"La Gnosi, per quanto parente del misticismo e della sapienza, è nettamente diversa da entrambi. Il misticismo, pur presentandosi in tante guise, è in chiara opposizione alla fede; e in realtà rappresenta forse la forma di fede più intensa. La sapienza, in senso biblico, è associata alla percezione profetica di un Dio che governa il nostro mondo, concepito come lontano dalla sua Creazione originaria. La Gnosi garantisce la conoscenza di un Dio ignoto a questo mondo, e da esso lontano, un Dio esiliato da una falsa Creazione che, di per sé, costituiva una Caduta. Da se stessi, venendo a conoscere questo Dio alienato e a esserne conosciuti, si arriva a rendersi conto che quel sé più profondo non faceva parte della Creazione-Caduta, ma risale a un tempo arcaico prima del tempo, quando quel sé faceva parte di un tutto che era Dio, un Dio più umano di qualunque altro adorato da allora in poi." (Harold Bloom)
In fondo ad ogni religione troviamo sempre gli stessi principi essenziali: espressione immutabile della Verità eterna, che noi incarniamo e che dobbiamo evolvere fino al compimento.
Le diverse espressioni religiose costituiscono l’ampiezza dei rami e sono l’estensione di uno stesso Tronco: la sconfinata Sapienza Divina.
L’umana natura, in tutti i suoi aspetti, emozionale, morale, razionale e spirituale ha bisogno di questo Tronco, base su cui si appoggia.
La Sapienza ha carattere universale.
Non può essere né patrimonio né predominio di nessuna scuola o corrente, e nessuno può attribuirsi il diritto o il credo che il valore di questa possa appartenergli come esclusivo.
La Religione, vista come Sapienza Divina, è Una per tutta l’umanità.
La Luce della Verità è Una: anche se la Verità si manifesta sotto diversi aspetti di Luce.
I diversi suoi aspetti sono raggi di Luce che penetrano la mente e il cuore dell’uomo, facendovi scaturire la Luce, sorgere la Fede. Luce sulla Verità, Fede in Dio, Amore nel Cristo, nel suo insegnamento.
E’ detto: Se il cuore umano cerca la Luce, la Luce vi sarà riversata.
Colui che si sforza di pervenire alla Conoscenza Divina, che si consuma nella brama di questa Conoscenza, vera scienza perfetta e trascendente, sa che la Gnosi ne costituisce il mezzo.
La Gnosi, interiore sapienza, è la sacra penetrazione dei Misteri Divini: Misteri in cui risiede la vera natura di ogni Religione.
E’ solamente penetrando questi Misteri che si può trovare il vero punto di contatto tra le diverse religioni, tra le varie espressioni e forme di fede, che si può percepire la presenza della Luce.
Luce Divina, Universale, Scaturigine prima e Centro di tutti i raggi di Luce riversati sulla umanità nei secoli: stupenda realtà di una Provvidenza Superiore e di un disegno Divino.
Le origini del Cristianesimo sembrano circonfuse di un certo mistero. Fuori dei documenti neo testamentari e tradizionali, le notizie limitatissime riguardanti quell’avvenimento sono stranamente incerte ed insufficienti.
Ciò che risulta evidente, è la sua origine di radici bibliche esseniche (Esseni = “guaritori terapeuti”, dal vocabolo assè che nell’aramaico e nella lingua talmudica significa “sanare”, “guarire”) in quanto l’esoterismo cristiano si presenta fin dal tempo degli Apostoli come integrazione dell’antico insegnamento Kabbalistico con i nuovi arcani impartiti da Gesù Cristo, come integrazione occulta del Testamento antico con il nuovo, e dell’Antico e Nuovo Patto di Alleanza.
Cristo Gesù nei Vangeli è indifferentemente appellato il Nazireo, Gesù il Nazareo, per indicarne appunto la consacrazione essenica, il carattere eminentemente iniziatico. Agli Hassidim viene infatti spesso applicato anche il nome di Nazorei, Nazirei e Nazareni, dal vocabolo Nazir (puro) che indicava coloro che erano consacrati a Dio, coloro che emettevano i voti del nazireato o purificazione.
Iniziati di comunità esseniche appaiono molti discepoli del Cristo e molti dei primi cristiani.
Lo gnosticismo ha fuso il passato con l’avvenire, il paganesimo con il cristianesimo: con opera lenta di penetrazione intellettuale e morale ha preparato il passaggio dal vecchio al nuovo mondo.
Lo gnosticismo ha seminato nell’Atmosfera intellettuale una quantità di idee teologiche nuove e antiche, di propositi e scopi morali che hanno contribuito alla diffusione del cristianesimo, apportandovi e lasciandovi la sua impronta come Forza invisibile ed occulta che si è prolungata fino ad oggi.
la Gnosi fu proprietà insita in ogni Religione e di ogni Tradizione, quindi fu pre cristiana: Cristo con la sua Rivelazione illuminò e dischiuse a tutti, per mezzo del suo insegnamento, la Dottrina sacra che fino ad allora era stata riservata ai pochi, agli iniziati e sacerdoti, rivelò il Segreto esistente sin dalla creazione del mondo, rivelò la Verità, i suoi gradi, i suoi misteri…
La sua Parola che rivela la Sapienza fu virtuale, sottile e penetrante, fu lievito che fermentò e operò, formò radici e si estese, specie con la diffusione che ne fece Paolo.
Paolo fu iniziato e gnostico ad un tempo: fu dottore gnostico e pioniere della teologia cristiana. Paolo prospetta l’aspetto soteriologico del Cristo; il tema della liberazione karmica avviene per mezzo del Cristo: liberazione posta in relazione con il tema della formazione dell’uomo celeste in noi, similmente a Filone per cui la formazione dell’anima, liberata dalle passioni è resa atta alla Gnosi divina.
La Chiesa di Roma si è prefissa la missione di provare all’universo che essa sola è una e indivisibile e, per arrivare a questo, non è arretrata davanti ad alcun mezzo.
Cominciò col far scomparire la maggior parte degli scritti gnostici. L’incendio della biblioteca di Alessandria, appiccato dall’imperatore Teodosio, fece il grosso del lavoro. Altri fanatici diedero il colpo di grazia. Restavano gli insegnamenti orali, la tradizione.
I Padri della Chiesa raccolsero questi insegnamenti, li snaturarono, li torturarono in mille modi, prendendo sistematicamente in senso letterale ciò che gli gnostici avevano detto in senso figurato, impastando le loro citazioni con glosse oscure, con interpretazioni fantastiche.
Lo Gnosticismo, considerato dalle Chiese Cristiane la massima eresia del II e del III secolo dopo Cristo, è il tentativo di sostituire alla semplice fede, una conoscenza più profonda o gnosi, destinata soprattutto ai perfetti, i cosiddetti gnostici.
La dottrina gnostica, comune a tutte le scuole, si può così riassumere:
1. I due principi. All’origine dell’universo stanno due primi principi supremi ed eterni, di cui uno è spirituale, divino, fonte di ogni perfezione, assolutamente incomprensibile, abisso inesplorabile, di ineffabile grandezza. Contro questo si erge l’altro principio, la materia, la cui qualità intrinseca è il male.
