutta fine...
    sigpic

    #2
    Era ora!!!

    Osare, Credere, Spavaldi di Essere...

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      #3
      Travolto da una gnosi !?
      Vorrei vedere la scena...

      Bye
      Originariamente Scritto da TheSandman
      Brunetta li ha anticipati spregiandoli, ma altrimenti sarebbe finito all'incontrario.

      .Passate a trovarmi e lasciate un messaggio, thx.
      ________

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        #4
        Originariamente Scritto da Max_79
        Travolto da una gnosi !?
        Vorrei vedere la scena...

        Bye



        Testimoni hanno detto che la merda si confondeva col mistero, il tutto a formare un liquame metafisico
        sigpic

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          #5
          Originariamente Scritto da maurox
          Testimoni hanno detto che la merda si confondeva col mistero, il tutto a formare un liquame metafisico


          Sciopero

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            #6
            Originariamente Scritto da maurox
            Testimoni hanno detto che la merda si confondeva col mistero, il tutto a formare un liquame metafisico
            attenzione,notizia dell'ultima ora.epico ha attuato una metempsicosi:la sua anima è migrata nel corpo di un altro utente.dobbiamo scoprire chi!

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              #7
              Originariamente Scritto da Steel77
              attenzione,notizia dell'ultima ora.epico ha attuato una metempsicosi:la sua anima è migrata nel corpo di un altro utente.dobbiamo scoprire chi!
              Mi sa il Bandino...lui era già un soggetto a rischio...

              max_power
              Max_power, The Sicilian Rock

              Commenta


                #8
                Originariamente Scritto da max_power
                Mi sa il Bandino...lui era già un soggetto a rischio...

                max_power
                lui è dato a 5,mentre dante a 10!

                Commenta


                  #9
                  EVVIVAAAAAAA!!!!







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                    #10
                    Ma guardate che la sua anima si è congiunta con Dio, altro che metempsicosi!!!

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                      #11
                      posso puntare 50 euro sul bandino

                      chi vuole fare il bookmaker

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                        #12
                        booker t

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                          #13
                          Originariamente Scritto da maurox
                          ..

                          Purtroppo e' defunto Epico ...


                          Travolto da una gnosi mentre stava sulla tazza


                          Mio Dio che brutta fine...
                          ma epico caga?

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                            #14
                            Allan Kardec, Léon Denis e tutta la spiritologia scientifica successiva sono giunti alla conclusione univoca che la natura dell’essere umano si compone di tre realtà fondamentali: 1) il corpo; 2) il perispirito; 3) l’anima.

                            Il “perispirito” e l’”anima” costituiscono quello noi chiamiamo “spirito”.

                            Per la spiritologia scientifica “il perispirito è un organismo fluidico, […] un substrato invisibile composto dall’essenza d’una materia che penetra tutti i corpi” e che “possiede sensi analoghi a quelli del corpo, ma molto più potenti” (Léon Denis, La dottrina degli spiriti).





                            II.


                            Spiritologia scientifica e manicheismo



                            E’ interessante notare come la moderna spiritologia sia giunta con le semplici armi dell’indagine sperimentale a dare una base scientifica alla teoria dello spirito di matrice gnostico-manichea.

                            La Gnosi dei primi secoli, erede della tradizione religiosa espressa dall’apocalittica giudaica, ne ha ereditato anche la dottrina relativa agli spiriti.

                            Per gli gnostici valentiniani gli uomini si dividono in tre categorie a seconda della natura del proprio spirito:



                            a) gli “ilici”, il cui spirito non comprende l’anima (pneuma) ed è costituito solo dallo “spirito di opposizione”, cioè dal perispirito, che, trascorso un certo periodo di tempo dopo la morte fisica, va incontro ad una lenta ed impercettibile trasformazione e dissoluzione;

                            b) gli “psichici”, il cui spirito di opposizione tiene imprigionata l’anima per tutta la vita dopo la morte: gli spiriti di questi uomini vanno incontro alla reincarnazione fino al giorno in cui la loro anima non riuscirà a liberarsi completamente dai vincoli del perispirito;

                            c) gli pneumatici, il cui pneuma divino, che costituisce quella che noi chiamiamo anima, presenta già durante la vita un certo grado di autonomia rispetto al perispirito: al momento della morte la sua liberazione dai vincoli del perispirito e il proprio ritorno ad una piena comunione con l’Assoluto sono quasi immediati.



