Un corpo che nessuno (o quasi) ha mai visto, un ospedale, quello di Lione, che non conferma il ricovero, la famiglia che chiede il rispetto del silenzio. La morte di Moana Pozzi, star del cinema porno, morta in Francia per un tumore al fegato il 15 settembre del 1994, all'età di 33 anni, continua a far discutere e ad alimentare dubbi. Tanto che sulle ombre che hanno avvolto gli ultimi giorni della vita dell'attrice anche la Procura di Roma vuole vederci chiaro, tanto da decidere di aprire un fascicolo.
Dove è sepolta Moana? Chi ne ha certificato la morte? Perché persiste una posizione mai chiusa come "editrice" ed "imprenditrice" registrata alla Camera di Commercio della Capitale? Che connessione c'è tra la morte e le frequentazioni politiche della pornostar? Queste sono le domande alle quali i giudici vogliono dare delle risposte, dopo la denuncia-querela contro ignoti depositata a piazzale Clodio da Ennio Biasciucci, segretario della Coisuc (Confederazione italiana utenti e consumatori), ora onorata nel fascicolo del pm Attilio Pisani. Ciò che si vaglierà è la possibilità che la donna abbia deciso di sparire, magari per poter cambiare vita, o che qualcuno l'abbia fatta sparire.
Dubbi peraltro già sollevati da Brunetto Fantauzzi nel suo libro "Moana: giallo politico", che un anno fa aveva fatto aprire un fascicolo per accertamenti alla magistratura romana, poi chiuso con un nulla di fatto. Fantauzzi, già autore di una monografia sulla pornostar, nel libro parla di presunte relazioni confidenziali con manager, atleti e politici che getterebbero molte ombre nell'ultimo periodo della vita di Moana. La famiglia respinge ogni nuova ipotesi e, accusando l'autore dell'esposto di "volere solo pubblicità", chiede rispetto per il suo dolore.
Mauro Biuzzi, esecutore testamentario nominato dalla stessa pornostar e testimone della tumulazione dell'urna cineraria nel cimitero di Lerna (ma nessuno sa in quale posizione dato che non è stata posta nessuna lapide), si dice stupito. "Nessun giudice mi ha chiamato - ha detto -, e comunque a suo tempo, nel '94, sono stati forniti i documenti che attestano la morte di Moana. Questa non è altro che una trovata pubblicitaria, ed è vergognoso che si faccia questa disinformazione scandalosa. Tutto ciò non fa che aggiungere sofferenza a sofferenza, e la famiglia ha già sofferto abbastanza per questo triste spettacolo". Ma l'esposto del Coisuc rincara: "Il fatto riveste enorme gravità perchè secondo l'autore del libro di Fantauzzi la stessa pornodiva era stata amante e confidente di uomini politici di primissimo piano nella vita politica italiani e di cardinali coinvolti comunque negli scandali nazionali, nonchè di attori, sportivi e manager importantissimi, evidenziandone le qualità amatorie con voti e pagelle".
Dove è sepolta Moana? Chi ne ha certificato la morte? Perché persiste una posizione mai chiusa come "editrice" ed "imprenditrice" registrata alla Camera di Commercio della Capitale? Che connessione c'è tra la morte e le frequentazioni politiche della pornostar? Queste sono le domande alle quali i giudici vogliono dare delle risposte, dopo la denuncia-querela contro ignoti depositata a piazzale Clodio da Ennio Biasciucci, segretario della Coisuc (Confederazione italiana utenti e consumatori), ora onorata nel fascicolo del pm Attilio Pisani. Ciò che si vaglierà è la possibilità che la donna abbia deciso di sparire, magari per poter cambiare vita, o che qualcuno l'abbia fatta sparire.
Dubbi peraltro già sollevati da Brunetto Fantauzzi nel suo libro "Moana: giallo politico", che un anno fa aveva fatto aprire un fascicolo per accertamenti alla magistratura romana, poi chiuso con un nulla di fatto. Fantauzzi, già autore di una monografia sulla pornostar, nel libro parla di presunte relazioni confidenziali con manager, atleti e politici che getterebbero molte ombre nell'ultimo periodo della vita di Moana. La famiglia respinge ogni nuova ipotesi e, accusando l'autore dell'esposto di "volere solo pubblicità", chiede rispetto per il suo dolore.
Mauro Biuzzi, esecutore testamentario nominato dalla stessa pornostar e testimone della tumulazione dell'urna cineraria nel cimitero di Lerna (ma nessuno sa in quale posizione dato che non è stata posta nessuna lapide), si dice stupito. "Nessun giudice mi ha chiamato - ha detto -, e comunque a suo tempo, nel '94, sono stati forniti i documenti che attestano la morte di Moana. Questa non è altro che una trovata pubblicitaria, ed è vergognoso che si faccia questa disinformazione scandalosa. Tutto ciò non fa che aggiungere sofferenza a sofferenza, e la famiglia ha già sofferto abbastanza per questo triste spettacolo". Ma l'esposto del Coisuc rincara: "Il fatto riveste enorme gravità perchè secondo l'autore del libro di Fantauzzi la stessa pornodiva era stata amante e confidente di uomini politici di primissimo piano nella vita politica italiani e di cardinali coinvolti comunque negli scandali nazionali, nonchè di attori, sportivi e manager importantissimi, evidenziandone le qualità amatorie con voti e pagelle".
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