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    #76
    Luca Baldisserri:''Una dura prova per i freni''
    07/06/2005 13.57.00
    L’ottava tappa del Mondiale va in scena sull’Isola di Notre Dame, isola situata nella foce del fiume San Lorenzo, a poche fermate di metropolitana dalla citta' di Montreal. L’area su cui sorge il tracciato e' stata usata per l’Esposizione Mondiale del 1967 mentre il paddock si affaccia sul bacino costruito nel 1976 in occasione dei Giochi Olimpici.

    Circondato dall’acqua da tutti i lati, il circuito e le sue infrastrutture sono concentrate in uno spazio piuttosto ristretto con le barriere molto vicine alla sede stradale, che si snoda lungo il perimetro dell’isola. La pista ha tratti molto veloci, connessi fra loro da curve a 90° e un paio di lenti tornanti.

    L’impianto intitolato a Gilles Villeneuve e' conosciuto per essere un temibile banco di prova per i motori e quest’anno tale tema e' ancor piu' d’attualita', poiche' la Scuderia Ferrari Marlboro, come del resto la maggior parte dei team di Formula 1, affrontera' il fine settimana con gli stessi propulsori gia' usati nel week end del Gran Premio d’Europa. Montreal in realta' non impone un lungo tempo di percorrenza a gas completamente aperto. Lo sforzo maggiore deriva invece dai continui cambi di ritmo imposti dall’andamento del tracciato, che alterna parti estremamente veloci ad altre molto lente. Il motore ideale per questo circuito, dunque, deve essere flessibile, e assicurare buone velocita' di punte ma anche tanta potenza ai bassi regimi, per uscire rapidamente dai tornanti.

    Al “Gilles Villeneuve” le curve lente rappresentano un fattore determinante anche per un altro ragione, mettono infatti a dura prova l’intero impianto frenante: “Questa e' una pista veloce, quindi le monoposto girano con una configurazione aerodinamica di basso carico, solo a Monza adottiamo un carico inferiore – spiega Luca Baldisserri, responsabile degli Ingegneri di pista della Scuderia Ferrari Marlboro -. Percio' le frenate sono molto violente, si passa da quasi 340 km/h a 60 km/h in poche decine di metri, e' quindi evidente che dischi e pinze sono sottoposti a grande stress”.

    A differenza delle vetture stradali, che di norma montano dischi in acciaio e pinze convenzionali, le vetture di Formula 1 utilizzano componenti in carbonio. I vantaggi di questo materiale si riassumono nel peso molto contenuto, circa la meta' rispetto ai materiali di tipo comune, e un maggiore coefficiente di attrito che si traduce in una migliore capacita' frenante.

    Ci sono pero' anche svantaggi derivati dall’adozione del carbonio: perché questi impianti siano efficienti, infatti, e' necessario che lavorino a temperature molto alte, intorno ai 650° C, e per di piu' dischi e pinze di questo tipo si usurano piuttosto velocemente. Cio' e' determinato non solo dallo sfregamento meccanico, necessario a generare l’attrito in grado di rallentare la macchina, ma anche dal processo naturale di ossidazione, che “consuma” letteralmente il carbonio.

    “In Canada proviamo diversi materiali perché l’efficienza dell’impianto frenante e' cruciale – continua Baldisserri -. I dischi che usiamo normalmente sugli altri circuiti, infatti, non sono adeguati alle caratteristiche di questa pista. Non bisogna pero' tralasciare l’aspetto dell’affidabilita' dei componenti, che diventa fondamentale in gara. E’ necessario trovare dischi che assicurino buona capacita' frenante ma che al tempo stesso diano garanzie di funzionamento ottimale dalla partenza fino alla bandiera a scacchi”.

