Quattro anni dopo.

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  • ALEX2
    Bodyweb Senior
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    • Arcore - villa San Martino
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    #16
    Originariamente Scritto da Sergio
    Già.. anzi a me veniva un ulteriore dubbio : Ricordate quando dicono che i pezzi sono solo pezzi piccoli che si possono portare via a mano ?
    Che si possono portare via o che si possono portare li a mano?

    eheheheh beh dipende da che parte vedi la questione...sono dettagli...
    il miglior modo per dire è fare

    Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

    berlusconi_s@camera.it

    sukkiotto docet...:
    http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

    guardate qui:

    http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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    • maurillo
      .......................
      • Jun 2002
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      #17
      Resistenza al fuoco
      delle strutture






      CAPACITA' PORTANTE DEGLI EDIFICI

      Per soddisfare il requisito essenziale "Sicurezza in caso di incendio" la recente direttiva europea sui materiali da costruzione richiede come primo obiettivo che la capacità portante dell'edificio possa essere garantita per un periodo di tempo determinato.

      Questo obiettivo può essere raggiunto con livelli di prestazione dei componenti strutturali scelti sulla base delle azioni termiche a cui i componenti stessi sono soggetti.

      Non conoscendo a priori lo scenario dell'incendio reale che, tra l'altro, può essere influenzato dall'adozione di impianti di estinzione o altri sistemi di protezione, il criterio di valutazione della sollecitazione termica adottato può variare da paese a paese.

      La legislazione italiana basa la sua richiesta di prestazione dei componenti strutturali sul criterio che la durata dell'incendio sia proporzionale al carico di incendio.

      La circolare del M.l. n. 91 del 1961 "Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile", classifica i fabbricati civili in sette classi distinte in base al carico di incendio e richiede per la struttura, salvo un coefficiente di riduzione che dovrebbe tenere conto delle condizioni di incendio reale, una resistenza al fuoco espressa in minuti primi pari al carico dì incendio espresso in kg/mq di legna equivalente.

      In termini più semplici, la circ. 91 ipotizza che con una distribuzione di combustibile equivalente a 60 kg /mq di legna standard l'incendio duri un'ora.

      Se questa ipotesi fosse verificata, la certezza che un edificio non crolli a seguito di un incendio dovrebbe dipendere soltanto dalla compatibilità tra la resistenza al fuoco delle strutture ed il carico di incendio.

      In effetti la durata di un incendio dipende da molti fattori e la sua gravità non solo dalla sua durata ma anche dall'intensità del fuoco, cioè dalla temperatura raggiunta dalle strutture.

      L'azione termica è determinata dalla distribuzione del carico di incendio, dalle caratteristiche delle sostanze combustibili presenti, dalla ventilazione, dalla geometria del compatimento dalla forma e dalle dimensioni, dalle caratteristiche termiche delle pareti di contorno, dall'umidità.

      La legislazione italiana, pur richiamando le prescrizioni della circ. 91, pone comunque dei valori superiori alla capacità di resistenza, in relazione al rischio effettivo e all'altezza dell'edificio,

      D.M. 26.08.1992 "Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica

      Comportamento al fuoco

      Resistenza delle strutture

      I requisito di resistenza al fuoco degli elementi strutturali vanno valutati secondo le prescrizioni e le modalità di verifica stabilità dalla circ. 91/61, prescindendo dal tipo materiale utilizzato (c.a., laterizi, acciaio, legno massiccio, legno lamellare, elementi compositi, ecc.)

      Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare, per i vari tipi di materiali suddetti, nonchè la classificazione degli edifici in funzione del Carico di Incendio, vanno determinati con le tabelle e con le modalità specificate nella circ.N 91/61.

      Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 (strutture portanti) e REI 60 ( strutture separanti) per edifici con altezza antincendi fino a 24 m; per edifici di altezza superiore dev'essere garantita una resistenza al fuoco almeno di R 90 (strutture portanti) e REI 90 (strutture separanti).

      Per le strutture di pertinenza delle aree a rischio specifico devono applicarsi le disposizioni emanate nelle rispettive normative.