2. Le creature, o esseri finiti, procedono dai due principi. Dal principio del bene proviene il regno della luce o pleroma (= perfezione, natura perfetta, pienezza, abbondanza), costituito da molteplici eoni (= tempo, durata, eternità), enti eterni procedenti per emanazione e personificanti vari aspetti divini, quali potenza, sapienza, santità, ecc., che procedono per sizigie, o coppie di sesso diverso.
Dal principio del male deriva il regno delle tenebre o kenoma (= vuoto) che è in lotta eterna con l’altro regno.
Particelle della sovrabbondante emanazione divina vennero imprigionate nel regno del male per colpa dell’ultimo eorne, Sophia, bramoso di conoscenza, cosicché per virtù loro si animò la materia. Fu appunto l’ultimo eone che procedette alla formazione del demiurgo (o produttore, già ricordato da Platone nel Timeo come artefice e padre dell’universo), il quale, capo di 7 angeli o arconti creatori, signore dei 7 cieli che avvolgono la terra, generalmente identificato con il dio dei giudei (detto Ialdabaoth), procedette alla creazione del mondo corporeo e dell’uomo mediante una combinazione di luce e di tenebre, di spirito e di materia. Per questo l’anima umana, che è luce, rinchiusa nel corpo materiale come in un carcere tenebroso, lotta continuamente contro il corpo, che è materia.
La redenzione, consistente solo nella liberazione dell’anima, particella di luce, dal suo carcere corporeo, avvenne perché il Dio supremo del bene inviò un eone salvatore, denominato poi Gesù, Cristo, o altro.
Tale redenzione non consistette in un farsi uomo dell’eone o in un suo patire salvifico per l’umanità corrotta, poiché in tal caso anche l’eone divino Gesù si sarebbe sottoposto al regno del maligno, ma solo nel donarci una dottrina che, rendendo conscia l’anima della sua origine divina, la abilitasse alla lotta vittoriosa contro la materia, così come Gesù ne diede mirabile esempio nella sua manifestazione terrena....Solo alla fine del mondo la liberazione di tutte le particelle di luce sarà perfettamente realizzata con l’apocatastasi o reintegrazione completa di tutto il regno della luce e la sua vittoria definitiva sul regno delle tenebre.
Dalla sua Potenza Intellettiva Dio creò le gerarchie Angeliche. L’essenza dell’Angelo è dunque potenza d’intelletto, atto di intendere, azione immanente per riflesso: sostanze separate intellettive.
Verso Dio, Causa e natura del loro essere, tende l’inclinazione naturale del loro amore.
Nulla turbava la beata unione dei ritmi della vita divina nell’unica grande melodia di Dio.
A ciascun Angelo, in diverse classi, fu data forza e gloria proporzionata, ma fra questi, un supremo Angelo fu costituito Spirito Principale, Mikael, chiamato Angelo del Trionfo. Egli domina ed ha, ai propri ordini, una gerarchia di Sette Spiriti di Dio.
Nella sede angelica, universo spirituale, sorse, nacque e si sviluppò la possibilità del Male: quale la causa del suo prodursi, quando esisteva un ordine regolare perfetto?
Dal non più conformarsi alla Regola di perfezione sorse la Discordia, la discordanza, la disarmonia allo stato di regola superiore di perfezione.
Lo stato di ribellione fu causato dall’Angelo più eccellente, Lucifero (fugò la Luce); che indusse e trascinò nella sua corrente di orgoglio anche altri Angeli; vollero scindersi dalla Causa Prima e a sua imitazione pretesero con le sole forze naturali di essere capaci di creare, similmente a Dio.
Così, tra gli Angeli manifestati nella gloria della Luce divina, uno di essi, reso cieco da insensato orgoglio, fu il primo a determinare l’opposizione a quanto in Principio si operava in Armonia, mantenendo il perfetto equilibrio tra i due principii opposti. (…)
Mikael Condottiero e Principe di Luce milita in favore dell’ordine cosmico e della giustizia imparziale dell’Essere Assoluto, mentre le entità appartenenti alle tenebre con a capo Lucifero, Angelo avverso e ribelle, scatenano le forze della vita elementale, manifestando quell’ardore cupido, invidioso, egoista che serpeggia in loro.
Mentre i sette Pianeti solari dell’Universo sono figure dei sette spazi degli Eoni, questi sono raffigurati e presieduti dagli Arcangeli, terza gerarchia delle Intelligenze separate, Forze intermediarie tra il Creatore e le cose esistenti, anelli di congiunzione, elementi celesti, eterei, detti i Messaggeri dell’Altissimo, esecutori dei suoi voleri; hanno poteri vitali e rappresentano per l’uomo una virtù protettiva oltre che illuminativa ed attiva.
Sole: Mikael – Intelletto universale, Potestà di Dio, Visione di Dio.
Luna: Gabriel – Nuncio, Verbo e Voce di Dio.
Mercurio: Raphael – Medicina Dei, Rettificazione (è il rettificatore delle vie Karmiche).
Marte: Kamael – Forza, Fuoco, Potenza.
Giove: Tsadkiel – Magnificenza e Grandezza di Dio, Giustizia.
Venere: Haniel – Grazia e Luce, Amore e Splendore divino.
Saturno: Zaphkiel – Scienza, Sapienza e Luce.
La formazione dell’uomo avvenne in questa guisa: Una immagine risplendente o tipo fu dal Logos mostrata agli Angeli demiurgici; ma questi si trovarono incapaci di afferrarla, poiché era stata immediatamente ritirata; essi dissero l’un l’altro: Facciamo l’uomo secondo questa immagine e somiglianza; così tentarono di fare; ma i poteri della loro natura erano solo capaci di evolvere un involucro o plasma che, incapace di sostenersi diritto, giaceva al suolo impotente, strisciando a guisa di verme. Allora la Potenza Suprema, mossa a compassione, mandò una scintilla di Vita, ed il plasma si alzò e le sue membra si svilupparono e furono collegate insieme. Vale a dire, il plasma si indurì e divenne sempre più denso nel succedersi delle razze; così fu evoluto il corpo umano, e la Scintilla di Luce fu in esso racchiusa come in un tabernacolo.
Questa Scintilla di Luce, dopo la morte, affrettasi a ritornare a quelle scintille della sua stessa natura, ed il resto degli elementi che formano il corpo umano viene dissolto.
La ruota del fato è il ciclo del ritorno, nel tempo, nella generazione terrena. Il fato, visto come effetto del passato, di ciò che fummo e di ciò che è stato compiuto, è ineluttabile, non si può modificare. Ma la ruota del fato, esperienza attuale e presente, si può modificare con l’azione, la volontà, il pensiero, la luce dell’intelletto, la conoscenza.
Nella ruota del fato, lungo il pellegrinaggio dell’ascendit e descendit, parte considerevole è in mano ai signori delle sette sfere, gli Arconti, che sono ostili alla liberazione dell’anima dai vincoli terreni, e la cui opposizione deve essere vinta dall’anima ansiosa di redenzione.
Ma le sette sfere sono anche state assegnate da Dio ai sette Arcangeli: questi combattono l’ostilità degli arconti e aiutano l’anima nella sua ascesi redentiva.
L’Arcangelo Raphael è chiamato il rettificatore della via karmica, il rettificatore della ruota del fato.
