Una delle immagini migliori con cui ricordare Marco Van Basten è il suo gol nella finale Olanda-URSS degli Europei '88: un pallonetto al volo di collo destro sul secondo palo, scagliato da posizione impossibile; un tiro così difficile da lasciare incredulo persino l'allenatore dell'Olanda. Marco Van Basten è stato sicuramente uno dei più completi centravanti nella storia del calcio. Ambidestro, veloce, opportunista, forte di testa, fortissimo tecnicamente, incredibile in acrobazia e abile nel tiro da lontano; un mix eccezionale che permetteva a Marco di segnare gol, fornire assist e deliziare la platea con numeri di altissima scuola. L'avventura calcistica del "Nurejev rossonero" comincia nell'UVV di Utrecht, la città in cui è nato nel '64; in breve tempo arriva all'Ajax, la squadra in cui nella stagione 81/82, a 17 anni, esordisce in serie A. Diventa in breve tempo l'erede del grande Johan Cruyff; nel campionato olandese Marco mette a segno 127 gol in 133 partite (nella stagione 83/84 37 reti in 26 partite) e vince la Scarpa d'Oro. Nel 1987 si trasferisce al Milan per 3,5 miliardi, ma non prima di aver vinto la Coppa delle Coppe con i lancieri di Amsterdam. Nel primo anno il centravanti olandese si presenta a suon di gol ma si infortuna presto; tuttavia fa in tempo a tornare per segnare uno dei gol dello storico 3-2 al Napoli in trasferta, la partita che in pratica consegnò lo scudetto 87/88 al Milan. Nelle due stagioni seguenti Marco segna con continuità nel campionato italiano e nelle competizioni internazionali; nell'88 conquista il suo primo Pallone d'Oro, soprattutto grazie alle sue prodezze durante l'Europeo vinto dall'Olanda, e nell'89 fa il bis. Il fuoriclasse di Utrecht è determinante nel portare il Milan ad essere la squadra più forte d'Europa e del mondo per due anni consecutivi (ricordo soprattutto la doppietta nella finale di Coppa Campioni '88-'89 contro la Steaua e una grande prestazione contro l'Olimpia Asuncion nella coppa Intercontinentale del '90). La stagione '90-'91 è la peggiore di Marco in maglia rossonera: l'Artista del gol mette a segno solo 11 reti in campionato ed ha un rapporto difficile con Arrigo Sacchi; si dice che Berlusconi si sia trovato a dover scegliere uno solo tra il tecnico di Fusignano ed il fenomenale centravanti. Dopo la negativa stagione l'allenatore rivoluzionario diventa commissario tecnico della Nazionale e l'attaccante olandese resta al Milan, in cui arriva Fabio Capello. Si parla di squadra cotta e di giocatori vecchi e da cambiare; invece comincia una nuova era di trionfi rossoneri ed il condottiero è proprio Marco Van Basten, che proprio sotto la guida di Capello si esprime al massimo. Nella stagione '91-92' il cigno di Utrecht disputa il suo campionato migliore: 25 gol (capocannoniere) uno più bello dell'altro e molti assist per i suoi compagni. Quel Milan mette a segno 74 gol, ne subisce 21 e vince il campionato senza perdere neanche una partita. Dopo gli Europei '92 in cui Marco delude e sbaglia un rigore decisivo in semifinale (uno dei suoi pochissimi errori dal dischetto) ma nel Milan lo straordinario attaccante ricomincia come aveva finito. Affiancato dal pallone d'oro Papin, nella prima parte della stagione Van Basten segna più di un gol a partita, in campionato e in Coppa Campioni. I milanisti ricordano ancora il suo storico poker, e soprattutto la sua stupenda rovesciata, al Göteborg in una partita di Champions League. Manca poco all'assegnazione del pallone d'Oro e a quel punto la scelta è obbligata: Marco Van Basten è eletto miglior giocatore d'Europa per la terza volta, record che detiene ancora insieme con due grandissimi come Michel Platini e Johan Cruyff. Durante Milan-Ancona alla tredicesima giornata di campionato Marco (che era capocannoniere del campionato) è costretto a lasciare il campo; rientra nel finale di stagione e partecipa alla sfortunata finale di Champions League, giocata a Monaco di Baviera contro l'Olympique Marsiglia. Van Basten tenta di aiutare la sua squadra a conquistare un'altra coppa Campioni ma la sua condizione è molto approssimativa; e il Milan perde per un gol di Boli segnato in seguito ad un calcio d'angolo inesistente. La caviglia di Marco lo fa soffrire molto, così il fuoriclasse olandese decide di operarsi. In pratica il '92-'93 è stata l'ultima stagione di Marco: a soli ventinove anni, uno dei più grandi campioni della storia del calcio è costretto a smettere. Per due anni Marco tenta in tutti i modi di rientrare ma la sua caviglia non gli dà pace; nel '95 l'annuncio ufficiale del ritiro e il saluto dei tifosi rossoneri a San Siro in occasione del trofeo Berlusconi di quell'anno. Con il Milan in gare ufficiali Marco ha segnato 122 gol in 197 partite; in campionato ha segnato 90 gol in 147 partite, con una media di 0,6 gol a partita che lo rende il miglior bomber straniero (tra coloro che hanno smesso di giocare) da quando negli anni Ottanta sono stati riammessi gli stranieri. Nel '97 Marco ha giocato ancora a S. Siro per la partita d'addio di Franco Baresi; in quel match il Cigno stava per segnare dopo aver percorso 40 metri palla al piede superando in dribbling diversi avversari. Subito dopo tutto lo stadio era in piedi per dedicare una lunga standing ovation al fuoriclasse olandese; per tutto l'intervallo la curva ha invocato Marco ma lui non si è fatto vedere, probabilmente per non rubare la scena al suo ex capitano. Sono passati cinque anni dal ritiro di Van Basten ma è ancora dura pensare che un tale fuoriclasse abbia dovuto lasciare il calcio quando era nel suo periodo migliore. Aldilà delle cifre impressionanti, quello che resta impresso di Marco Van Basten è la sua immensa classe; In questi ultimi si tenta di paragonare ogni nuovo centravanti del Milan a Marco: è successo soprattutto con Weah, Kluivert e Shevchenko. L'unico che potrebbe reggere il confronto è Andriy Shevchenko; però solo a livello di media gol, perché Van Basten era molto più completo di Sheva e la sua classe era veramente immensa, a mio parere non paragonabile a quella di Shevchenko (che in quanto ad altruismo non è lontanamente paragonabile all'olandese). Con Marco in campo il Milan di Fabio Capello è entrato nella storia come una macchina da gol imbattibile; nel post-Marco la squadra rossonera ha vinto ancora, ma non è più stata la stessa cosa. Si sono alternati buoni giocatore, mediocri giocatori e dilettanti che hanno avuto l'onore di indossare quella mitica maglia numero 9, ed anche quando le loro giocate erano apprezzabili ed i loro gol invidiabili non era la stessa cosa che vedere il cigno di Utrecht fare le stesse cose. Certe movenze sono inimitabili e certi atteggiamenti irripetibili... Da parte di tutti gli amanti del calcio e soprattutto da parte dei tifosi milanisti, un grazie a questo immenso fuoriclasse che ci ha fatto vivere emozioni irripetibili ed indimenticabili. Grazie, campione...
Non servono parole per descrivere Marco Van Basten ma basta questo video:
http://spazioinwind.libero.it/superpiro/marco.htm
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