      La preoccupazione del legislatore è che, in caso di incendio, tutti gli occupanti riescano a mettersi in salvo, i vigili del fuoco arrivino tempestivamente per aiutare gli ultimi occupanti ad uscire, spegnere I' incendio, salvare i beni di maggiore valore ivi contenuti.

      Durante queste operazioni l'edificio non deve crollare e deve essere garantito un tempo di stabilità per le strutture portanti. tanto più grande quanto queste operazioni possono risultare complesse per le dimensioni e la configurazione dell'edificio, per le caratteristiche psichiche e fisiche degli occupanti, per la tempestività di intervento dei vigili del fuoco, per il modo dì propagarsi del fuoco e dei prodotti dì combustione.

      Così la durata di prestazione minima è basata sulla durata di queste operazioni e non sulle sollecitazioni derivanti dall'incendio effettivo.

      L'azione termica di riferimento è quella dell'incendio convenzionale, in base alla quale viene misurata la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi e non trovano considerazione eventuali misure di protezione che dovrebbero diminuire la gravità dell'incendio.

      Uno dei compiti dell'ingegneria della sicurezza antincendio è proprio quello di proporre criteri per la valutazione di equivalenza delle misure protettive adottate.

      Un elemento costruttivo, progettato per resistere alle sollecitazioni esterne prodotte dai carichi normali previsti, garantisce la sua stabilità fin tanto che le sollecitazioni rimangono contenute nei limiti di progetto.

      Se si fa, per esempio, riferimento ad una trave sollecitata a flessione, questa rimane stabile finchè il momento flettente (sollecitazioni) generato dai carichi sostenuti rimane inferiore, in tute le sezioni, al momento resistente che la trave è in grado di opporre.

      Quando l'elemento costruttivo è esposto ad un incendio si ha una duplice azione negativa sulla capacità di resistenza dell'elemento:

      - aumenta la sollecitazione esterna per le tensioni aggiuntive determinate dalle dilatazioni termiche impedite ( quando la trave è iperstatica );

      -diminuisce contemporaneamente la capacità di resistenza dei materiali della trave per effetto della temperatura.

      Dopo un certo tempo si raggiunge una condizione limite per cui la resistenza opposta dall'elemento è inferiore alla sollecitazione impressa e si realizzano le condizioni di cedimento strutturale.

      Per evitare questo è necessario chiedere all'elemento costruttivo un idoneo comportamento al fuoco per cui il collasso, se avviene, deve verificarsi dopo un congruo periodo dì tempo dall'inizio dell'incendio.

      Bisogna allora individuare l'azione termica del fuoco, in termini di temperature che l'elemento raggiunge nel corso dell'incendio e di durata delle sollecitazioni che ne derivano.

      La richiesta di prestazione è quindi riferita ad una determinata azione termica, derivata da uno scenario di incendi ed espressa come durata della capacità di resistenza dell'elemento costruttivo all'azione stessa.

      Lo scenario di riferimento dovrebbe essere l'incendio reale ed effettivamente ad esso si farà riferimento quando l'approccio ingegneristico sarà applicabile nella sua globalità e, quindi, anche nella previsione dell'incendio reale mediante l'analisi computerizzata.

      Per ora lo stato della ricerca non consente di seguire questa procedura ed allora è necessario riferirsi ad un incendio convenzionale, per il quale, a livello internazionale, si è convenuto di adottare la curva standard temperatura-tempo ISO 834.

      Se è vero che sistemi di protezione antincendi riducono i valori delle sollecitazioni termiche rispetto a quelli convenzionali, al contrario, vi possono essere scenari di incendio per i quali l'azione termica sull'elemento costruttivo è più intensa di quella che corrisponde alla curva ISO 834; in questo caso la resistenza al fuoco deve essere determinata con la curva temperatura-tempo più severa.

      La grandezza che esprime la domanda di prestazione dell'elemento costruttivo è, dunque, la sua resistenza al fuoco.

      La definizione di resistenza al fuoco secondo la ISO Guide 52 è la seguente:

      Capacità di un elemento di un'ora di conservare, per un determinato periodo di tempo, la stabilità, la tenuta e l'isolamento termico specificati nella prova standard di resistenza al fuoco.