Una legge provvidenziale divina ha stabilito di dare all’uomo lungo il faticoso cammino dell'esperienza terrena l’amorevole assistenza dell’Angelo suo custode, Genio tutelare che sospingendolo nella via della Luce lo sostiene nella strenua lotta contro le continue tentazioni che gli pervengono dal suo Angelo tenebroso, demone e diretto avversario.
Sia l’uno sia l’altro, l’Angelo della Luce come l’Angelo delle Tenebre, non abbandonano mai l’uomo durante il corso dell’esperienza terrena e lo seguono fino al passaggio, e l’anima uscita dal corpo entrambi li ritrova, enti visibili, per rendere testimonianza del suo operato.
La recente scoperta di un'intera biblioteca di scritti gnostici (in gran parte tuttora all'esame di specialisti) dimostra l'esistenza di un cristianesimo gnostico contemporaneo alle tendenze giudeo-cristiane, che ha influito sul Nuovo Testamento, specialmente su Giovanni.
La scoperta della biblioteca gnostica, in lingua copta, è avvenuta nel 1945 presso il villaggio di Nag Hammadi, in Alto Egitto, nella zona di Khenoboskhion, dove al principio del IV secolo Pacomio aveva fondato un monastero cristiano. Complicate questioni circa il diritto di possesso e di acquisto dei testi rinvenuti hanno ritardato fino al 1956 l'inizio regolare degli studi, salvo per un piccolo gruppo di essi, tempestivamente acquistato dall'Istituto Jung di Zurigo. Poi gli studi sono stati di nuovo sospesi, e ripresi nel 1962, dopo un accordo tra l'Unesco e il governo della Repubblica araba unita. Una nuova interruzione è stata causata, nel giugno del 1967, dalla guerra arabo-israeliana.
Ora i tredici codici in papiro, contenenti complessivamente 49 scritti gnostici, sono catalogati, sommariamente esaminati, e alcuni di essi già trascritti e studiati.
Completando l'elenco dei testi di Nag Hammadi con altre notizie pervenuteci dalla patristica, si può tracciare il seguente quadro della letteratura gnostico-cristiana:
1. Sophia di Gesù - E' una dissertazione dottrinale sulla vera struttura dell'universo, sull'economia della salvezza, sulla provvidenza divina, ecc.; dissertazione tenuta da Gesù, apparso dopo la resurrezione, ai dodici apostoli e a sette donne su di un monte della Galilea, rispondendo alle domande che gli pongono Filippo, Tommaso, Mattia, Bartolomeo e Maria Maddalena.
2. Epistola di Eugnosto - Ha l'identico contenuto della Sophia di Gesù, in forma di lettera anziché di conversazione.
3. Dialogo del Redentore - Il testo, in cattive condizioni e mutilo in più parti, tuttora sotto studio, contiene una dissertazione di Gesù su problemi cosmologici, antropologici e soteriologici.
4. Pistis Sophia - E' un insieme di quattro libri, di cui i primi tre costituiscono un'unica opera: il Cristo risorto, dopo aver ancora trascorso undici anni coi discepoli, nel dodicesimo appare loro in una luce abbagliante, tra canti e suoni e inni angelici, e rivela il mistero della caduta dell'anima umana nella materia, l'origine del male, la necessità del ritorno alla Luce di Dio, il destino degli Arconti (le potenze del male). Il quarto libro ripete argomenti già trattati prima, ambientando il discorso di Gesù, il giorno dopo la resurrezione, prima sulle sponde dell'Oceano (dove Gesù prega usando formule magiche) e poi in "un'aerea regione" luminosa e su di un monte della Galilea.
5. Libri di Jeu - E' un trattato didattico, in due libri, in cui Gesù spiega ai discepoli come dal "vero Dio"m uscito dal grembo del Padre, siano procedute ventotto emanazioni (nominate e descritte ad una ad una); poi illustra le tre forme di battesimo (coll'acqua, col fuoco, con lo Spirito Santo) e descrive l'ascesa delle anime dei discepoli, purificati e salvati, attraverso gli eoni del mondo superiore (di nuovo descritti ad uno ad uno).
6. Libro del Grande Spirito Invisibile - Nel contesto è anche chiamato Vangelo degli Egiziani, ma non ha nulla a che fare con l'omonimo Vangelo citato dai Padri. E' una dissertazione sul mondo della Luce e delle entità superiori, a cu appartengono anche gli gnostici "perfetti".
7. Vangelo della Perfezione - Conosciamo appena il titolo da Epifanio.
8. Vangelo dei Quattro angoli del mondo - Abbiamo di esso sola seguente testimonianza del vescovo arabo Maruta del IV secolo: "Questi perfidi (i seguaci di Simone Mago) hanno fabbricato per se stessi un vangelo che, diviso in quattro volumi, hanno chiamato Libro dei quattro angoli o cardini del mondo".
9. Vangelo di Eva - Ne fanno cenno Epifanio.
10. Vangelo di Maria - Maria Maddalena conforta i discepoli di Gesù e riferisce loro una rivelazione avuta da Gesù: che alla visione di Dio non si giunge con l'anima, né con lo spirito, ma con l'intelletto. Incredulità di Pietro e di Andrea che il Salvatore abbia fatto a una una donna e non a loro tale rivelazione. Levi li biasima: dovrebbero piuttosto vergognarsi di essere stati amati da Gesù meno di Maria Maddalena.
11. Interrogazioni di Maria - Ne fa cenno Epifanio.
12. Vangelo di Giuda - Lo nominano Ireneo ed Epifanio, attribuendolo ai cainiti, setta gnostica che avrebbe, a loro dire, giustificato sia il fratricidio di Caino sia il tradimento di Giuda come atti indispensabili, e previsti da Dio, per la caduta e conseguente salvezza dell'umanità. Giuda sarebbe stato, quindi, strumento della salvezza, per cui i cainiti celebravano il mysterium proditionis.
13. Vangelo di Mattia - Già citato da Origene e da Eusebio, finora gli studiosi erano per lo più del parere che si dovesse identificare con le Tradizioni di Mattia, di cui si conoscevano alcune poche citazioni in Clemente Alessandrino. Il testo di Nag Hammadi, ora allo studio, risolverà la questione.
14. Libro di Tommaso l'Atleta - E' un dialogo tra il Cristo risorto e Tommaso, attualmente ancora allo studio.
15. Apocrifo di Giovanni - Gli studi attualmente in corso su questo testo gnostico appureranno anche la questione se esso debba considerarsi il modello del Libro di Giovanni, in uso tra i bogomilli bulgari e i catari.
16. Vangelo della Verità - Non è propriamente un Vangelo, ma piuttosto una dissertazione su di alcuni punti fondamentali della dottrina gnostica: l'emanazionismo, la caduta delle anime nelle tenebre della materia, il predominio dell'Errore e della dimenticanza di Dio, quindi l'ignoranza di se stessi come eoni aventi radice nella Luce di Dio, la necessità della conoscenza (gnosi) per recuperare la salvezza con il ritorno in Dio, origine e fine di ogni cosa. Questa è la Verità, rivelata da Gesù Cristo, per la misericordia del Padre.