    Il circuito di Montreal e' famoso tra i tecnici anche per un’altra ragione: qui il consumo di carburante e' molto elevato e, ovviamente, la necessita' di imbarcare molta benzina influisce sul peso complessivo della vettura, complicando ulteriormente la vita dell’impianto dei freni. Le modifiche al sistema di qualifica, introdotte a partire dal Gran Premio d’Europa, potrebbero avere qualche conseguenza in questo senso, come spiega Baldisserri: “La regola che impone ad un pilota di coprire l’intera distanza della gara con un solo treno di gomme ha diminuito il numero di pit-stop, ma al Nürburgring, con un solo giro di qualifica affrontato dalle vetture con il carico di carburante necessario alla prima parte di gara, si sono visti alcuni piloti tornare a strategie piu' aggressive, anticipando la prima fermata, come accadeva lo scorso anno. E’ possibile che anche in Canada qualche squadra decida di andare in questa direzione, cosi' da avere una vettura piu' leggera. Essere aggressivi o conservativi dipende fondamentalmente dal rendimento delle gomme: lo scorso anno, ad esempio, non avevamo gli pneumatici migliori in termini di prestazione quindi abbiamo optato per la doppia sosta. Il giro di qualifica infatti non e' stato straordinario ma la gara si e' rivelata un successo, con una fantastica doppietta”.

    Il sistema di frenata deve affrontare anche un’altra difficolta', determinata dall’aerodinamica. Quando la monoposto e' lanciata ad alta velocita' ed il pilota inizia a decelerare, la deportanza generata dalla vettura evita il bloccaggio delle ruote, mantenendo le gomme ben aderenti alla superficie della pista. Con la diminuzione della velocita', pero', varia in maniera proporzionale anche il carico aerodinamico e di conseguenza l’aderenza degli pneumatici al suolo. Questa diminuzione di grip si verifica nel momento in cui i freni lavorono al meglio, poiché sono entrati in temperatura. In sostanza, nel momento in cui i freni danno il meglio, la vettura si trova nella condizione meno adeguata a trasmettere a terra la capacita' frenante, portando cosi' le ruote al bloccaggio, con il rischio evidente di finire fuori pista.

    Per prevenire questa situazione si puo' cercare di sfruttare la capacita' frenante data dal propulsore. Nel momento in cui il pilota toglie il piede dall’acceleratore, ogni unita' motrice a 4 tempi produce infatti una certa spinta contraria rispetto al senso di rotazione delle ruote,. Gli ingegneri sono in grado si sfruttare questo fenomeno, denominato “freno motore”, per piegarlo alle esigenze specifiche di ogni frenata. “Possiamo modificare il comportamento del freno motore, cioe' della quantita' di forza frenante generata dal propulsore durante la fase di decelerazione – dice Baldisserri -. In questo modo possiamo modulare la frenata sulle ruote posteriori, controllandone il bloccaggio. Troppo freno motore tende a bloccare di piu' il posteriore, ma agendo sull’apertura del gas possiamo contrastare questo fenomeno, senza che il pilota debba intervenire, come concesso dal regolamento. Quindi, a seconda che ad andare verso il bloccaggio sia l’anteriore o il posteriore, possiamo aumentare o diminuire di conseguenza la forza del freno motore. Tali variazioni possono essere gestite direttamente dal pilota, attraverso i controlli installati nel suo abitacolo, nello stesso modo in cui opera sul controllo di trazione, per adattare la monoposto a ciascuna curva del tracciato”.

    Sebbene i dischi di una monoposto di Formula 1 operino a temperature elevate, il calore stesso e' la causa principale del consumo dei freni. I dischi sono raffreddati forzando la circolazione dell’aria attorno ad essi, attraverso prese poste nella parte anteriore della vettura. Il regolamento tecnico norma l’ampiezza massima di questi condotti ma a prescindere da cio', prese d’aria molto ampie influiscono sulle prestazioni della vettura sotto altri aspetti. “E’ necessario trovare il giusto compromesso tra l’esigenza di raffreddamento dei dischi e l’efficienza complessiva della monoposto” – conferma Baldisserri -. Le prese d’aria infatti pregiudicano l’aerodinamica della macchina. Anche in questo caso, e' una questione di bilanciamento fra esigenze diverse”.

    La prestazione in Formula 1 e' spesso percepita come dipendente solo dalla velocita' e dalla potenza, ma in Canada, considerati tutti gli aspetti tecnici, il vero segreto per andare forte e' la capacita' di frenare il piu' possibile.

    Ferrari

    http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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      #77
      Bridgestone: Preview GP del Canada
      08/06/2005 9.22.00
      Bridgestone Motorsport attraversa l'Atlantico per l'ottavo ed il nono appuntamento del FIA Formula One World Championship, che si svolgeranno a Montreal ed Indianapolis nel giro di una sola settimana.

