Inserisco un estratto da un articolo di Giovanni Monastra - Biologo ricercatore - saggista, che tratta della "Rivoluzione sulla concezione della natura".
Negli anni Trenta il fisico Bernhard Bavink, precursore per molti aspetti di ardite teorie filosofico-scientifiche attuali, scriveva che il mondo deve “in fondo assimilarsi ad un cinematografo, nel quale un susseguirsi di immagini in realtà discontinue (ad intervalli di circa 1/10 di secondo) dà l'illusione di un fenomeno continuo solo perché la nostra vista fonde in un'unica impressione tale rapida successione”. Un altro aspetto interessante, e inquietante, della meccanica quantistica è il ruolo attribuito all'osservatore.
Si ritiene infatti che sia più un partecipante alla realtà studiata che un asettico soggetto separato dall'oggetto analizzato: egli interferisce in modo profondo con il mondo circostante nel momento stesso in cui esegue le sue indagini sperimentali. Quindi interviene anche nel processo di causalità reticolare.
Non esiste una realtà in sé, separata dall'uomo e dalla sua mente che gli permette di conoscere il mondo, ma una totalità cosmica indivisa di cui siamo parte, perché intrinsecamente legati ad essa: “Nella fisica atomica, non possiamo mai parlare della natura senza parlare, nello stesso tempo, di noi stessi", tanto che è stato coniato il termine di universo partecipatorio.
Così la mente umana assume un ruolo essenziale, per l'aspetto informazionale di cui è permeato l'universo.
Infatti tutto diviene informazione: dall’onda quantica alla rete di rapporti che lega la materia, fino all'uomo che la indaga.
L'universo comincia a sembrare maggiormente simile ad un grande pensiero che ad una grande macchina, come notò negli anni Trenta il fisico J. Jeans.
Nel nostro secolo la vecchia concezione “particellare”, statica, del cosmo ha ceduto il passo a quella dinamica, costituita da una rete di relazioni plastiche, analoga a quella che caratterizza il pensiero umano, cioè i processi di tipo mentale.
Non esistono più “mattoni fondamentali” (non lo sono nemmeno i quark), poiché ogni livello della materia, per essere spiegato, rimanda ad un altro livello, in una continua circolarità complessa che ricorda gli “strani anelli” di Escher e dimostra la prevalenza, l'aspetto fondamentale e fondante del Tutto rispetto alle parti.
Quindi necessita un'indagine scientifica che parta dalla totalità per andare verso le parti: l'olismo (da olon: intero in greco) entra in fisica a pieno titolo.
A questo punto si presenta il problema dell’ordine sottostante questa totalità ben coordinata.
Un interessante modello è stato elaborato dal fisico D. Bohm. Risulta compatibile con le attuali conoscenze scientifiche e possiede anche un certo fascino.
Bohm asserisce che il livello più fondamentale del cosmo è una totalità indivisa: tutte le cose, comprese lo spazio, il tempo e la materia ne fanno parte. Vi sarebbe un ordine sottostante i processi dell’universo che può non risultare chiaramente esplicito. Bohm esemplifica molto bene assimilando questa situazione a quella di due cilindri di diversa misura, l'uno inserito dentro l'altro, separati da uno spazio interno riempito con glicerina.
Se si pone sulla glicerina una goccia di inchiostro, questa rimane ben visibile finché il sistema non viene alterato.
Quando invece si ruota il cilindro esterno, lentamente la goccia si assottiglia, lasciando dietro di sé una scia scura, per poi scomparire del tutto. L'inchiostro è divenuto invisibile, ma naturalmente esiste ancora. Se giriamo in senso inverso il cilindro esterno, la goccia riappare, prima con una striscia e poi, alla fine, in un singolo punto.
Se si mettono più gocce sulla glicerina, deposte a distanza l'una dall'altra, separate da una rivoluzione del cilindro, si può vedere che esse appaiono e scompaiono ordinatamente e in successione, a seconda dei movimenti del cilindro esterno. Apparentemente non risultano correlate da nessun rapporto reciproco, mentre invece è l'esatto contrario: esiste un legame armonico e non causale tra le gocce, determinabile con una legge. Esse non si generano in successione l'una dall'altra, ma sottostanno ad una regolarità complessiva, estranea al causalismo lineare.