17. Vangelo di Tommaso - L'importanza di questo Vangelo è tale che gli studiosi lo considerano come il "quinto Vangelo", degno di essere incorporato ai sinottici. Il manoscritto copto scoperto a Khenoboskion appartiene al IV secolo, ma è ormai opinione comune che l'originale debba risalire alla prima metà del II secolo. Questo fatto colloca il Vangelo di Tommaso tra i primi documenti cristiani, molto vicino alle date di composizione dei Vangeli canonici, e solleva la questione delle reciproche influenze e dell'ambiente religioso di cui esso esprimeva il pensiero. Il Vangelo di Tommaso, infatti, presenta una serie di oltre cento logia di Gesù, che in gran parte hanno forma identica o molto simile a quella di versetti contenuti nei quattro Vangeli canonici - soprattutto di Matteo e di Luca - o che, pur differenti nella formulazione, hanno uno stretto rapporto concettuale con passi neotestamentari. Ma molti di essi, per la loro collocazione o per l'aggiunta di qualche particolare, risultano differenti nel significato. Altri hanno una struttura e un significato che ben si accorda con lo spirito dei testi canonici, ma un contenuto assolutamente nuovo. Infine, un terzo circa dei paragrafi di cui è composto il Vangelo non ha alcuna corrispondenza, né come forma né come contenuto, con i testi canonici. Proprio questi paragrafi costituiscono l'aspetto più interessante del Vangelo di Tommaso ed anzi danno la chiave per una interpretazione diversa, non solo delle parti che si differenziano dai testi noti, ma spesso anche di versetti formalmente identici. Essi, infatti, sono tutti chiaramente ispirati alla dottrina gnostica. Infine, è indubitabilmente accertato che il Vangelo di Tommaso non deriva dai canonici pertanto si deve supporre una fonte comune (o una collezione scritta di detti o una tradizione orale) da cui abbiano preso le mosse tanto i Vangeli canonici quanto il Vangelo di Tommaso.
18. Vangelo di Filippo - Nello stesso volume della biblioteca gnostica di Nag Hammadi che contiene il Vangelo di Tommaso, anzi proprio in continuazione ad esso, si trova il Vangelo di Filippo. Meno noto dell'altro, non era mai stato menzionato dai Padri della Chiesa. Confrontanto le sentenze del Vangelo di Filippo con il poco che sappiamo - dagli scritti patristici - circa le dottrine delle varie correnti gnostiche, si può con una certa sicurezza affermare che il Vangelo è da ascrivere ai valentiniani, così chiamati dal fondatore della scuola, Valentino, vissuto ad Alessandria d'Egitto in pieno II secolo. A parte infatti la consueta terminologia gnostica, comune anche a Tommaso, e naturalmente la concezione generale della gnosi, come attività intellettiva e razionale, intimamente combinata però con elementi di natura esoterica, il Vangelo di Filippo rivela una più ampia accettazione del mito e un più stretto legame con l'ebraismo e, soprattutto, modifica la dottrina squisitamente gnostica del ritorno delle anime perfette allo stato di pura "idea" (concezione platonica) nell'iperuranio, per dare invece notevole sviluppo alla dottrina valentiniana della "camera nuziale", cioè del pleroma concepito come il "luogo" dei perfetti accoppiamenti delle sizigie emanate da Dio. Alla dottrina gnostica dell'emanazione pura e semplice si sovrappone quella della generazione e procreazione.
Di seguito un interessante articolo a firma di Massimo Cogliandro,
autore del sito
http://utenti.tripod.it/maximusmagnus/
La tradizione cattolica ci ha abituato a considerare gli angeli come degli esseri spirituali dalle sembianze antropomorfe intermedi tra l’uomo e Dio. Essa ritiene che gli angeli, come gli uomini, siano stati fatti “ad immagine e somiglianza di Dio”, ma che siano dotati di una natura sostanzialmente diversa ed inferiore rispetto a quella divina.
Questa tendenza a credere nell’esistenza di una gerarchia di sostanze spirituali nel cosmo è tipica delle religioni alienanti, che tendono a rispecchiare nel campo dell’ideologia religiosa le ben più concrete gerarchie presenti nella società e nel sistema di rapporti sociali di produzione.
E’ evidente che questa “teologia delle gerarchie spirituali” si è andata affermando in ambito cristiano quando una parte della Chiesa ha assunto le caratteristiche di una istituzione strutturata gerarchicamente.
Le antiche comunità gnostiche, eredi della più genuina tradizione esseno-cristiana, che non hanno voluto integrarsi nella complessa macchina istituzionale rappresentata dalla Grande Chiesa, hanno mantenuto per secoli pressoché intatto un sistema teologico in cui gli uomini, gli angeli e il Padre di Verità non sono tre realtà distinte, ma tre gradi di coscienza della realtà divina dotati di una loro dinamica e della possibilità di convertirsi l’uno nell’altro.
E’ evidente, quindi, che mentre la teologia politica cattolica è una ideologia del compromesso sociale, la teologia politica gnostica presenta un carattere estremamente rivoluzionario e sovvertitore nei confronti di qualsiasi ordine sociale di tipo gerarchico.
Il problema della natura degli angeli assume un importanza centrale nel pensiero della Gnosi Cristiana, al punto che in Pistis Sophia è lo stesso Gesù a tenere un discorso chiarificatore sulla natura degli angeli e delle altre realtà divine intermedie:
Allorché Andrea finì di parlare, lo spirito del salvatore si agitò, ed egli esclamò: “Fino a quando vi debbo sopportare? Fino a quando mi debbo intrattenere con voi? Tuttora non avete compreso e siete ignoranti. Non sapete, dunque, e non capite che voi, tutti gli angeli, tutti gli arcangeli, gli dèi, i signori, tutti gli arconti, tutti i grandi invisibili, tutti quelli [del luogo] di mezzo, quelli dell’intero luogo della destra, tutti i grandi delle emanazioni della luce e tutta la loro gloria, [non capite] che tutti voi insieme provenite da un’unica e identica pasta, che tutti voi provenite dalla stessa miscela?” (Pistis Sophia, Libro II, 100, 3)
Non è un caso che nel Vangelo di Tomaso anche alle donne, rappresentate nel testo da Maria Maddalena, è riconosciuta la possibilità di “farsi uomini”, cioè di acquisire la conoscenza dei sacri misteri, e di giungere alla salvezza:
Simon Pietro disse loro: “Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita”. Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei Cieli”
Lo Gnostico, che nel procedere verso la conoscenza di sé arriva ad un grado di coscienza tale da riuscire a liberarsi dai vincoli del mondo materiale, anche se non ancora da quelli del molteplice, e si fa “angelo”, diventa il più virile degli esseri.
Per la Gnosi, le idee di Angelo, Conoscenza e Virilità sono quindi attributi tipici dello spirito divino dell’essere umano, che a un dato momento giunge ad un certo grado di autocoscienza.
Nella teologia gnostica però l’angelo si distingue dall’uomo perché è uno spirito divino, che non è imprigionato dalle catene del mondo materiale e che si distingue da Dio per la determinatezza e la limitatezza legati al suo essere Eone, cioè spirito divino che partecipa della molteplicità.
questi spiriti divini non sono ancora Dio, perché in essi la sostanza divina non supera il grado della molteplicità degli stati di coscienza, ma non sono neanche esseri umani, perché non sono più imprigionati in quella realtà dotata di estensione che noi chiamiamo materia.