      Dopo il terzo posto conquistato da Barrichello al Gran Premio d'Europa, la Bridgestone ed i suoi partner sperano di costruire su questo risultato una performance adeguata in Canada. Michael Schumacher ha vinto le ultime tre edizioni della gara e dopo i recenti test svolti in Italia ed in Inghilterra spera di ottenere il quarto successo consecutivo.


      Hiroshi Yasukawa, Director of Motorsport:

      "E' sempre un piacere competere a Montreal, dove l'accoglienza per noi e' ogni volta grande. Inoltre 'Ile Notre Dame', che accoglie la pista canadese, sara' certamente teatro di un weekend di gara eccitante e spettacolare. Michael Schumacher ha avuto particolare successo li' negli ultimi anni e sia Jordan che Minardi considerano il tracciato uno dei piu' favorevoli. Dopo le precedenti gare consecutive di Monaco e Germania, i nostri team ed i nostri ingegneri hanno avuto di nuovo l'opportunita' di testare a Monza e Silverstone e quindi mi aspetto di offrire spettacolo ai nostri tifosi".


      Hisao Suganuma, Technical Manager:

      "In termini di resistenza al calore, il circuito di Montreal e' sempre duro per le gomme, per via dei lunghi rettilinei e del basso numero di curve. Questo vuol dire che i pneumatici gireranno ad alte velocita' per periodi relativamente lunghi e questa condizione puo' determinare temperature molto alte. Ci sono poi anche aree di grandi frenate, che producono anch'esse molto calore sulle gomme. D'altro canto, siccome le curve non sono ad elevata velocita', l'usura e' minima e questo fattore, su una superficie relativamente liscia, ci orienta verso mescole appartenenti alla gamma morbida. La pista e' stata completamente riasfaltata dall'anno scorso, ma ci aspettiamo di incontrare caratteristiche simili al passato. A seconda del meteo potremmo incontrare un intervallo di temperature piuttosto ampio, ma e' una situazione per la quale saremo preparati. In preparazione per le prossime gare, la scorsa settimana abbiamo provato con Ferrari e Jordan sulle piste di Monza e Silverstone e ci aspettiamo due weekend competitivi in Canada e negli Stati Uniti".



      Fonte:Bridgestone

      http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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        #78
        Le prime libere di Montreal iniziano in condizioni meteo ideali. Splende il sole sulla bella isola di Notre Dame e all'apertura della pit lane i primi ad entrare in azione sono Zonta, Albers e De la Rosa. Dopo soli due minuti la Sauber di Jacques Villeneuve esce dal proprio box ed il pilota del Quebec è accolto con una grande ovazione.

        Segue un trio di giovani formato da Patrick Friesacher, Narain Karthikeyan e Scott Speed, alla sua prima esperienza in F1 in un weekend di competizione, l'americano è al volante di una Red Bull RB1. Escono anche Kimi Raikkonen e Juan Pablo Monotoya, ma tutti i piloti rientrano ai box dopo aver effettuato un giro d'installazione.

        De la Rosa blocca le ruote ad una frenata ma lo spagnolo prosegue senza problemi. Al termine del primo quarto d'ora ne le Ferrari ne le Renault sono ancora scese in pista. In graduatoria De la Rosa precede Zonta, Karthikeyan, Speed, Albers e Friesacher, questo dopo i primi 22 minuti di azione.

        Ritorna in pista David Coulthard, ma lo scozzese al termine del suo giro torna subito ai box. A metà sessione entra in scena la Ferrari numero 1 di Michael Schumacher. Il ferrarista stabilisce il terza tempo dietro le due McLaren di De la Rosa e Raikkonen.

        Quando mancano ciirca 20 minuti alla fine Karthikeyan commette un piccolo errore in frenata portando la sua Jordan EJ15 sull'erba, ma non ci sono grossi problemi per il pilota indiano che può può proseguire la sua marcia. Stessa disavventura anche per Scott Speed, è normale che l'americano debba trovare le misure col suo nuovo bolide. A soli 9 minuti dal termine di questa prima sessione del GP del Canada, la Williams di Nick Heidfeld scende finalmente in pista, il tedesco ha aspettato decisamente a lungo prima di assaggiare l'asfalto canadese.

        In Le prime libere di Montreal iniziano in condizioni meteo ideali. Splende il sole sulla bella isola di Notre Dame e all'apertura della pit lane i primi ad entrare in azione sono Zonta, Albers e De la Rosa. Dopo soli due minuti la Sauber di Jacques Villeneuve esce dal proprio box ed il pilota del Quebec è accolto con una grande ovazione.