                            In un antico testo manicheo rinvenuto a Turfan, troviamo descritta in maniera precisa ed organica la concezione gnostica della natura del “perispirito” o “spirito del corpo” e i suoi rapporti con l’anima:





                            "Il fatto che [lo spirito del corpo] sia della stessa sostanza del corpo risulta manifesto da quanto sopra io ho scritto e dagli illuminati interpreti delle norme della religione.

                            Inoltre, poiché queste due [entità], tanto la corporeità quanto lo spirito corporeo, sono entrambe oscure, incapaci di conoscenza e dannose, e […] sono un’unica cosa e formano la realtà e la natura del corpo" (Fr. M 9 di Turfan, ed. Andreas-Henning II, pag. 299).





                            A dire il vero, la dottrina manichea dello spirito, al contrario della moderna spiritologia scientifica, porta alle estreme conseguenze le conclusioni derivanti dalla scoperta dell’esistenza del perispirito: lo spirito del corpo (perispirito) è una realtà vivente costituita da una sostanza che ha tutte le caratteristiche tipiche della materia, cioè l’estensione nello spazio, la durata nel tempo, la sua tensione verso il molteplice e il sensibile.

                            In una parola, il perispirito per il fatto di essere costituito da una sostanza corporea, sia pure di tipo energetico o “fluidico” come direbbe la moderna spiritologia, è soggetto ai limiti della concupiscenza tipici di tutte le realtà materiali.

                            Il ruolo del perispirito tanto nella gnosi e nel manicheismo quanto nella moderna spiritologia scientifica è quello di mediare il legame di quella goccia di luce divina (nous) che è l’anima ad una realtà limitata e condizionata dalle leggi dello spazio e del tempo, come quella del corpo.

                            In un frammento manicheo rinvenuto a Turfan infatti troviamo scritto:





                            "Allo stesso modo e https://alla stessa maniera in cui l...legato al rame[C1] , così l’anima è legata alla forza e alla corporeità del corpo (cioè alle ossa, alla carne, alla pelle al respiro […] e agli escrementi), mediante i vincoli dello spirito [del corpo…]" (Fr. M 9 di Turfan, ed. Andreas-Henning II, pag. 300).





                            Léon Denis, uno dei padri della spiritologia scientifica, giungeva alle stesse conclusioni nella sua opera principale:





                            "Il perispirito serve da mediatore tra il corpo e l’anima; trasmette a questa le impressioni dei sensi e comunica al corpo la volontà dello spirito" (Léon Denis, La dottrina degli spiriti).





                            La teologia politica cattolica tardo-antica e medievale ha visto sempre nella antica tradizione sul carattere triplice della natura umana (corpo, anima, perispirito) di cui sono permeate l’apocalittica giudaica e la teologia gnostico-manichea, un grave pericolo per la legittimazione politico-teologica della stessa esistenza della nascente burocrazia clericale.

                            La constatazione da parte delle scuole gnostiche e manichee dell’esistenza di una categoria di uomini - ad es. gli pneumatici per gli gnostici valentiniani, gli Eletti per i manichei -, che dopo numerose reincarnazioni ha ottenuto la possibilità di giungere alla riscoperta del proprio pneuma divino e alla sua liberazione dai vincoli dello spirito di opposizione che alberga nel proprio cuore, metteva in discussione i meccanismi di formazione dei “quadri” di quella organizzazione politico-religiosa di massa che era la Grande Chiesa.