In conclusione, possiamo dire che nella teologia gnostica l’angelo è l’Uomo che giunge ad una tale conoscenza di sé da riuscire a svincolare il proprio pneuma divino dai lacci del mondo materiale, ma che non è ancora in grado di sciogliere il proprio Io nell’assoluta unità del Tutto.
In fondo ad ogni religione troviamo sempre gli stessi principi essenziali: espressione immutabile della Verità eterna, che noi incarniamo e che dobbiamo evolvere fino al compimento.
Le diverse espressioni religiose costituiscono l’ampiezza dei rami e sono l’estensione di uno stesso Tronco: la sconfinata Sapienza Divina.
L’umana natura, in tutti i suoi aspetti, emozionale, morale, razionale e spirituale ha bisogno di questo Tronco, base su cui si appoggia.
La Sapienza ha carattere universale.
Non può essere né patrimonio né predominio di nessuna scuola o corrente, e nessuno può attribuirsi il diritto o il credo che il valore di questa possa appartenergli come esclusivo.
La Religione, vista come Sapienza Divina, è Una per tutta l’umanità.
La Luce della Verità è Una: anche se la Verità si manifesta sotto diversi aspetti di Luce.
I diversi suoi aspetti sono raggi di Luce che penetrano la mente e il cuore dell’uomo, facendovi scaturire la Luce, sorgere la Fede. Luce sulla Verità, Fede in Dio, Amore nel Cristo, nel suo insegnamento.
E’ detto: Se il cuore umano cerca la Luce, la Luce vi sarà riversata.
Colui che si sforza di pervenire alla Conoscenza Divina, che si consuma nella brama di questa Conoscenza, vera scienza perfetta e trascendente, sa che la Gnosi ne costituisce il mezzo.
La Gnosi, interiore sapienza, è la sacra penetrazione dei Misteri Divini: Misteri in cui risiede la vera natura di ogni Religione.
E’ solamente penetrando questi Misteri che si può trovare il vero punto di contatto tra le diverse religioni, tra le varie espressioni e forme di fede, che si può percepire la presenza della Luce.
Luce Divina, Universale, Scaturigine prima e Centro di tutti i raggi di Luce riversati sulla umanità nei secoli: stupenda realtà di una Provvidenza Superiore e di un disegno Divino.
Le origini del Cristianesimo sembrano circonfuse di un certo mistero. Fuori dei documenti neo testamentari e tradizionali, le notizie limitatissime riguardanti quell’avvenimento sono stranamente incerte ed insufficienti.
Ciò che risulta evidente, è la sua origine di radici bibliche esseniche (Esseni = “guaritori terapeuti”, dal vocabolo assè che nell’aramaico e nella lingua talmudica significa “sanare”, “guarire”) in quanto l’esoterismo cristiano si presenta fin dal tempo degli Apostoli come integrazione dell’antico insegnamento Kabbalistico con i nuovi arcani impartiti da Gesù Cristo, come integrazione occulta del Testamento antico con il nuovo, e dell’Antico e Nuovo Patto di Alleanza.
Cristo Gesù nei Vangeli è indifferentemente appellato il Nazireo, Gesù il Nazareo, per indicarne appunto la consacrazione essenica, il carattere eminentemente iniziatico. Agli Hassidim viene infatti spesso applicato anche il nome di Nazorei, Nazirei e Nazareni, dal vocabolo Nazir (puro) che indicava coloro che erano consacrati a Dio, coloro che emettevano i voti del nazireato o purificazione.
Iniziati di comunità esseniche appaiono molti discepoli del Cristo e molti dei primi cristiani.
Lo gnosticismo ha fuso il passato con l’avvenire, il paganesimo con il cristianesimo: con opera lenta di penetrazione intellettuale e morale ha preparato il passaggio dal vecchio al nuovo mondo.
Lo gnosticismo ha seminato nell’Atmosfera intellettuale una quantità di idee teologiche nuove e antiche, di propositi e scopi morali che hanno contribuito alla diffusione del cristianesimo, apportandovi e lasciandovi la sua impronta come Forza invisibile ed occulta che si è prolungata fino ad oggi.
la Gnosi fu proprietà insita in ogni Religione e di ogni Tradizione, quindi fu pre cristiana: Cristo con la sua Rivelazione illuminò e dischiuse a tutti, per mezzo del suo insegnamento, la Dottrina sacra che fino ad allora era stata riservata ai pochi, agli iniziati e sacerdoti, rivelò il Segreto esistente sin dalla creazione del mondo, rivelò la Verità, i suoi gradi, i suoi misteri…
La sua Parola che rivela la Sapienza fu virtuale, sottile e penetrante, fu lievito che fermentò e operò, formò radici e si estese, specie con la diffusione che ne fece Paolo.
Paolo fu iniziato e gnostico ad un tempo: fu dottore gnostico e pioniere della teologia cristiana. Paolo prospetta l’aspetto soteriologico del Cristo; il tema della liberazione karmica avviene per mezzo del Cristo: liberazione posta in relazione con il tema della formazione dell’uomo celeste in noi, similmente a Filone per cui la formazione dell’anima, liberata dalle passioni è resa atta alla Gnosi divina.
La Chiesa di Roma si è prefissa la missione di provare all’universo che essa sola è una e indivisibile e, per arrivare a questo, non è arretrata davanti ad alcun mezzo.
Cominciò col far scomparire la maggior parte degli scritti gnostici. L’incendio della biblioteca di Alessandria, appiccato dall’imperatore Teodosio, fece il grosso del lavoro. Altri fanatici diedero il colpo di grazia. Restavano gli insegnamenti orali, la tradizione.
I Padri della Chiesa raccolsero questi insegnamenti, li snaturarono, li torturarono in mille modi, prendendo sistematicamente in senso letterale ciò che gli gnostici avevano detto in senso figurato, impastando le loro citazioni con glosse oscure, con interpretazioni fantastiche.
Lo Gnosticismo, considerato dalle Chiese Cristiane la massima eresia del II e del III secolo dopo Cristo, è il tentativo di sostituire alla semplice fede, una conoscenza più profonda o gnosi, destinata soprattutto ai perfetti, i cosiddetti gnostici.
La dottrina gnostica, comune a tutte le scuole, si può così riassumere:
1. I due principi. All’origine dell’universo stanno due primi principi supremi ed eterni, di cui uno è spirituale, divino, fonte di ogni perfezione, assolutamente incomprensibile, abisso inesplorabile, di ineffabile grandezza. Contro questo si erge l’altro principio, la materia, la cui qualità intrinseca è il male.
2. Le creature, o esseri finiti, procedono dai due principi. Dal principio del bene proviene il regno della luce o pleroma (= perfezione, natura perfetta, pienezza, abbondanza), costituito da molteplici eoni (= tempo, durata, eternità), enti eterni procedenti per emanazione e personificanti vari aspetti divini, quali potenza, sapienza, santità, ecc., che procedono per sizigie, o coppie di sesso diverso.
Dal principio del male deriva il regno delle tenebre o kenoma (= vuoto) che è in lotta eterna con l’altro regno.