        Segue un trio di giovani formato da Patrick Friesacher, Narain Karthikeyan e Scott Speed, alla sua prima esperienza in F1 in un weekend di competizione, l'americano è al volante di una Red Bull RB1. Escono anche Kimi Raikkonen e Juan Pablo Monotoya, ma tutti i piloti rientrano ai box dopo aver effettuato un giro d'installazione.

        De la Rosa blocca le ruote ad una frenata ma lo spagnolo prosegue senza problemi. Al termine del primo quarto d'ora ne le Ferrari ne le Renault sono ancora scese in pista. In graduatoria De la Rosa precede Zonta, Karthikeyan, Speed, Albers e Friesacher, questo dopo i primi 22 minuti di azione.

        Ritorna in pista David Coulthard, ma lo scozzese al termine del suo giro torna subito ai box. A metà sessione entra in scena la Ferrari numero 1 di Michael Schumacher. Il ferrarista stabilisce il terza tempo dietro le due McLaren di De la Rosa e Raikkonen.

        Quando mancano ciirca 20 minuti alla fine Karthikeyan commette un piccolo errore in frenata portando la sua Jordan EJ15 sull'erba, ma non ci sono grossi problemi per il pilota indiano che può può proseguire la sua marcia. Stessa disavventura anche per Scott Speed, è normale che l'americano debba trovare le misure col suo nuovo bolide. A soli 9 minuti dal termine di questa prima sessione del GP del Canada, la Williams di Nick Heidfeld scende finalmente in pista, il tedesco ha aspettato decisamente a lungo prima di assaggiare l'asfalto canadese.

        In questa ultima fase l'azione diventa concitata con praticamente tutte le monoposto presenti sul tracciato Gilles Villeneuve. La sessione si conclude col miglior tempo di De la Rosa. Lo spagnolo ha preceduto Zonta e Raikkonen. Seguono Button, Schumacher, Montoya, Fisichella, Sato, Ralf e Barrichello. Scott Speed ha realizzato il 15° tempo alla sua prima esperienza nel mondiale di F1. questa ultima fase l'azione diventa concitata con praticamente tutte le monoposto presenti sul tracciato Gilles Villeneuve. La sessione si conclude col miglior tempo di De la Rosa. Lo spagnolo ha preceduto Zonta e Raikkonen. Seguono Button, Schumacher, Montoya, Fisichella, Sato, Ralf e Barrichello. Scott Speed ha realizzato il 15° tempo alla sua prima esperienza nel mondiale di F1.

        p-e
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          #79
          MONTREAL (Canada), 11 giugno 2005 - In pole c'è Jenson Button con la Bar, e già questa è una piccola sorpresa, ma la Ferrari di Michael Schumacher scatterà in prima fila al suo fianco. E questa, al di là del carico di benzina da scoprire, per la rossa è finalmente una bella notizia. Controbilanciata dall'ultimo posto di Ruben Barrichello, che ha rotto nel giro di lancio, ma comunque un sorriso in un periodo duro. Questo è il verdetto principale delle qualifiche del GP del Canada, che ha escluso dalla prima fila i soliti protagonisti del Mondiale.
          La Renault è comunque in agguato, occupando la seconda fila con le vetture di Fernando Alonso e Giancarlo Fisichella. E anche le McLaren non sono lontane, avendo piazzato Juan Pablo Montoya in quinta posizione e Kimi Raikkonen in settima. Ed entrambi i team, dopo aver dominato le libere del mattino, sembrano aver lavorato molto in funzione gara. Sesto è Takuma Sato, con l'altra Bar, ottavo un buon Jacques Villeneuve con la Sauber. A chiudere i primi dieci ci sono le due Toyota di Jarno Trulli e Ralf Schumacher.
          La delusione di giornata, ma non ha mai impressionato in tutto il fine settimana, è rappresentata dalla Williams che occupa il 13° e il quattordicesimo posto con Nick Heidfeld e Mark Webber. Tutti i valori odierni, comunque, andranno valutati domani alla luce delle gomme scelte e soprattutto della quantità di benzina imbarcata per il via. Si va da una a tre soste possibili. Solo ai primi pit-stop capiremo come potrà svilupparsi la corsa. Ma aspettiamoci i due della prima fila, i rinati Button e Schumi, molto aggressivi.