      La prova standard di resistenza al fuoco consiste nel sottoporre il campione nel forno ad un processo di riscaldamento che segue la curva standard temperatura-tempo.

      Il D.M. 30.11.1983, "Termini e definizioni generali e simboli grafici della prevenzione incendi", dà le seguenti definizioni ufficiali:

      1.9. Materiale.

      Il componente ( o i componenti variamente associati) che può ( o possono) partecipare alla combustione in dipendenza della propria natura chimica e della relativa condizione di messa in opera per l'utilizzazione.

      1.11. Resistenza al fuoco.

      Attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare - secondo un programma termico prestabilito e per un tempo determinato.- in tutto o in parte: la stabilità ( R ), la tenuta ( E ) e l'isolamento termico (I), così definiti:

      - stabilità: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco;

      - tenuta: attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare nè produrre -se sottoposto all'azione del fuoco su un lato - fiamme, vapori, o gas caldi sul lato non esposto;

      -isolamento termico: attitudine dell' elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore,

      Pertanto:

      - con il simbolo REI si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità, la tenuta e l'isolamento termico;

      - con il simbolo RE identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità, la tenuta;

      - con il simbolo R si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità.

      In relazione ai requisiti dimostrati gli elementi strutturati vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi.

      Per la classificazione degli elementi non portanti il criterio R è automaticamente soddisfatto quando siano soddisfatti i criteri E ed I.

      I tre requisiti REI devono essere garantiti per un tempo, corrispondente alla prestazione richiesta, che viene rilevato sperimentalmente mediante prove al forno su elementi costruttivi nella loro interezza e non suoi singoli componenti, sottoposti alle sollecitazioni previste per le condizioni di esercizio.

      Non sempre le prestazioni richieste si riferiscono a tutti e tre i requisiti; per elementi portanti senza funzione di separazione (travi, pilastri) la prestazione richiesta si riferisce solo alla R, per elementi portanti con funzione di separazione (pareti in muratura, solai) ci si riferisce generalmente a tutti e tre i requisiti, per elementi di separazione non portanti (porte, serrande) ci si riferisce soltanto ai requisiti E, I.

      Quando, come nella presente trattazione, il problema è limitato alla capacità portante dell'opera, primo obiettivo da considerare per il raggiungimento del requisito essenziale "Sicurezza in caso dì incendio", la domanda di prestazione si riferisce solo al parametro R e consiste nel verificare che le sollecitazioni meccaniche sugli elementi dovute ai carichi normali di esercizio, nonché gli stati di tensione aggiuntivi, quando si tratta di strutture iperstatiche, dovuti alle deformazioni termiche impedite sotto l'azione dell'incendio, non diminuiscono la "capacità resistente" delle strutture portanti nei limiti di tempo richiesti.

      Esistono due modi per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruitivi: il metodo sperimentale delle prove al forno e il metodo analitico.

      Metodo sperimentale

      Il modo più comune per valutare la resistenza al fuoco degli elementi strutturali è la prova al forno. Vi sono due tipi di forni: i forni orizzontali per prove di travi, solai, paratie, e forni verticali per murature, porte ecc....

      Come abbiamo già detto in quasi tutti i paesi europei il metodo usato è il metodo ISO 834 che prescrive un impatto termico per il campione secondo una curva temperatura tempo definita.

      L'andamento della temperatura viene controllato da piccole termocoppie poste vicino al campione.

      Naturalmente questo metodo consente la prova su campioni di dimensioni modeste, limitate alla capacità del forni di prova e per le strutture di dimensioni. maggiori è necessario stabilire dei rapporti di similitudine attraverso sperimentazioni di forme uguali e dimensioni diverse.

      Il forno del C.S.E. dei servizi antincendio è particolarmente adatto per queste sperimentazioni per le sue dimensioni e la sua flessibilità.

      E' un forno combinato verticale orizzontale ed ha dodici bruciatori ad olio combustibile distribuiti uniformemente lungo le parti basse delle pareti laterali.