Particelle della sovrabbondante emanazione divina vennero imprigionate nel regno del male per colpa dell’ultimo eorne, Sophia, bramoso di conoscenza, cosicché per virtù loro si animò la materia. Fu appunto l’ultimo eone che procedette alla formazione del demiurgo (o produttore, già ricordato da Platone nel Timeo come artefice e padre dell’universo), il quale, capo di 7 angeli o arconti creatori, signore dei 7 cieli che avvolgono la terra, generalmente identificato con il dio dei giudei (detto Ialdabaoth), procedette alla creazione del mondo corporeo e dell’uomo mediante una combinazione di luce e di tenebre, di spirito e di materia. Per questo l’anima umana, che è luce, rinchiusa nel corpo materiale come in un carcere tenebroso, lotta continuamente contro il corpo, che è materia.
La redenzione, consistente solo nella liberazione dell’anima, particella di luce, dal suo carcere corporeo, avvenne perché il Dio supremo del bene inviò un eone salvatore, denominato poi Gesù, Cristo, o altro.
Tale redenzione non consistette in un farsi uomo dell’eone o in un suo patire salvifico per l’umanità corrotta, poiché in tal caso anche l’eone divino Gesù si sarebbe sottoposto al regno del maligno, ma solo nel donarci una dottrina che, rendendo conscia l’anima della sua origine divina, la abilitasse alla lotta vittoriosa contro la materia, così come Gesù ne diede mirabile esempio nella sua manifestazione terrena....Solo alla fine del mondo la liberazione di tutte le particelle di luce sarà perfettamente realizzata con l’apocatastasi o reintegrazione completa di tutto il regno della luce e la sua vittoria definitiva sul regno delle tenebre.
Dalla sua Potenza Intellettiva Dio creò le gerarchie Angeliche. L’essenza dell’Angelo è dunque potenza d’intelletto, atto di intendere, azione immanente per riflesso: sostanze separate intellettive.
Verso Dio, Causa e natura del loro essere, tende l’inclinazione naturale del loro amore.
Nulla turbava la beata unione dei ritmi della vita divina nell’unica grande melodia di Dio.
A ciascun Angelo, in diverse classi, fu data forza e gloria proporzionata, ma fra questi, un supremo Angelo fu costituito Spirito Principale, Mikael, chiamato Angelo del Trionfo. Egli domina ed ha, ai propri ordini, una gerarchia di Sette Spiriti di Dio.
Nella sede angelica, universo spirituale, sorse, nacque e si sviluppò la possibilità del Male: quale la causa del suo prodursi, quando esisteva un ordine regolare perfetto?
Dal non più conformarsi alla Regola di perfezione sorse la Discordia, la discordanza, la disarmonia allo stato di regola superiore di perfezione.
Lo stato di ribellione fu causato dall’Angelo più eccellente, Lucifero (fugò la Luce); che indusse e trascinò nella sua corrente di orgoglio anche altri Angeli; vollero scindersi dalla Causa Prima e a sua imitazione pretesero con le sole forze naturali di essere capaci di creare, similmente a Dio.
Così, tra gli Angeli manifestati nella gloria della Luce divina, uno di essi, reso cieco da insensato orgoglio, fu il primo a determinare l’opposizione a quanto in Principio si operava in Armonia, mantenendo il perfetto equilibrio tra i due principii opposti. (…)
Mikael Condottiero e Principe di Luce milita in favore dell’ordine cosmico e della giustizia imparziale dell’Essere Assoluto, mentre le entità appartenenti alle tenebre con a capo Lucifero, Angelo avverso e ribelle, scatenano le forze della vita elementale, manifestando quell’ardore cupido, invidioso, egoista che serpeggia in loro.
Mentre i sette Pianeti solari dell’Universo sono figure dei sette spazi degli Eoni, questi sono raffigurati e presieduti dagli Arcangeli, terza gerarchia delle Intelligenze separate, Forze intermediarie tra il Creatore e le cose esistenti, anelli di congiunzione, elementi celesti, eterei, detti i Messaggeri dell’Altissimo, esecutori dei suoi voleri; hanno poteri vitali e rappresentano per l’uomo una virtù protettiva oltre che illuminativa ed attiva.
Sole: Mikael – Intelletto universale, Potestà di Dio, Visione di Dio.
Luna: Gabriel – Nuncio, Verbo e Voce di Dio.
Mercurio: Raphael – Medicina Dei, Rettificazione (è il rettificatore delle vie Karmiche).
Marte: Kamael – Forza, Fuoco, Potenza.
Giove: Tsadkiel – Magnificenza e Grandezza di Dio, Giustizia.
Venere: Haniel – Grazia e Luce, Amore e Splendore divino.
Saturno: Zaphkiel – Scienza, Sapienza e Luce.
La formazione dell’uomo avvenne in questa guisa: Una immagine risplendente o tipo fu dal Logos mostrata agli Angeli demiurgici; ma questi si trovarono incapaci di afferrarla, poiché era stata immediatamente ritirata; essi dissero l’un l’altro: Facciamo l’uomo secondo questa immagine e somiglianza; così tentarono di fare; ma i poteri della loro natura erano solo capaci di evolvere un involucro o plasma che, incapace di sostenersi diritto, giaceva al suolo impotente, strisciando a guisa di verme. Allora la Potenza Suprema, mossa a compassione, mandò una scintilla di Vita, ed il plasma si alzò e le sue membra si svilupparono e furono collegate insieme. Vale a dire, il plasma si indurì e divenne sempre più denso nel succedersi delle razze; così fu evoluto il corpo umano, e la Scintilla di Luce fu in esso racchiusa come in un tabernacolo.
Questa Scintilla di Luce, dopo la morte, affrettasi a ritornare a quelle scintille della sua stessa natura, ed il resto degli elementi che formano il corpo umano viene dissolto.
La ruota del fato è il ciclo del ritorno, nel tempo, nella generazione terrena. Il fato, visto come effetto del passato, di ciò che fummo e di ciò che è stato compiuto, è ineluttabile, non si può modificare. Ma la ruota del fato, esperienza attuale e presente, si può modificare con l’azione, la volontà, il pensiero, la luce dell’intelletto, la conoscenza.
Nella ruota del fato, lungo il pellegrinaggio dell’ascendit e descendit, parte considerevole è in mano ai signori delle sette sfere, gli Arconti, che sono ostili alla liberazione dell’anima dai vincoli terreni, e la cui opposizione deve essere vinta dall’anima ansiosa di redenzione.
Ma le sette sfere sono anche state assegnate da Dio ai sette Arcangeli: questi combattono l’ostilità degli arconti e aiutano l’anima nella sua ascesi redentiva.
L’Arcangelo Raphael è chiamato il rettificatore della via karmica, il rettificatore della ruota del fato.
Una legge provvidenziale divina ha stabilito di dare all’uomo lungo il faticoso cammino dell'esperienza terrena l’amorevole assistenza dell’Angelo suo custode, Genio tutelare che sospingendolo nella via della Luce lo sostiene nella strenua lotta contro le continue tentazioni che gli pervengono dal suo Angelo tenebroso, demone e diretto avversario.