Così Bohm può parlare, in analogia, a livello cosmico, di un "ordine implicito" (diverso dall' "ordine esplicito" apparente), contenente lo spazio-tempo, costituito da connessioni non causali, dove le parti, che agiscono in modo relativamente autonomo, rappresentano solo forme particolari e contingenti dentro il Tutto.
Questo ordine nascosto, di tipo olista, è simile a quello intuito dai "mistici” orientali, taoisti, buddhisti e induisti.
Capra cita le parole del Lama Govinda, secondo cui "il Buddhista non crede in un mondo esterno indipendente o che esiste separatamente, tra le cui forze dinamiche egli può inserirsi.
Il mondo esterno e il suo mondo interiore sono per lui due facce di uno stesso tessuto in cui i fili di tutte le forze, di tutti gli avvenimenti, di tutte le forme di coscienza e dei loro oggetti sono intrecciati in una inestricabile rete di relazioni infinite e reciprocamente condizionate".
Per gli orientali legati alle loro antiche tradizioni sapienziali l’universo è un grande schema, le cui parti operano come elementi del Tutto, correlate con questo Tutto. E su tale argomento Capra ha fornito una documentazione assai ricca e persuasiva.
Questo interesse per la metafisica dimostra che la nuova fisica si concilia con l'idea di Dio, di cui ritrova il disegno nella trama della realtà, come dimostrano anche gli scritti di F. Dyson e del già citato P. Davies. Ambedue rilevano che la fisica nucleare ha dimostrato l'esistenza di “singolari coincidenze numeriche" negli equilibri del cosmo, tali da permettere la vita, di per sé assai poco probabile, inspiegabile ricorrendo al semplice caso, “paravento della nostra ignoranza”.
Secondo Davies Dio potrebbe essere assimilato a “una mente universale che pervade il cosmo dirigendolo e controllandolo attraverso le leggi di natura per conseguire un suo fine... l'universo è una mente: un sistema, vale a dire, che si osserva e si autorganizza. E le nostre menti sarebbero, in questa oceanica mente universale, distinte isole di consapevolezza; ciò ricorda alcune concezioni mistiche orientali, secondo cui Dio è la totalità della consapevolezza di cui la nostra mente entra a far parte, perdendo così la sua identità individuale, una volta che essa abbia raggiunto un livello adeguato di perfezionamento spirituale”.
Ecco dunque delineata la nuova fisica, antimeccanicista, olista, rispettosa della dimensione spirituale, ricca di paradossi, consapevole della natura dinamica, unitaria e armonicamente strutturata dell'universo, rete di relazioni discontinue e non-causali, comprendente lo spazio-tempo.
Emerge così un nuovo volto della realtà, che, come ha dimostrato Roberto Fondi, non può venire ignorato dalle altre discipline scientifiche. L’uomo, abbandonate le illusioni del passato, può ricoprire un nuovo e diverso ruolo rispetto a quello, mortificante, di ingranaggio, assegnatogli dalla vecchia fisica.
La nuova fisica insieme alle nuove scoperte sul caos formano una nuova scienza sistemica, incentrata sulla concezione olistica delle cose.
Fra le sue rivoluzionarie teorie troviamo che non esiste, in realtà, il caos. Ma vige nel creato una rete di relazioni nascoste o ancora poche conosciute che uniscono tutto il creato.
Con intenzione olistica, opposta al separatismo cartesiamo, ci si rende conto dell'unità del Tutto. Non si esalta più il dettaglio, ed il dettaglio del dettaglio, ma si cerca di scoprire le funzioni che uniscono le varie forme in un "ordine implicito".
Probabilmente stiamo assistendo ad un passaggio epocale per quanto riguarda la scienza. Basta scorgere un pò dietro i veli di queste nuove teorie è già si scoprono cose meravigliose.
Questa è la vera scienza del futuro.
Purtroppo, però, stenta a entrare nel linguaggio del pensiero religioso. Forse perchè, in effetti, stravolgerebbe molte idee e dogmi delle stesse religioni.
Eppure, come dicevo prima, questo aspetto della scienza è molto più vicino allo spiritualismo che non al materialismo classico che l'ha sempre contraddistinta.
