Storia dei videogiochi: Pong, PacMan, Space Invaders, Asteorids, Tic Tac Toe
Tic Tac Toe (tris)
Nel 1952, il giovane A.S. Douglas ottenne un master all'università di Cambridge. L'università disponeva di un computer EDSAC, così Douglas decise di scrivere la sua tesi sull'interazione Uomo Computer, e la illustrò progettando un gioco grafico, Tic-Tac-Toe, che veniva visualizzato su uno degli schermi del computer.
Questo potrebbe essere il primo gioco grafico per computer di cui si conosce l'esistenza. Il gioco poteva essere giocato da due persone, oppure contro la macchina la quale utilizzava speciali algoritmi per vincere quando fosse possibile.
Pong
Storia: nel 1966, Ralph Baer, ingegnere capo della Sanders Associates, inizia a lavorare su quello che lui stesso definisce "un progetto per un utilizzo alternativo degli apparecchi televisivi".
Contro il parere dei suoi superiori, convinti che sia soltanto di una perdita di tempo, Baer mette in piedi una piccola ma agguerrita squadra di tecnici (insieme a Bill Harrison e Bill Rusch). Inizia così a prendere forma il primo prototipo di videogioco destinato al mercato domestico, ma le difficoltà sono maggiori del previsto e il progetto non decolla prima del 1971, quando la Magnavox (battendo la concorrenza di Rca, Zenith e General Electric) decide di commercializzare il gioco di hockey prodotto dalla Sanders con il nome di Odyssey. Si tratta, per la verità, di un hockey piuttosto atipico, visto che sullo schermo completamente nero del televisore compaiono soltanto due barrette luminescenti che si contendono, fino all’ultimo rimbalzo, la "pallina" più quadrata della storia dei videogames. Intanto, mentre Baer, Harrison e Rusch lavorano sodo in laboratorio, un giovanotto di nome Nolan Bushnell, appena laureatosi in ingegneria alla University of Utah, sta percorrendo in maniera del tutto inconsapevole la stessa strada. Ma il suo obiettivo non sono le case degli americani. Folgorato da Spacewar durante gli anni dell’università, Bushnell - che dopo la laurea è stato assunto dall’Ampex per occuparsi di cose "serie" - trascorre tutto il suo tempo libero nella cameretta della sorella, per l’occasione trasformata in officina, tentando di costruire una versione arcade del capolavoro di Steve Russell. Anche Bushnell incontra molte difficoltà di ordine tecnico, ma alla fine riesce nel suo intento. E vende una versione semplificata del gioco alla Nutting Associates. Nasce così Computer Space, il primo videogame commerciale della storia, che sarà protagonista, nel 1971, di una fugace apparizione nelle sale-giochi e che permetterà a Bushnell di racimolare i soldi necessari per dare vita, appena un anno più tardi, a Pong. Pong l’immortale. Il concetto alla base di Pong è esattamente lo stesso dell’hockey di Odyssey: due racchette virtuali che tentano di respingere una quasi-palla che rimbalza sullo schermo; chi manca la palla regala un punto all’avversario; chi arriva per primo a 15 punti ha vinto.
L'unica, vera differenza è la possibilità di dare un certo "effetto" alla pallina colpendola nell’ultimo istante utile. Più semplice di Spacewar e più innovativo del più moderno dei flipper, Pong è uno straordinario successo per tutto il 1972 e per buona parte del 1973.
"Dopo aver installato la prima macchina - avrebbe raccontato Bushnell vent'anni dopo - sono andato di corsa a casa perché ero troppo emozionato per sopportare un insuccesso. Un paio d’ore più tardi, il gestore della sala giochi mi telefona disperato. Si è rotto, dice. E io mi precipito a vedere cos’è successo. In effetti non funzionava più. Ma soltanto perché le monetine da 25 centesimi non entravano più nella macchina. Il mio Pong era così pieno di soldi che rischiava di scoppiare!".
Space Invaders
Storia di Space Invaders
Il gioco Space Invaders venne rilasciato al pubblico dalla Taito nel 1978, e in breve tempo divenne popolarissimo. Nel 1980 venne rilasciata la licenza per commercializzarlo negli Stati Uniti a favore della Atari insieme alla Nintendo Entertainment Systems.
Il gioco consiste nel fermare la lenta invasione degli alieni, sparando agli invasori prima che questi distruggano lo schermo di protezione terrestre. Nel corso del tempo il gioco si è arricchito di mappe e scenari diversi, ma è rimasta intatta la filosofia delle 2 dimensioni.