          Speriamo bene!!
          p-e
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            #80
            A mio modesto avviso....

            Voto 10 alla fortuna che ha restituito i 10 punti persi 2 gp fà a Raikkonen!

            Raikkonen doveva già rietrare ai box quando è uscita la safety car e ciò gli ha permesso di uscire in testa al gp.

            Voto 8 a Barrichello che partito ultimo riesce addirittura a salire sul podio.

            Voto 7 a Schumy che ha impostato la gara su una strategia d'attacco, sbaglia la partenza ma riesce a restare a tra i primi 6 per tutto il gp.

            Poi i vari ritiri lo avvantaggiano.

            Voto 5 a Button, autore della pole, stava portando l'auto sul podio quando ha sbagliato l'entrata alla chicane del traguardo finale; sente la pressione di Schumy mentre si giocavano il secondo posto.

            Voto 3 a Montoya che quando c'è da ragionare nn c'è mai e prende il premio di "Pirla dell'anno".

            Voto 4 ad Alonso che in testa ma sotto pressione di un arrembante Montoya và a baciare il muro con la ruota e rompe la sospensione.

            Era ora, dall'inizio del campionato era sempre andato a punti e gli bastava gestire la gara su Raikkonen che in quel momento era molto distante.

            Fisichella solito sfigato?

            Io nn credo che la sua auto si rompa sempre x caso (vero Briatore?)e cmq merita un bel 8 per come aveva gestito la gara sino al ritiro.

            Williams mai viste protagoniste in gara, forse la bmw nn le appoggia + viste le aperte critiche che Patrick Head ha fatto questa settimana sulla casa di monaco.

            La Red bull prende la paga su un circuito dove il motore è molto importante.

            Le Toyota si sono viste poco e il solo Truli era riuscito a fare un discreto gp, poi i freni lo tradiscono.

            Un salto sulle due ruote...che dire del magico Valentino?

            5 vittorie + un secondo posto su 6 gare.. 145 punti su 150 disponibili!

            Marziano extraterrestre..è stato scritto di tutto su di lui ma credo che cmq ci sia solo una cosa da ribadire:

            stiamo assistendo all'apoca del più grande campione del mondo di motociclismo di tutti i tempi!

            Basta, nn servono tante altre parole.

            p-e



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            • zuperman
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              #81
              W la ferrari: 2° e 3°
              Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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              • maurillo
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                #82
                si apparte una partenza a dir poco del *****...ma cosa faceva telefonava a corinna?....Fisichella il solito sfigato...Alonso ha dimostrato di essere ancora immaturo quando è messo sotto pressione andando a sbattere nel muretto...Montoya il solito pirla irruente ma che tornasse in america...barrichello sfrutta sempre le disgrazie altrui e cmq rompere nel giro di ricognizione delle qualifiche fà capire che ancora la ferrari deve lavorare parecchio...mi chiedo..ma non è che per sbaglio hanno già montato il v8 e non se ne sono accorti?
                http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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                • p-e
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                  #83
                  Fra l'altro alcune indiscrezioni su a.s. di qlc sett fà diceva che erano in ritardo con lo sviluppo auto2006 v8...speriamo nel prossimo mondiale visto che questo nn è più affar ns!
                  :-(
                  p-e
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                  • maurillo
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                    #84
                    Schumacher: "Un'atmosfera fantastica"
                    14/06/05 17.32.00
                    A pochi giorni dal Gran Premio degli USA,Michael Schumacher non nasconde il proprio entusiasmo per la trasferta negli Stati Uniti: Ad Indianapolis ci aspetta la prossima sfida. Vengo sempre volentieri in questa citta' dove grande e' la passione per i motori, credo che ci siano poche altre gare che attraggono cosi' tanti tifosi.

                    Talvolta si ha l'impressione che tutti gli europei che vivono negli USA accorrano a questo evento. Noi veniamo sempre ricevuti con grande entusiasmo, e spesso anche solo raggiungere l'impianto in alcuni giorni diventa davvero difficile. C'e''un'atmosfera fantastica.
                    Il campione del mondo analizza la situazione della Scuderia dopo la corsa di Montreal: "Un secondo e un terzo posto nel week end prima della gara di Indianapolis...di certo avremmo potuto iniziare il Gran Premio degli USA in modi peggiori.