Nell'Olismo, per esempio, vi è insito il principio della trascendenza per cui il tutto è qualcosa di più della somma delle sue parti.
considerazioni personali di epico:<<si potrebbe definire questo articolo in linea gnostica e questo avvalora ancora di piu' la mia tesi che sia la gnosi la VIA.>>
Negli anni Trenta il fisico Bernhard Bavink, precursore per molti aspetti di ardite teorie filosofico-scientifiche attuali, scriveva che il mondo deve “in fondo assimilarsi ad un cinematografo, nel quale un susseguirsi di immagini in realtà discontinue (ad intervalli di circa 1/10 di secondo) dà l'illusione di un fenomeno continuo solo perché la nostra vista fonde in un'unica impressione tale rapida successione”. Un altro aspetto interessante, e inquietante, della meccanica quantistica è il ruolo attribuito all'osservatore.
Si ritiene infatti che sia più un partecipante alla realtà studiata che un asettico soggetto separato dall'oggetto analizzato: egli interferisce in modo profondo con il mondo circostante nel momento stesso in cui esegue le sue indagini sperimentali. Quindi interviene anche nel processo di causalità reticolare.
Non esiste una realtà in sé, separata dall'uomo e dalla sua mente che gli permette di conoscere il mondo, ma una totalità cosmica indivisa di cui siamo parte, perché intrinsecamente legati ad essa: “Nella fisica atomica, non possiamo mai parlare della natura senza parlare, nello stesso tempo, di noi stessi", tanto che è stato coniato il termine di universo partecipatorio.
Così la mente umana assume un ruolo essenziale, per l'aspetto informazionale di cui è permeato l'universo.
Infatti tutto diviene informazione: dall’onda quantica alla rete di rapporti che lega la materia, fino all'uomo che la indaga.
L'universo comincia a sembrare maggiormente simile ad un grande pensiero che ad una grande macchina, come notò negli anni Trenta il fisico J. Jeans.
Nel nostro secolo la vecchia concezione “particellare”, statica, del cosmo ha ceduto il passo a quella dinamica, costituita da una rete di relazioni plastiche, analoga a quella che caratterizza il pensiero umano, cioè i processi di tipo mentale.
Non esistono più “mattoni fondamentali” (non lo sono nemmeno i quark), poiché ogni livello della materia, per essere spiegato, rimanda ad un altro livello, in una continua circolarità complessa che ricorda gli “strani anelli” di Escher e dimostra la prevalenza, l'aspetto fondamentale e fondante del Tutto rispetto alle parti.
Quindi necessita un'indagine scientifica che parta dalla totalità per andare verso le parti: l'olismo (da olon: intero in greco) entra in fisica a pieno titolo.
A questo punto si presenta il problema dell’ordine sottostante questa totalità ben coordinata.
Un interessante modello è stato elaborato dal fisico D. Bohm. Risulta compatibile con le attuali conoscenze scientifiche e possiede anche un certo fascino.
Bohm asserisce che il livello più fondamentale del cosmo è una totalità indivisa: tutte le cose, comprese lo spazio, il tempo e la materia ne fanno parte. Vi sarebbe un ordine sottostante i processi dell’universo che può non risultare chiaramente esplicito. Bohm esemplifica molto bene assimilando questa situazione a quella di due cilindri di diversa misura, l'uno inserito dentro l'altro, separati da uno spazio interno riempito con glicerina.
Se si pone sulla glicerina una goccia di inchiostro, questa rimane ben visibile finché il sistema non viene alterato.
Quando invece si ruota il cilindro esterno, lentamente la goccia si assottiglia, lasciando dietro di sé una scia scura, per poi scomparire del tutto. L'inchiostro è divenuto invisibile, ma naturalmente esiste ancora. Se giriamo in senso inverso il cilindro esterno, la goccia riappare, prima con una striscia e poi, alla fine, in un singolo punto.
Se si mettono più gocce sulla glicerina, deposte a distanza l'una dall'altra, separate da una rivoluzione del cilindro, si può vedere che esse appaiono e scompaiono ordinatamente e in successione, a seconda dei movimenti del cilindro esterno. Apparentemente non risultano correlate da nessun rapporto reciproco, mentre invece è l'esatto contrario: esiste un legame armonico e non causale tra le gocce, determinabile con una legge. Esse non si generano in successione l'una dall'altra, ma sottostanno ad una regolarità complessiva, estranea al causalismo lineare.