Durante la sua vita, il gioco ha generato un fatturato di oltre 500 milioni di dollari.
La licenza italiana venne concessa nel 1979 alla Sidam, e il gioco fu chiamato "Invasion"
Curiosità su Space Invaders:
Nella versione originale del gioco, al posto degli alieni ci dovevano essere dei soldati umani, ma la Taito non voleva mandare il messaggio che uccidere degli uomini fosse una cosa buona, e così li cambio con degli alieni.
Il gioco ebbe un tale successo di popolarità che provoco' una carenza di monetine, costringendo le autorità giapponesi a quadruplicare l'emissione di monete.
Molti episodi di criminalità giovanile furono causati indirettamente da questo gioco: ragazzini che rubavano i soldi ai genitori e gang che rapinavano negozi per avere i soldi per giocare a Space Invaders.
Space Invaders, così come Pac-Man e Pong, fu uno dei più copiati e duplicati giochi arcade.
Furrer Trick (trucco di Furrer): permetteva di guadagnare 300 punti per ogny mystery ship. Sfruttava una particolarità del generatore di numeri casuali: dopo aver sparato 22 colpi (non importa se a segno o meno) si aspettava la Nave del Mistero; colpendola si guadagnavano 300 punti. Poi altri 14 colpi e ri-aspettare una Nave del mistero: altri 300 punti. Così per ogni livello.
Il trucco fu inventato da Eric Furrer, che supero' i punti realizzati da Straford in ben 38 ore e 37 minuti, ossia 1,114,000 punti.
Pac-Man
Creato da Tohru Iwatani (della Namco) divenne il gioco col quale inizio' tutto!
Inizialmente l'eroe si chiamava "Puckman", ma prima dell'uscita del gioco negli USA, il nome venne cambiato in Pac-man per evitare di storpiare il nome originale in maniera volgare (se non ci sei arrivato prova a mettere una F al posto della P…)
Nelle prime versioni i movimenti dei mostri erano pre-definiti, e il gioco diventava facile per tutti. Di conseguenza vennero attribuiti dei movimenti casuali ai mostri, ognuno con una sua personalità:
Il mostriciattolo rosso è Akabei (aka=rosso in giapponese) o Inki (altri nomi: Oikake, Chaser): è il più veloce.
Quello blu è Aosuke (ao=blu in giapponese) o Blinky (altri nomi: Machibyse, Ambusher): la sua strategia è quelle di prendere il tunnel opposto a quello più vicino a packman.
Il mostro rosa è Pinky (altri nomi: whimsy o speedy, anche se non è il più veloce)
Quello arancione è Guzuta (gu=stupido in giapponese) o Clyde: inizialmente questo doveva essere lo stupido del gruppo dei mostri, ma i produttori di cartoons americani Hanna Barbera non se ne accorsero, facendo di Clyde il leader nel loro cartone animato.
Nella versione iniziale, Pac-man aveva un naso tipo Pinocchio, poi eliminato dalla versione USA.
La versione 1981 di PacMan realizzata da Atari fu un'involuzione grafica non indifferente, tanto che i mostriciattoli sembravano fantasmi anche quando non lo erano.
Successivamente le cose migliorarno, ma uscirono sia versioni piacevoli, sia degli hacks mal riusciti.
In ogni caso, la maggior parte di noi rimane legata a una delle versioni più classiche e semplici di pac-man, il gioco che diede inizio a tutto…
Asteroids
Asteroids fu il primo sparatutto spaziale e l'ultimo grande videogioco in bianco e nero.
La sua grafica vettoriale, sottile come il laser, disegnava un'astronave a forma di freccia galleggiante in mezzo a una tempesta di macigni spaziali, da ridurre in pezzi via via sempre più piccoli per mezzo di esplosioni. Dalla sua giocabilità fluida fino all'astronave a forma di squalo, Asteroids aveva una sua eleganza minimalista, rimasta imbattuta sino all'avvento di Tetris.
Curiosità:
Asteroids fu anche il primo gioco a gettone dotato di un tabellone elettronico del punteggio che permetteva ai giocatorí di inserire le proprie iniziali su una schermata onorifica alla fine di una partita da record. Improvvisamente, i dirigenti aziendali in pausa pranzo poterono competere con gli adolescenti del doposcuola. Le monetine, in uscita tanto dalle tasche delle felpe grigie quanto dagli zainetti di nylon, volavano in numero strabiliante.