                    Credo che le nostre chance per la gara siano simili a quelle di Montreal. Forse non saremo forti in ogni fase del week-end ma siamo pronti a raccogliere la sfida e siamo in grado di batterci in ogni momento. L'importante - conclude il pilota della Ferrari - e' sfruttare al meglio ogni possibilita' e combattere fino alla fine. Questo e' cio' faremo anche in questa occasione. Che arrivi prestoil momento di scendere in pista, non vedo l'ora".

                    http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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                      #85
                      Ferrari: Il dilemma di Indianapolis
                      14/06/05 16.48.00
                      La Scuderia Ferrari Marlboro utilizzera' ad Indianapolis le stesse due F2005 impiegate a Montreal da Michael Schumacher e Rubens Barrichello, le monoposto sono state infatti spedite per via aerea direttamente dal Canada agli Stati Uniti.
                      Le vetture verranno completamente rimontate negli ampi box del circuito americano e le regolazioni di tutti gli elementi principali della macchina (motore, trasmissione, sospensioni etc.) verranno modificate per adattarsi alle esigenze dettata dalla conformazione di questo tracciato. Anche qui, cosi' come a Montreal, l’aerodinamica della vettura rivestira' un ruolo chiave per il buon rendimento di tutte le monoposto, gia' consistentemente modificate in occasione del Gran Premio del Canada.

                      Prima di parlare delle specificita' della pista di Indianapolis, Il responsabile in pista dell’aerodinamica per la Scuderia Ferrari, Alex Cinelli, ci illustra le sfide imposte dalla nuove regole, entrate in vigore all’inizio di questa stagione iridata. In sintesi, l’efficienza aerodinamica e' stata notevolmente ridotta attraverso l’introduzione di modifiche alle ali anteriori e posteriori, oltre che al profilo estrattore, la parte terminale del fondo piatto.

                      Cinelli ha studiato Ingegneria Aeronautica all’Imperial College di Londra, e dopo aver completato un Master presso la Fiat a Torino e' entrato direttamente in Formula 1, lavorando prima per la Tyrrell e poi per quattro anni in Williams; e' approdato alla Ferrari tre anni fa. Il regolamento 2005 presenta per lui e per tutti gli aerodinamici della Formula 1 la piu' grande sfida degli ultimi anni: “Quando abbiamo appreso delle nuove norme siamo rimasti tutti fortemente sorpresi perché significava perdere gran parte dell’efficienza della monoposto, quindi cercare di recuperarla e' stata una sfida tecnica davvero interessante - dice il tecnico di Maranello -. Tutte le squadre, chi piu' chi meno, hanno subito una perdita di prestazionalita' e penso che noi siamo stati tra quelli piu' penalizzati, il nostro pacchetto 2004 era estremamente efficace. Ora abbiamo recuperato quasi del tutto la deportanza perduta e siamo felici per come abbiamo impostato lo sviluppo della macchina. C’e' pero' ancora molto da fare per tornare ai livelli su cui ci eravamo attestati alla fine della stagione scorsa. Si sono comunque aperte nuove strade da percorrere e abbiamo per la testa parecchie idee”.

                      Non esiste una “soluzione perfetta” in materia di aerodinamica, peche' il lavoro di sviluppo in galleria del vento e' un processo continuo: “Al momento c’e' ancora molto da migliorare – continua Cinelli -, il lavoro in realta' non giunge mai ad un compimento perché si puo' sempre fare qualcosa di meglio di quanto si e' gia' ottenuto. Bisogna studiare le diverse parti della vettura, quantificare le perdite, verificare come cambia il bilanciamento della vettura e tenere sempre sotto controllo la relazione inversa tra deportanza e resistenza aerodinamica”. Piu' semplicemente, i tecnici vanno alla ricerca della deportanza, cioe' della forza che tiene la vettura attaccata alla strada, mentre la resistenza e' l’elemento che i tecnici cercano di ridurre al massimo, perché e' un “freno” all’avanzamento della macchina.