                            Questo è il motivo per cui in un contesto storico in cui il manicheismo era all’apice della sua espansione soprattutto nelle regioni ancora sotto il controllo dell’Impero Romano d’Oriente dopo lunghi tentennamenti l’ottavo concilio ecumenico di Costantinopoli dell’869 d. C. ha sancito l’affermazione della teoria secondo cui nell’uomo esistono solo il corpo e l’anima e non anche lo spirito del corpo.





                            III.

                            I limiti della moderna spiritologia scientifica


                            Il maggiore limite della moderna spiritologia scientifica consiste nel fatto che, partendo dal rilievo sperimentale di alcune manifestazioni del perispirito anche a distanza di tempo dalla morte di una persona, essa giunge aprioristicamente alla conclusione che lo spirito preso nel suo complesso sia immortale.

                            In realtà, lo spirito è costituito da un’anima immortale (nous) e da un corpo energetico (perispirito) destinato dopo un certo periodo di tempo a separarsi dall’anima e ad andare incontro ad una trasformazione che lo conduce alla perdita della sua specifica individualità energetica e, quindi, alla morte.

                            Troviamo trattato in maniera sistematica il tema della separazione dell’anima dal perispirito già in Pistis Sophia, uno dei principali testi gnostici della tarda antichità:





                            "Quando l’anima giunge al luogo degli arconti della via di mezzo, questi le vanno incontro con grande paura; l’anima presenta loro il mistero della paura ed essi temono davanti a lei, la quale consegna l’ora fatale al suo luogo, consegna lo spirito di opposizione - cioè il perispirito – al suo luogo, dà la difesa e i sigilli a ognuno degli arconti della via di mezzo, dà l’onore, la gloria e la lode dei sigilli e degli inni a tutti quelli del luogo della luce" (Pistis Sophia, 113, 3).





                            Il tema della morte del perispirito emerge in maniera chiara anche dall’analisi degli insegnamenti e delle esperienze riferite dalla spiritologia popolare.

                            La spiritologia popolare afferma che gli uomini, medium per natura, possono entrare in contatto con lo spirito solo per un certo numero di anni. Essa giustifica questa osservazione partendo dal presupposto, mutuato dalle superstizioni di cui sono intrise le religioni popolari alienanti, che lo spirito degli esseri umani, soprattutto lo spirito delle persone che muoiono in circostanze violente o comunque non naturali, resta sulla terra fino al momento in cui arriva l’ora fissata da Dio per la loro morte, dopodiché viene richiamato nell’aldilà e non è più evocabile dagli esseri umani.

                            In realtà, la spiritologia popolare è giunta là dove la moderna spiritologia scientifica non poteva ancora arrivare e ha confermato le conclusioni delle scuole gnostiche dell’antichità sul carattere mortale del perispirito. Gli esseri viventi, infatti, possono venire in contatto con l’anima dei propri defunti solo fino a quando questa è imprigionata nel “corpo fluidico” o perispirito, l’entità energetica per mezzo della quale durante la vita terrena l’anima è tenuta prigioniera nel corpo che le è stato assegnato.

                            Questo vuol dire che il perispirito, se non va incontro alla reincarnazione, sopravvive al corpo per un periodo di tempo più o meno lungo, ma anche che la fine di questa entità energetica dopo la sua separazione dall’anima è inevitabile.







                            IV.

                            La formazione del perispirito secondo la teologia gnostica


                            Gli gnostici ritenevano che ogni anima disincarnata, quando giunge il momento della propria reincarnazione, si libera del vecchio perispirito di cui si è servita nel corso della sua ultima incarnazione e si riveste di un nuovo perispirito, che trae la propria energia vitale dal nuovo corpo.

                            Il distacco del vecchio spirito corporeo o perispirito dall’anima disincarnata comporta necessariamente la perdita della memoria delle esperienze accumulate durante la vita terrena precedente.