Tic Tac Toe (tris)
Nel 1952, il giovane A.S. Douglas ottenne un master all'università di Cambridge. L'università disponeva di un computer EDSAC, così Douglas decise di scrivere la sua tesi sull'interazione Uomo Computer, e la illustrò progettando un gioco grafico, Tic-Tac-Toe, che veniva visualizzato su uno degli schermi del computer.
Questo potrebbe essere il primo gioco grafico per computer di cui si conosce l'esistenza. Il gioco poteva essere giocato da due persone, oppure contro la macchina la quale utilizzava speciali algoritmi per vincere quando fosse possibile.
Pong
Storia: nel 1966, Ralph Baer, ingegnere capo della Sanders Associates, inizia a lavorare su quello che lui stesso definisce "un progetto per un utilizzo alternativo degli apparecchi televisivi".
Contro il parere dei suoi superiori, convinti che sia soltanto di una perdita di tempo, Baer mette in piedi una piccola ma agguerrita squadra di tecnici (insieme a Bill Harrison e Bill Rusch). Inizia così a prendere forma il primo prototipo di videogioco destinato al mercato domestico, ma le difficoltà sono maggiori del previsto e il progetto non decolla prima del 1971, quando la Magnavox (battendo la concorrenza di Rca, Zenith e General Electric) decide di commercializzare il gioco di hockey prodotto dalla Sanders con il nome di Odyssey. Si tratta, per la verità, di un hockey piuttosto atipico, visto che sullo schermo completamente nero del televisore compaiono soltanto due barrette luminescenti che si contendono, fino all’ultimo rimbalzo, la "pallina" più quadrata della storia dei videogames. Intanto, mentre Baer, Harrison e Rusch lavorano sodo in laboratorio, un giovanotto di nome Nolan Bushnell, appena laureatosi in ingegneria alla University of Utah, sta percorrendo in maniera del tutto inconsapevole la stessa strada. Ma il suo obiettivo non sono le case degli americani. Folgorato da Spacewar durante gli anni dell’università, Bushnell - che dopo la laurea è stato assunto dall’Ampex per occuparsi di cose "serie" - trascorre tutto il suo tempo libero nella cameretta della sorella, per l’occasione trasformata in officina, tentando di costruire una versione arcade del capolavoro di Steve Russell. Anche Bushnell incontra molte difficoltà di ordine tecnico, ma alla fine riesce nel suo intento. E vende una versione semplificata del gioco alla Nutting Associates. Nasce così Computer Space, il primo videogame commerciale della storia, che sarà protagonista, nel 1971, di una fugace apparizione nelle sale-giochi e che permetterà a Bushnell di racimolare i soldi necessari per dare vita, appena un anno più tardi, a Pong. Pong l’immortale. Il concetto alla base di Pong è esattamente lo stesso dell’hockey di Odyssey: due racchette virtuali che tentano di respingere una quasi-palla che rimbalza sullo schermo; chi manca la palla regala un punto all’avversario; chi arriva per primo a 15 punti ha vinto.
L'unica, vera differenza è la possibilità di dare un certo "effetto" alla pallina colpendola nell’ultimo istante utile. Più semplice di Spacewar e più innovativo del più moderno dei flipper, Pong è uno straordinario successo per tutto il 1972 e per buona parte del 1973.
"Dopo aver installato la prima macchina - avrebbe raccontato Bushnell vent'anni dopo - sono andato di corsa a casa perché ero troppo emozionato per sopportare un insuccesso. Un paio d’ore più tardi, il gestore della sala giochi mi telefona disperato. Si è rotto, dice. E io mi precipito a vedere cos’è successo. In effetti non funzionava più. Ma soltanto perché le monetine da 25 centesimi non entravano più nella macchina. Il mio Pong era così pieno di soldi che rischiava di scoppiare!".
Space Invaders
Storia di Space Invaders
Il gioco Space Invaders venne rilasciato al pubblico dalla Taito nel 1978, e in breve tempo divenne popolarissimo. Nel 1980 venne rilasciata la licenza per commercializzarlo negli Stati Uniti a favore della Atari insieme alla Nintendo Entertainment Systems.
Il gioco consiste nel fermare la lenta invasione degli alieni, sparando agli invasori prima che questi distruggano lo schermo di protezione terrestre. Nel corso del tempo il gioco si è arricchito di mappe e scenari diversi, ma è rimasta intatta la filosofia delle 2 dimensioni.