      E' uno dei forni sperimentali più grandi: 6.9 m. di profondità e 3.9 m. di larghezza; quando viene usato per campioni verticali l'area di esposizione massima è 3.9 x 4.7 m. . E' rivestito di mattoni di densità relativamente alta (2000 kg/mc) perciò richiede molta energia per il funzionamento.

      I bruciatori hanno il controllo automatico della temperatura attraverso un gruppo di regolatori elettronici, uno per ciascun bruciatore. E' anche possibile il controllo manuale della temperatura.

      Un inconveniente del metodo sperimentale per la misura della resistenza al fuoco è la mancanza di uno standard di riferimento. I vari laboratori di prova dispongono di forni diversi per forma e dimensioni e possono dare risposte diverse.

      Vi sono tanti motivi per cui uno stesso campione, misurato in forni diversi, può dare risultati differenziati, anche se nei forni stessi è stata registrata una uguale curva standard temperatura tempo.

      La causa più importante della disuniformità di risposta è il diverso impatto termico che le termocoppie di misura hanno rispetto al campione.

      L'aumento di temperatura di un corpo nel forno è in parte dovuto all'irraggiamento termico e in parte ai moti convettivi.

      Le termocoppie sono molto più sensibili ai moti convettivi di quanto non lo sia il campione il cui riscaldamento è dovuto principalmente all'irraggiamento termico.

      Per questa ragione il riscaldamento subito dal campione può risultare diverso da quello programmato e questa diversità di comportamento a sua volta varia da forno a forno.

      é in atto una ricerca a livello comunitario coordinata dal Swedish National Testing and Research Institute, per la definizione di un sistema di calibrazione dei forni con l'impiego di termometri piatti poco sensibili al calore convettivo.

      In Italia , la curva standard temperatura tempo adottata è quella riportata nella Circolare 91 del Ministero dell'Interno del 1961, molto simile alla curva ISO 834 e ampiamente contenuta nei limiti di tolleranza di quest'ultima.

      Fino ad oggi la resistenza al fuoco di un elemento strutturale poteva essere valutata solo in forma sperimentale:

      -DIRETTA ov vero mediante la prova al forno prevista dalla circ. 91/61

      -INDIRETTA ovvero per confronto con i dati, sempre di origine sperimentale, contenuti nelle tabelle allegate alla stessa circ. 91/61.

      Dagli anni '60 ad oggi la tipologia edilizia ha subito, però, una notevole evoluzione per esempio nel settore della prefabbricazione e in quello delle strutture precompresse.

      Di qui l'urgenza, sempre più pressante di superare i limiti intrinseci del metodo sperimentale di determinazione della resistenza al fuoco:

      -limitato numero di prove effettuabili in tempi ragionevoli,
      -limitate dimensioni degli elementi probabili al forno,
      -risultati di prova non estrapolabili ad elementi con diverse dimensioni,
      -diverse condizioni di vincolo,
      -diversa disposizione delle armature interne,
      -diversi spessori di protezione,
      -costi elevati delle prove.

      In tale contesto l'UNI, in accordo con il Comitato Centrale Tecnico Scientifico di Prevenzione Incendi del Ministero dell'Interno ha ravvisato l'opportunità e l'utilità di studiare specifiche norme che, in alternativa al metodo sperimentale, permettessero la valutazione analitica della resistenza al fuoco degli elementi strutturali in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, acciaio e legno.

      Con questo obiettivo, elaborate da una apposita commissione mista UNI - VV.F. sono nate le norme UNI 9502-UNI 9503-UNI 9504.

      Norme che colmano dunque una grave lacuna anche se, come è bene anticipare, costituiscono solo il primo atto di un ampio programma normativo teso a fornire efficaci strumenti per la valutazione globale della sicurezza strutturale di un edificio soggetto ad incendio reale.