                            La memoria, in quanto facoltà che permette all’uomo di conservare la molteplicità dei ricordi e delle esperienze accumulate durante la vita terrena, non può non essere una facoltà legata alla vita dello spirito corporeo, che per la sua stessa natura di corpo energetico, al contrario dell’anima, è intimamente legato alla realtà del mondo materiale. Il distacco del vecchio perispirito dall’anima disincarnata, quando giunge il momento per quest’ultima di reincarnarsi, segna quindi la fine della possibilità per l’anima di ricordare i singoli eventi delle proprie vite passate.

                            La molteplicità delle esperienze vissute durante le vite precedenti permette comunque all’anima di sviluppare un senso di negatività verso tutto ciò che è materiale e contingente e di liberarsi progressivamente dalla necessità di continuare a reincarnarsi.

                            In Pistis Sophia troviamo illustrata nel modo più semplice e chiaro la dottrina gnostica relativa alla nascita, alla evoluzione e alla natura del perispirito:





                            “Quando per mezzo degli arconti del destino, un’anima antica è in procinto di discendere, gli arconti di quel grande destino […] danno all’anima antica un calice dell’oblìo, proveniente dal seme della cattiveria, ripieno di ogni genere di passioni e di ogni oblìo.

                            Non appena l’anima beve dal calice, dimentica tutti i luoghi nei quali era andata, e tutti i castighi tra i quali era passata. Quel calice dell’acqua dell’oblìo diventa un corpo all’esterno dell’anima, rassomigliante all’anima in tutte le forme, e simile a lei: esso è il cosiddetto «spirito di opposizione» (Pistis Sophia, 131,5)




                            V.

                            Il ruolo dei medium nelle antiche comunità gnostiche






                            Elaine Pagels nel suo libro intitolato “I Vangeli Gnostici” mette in luce come nelle principali comunità gnostiche accanto alle figure del sacerdote e del vescovo esisteva la figura del “profeta”. Il “profeta” in genere era un uomo dalle spiccate capacità medianiche in grado di mettersi in contatto con quelli che la spiritologia moderna chiama Spiriti Superiori e, in particolare, con gli spiriti di Gesù e degli apostoli.

                            Questo spiega perché numerose opere gnostiche, scritte anche secoli dopo la morte di Gesù, riportano insegnamenti attribuiti al Salvatore o agli apostoli sostanzialmente diversi da quelli presenti nei sinottici o nel Vangelo di Tomaso, cioè nei testi che riportano le parole dette da Gesù durante il periodo della sua incarnazione, attribuendo comunque loro un valore sacro.

                            Gli insegnamenti di Gesù riportati nelle opere gnostiche successive alla prima metà del II° secolo erano considerati sacri non perché attingessero a fonti o a tradizioni liturgiche più o meno antiche o autorevoli, ma perché nella maggioranza dei casi provenivano dal contatto diretto tra lo Spirito di Gesù e gli spiriti di quel particolare genere di medium che erano i “profeti”. Si pensi, ad esempio, a certe scene riportate in opere come le Apocalissi di Giacomo che sono il frutto di visioni con cui questi medium gnostici si sono posti in contatto con lo Spirito del Salvatore.









                            VI.

                            La reincarnazione




                            Lo pneuma divino che costituisce l’anima degli psichici dopo la morte cerca la reincarnazione nel corpo di un altro essere umano perché l’ignoranza del carattere divino della propria natura lo spinge a temere la inevitabile morte del perispirito. Gli spiriti dunque si reincarnano per evitare l’esaurimento del fluido energetico del perispirito, che si è formato durante le proprie incarnazioni precedenti e che continua a rivestire l’anima nel periodo immediatamente successivo alla morte del corpo.

                            Ogni rinascita porta l’anima umana ad una maggiore conoscenza della radice divina della propria natura. Solo quando l’anima psichica dopo numerose rinascite sarà diventata completamente pneumatica, non sentirà più la necessità di reincarnarsi nel corpo di un altro essere umano e desidererà tornare, libera dai lacci del perispirito e di qualsiasi altra realtà materiale, in seno a quella fonte di luce divina, che noi chiamiamo Assoluto o Dio.