Sia l’uno sia l’altro, l’Angelo della Luce come l’Angelo delle Tenebre, non abbandonano mai l’uomo durante il corso dell’esperienza terrena e lo seguono fino al passaggio, e l’anima uscita dal corpo entrambi li ritrova, enti visibili, per rendere testimonianza del suo operato.
La recente scoperta di un'intera biblioteca di scritti gnostici (in gran parte tuttora all'esame di specialisti) dimostra l'esistenza di un cristianesimo gnostico contemporaneo alle tendenze giudeo-cristiane, che ha influito sul Nuovo Testamento, specialmente su Giovanni.
La scoperta della biblioteca gnostica, in lingua copta, è avvenuta nel 1945 presso il villaggio di Nag Hammadi, in Alto Egitto, nella zona di Khenoboskhion, dove al principio del IV secolo Pacomio aveva fondato un monastero cristiano. Complicate questioni circa il diritto di possesso e di acquisto dei testi rinvenuti hanno ritardato fino al 1956 l'inizio regolare degli studi, salvo per un piccolo gruppo di essi, tempestivamente acquistato dall'Istituto Jung di Zurigo. Poi gli studi sono stati di nuovo sospesi, e ripresi nel 1962, dopo un accordo tra l'Unesco e il governo della Repubblica araba unita. Una nuova interruzione è stata causata, nel giugno del 1967, dalla guerra arabo-israeliana.
Ora i tredici codici in papiro, contenenti complessivamente 49 scritti gnostici, sono catalogati, sommariamente esaminati, e alcuni di essi già trascritti e studiati.
Completando l'elenco dei testi di Nag Hammadi con altre notizie pervenuteci dalla patristica, si può tracciare il seguente quadro della letteratura gnostico-cristiana:
1. Sophia di Gesù - E' una dissertazione dottrinale sulla vera struttura dell'universo, sull'economia della salvezza, sulla provvidenza divina, ecc.; dissertazione tenuta da Gesù, apparso dopo la resurrezione, ai dodici apostoli e a sette donne su di un monte della Galilea, rispondendo alle domande che gli pongono Filippo, Tommaso, Mattia, Bartolomeo e Maria Maddalena.
2. Epistola di Eugnosto - Ha l'identico contenuto della Sophia di Gesù, in forma di lettera anziché di conversazione.
3. Dialogo del Redentore - Il testo, in cattive condizioni e mutilo in più parti, tuttora sotto studio, contiene una dissertazione di Gesù su problemi cosmologici, antropologici e soteriologici.
4. Pistis Sophia - E' un insieme di quattro libri, di cui i primi tre costituiscono un'unica opera: il Cristo risorto, dopo aver ancora trascorso undici anni coi discepoli, nel dodicesimo appare loro in una luce abbagliante, tra canti e suoni e inni angelici, e rivela il mistero della caduta dell'anima umana nella materia, l'origine del male, la necessità del ritorno alla Luce di Dio, il destino degli Arconti (le potenze del male). Il quarto libro ripete argomenti già trattati prima, ambientando il discorso di Gesù, il giorno dopo la resurrezione, prima sulle sponde dell'Oceano (dove Gesù prega usando formule magiche) e poi in "un'aerea regione" luminosa e su di un monte della Galilea.
5. Libri di Jeu - E' un trattato didattico, in due libri, in cui Gesù spiega ai discepoli come dal "vero Dio"m uscito dal grembo del Padre, siano procedute ventotto emanazioni (nominate e descritte ad una ad una); poi illustra le tre forme di battesimo (coll'acqua, col fuoco, con lo Spirito Santo) e descrive l'ascesa delle anime dei discepoli, purificati e salvati, attraverso gli eoni del mondo superiore (di nuovo descritti ad uno ad uno).
6. Libro del Grande Spirito Invisibile - Nel contesto è anche chiamato Vangelo degli Egiziani, ma non ha nulla a che fare con l'omonimo Vangelo citato dai Padri. E' una dissertazione sul mondo della Luce e delle entità superiori, a cu appartengono anche gli gnostici "perfetti".
7. Vangelo della Perfezione - Conosciamo appena il titolo da Epifanio.
8. Vangelo dei Quattro angoli del mondo - Abbiamo di esso sola seguente testimonianza del vescovo arabo Maruta del IV secolo: "Questi perfidi (i seguaci di Simone Mago) hanno fabbricato per se stessi un vangelo che, diviso in quattro volumi, hanno chiamato Libro dei quattro angoli o cardini del mondo".
9. Vangelo di Eva - Ne fanno cenno Epifanio.
10. Vangelo di Maria - Maria Maddalena conforta i discepoli di Gesù e riferisce loro una rivelazione avuta da Gesù: che alla visione di Dio non si giunge con l'anima, né con lo spirito, ma con l'intelletto. Incredulità di Pietro e di Andrea che il Salvatore abbia fatto a una una donna e non a loro tale rivelazione. Levi li biasima: dovrebbero piuttosto vergognarsi di essere stati amati da Gesù meno di Maria Maddalena.
11. Interrogazioni di Maria - Ne fa cenno Epifanio.
12. Vangelo di Giuda - Lo nominano Ireneo ed Epifanio, attribuendolo ai cainiti, setta gnostica che avrebbe, a loro dire, giustificato sia il fratricidio di Caino sia il tradimento di Giuda come atti indispensabili, e previsti da Dio, per la caduta e conseguente salvezza dell'umanità. Giuda sarebbe stato, quindi, strumento della salvezza, per cui i cainiti celebravano il mysterium proditionis.
13. Vangelo di Mattia - Già citato da Origene e da Eusebio, finora gli studiosi erano per lo più del parere che si dovesse identificare con le Tradizioni di Mattia, di cui si conoscevano alcune poche citazioni in Clemente Alessandrino. Il testo di Nag Hammadi, ora allo studio, risolverà la questione.
14. Libro di Tommaso l'Atleta - E' un dialogo tra il Cristo risorto e Tommaso, attualmente ancora allo studio.
15. Apocrifo di Giovanni - Gli studi attualmente in corso su questo testo gnostico appureranno anche la questione se esso debba considerarsi il modello del Libro di Giovanni, in uso tra i bogomilli bulgari e i catari.
16. Vangelo della Verità - Non è propriamente un Vangelo, ma piuttosto una dissertazione su di alcuni punti fondamentali della dottrina gnostica: l'emanazionismo, la caduta delle anime nelle tenebre della materia, il predominio dell'Errore e della dimenticanza di Dio, quindi l'ignoranza di se stessi come eoni aventi radice nella Luce di Dio, la necessità della conoscenza (gnosi) per recuperare la salvezza con il ritorno in Dio, origine e fine di ogni cosa. Questa è la Verità, rivelata da Gesù Cristo, per la misericordia del Padre.