Durante la sua vita, il gioco ha generato un fatturato di oltre 500 milioni di dollari.
La licenza italiana venne concessa nel 1979 alla Sidam, e il gioco fu chiamato "Invasion"
Curiosità su Space Invaders:
Nella versione originale del gioco, al posto degli alieni ci dovevano essere dei soldati umani, ma la Taito non voleva mandare il messaggio che uccidere degli uomini fosse una cosa buona, e così li cambio con degli alieni.
Il gioco ebbe un tale successo di popolarità che provoco' una carenza di monetine, costringendo le autorità giapponesi a quadruplicare l'emissione di monete.
Molti episodi di criminalità giovanile furono causati indirettamente da questo gioco: ragazzini che rubavano i soldi ai genitori e gang che rapinavano negozi per avere i soldi per giocare a Space Invaders.
Space Invaders, così come Pac-Man e Pong, fu uno dei più copiati e duplicati giochi arcade.
Furrer Trick (trucco di Furrer): permetteva di guadagnare 300 punti per ogny mystery ship. Sfruttava una particolarità del generatore di numeri casuali: dopo aver sparato 22 colpi (non importa se a segno o meno) si aspettava la Nave del Mistero; colpendola si guadagnavano 300 punti. Poi altri 14 colpi e ri-aspettare una Nave del mistero: altri 300 punti. Così per ogni livello.
Il trucco fu inventato da Eric Furrer, che supero' i punti realizzati da Straford in ben 38 ore e 37 minuti, ossia 1,114,000 punti.
Pac-Man
Creato da Tohru Iwatani (della Namco) divenne il gioco col quale inizio' tutto!
Inizialmente l'eroe si chiamava "Puckman", ma prima dell'uscita del gioco negli USA, il nome venne cambiato in Pac-man per evitare di storpiare il nome originale in maniera volgare (se non ci sei arrivato prova a mettere una F al posto della P…)
Nelle prime versioni i movimenti dei mostri erano pre-definiti, e il gioco diventava facile per tutti. Di conseguenza vennero attribuiti dei movimenti casuali ai mostri, ognuno con una sua personalità:
Il mostriciattolo rosso è Akabei (aka=rosso in giapponese) o Inki (altri nomi: Oikake, Chaser): è il più veloce.
Quello blu è Aosuke (ao=blu in giapponese) o Blinky (altri nomi: Machibyse, Ambusher): la sua strategia è quelle di prendere il tunnel opposto a quello più vicino a packman.
Il mostro rosa è Pinky (altri nomi: whimsy o speedy, anche se non è il più veloce)
Quello arancione è Guzuta (gu=stupido in giapponese) o Clyde: inizialmente questo doveva essere lo stupido del gruppo dei mostri, ma i produttori di cartoons americani Hanna Barbera non se ne accorsero, facendo di Clyde il leader nel loro cartone animato.
Nella versione iniziale, Pac-man aveva un naso tipo Pinocchio, poi eliminato dalla versione USA.
La versione 1981 di PacMan realizzata da Atari fu un'involuzione grafica non indifferente, tanto che i mostriciattoli sembravano fantasmi anche quando non lo erano.
Successivamente le cose migliorarno, ma uscirono sia versioni piacevoli, sia degli hacks mal riusciti.
In ogni caso, la maggior parte di noi rimane legata a una delle versioni più classiche e semplici di pac-man, il gioco che diede inizio a tutto…
Asteroids
Asteroids fu il primo sparatutto spaziale e l'ultimo grande videogioco in bianco e nero.
La sua grafica vettoriale, sottile come il laser, disegnava un'astronave a forma di freccia galleggiante in mezzo a una tempesta di macigni spaziali, da ridurre in pezzi via via sempre più piccoli per mezzo di esplosioni. Dalla sua giocabilità fluida fino all'astronave a forma di squalo, Asteroids aveva una sua eleganza minimalista, rimasta imbattuta sino all'avvento di Tetris.
Curiosità:
Asteroids fu anche il primo gioco a gettone dotato di un tabellone elettronico del punteggio che permetteva ai giocatorí di inserire le proprie iniziali su una schermata onorifica alla fine di una partita da record. Improvvisamente, i dirigenti aziendali in pausa pranzo poterono competere con gli adolescenti del doposcuola. Le monetine, in uscita tanto dalle tasche delle felpe grigie quanto dagli zainetti di nylon, volavano in numero strabiliante.