                            L’importanza delle rinascite nel processo di purificazione interiore e di liberazione dello pneuma umano dai lacci del perispirito è descritto in maniera mirabile in un passo di Pistis Sophia:





                            Il quarto pensiero riguarda invece la parola che hai detto: “Allorché l’anima esce dal corpo, percorre la via con lo spirito di opposizione; quando essa non trova il mistero dello scioglimento da tutti i vincoli e dai sigilli, connessi allo spirito di opposizione, di modo che questo cessi di esserle assegnato, quando dunque non lo trova [questo mistero], lo spirito di opposizione guida l’anima alla vergine luce, la giudicatrice; la giudicatrice, la vergine luce, esamina quell’anima; trova che ha peccato e non scopre in lei i misteri della luce; allora la consegna ad uno dei suoi ricevitori; questo ricevitore la guida e la immette nel corpo; e dalle trasformazioni di quel corpo essa non si libera fino a quando non avrà compiuto l’ultimo ciclo” (Pistis Sophia, 113, 5).





                            Lo stesso concetto, sia pure esposto in maniera un po’ diversa, ritorna in uno dei testi manichei ritrovati a Turfan:





                            “E se l’anima umana, mediante la conoscenza che essa possiede attraverso diecimila rinascite, non vedesse [… Ma quando l’uomo] non vede il vantaggio che deriva dal riconoscere il bene eterno, atemporale e incontaminato, allora gli sono necessari un capo e una guida che gli mostrino la via ed il sentiero che [conduce] a salvarsi dal male e a dirigersi verso l’anima, cioè verso il bene eterno, incontaminato e immutabile” (Fr. M 9 di Turfan, ed. Andreas-Henning II, pag. 298).





                            Naturalmente, quando l’anima giunge ad un elevato grado di purezza e diventa in grado di innalzarsi e di entrare in contatto con l’Assoluto, non sente più la necessità di unirsi al perispirito o comunque di seguirlo in tutte le sue azioni e quando arriva il momento della morte del corpo non sente più il bisogno di reincarnarsi. Anche questa teoria fondamentale della moderna spiritologia scientifica ha un chiaro precedente nelle parole di Gesù riportate in Pistis Sophia:





                            Gesù proseguì il discorso, dicendo: “Se, invece, un’anima non ha seguito lo spirito di opposizione in tutte le sue azioni, ma è diventata buona, ha accolto i misteri della luce […], allorché giunge il tempo dell’uscita di quell’anima dal corpo, lo spirito di opposizione e l’ora fatale seguono quell’anima sulla via che la conduce in alto.

                            Ma prima che si allontani verso l’alto, essa [l’anima] pronuncia il mistero che scioglie i sigilli e tutti i vincoli dello spirito di opposizione con i quali gli arconti lo avvinsero all’anima: dopo che l’ha pronunciato, i vincoli dello spirito di opposizione si sciolgono, egli si astiene dall’andare in quell’anima, abbandona quell’anima eseguendo il comando degli arconti del grande destino, i quali gli avevano detto: «Non allontanarti da quest’anima fino a quando essa non ti avrà detto il mistero dello scioglimento di tutti i sigilli con i quali ti abbiamo avvinto all’anima»” (Pistis Sophia, 112, 1-2).



                            In conclusione, il ciclo delle rinascite terminerà solo quando l’anima riuscirà a penetrare “il mistero dello scioglimento di tutti i sigilli con i quali” il perispirito è stato avvinto allo pneuma umano. Solo allora l’anima potrà abbandonare “lo spirito di opposizione agli arconti del destino”, cioè all’esaurimento della propria energia vitale e alla morte.

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                              #15
                              Metta una firma qui' sotto chi come me ha letto le prime due righe del post di arturo e poi ha pensato: "ma vaffan.....ma chi me lo fa fa' a legge tutte 'ste cazzate" e ha fatto scorrere il rollo del mouse

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