17. Vangelo di Tommaso - L'importanza di questo Vangelo è tale che gli studiosi lo considerano come il "quinto Vangelo", degno di essere incorporato ai sinottici. Il manoscritto copto scoperto a Khenoboskion appartiene al IV secolo, ma è ormai opinione comune che l'originale debba risalire alla prima metà del II secolo. Questo fatto colloca il Vangelo di Tommaso tra i primi documenti cristiani, molto vicino alle date di composizione dei Vangeli canonici, e solleva la questione delle reciproche influenze e dell'ambiente religioso di cui esso esprimeva il pensiero. Il Vangelo di Tommaso, infatti, presenta una serie di oltre cento logia di Gesù, che in gran parte hanno forma identica o molto simile a quella di versetti contenuti nei quattro Vangeli canonici - soprattutto di Matteo e di Luca - o che, pur differenti nella formulazione, hanno uno stretto rapporto concettuale con passi neotestamentari. Ma molti di essi, per la loro collocazione o per l'aggiunta di qualche particolare, risultano differenti nel significato. Altri hanno una struttura e un significato che ben si accorda con lo spirito dei testi canonici, ma un contenuto assolutamente nuovo. Infine, un terzo circa dei paragrafi di cui è composto il Vangelo non ha alcuna corrispondenza, né come forma né come contenuto, con i testi canonici. Proprio questi paragrafi costituiscono l'aspetto più interessante del Vangelo di Tommaso ed anzi danno la chiave per una interpretazione diversa, non solo delle parti che si differenziano dai testi noti, ma spesso anche di versetti formalmente identici. Essi, infatti, sono tutti chiaramente ispirati alla dottrina gnostica. Infine, è indubitabilmente accertato che il Vangelo di Tommaso non deriva dai canonici pertanto si deve supporre una fonte comune (o una collezione scritta di detti o una tradizione orale) da cui abbiano preso le mosse tanto i Vangeli canonici quanto il Vangelo di Tommaso.
18. Vangelo di Filippo - Nello stesso volume della biblioteca gnostica di Nag Hammadi che contiene il Vangelo di Tommaso, anzi proprio in continuazione ad esso, si trova il Vangelo di Filippo. Meno noto dell'altro, non era mai stato menzionato dai Padri della Chiesa. Confrontanto le sentenze del Vangelo di Filippo con il poco che sappiamo - dagli scritti patristici - circa le dottrine delle varie correnti gnostiche, si può con una certa sicurezza affermare che il Vangelo è da ascrivere ai valentiniani, così chiamati dal fondatore della scuola, Valentino, vissuto ad Alessandria d'Egitto in pieno II secolo. A parte infatti la consueta terminologia gnostica, comune anche a Tommaso, e naturalmente la concezione generale della gnosi, come attività intellettiva e razionale, intimamente combinata però con elementi di natura esoterica, il Vangelo di Filippo rivela una più ampia accettazione del mito e un più stretto legame con l'ebraismo e, soprattutto, modifica la dottrina squisitamente gnostica del ritorno delle anime perfette allo stato di pura "idea" (concezione platonica) nell'iperuranio, per dare invece notevole sviluppo alla dottrina valentiniana della "camera nuziale", cioè del pleroma concepito come il "luogo" dei perfetti accoppiamenti delle sizigie emanate da Dio. Alla dottrina gnostica dell'emanazione pura e semplice si sovrappone quella della generazione e procreazione.
Di seguito un interessante articolo a firma di Massimo Cogliandro,
autore del sito
http://utenti.tripod.it/maximusmagnus/
La tradizione cattolica ci ha abituato a considerare gli angeli come degli esseri spirituali dalle sembianze antropomorfe intermedi tra l’uomo e Dio. Essa ritiene che gli angeli, come gli uomini, siano stati fatti “ad immagine e somiglianza di Dio”, ma che siano dotati di una natura sostanzialmente diversa ed inferiore rispetto a quella divina.
Questa tendenza a credere nell’esistenza di una gerarchia di sostanze spirituali nel cosmo è tipica delle religioni alienanti, che tendono a rispecchiare nel campo dell’ideologia religiosa le ben più concrete gerarchie presenti nella società e nel sistema di rapporti sociali di produzione.
E’ evidente che questa “teologia delle gerarchie spirituali” si è andata affermando in ambito cristiano quando una parte della Chiesa ha assunto le caratteristiche di una istituzione strutturata gerarchicamente.
Le antiche comunità gnostiche, eredi della più genuina tradizione esseno-cristiana, che non hanno voluto integrarsi nella complessa macchina istituzionale rappresentata dalla Grande Chiesa, hanno mantenuto per secoli pressoché intatto un sistema teologico in cui gli uomini, gli angeli e il Padre di Verità non sono tre realtà distinte, ma tre gradi di coscienza della realtà divina dotati di una loro dinamica e della possibilità di convertirsi l’uno nell’altro.
E’ evidente, quindi, che mentre la teologia politica cattolica è una ideologia del compromesso sociale, la teologia politica gnostica presenta un carattere estremamente rivoluzionario e sovvertitore nei confronti di qualsiasi ordine sociale di tipo gerarchico.
Il problema della natura degli angeli assume un importanza centrale nel pensiero della Gnosi Cristiana, al punto che in Pistis Sophia è lo stesso Gesù a tenere un discorso chiarificatore sulla natura degli angeli e delle altre realtà divine intermedie:
Allorché Andrea finì di parlare, lo spirito del salvatore si agitò, ed egli esclamò: “Fino a quando vi debbo sopportare? Fino a quando mi debbo intrattenere con voi? Tuttora non avete compreso e siete ignoranti. Non sapete, dunque, e non capite che voi, tutti gli angeli, tutti gli arcangeli, gli dèi, i signori, tutti gli arconti, tutti i grandi invisibili, tutti quelli [del luogo] di mezzo, quelli dell’intero luogo della destra, tutti i grandi delle emanazioni della luce e tutta la loro gloria, [non capite] che tutti voi insieme provenite da un’unica e identica pasta, che tutti voi provenite dalla stessa miscela?” (Pistis Sophia, Libro II, 100, 3)
Non è un caso che nel Vangelo di Tomaso anche alle donne, rappresentate nel testo da Maria Maddalena, è riconosciuta la possibilità di “farsi uomini”, cioè di acquisire la conoscenza dei sacri misteri, e di giungere alla salvezza:
Simon Pietro disse loro: “Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita”. Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei Cieli”
Lo Gnostico, che nel procedere verso la conoscenza di sé arriva ad un grado di coscienza tale da riuscire a liberarsi dai vincoli del mondo materiale, anche se non ancora da quelli del molteplice, e si fa “angelo”, diventa il più virile degli esseri.
Per la Gnosi, le idee di Angelo, Conoscenza e Virilità sono quindi attributi tipici dello spirito divino dell’essere umano, che a un dato momento giunge ad un certo grado di autocoscienza.
Nella teologia gnostica però l’angelo si distingue dall’uomo perché è uno spirito divino, che non è imprigionato dalle catene del mondo materiale e che si distingue da Dio per la determinatezza e la limitatezza legati al suo essere Eone, cioè spirito divino che partecipa della molteplicità.
questi spiriti divini non sono ancora Dio, perché in essi la sostanza divina non supera il grado della molteplicità degli stati di coscienza, ma non sono neanche esseri umani, perché non sono più imprigionati in quella realtà dotata di estensione che noi chiamiamo materia.
In conclusione, possiamo dire che nella teologia gnostica l’angelo è l’Uomo che giunge ad una tale conoscenza di sé da riuscire a svincolare il proprio pneuma divino dai lacci del mondo materiale, ma che non è ancora in grado di sciogliere il proprio Io nell’assoluta unità del Tutto.
Commenta