Così Bohm può parlare, in analogia, a livello cosmico, di un "ordine implicito" (diverso dall' "ordine esplicito" apparente), contenente lo spazio-tempo, costituito da connessioni non causali, dove le parti, che agiscono in modo relativamente autonomo, rappresentano solo forme particolari e contingenti dentro il Tutto.
Questo ordine nascosto, di tipo olista, è simile a quello intuito dai "mistici” orientali, taoisti, buddhisti e induisti.
Capra cita le parole del Lama Govinda, secondo cui "il Buddhista non crede in un mondo esterno indipendente o che esiste separatamente, tra le cui forze dinamiche egli può inserirsi.
Il mondo esterno e il suo mondo interiore sono per lui due facce di uno stesso tessuto in cui i fili di tutte le forze, di tutti gli avvenimenti, di tutte le forme di coscienza e dei loro oggetti sono intrecciati in una inestricabile rete di relazioni infinite e reciprocamente condizionate".
Per gli orientali legati alle loro antiche tradizioni sapienziali l’universo è un grande schema, le cui parti operano come elementi del Tutto, correlate con questo Tutto. E su tale argomento Capra ha fornito una documentazione assai ricca e persuasiva.
Questo interesse per la metafisica dimostra che la nuova fisica si concilia con l'idea di Dio, di cui ritrova il disegno nella trama della realtà, come dimostrano anche gli scritti di F. Dyson e del già citato P. Davies. Ambedue rilevano che la fisica nucleare ha dimostrato l'esistenza di “singolari coincidenze numeriche" negli equilibri del cosmo, tali da permettere la vita, di per sé assai poco probabile, inspiegabile ricorrendo al semplice caso, “paravento della nostra ignoranza”.
Secondo Davies Dio potrebbe essere assimilato a “una mente universale che pervade il cosmo dirigendolo e controllandolo attraverso le leggi di natura per conseguire un suo fine... l'universo è una mente: un sistema, vale a dire, che si osserva e si autorganizza. E le nostre menti sarebbero, in questa oceanica mente universale, distinte isole di consapevolezza; ciò ricorda alcune concezioni mistiche orientali, secondo cui Dio è la totalità della consapevolezza di cui la nostra mente entra a far parte, perdendo così la sua identità individuale, una volta che essa abbia raggiunto un livello adeguato di perfezionamento spirituale”.
Ecco dunque delineata la nuova fisica, antimeccanicista, olista, rispettosa della dimensione spirituale, ricca di paradossi, consapevole della natura dinamica, unitaria e armonicamente strutturata dell'universo, rete di relazioni discontinue e non-causali, comprendente lo spazio-tempo.
Emerge così un nuovo volto della realtà, che, come ha dimostrato Roberto Fondi, non può venire ignorato dalle altre discipline scientifiche. L’uomo, abbandonate le illusioni del passato, può ricoprire un nuovo e diverso ruolo rispetto a quello, mortificante, di ingranaggio, assegnatogli dalla vecchia fisica.
La nuova fisica insieme alle nuove scoperte sul caos formano una nuova scienza sistemica, incentrata sulla concezione olistica delle cose.
Fra le sue rivoluzionarie teorie troviamo che non esiste, in realtà, il caos. Ma vige nel creato una rete di relazioni nascoste o ancora poche conosciute che uniscono tutto il creato.
Con intenzione olistica, opposta al separatismo cartesiamo, ci si rende conto dell'unità del Tutto. Non si esalta più il dettaglio, ed il dettaglio del dettaglio, ma si cerca di scoprire le funzioni che uniscono le varie forme in un "ordine implicito".
Probabilmente stiamo assistendo ad un passaggio epocale per quanto riguarda la scienza. Basta scorgere un pò dietro i veli di queste nuove teorie è già si scoprono cose meravigliose.
Questa è la vera scienza del futuro.
Purtroppo, però, stenta a entrare nel linguaggio del pensiero religioso. Forse perchè, in effetti, stravolgerebbe molte idee e dogmi delle stesse religioni.
Eppure, come dicevo prima, questo aspetto della scienza è molto più vicino allo spiritualismo che non al materialismo classico che l'ha sempre contraddistinta.
Nell'Olismo, per esempio, vi è insito il principio della trascendenza per cui il tutto è qualcosa di più della somma delle sue parti.
considerazioni personali di epico:<<si potrebbe definire questo articolo in linea gnostica e questo avvalora ancora di piu' la mia tesi che sia la gnosi la VIA.>>
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