      Metodo analitico

      Una prima applicazione dei metodi dell'lngegneria nella sicurezza antincendi è la valutazione analitica dei requisiti di stabilità R e di isolamento I degli elementi strutturali in sostituzione delle prove al forno. La valutazione analitica del requisito R viene effettuata con l'impiego di modelli matematici che simulano il processo di riscaldamento dell'elemento strutturale nel forno nonché i processi di deformazione e di combustione considerando eventualmente anche le tensioni indotte dalle deformazioni termiche impedite e il danneggiamento del materiali costitutivi che ne consegue. Proposte di procedimenti analitici per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi sono riportate nelle norme UNI-CNVT 9502, 9503, 9504, rispettivamente per strutture in cemento armato, in acciaio ed in legno (nota 2, nota 3, nota 4).

      Questi procedimenti analitici sono solo sistemi alternativi al metodo sperimentale applicabili a elementi costruiti (muri, pilastri, travi, solai, coperture) e non possono essere utilizzati per la verifica dei sistemi strutturali soggetti ad incendio.

      Le procedure indicate dalle norme UNI-CNVT si riferiscono soltanto ad un elemento costruttivo sottoposto ad una sollecitazione termica standard ed il valore di resistenza al fuoco ottenuto esprime il risultato che si dovrebbe avere con la prova standard al forno.

      I metodi analitici costituiscono comunque una base per procedure ingegneristiche delle valutazione della resistenza al fuoco dell'intero edificio basata su scenari di incendio in cui l'andamento crescente della curva temperatura tempo è più realistico e tenga anche conto dell'andamento decrescente della stessa curva.

      Essi presentano rispetto alle prove al forno i seguenti vantaggi:

      -non richiedono limiti per le dimensioni del campione;

      -possono dare risultati indicativi del comportamento di tutta la struttura.

      Quando si passa dal componente strutturale all'intero edificio, per conferire alla struttura principale di esso la resistenza al fuoco dei singoli elementi, bisognerebbe tener conto nella valutazione dì questi ultimi delle azioni indirette causate dalla dilatazione termica, dalla deformazione e/o dal cedimento degli elementi strutturali. Queste, sollecitazioni integrative non possono essere messe in evidenza dalle prove al forno su campioni isostatici sia pure sottoposti a regimi tensionali corrispondenti a quelli di esercizio, ma possono essere valutate nelle procedure di calcolo.

      Oltre agli elementi di struttura oggi vengono provati e omologati anche gli elementi di chiusura come le porte, da installare nelle attività soggette al controllo per la sicurezza antincendi.

      Il D.M. 14.12.1993 "Norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco e omologazione di porte e altri elementi di chiusura", prevede l'iter tecnico amministrativo per giungere all'omologazione dei serramenti e agli elementi di chiusura in genere, relativamente alla resistenza al fuoco, provati secondo la UNI 9723 (nota 6).

      A partire dal 31.12.1996 nelle attività soggette alla normativa per la sicurezza antincendi non potranno più essere installare porte semplicemente classificate, ma serramenti provvisti di certificato di omologazione per la resistenza al fuoco.

      NOTE

      nota 1- Quando vengono adottati sistemi di protezione attiva intesi a ritardare l'incendio generalizzato (flash over) come impianti automatici di estinzione, sistemi di evacuazione fumi ed altri per i quali è possibile garantire efficacia di funzionamento e affidabilità di intervento, la prestazione richiesta all'elemento costruttivo in termini di resistenza al fuoco dovrebbe essere ridotta in quanto il tratto iniziale della curva standard simula il forte aumento di temperatura che si realizza al momento del flash over, mentre prima del flash over la sollecitazione termica è più bassa.

      nota 2- UNI 9502 " Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso".

      nota 3- UNI 9503 " Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di acciaio".

      noia 4- UNI 9504 " Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di legno". nota 5- UNI 9723 " Resistenza al fuoco delle porte ed altri elementi di chiusura. Prove e criteri di classificazione."
      http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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      • ALEX2
        Bodyweb Senior
        • Jan 2004
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        • Arcore - villa San Martino
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        #18
        minkia mauri oltre alla abbondanza dello scritto c sono aspetti tecnici...
        il miglior modo per dire è fare

        Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

        berlusconi_s@camera.it

        sukkiotto docet...:
        http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

        guardate qui:

        http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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        • DVD-R
          Bodyweb Member
          • Jun 2005
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          #19
          grande il nostro vvff
          cakkio qnt va lento ho un T1 come connessione a 6 mb ma me scarika a 20 kbs
          lol

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          • zuperman
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            #20
            Originariamente Scritto da Max_79
            Forse avete gia' sentito parlare di questo film sull' 11 settembre o lo avete visto. In ogni caso lo segnalo, sebbene per qualcuno possa essere old.

