Commentate voi, perche' io ho esaurito le parole.
"Scende l'Irap e aumenta l'Iva. La manovra fiscale che dovrebbe essere presentata nel Consiglio dei ministri della prossima settimana, sta ormai prendendo forma nei suoi vari aspetti. Compreso quello, fin qui sfuggito all'attenzione dei giornali, della sua copertura.
Particolare che ovviamente non è secondario: a regime, e cioé nell'arco di tre anni, dovrebbe essere eliminata l'Irap che grava sul costo del lavoro e che ammonta a 13 miliardi (e non 12, come dice erroneamente il ministro dell' Economia, Domenico Siniscalco). Come fare fronte a questa perdita di gettito? Il pacchetto predisposto dai tecnici dell'Economia ha come piatto forte l'innalzamento dell'aliquota Iva, che dovrebbe passare dall'attuale 20% al 21.
La logica del provvedimento è coerente con quanto richiesto da vari esperti tributari e dalla stessa Confindustria: spostare cioè l'asse del prelievo dal lavoro e dalla produzione ai consumi. Di norma, misure di questo tipo generano timori dal lato dell'inflazione, ma in questa fase di prezzi «freddi» è un'obiezione che può essere accantonata. Anche perché il ritocco di un solo punto percentuale sposta cifre molto importanti: l'Iva è un' imposta da oltre 100 miliardi l'anno e ciò significa che, a regime, l' incasso si aggira sui 5 miliardi. Questa caratteristica la rende preferibile a un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie: la somma algebrica di un riordino delle aliquote, per esempio, al 19% non garantisce un gettito altrettanto elevato pur rappresentando un appesantimento consistente della fiscalità (per i titoli di Stato del 50% circa). In materia di rendite finanziarie c'è anche da tenere presente la contrarietà che ha sempre espresso Silvio Berlusconi, sia perché gli interessi sui titoli di Stato contribuiscono a rimpolpare una grande quantità di redditi medio-bassi (e quindi l'aumento delle aliquote sarebbe molto impopolare), sia per i timori che i capitali riprendano la via dell'estero.
Quindi, in teoria le due misure sono in alternativa, ma di fatto la scelta è già stata compiuta ed è caduta sull'Iva. Il pacchetto di provvedimenti a copertura dei tagli Irap è tuttavia piuttosto articolato. Sono previsti infatti inasprimenti sulle imposte di fabbricazione dei carburanti, mentre 500 milioni dovrebbero arrivare dai Monopoli di Stato, attraverso i concessionari dei giochi. Infine, un grande rientro: la lotta all'evasione.
Guardata sempre con scetticismo dal predecessore di Siniscalco, Giulio Tremonti, che dubitava dell'effettiva capacità dell'amministrazione finanziaria di conseguire gli obiettivi di gettito stabiliti, la caccia ai contribuenti infedeli torna ad avere un ruolo importante in un provvedimento del governo. Da questa voce dovrebbe infatti arrivare non meno di un terzo (quindi nel primo anno circa 1,3 miliardi) della copertura dei tagli Irap."
Fonte: http://www.finanzaemercati.it/
Bye
"Scende l'Irap e aumenta l'Iva. La manovra fiscale che dovrebbe essere presentata nel Consiglio dei ministri della prossima settimana, sta ormai prendendo forma nei suoi vari aspetti. Compreso quello, fin qui sfuggito all'attenzione dei giornali, della sua copertura.
Particolare che ovviamente non è secondario: a regime, e cioé nell'arco di tre anni, dovrebbe essere eliminata l'Irap che grava sul costo del lavoro e che ammonta a 13 miliardi (e non 12, come dice erroneamente il ministro dell' Economia, Domenico Siniscalco). Come fare fronte a questa perdita di gettito? Il pacchetto predisposto dai tecnici dell'Economia ha come piatto forte l'innalzamento dell'aliquota Iva, che dovrebbe passare dall'attuale 20% al 21.
La logica del provvedimento è coerente con quanto richiesto da vari esperti tributari e dalla stessa Confindustria: spostare cioè l'asse del prelievo dal lavoro e dalla produzione ai consumi. Di norma, misure di questo tipo generano timori dal lato dell'inflazione, ma in questa fase di prezzi «freddi» è un'obiezione che può essere accantonata. Anche perché il ritocco di un solo punto percentuale sposta cifre molto importanti: l'Iva è un' imposta da oltre 100 miliardi l'anno e ciò significa che, a regime, l' incasso si aggira sui 5 miliardi. Questa caratteristica la rende preferibile a un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie: la somma algebrica di un riordino delle aliquote, per esempio, al 19% non garantisce un gettito altrettanto elevato pur rappresentando un appesantimento consistente della fiscalità (per i titoli di Stato del 50% circa). In materia di rendite finanziarie c'è anche da tenere presente la contrarietà che ha sempre espresso Silvio Berlusconi, sia perché gli interessi sui titoli di Stato contribuiscono a rimpolpare una grande quantità di redditi medio-bassi (e quindi l'aumento delle aliquote sarebbe molto impopolare), sia per i timori che i capitali riprendano la via dell'estero.
Quindi, in teoria le due misure sono in alternativa, ma di fatto la scelta è già stata compiuta ed è caduta sull'Iva. Il pacchetto di provvedimenti a copertura dei tagli Irap è tuttavia piuttosto articolato. Sono previsti infatti inasprimenti sulle imposte di fabbricazione dei carburanti, mentre 500 milioni dovrebbero arrivare dai Monopoli di Stato, attraverso i concessionari dei giochi. Infine, un grande rientro: la lotta all'evasione.
Guardata sempre con scetticismo dal predecessore di Siniscalco, Giulio Tremonti, che dubitava dell'effettiva capacità dell'amministrazione finanziaria di conseguire gli obiettivi di gettito stabiliti, la caccia ai contribuenti infedeli torna ad avere un ruolo importante in un provvedimento del governo. Da questa voce dovrebbe infatti arrivare non meno di un terzo (quindi nel primo anno circa 1,3 miliardi) della copertura dei tagli Irap."
Fonte: http://www.finanzaemercati.it/
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