Solo Fini e i ministri di An appoggiano la norma a tutela delle donne
Berlusconi-Prestigiacomo, scontro in Cdm
Il ministro per le Pari opportunità chiede di reintrodurre le quote rosa. Il premier: «Non fare la bambina». E lei scoppia in lacrime
Il ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo (Ansa)
ROMA - Tensione, lacrime, porte sbattute ma alla fine si è trovata una mediazione sulle quote rose ieri durante la riunione del Consiglio dei ministri. Al termine di due ore di discussione si è deciso di affidare la stesura di un disegno di legge ad hoc al ministro delle Riforme Roberto Calderoli e alla titolare delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo.
COSE IMPOSSIBILI - E’ proprio lei a rilanciare la questione di una presenza femminile certa nelle liste dopo la bocciatura alla Camera durante le votazioni sul nuovo sistema elettorale, quello che reintroduce il proporzionale. E lo fa con tale enfasi che il premier Silvio Berlusconi si sarebbe rivolto a lei invitandola «a non chiedere cose impossibili come quella di riscrivere daccapo la legge, ma una soluzione su questo tema importante possiamo studiarla». Con queste parole Berlusconi, secondo chi era presente, ha cercato di stemperare una situazione che stava diventando tesa. Più di un ministro (Calderoli e Giovanardi) ha messo in guardia dal rischio che un intervento correttivo sul testo avrebbe fatto saltare la legge. Antonio Martino, contrario, avrebbe obiettato che «in nessun sistema liberale ci sono quote assegnate nè si è mai visto che le elezioni siano predeterminate nei risultati, cosa che avverrebbe riservando una quota alle donne». In soccorso della collega intervengono i ministri di An Fini, Alemanno e Storace. L’atmosfera si surriscalda (e di molto) dopo l’intervento del responsabile dell’Interno. Piuttosto seccato per il metodo con cui è stata affrontata la cosa, Beppe Pisanu rimarca di non essere stato direttamente coinvolto. «Andate pure avanti - avrebbe detto - ma non contate su di me, io comunque sono contrario alle quote rosa». E poi rivolto a Berlusconi avrebbe aggiunto: «Attenzione, modificare la legge potrebbe fare slittare a dopo il 9 aprile la data delle politiche favorendo l’accorpamento con le amministrative». Un’eventualità fortemente avversata da Berlusconi, che però sottolinea: «I sondaggi ci dicono che Cdl e Unione sono alla pari».
CAPRICCIO - Berlusconi, a questo punto, stando al racconto di uno dei presenti, invita a mettere da parte la questione. E rivolto alla Prestigiacomo ripete che Forza Italia, come del resto anche An, riserverà una quota nelle proprie liste alle donne. Ma la Prestigiacomo scatta («Questo non è un mio capriccio, c’era un impegno preciso») e fa per andarsene. E il Cavaliere: «Stefania, ti prego, non fare la bambina». E lei: «Non ti permetto di dire che faccio la bambina...». E scoppia in lacrime. Lascia la sala ed è subito seguita da alcuni colleghi, tra gli altri, raccontano, Bonaiuti e Fini, che tentano di rincuorarla.
Lorenzo Fuccaro
11 novembre 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...uoterosa.shtml
Berlusconi-Prestigiacomo, scontro in Cdm
Il ministro per le Pari opportunità chiede di reintrodurre le quote rosa. Il premier: «Non fare la bambina». E lei scoppia in lacrime
Il ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo (Ansa)
ROMA - Tensione, lacrime, porte sbattute ma alla fine si è trovata una mediazione sulle quote rose ieri durante la riunione del Consiglio dei ministri. Al termine di due ore di discussione si è deciso di affidare la stesura di un disegno di legge ad hoc al ministro delle Riforme Roberto Calderoli e alla titolare delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo.
COSE IMPOSSIBILI - E’ proprio lei a rilanciare la questione di una presenza femminile certa nelle liste dopo la bocciatura alla Camera durante le votazioni sul nuovo sistema elettorale, quello che reintroduce il proporzionale. E lo fa con tale enfasi che il premier Silvio Berlusconi si sarebbe rivolto a lei invitandola «a non chiedere cose impossibili come quella di riscrivere daccapo la legge, ma una soluzione su questo tema importante possiamo studiarla». Con queste parole Berlusconi, secondo chi era presente, ha cercato di stemperare una situazione che stava diventando tesa. Più di un ministro (Calderoli e Giovanardi) ha messo in guardia dal rischio che un intervento correttivo sul testo avrebbe fatto saltare la legge. Antonio Martino, contrario, avrebbe obiettato che «in nessun sistema liberale ci sono quote assegnate nè si è mai visto che le elezioni siano predeterminate nei risultati, cosa che avverrebbe riservando una quota alle donne». In soccorso della collega intervengono i ministri di An Fini, Alemanno e Storace. L’atmosfera si surriscalda (e di molto) dopo l’intervento del responsabile dell’Interno. Piuttosto seccato per il metodo con cui è stata affrontata la cosa, Beppe Pisanu rimarca di non essere stato direttamente coinvolto. «Andate pure avanti - avrebbe detto - ma non contate su di me, io comunque sono contrario alle quote rosa». E poi rivolto a Berlusconi avrebbe aggiunto: «Attenzione, modificare la legge potrebbe fare slittare a dopo il 9 aprile la data delle politiche favorendo l’accorpamento con le amministrative». Un’eventualità fortemente avversata da Berlusconi, che però sottolinea: «I sondaggi ci dicono che Cdl e Unione sono alla pari».
CAPRICCIO - Berlusconi, a questo punto, stando al racconto di uno dei presenti, invita a mettere da parte la questione. E rivolto alla Prestigiacomo ripete che Forza Italia, come del resto anche An, riserverà una quota nelle proprie liste alle donne. Ma la Prestigiacomo scatta («Questo non è un mio capriccio, c’era un impegno preciso») e fa per andarsene. E il Cavaliere: «Stefania, ti prego, non fare la bambina». E lei: «Non ti permetto di dire che faccio la bambina...». E scoppia in lacrime. Lascia la sala ed è subito seguita da alcuni colleghi, tra gli altri, raccontano, Bonaiuti e Fini, che tentano di rincuorarla.
Lorenzo Fuccaro
11 novembre 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...uoterosa.shtml
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