            "11 Settembre. Quattro anni dopo" è il primo filmato italiano sull'11 Settembre. Anche se non è ancora nella sua versione definitiva (che sarà approntata per fine anno), è già un documento completo (32 min...


            Questa versione, non definitiva, dura 32 minuti. Consiglio di scaricarlo perche' IMHO e' abbastanza interessante, ci sono aspetti che non avevo considerato.
            Chiedo che ne discuta chi lo ha visto dall'inizio alla fine, in modo che ci siano delle basi su cui parlare...

            Bye
            Grazie Max... ora lo scarico.
            Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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            • Sergio
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              Guarda, guarda, è da vedere



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              • zuperman
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                #22
                Originariamente Scritto da Sergio
                Guarda, guarda, è da vedere
                è lento... 11Kb/sec

                E' tipo Farehnit 9/11?
                Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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                • GOHARD79
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                  #23
                  Originariamente Scritto da zuperman
                  è lento... 11Kb/sec

                  E' tipo Farehnit 9/11?

                  Io da lavoro ho scaricato a 3 mb/sec!!!
                  Bellissimo sto documentario,secondo me molto meglio di Farenheit durante il quale mi sono addormentato...

                  Osare, Credere, Spavaldi di Essere...

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                  • Sergio
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                    #24
                    Analizzano anche il crollo delle torri, con testimonianze e suggerimenti spaventosi.



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                    • KURTANGLE
                      Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                      #25
                      tutti convinti ke Bush le abbia fatte cadere apposta ?????
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                      • Sergio
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                        #26
                        Originariamente Scritto da KURTANGLE
                        tutti convinti ke Bush le abbia fatte cadere apposta ?????
                        A me piacerebbe sapere CHI è morto all'interno delle due torri, se ci fosse un ulteriore legame "casuale"...



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                        • LancerEvo
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                          #27
                          Originariamente Scritto da KURTANGLE
                          tutti convinti ke Bush le abbia fatte cadere apposta ?????
                          interessante il documentario...

                          dei poveri pompieri morti e altri con gravi malattie causate dalla "polvere"....
                          c'era pure questa situazione rimasta irrisolta...insabbiata.


                          cmq da filmato si dice che ci siano state delle implosioni interne..

                          nn dice che sia stato Bush a fare cadere le torri..gli eventuali esplosivi
                          gli avrebbe potuti mettere al queda..o no?

                          il bubbio del pentagono è + forte....

                          missile?

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                          • Sergio
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                            #28
                            Originariamente Scritto da LancerEvo
                            cmq da filmato si dice che ci siano state delle implosioni interne..
                            La cosa più spaventosa sono le testimonianze (esplosioni nei sotterranei) ed i filmati con i dettagli dei punti dove stava crollando (pre-crollando) il grattacielo.



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                            • LancerEvo
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                              #29
                              chissà se tra qualche centinaio di anni verrà fuori il documento X files.....
                              dove si rivela tutto.

                              mah..

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                              • maurox
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                                #30
                                Io non so la verita' ma una cosa e' sicura : per l'opinione pubblica e' molto piu' ... come dire... rilassante pensare che per uccidere debba essere dirottato un aereo per poi farlo schiantare su costruzioni piene di uomini anziche' pensare che qualcuno possa aver messo cariche esplosive all'interno di esse... In questo modo la gente pensera' che sia stata una casualita' e un qualcosa di difficilmente ripetibile, invece mettere degli ordigni nei grattacieli e' quasi un gioco da ragazzi e i danni sono terrificanti come abbiamo visto tutti, si creerebbe un panico esagerato ... Pensate, andare al lavoro ogni giorno con la paura di saltare per aria...
                                sigpic

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