                      “Con le nuove regole siamo dovuti ripartire quasi da zero, ispirandoci a concetti diversi da quelli a cui eravamo abituati, provando nuove soluzioni – rivela Cinelli –. Ad esempio, prima delle modifiche regolamentari, l’ala anteriore era ottimizzata in rapporto alla vettura nella sua globalita'. Lavorando sulle paratie laterali e sul diffusore avevamo creato un pacchetto ben integrato. Ora l’ala posteriore e' collocata in una posizione differente, cio' ha avuto influenza sia sul diffusore sia sull’ala anteriore e quindi ci siamo dovuti inventare soluzioni diverse, disegnare nuove parti e verificare che tutto funzionasse. All’inizio abbiamo compiuto grossi passi in avanti e ora siamo nella fase di ottimizzazione del pacchetto. Ogni squadra guarda a cosa fanno le concorrenti e ognuno prova ad applicare per sé le soluzioni viste sulle altre monoposto, cio' sta accadendo soprattutto quest’anno. Alla fine pero' bisogna scegliere le soluzioni migliori per la propria macchina”.

                      Parlando in dettaglio della pista di Indianapolis, dal punto di vista aerodinamico ci si trova davanti ad un grosso dilemma: il circuito infatti presenta un lunghissimo rettilineo, parte del famoso ovale che ospita la 500 Miglia, che viene percorso dalle Formula 1, a gas completamente aperto, in circa 22 secondi. Il resto della pista, il cosiddetto infield, offre invece alcune tra le curve piu' lente del campionato. “Dal punto di vista ideale a Indianapolis si dovrebbe adottare un ala posteriore molto ridotta, per raggiungere la massima velocita' possibile sul rettilineo, e al tempo stesso un ala molto carica per avere la massima deportanza nell’infield e la resistenza all’avanzamento non e' un fattore fondamentale – spiega Cinelli -. Purtroppo si puo' montare un solo tipo di ala per volta. I programmi di simulazione indicano che in termini di tempi sul giro non c’e' sostanzialmente differenza tra un ala molto scarica o una estremamente carica. Entra quindi in gioco un altro elemento, e cioe' il fatto di superare le altre vetture e rimanere davanti in gara: “Incrociamo le risultanze delle simulazioni con quanto imparato sul campo nel passato quando si tratta di scegliere l’incidenza dell’ala. Rispetto al tempo sul giro la velocita' in rettilineo e' importante perché quest’ultimo e' molto lungo. Inoltre un pilota molto veloce in fondo al dritto puo' difendere facilmente la propria posizione o anche superare gli avversari. Se, data questa scelta, e' piu' lento degli altri nell’infield, cio' non ha grossa importanza, perché in quel tratto e' difficilissimo sorpassare. Con troppa ala invece si corre il rischio di essere superati in rettilineo”.

                      I valori di deportanza non sono decisi indipendentemente, ogni elemento coinvolto (tipo di gomma, configurazione del motore, taratura delle sospensioni e anche la strategia) ha infatti influenza sulla scelta del pacchetto aerodinamico per ogni specifica corsa: “Sappiamo quali velocita' massime raggiungeremo a Indianapolis e cosi' quando si tratta di operare una scelta sappiamo di poter fare affidamento sui nostri tecnici della Dinamica Veicolo e sulla nostra esperienza – continua Cinelli - . Teniamo in considerazione la situazione degli pneumatici, il funzionamento dei freni e il raffreddamento del propulsore. Come responsabili dell’aerodinamica vorremmo una configurazione il piu' possibile rispondente ai nostri standard di efficienza ma si devono considerare anche i requisiti per il raffreddamento ideale dei componenti”.

                      La lunghezza del rettifilo principale fa di Indianapolis la pista ideale su cui osservare il fenomeno della scia. In pratica, se un macchina ne segue un'altra, procedendo ad alta velocita', la vettura davanti crea una sorta di vuoto d’aria che permette alla seconda di viaggiare piu' velocemente consentendole di uscire dalla scia ed effettuare il sorpasso. La complessa configurazione aerodinamica di una Formula 1, pero', implica che l’equilibrio di una monoposto in scia ad un’altra venga alterato, impedendole di avvicinarsi quanto basta per tentare il sorpasso. Stando in scia, infatti, la deportanza diminuisce drasticamente e aumenta il rischio di perdere aderenza finendo fuori strada. Lo scorso anno, su richiesta della FIA, la Ferrari ha intrapreso una serie di test a Monza per studiare l’effetto scia cercando di capire come e quanto la deportanza di riduce quando un pilota si avvicina alla vettura di fronte a lui.

                      “Abbiamo scoperto che il flusso d’aria medio intorno alla vettura diminuisce – dice Cinelli -. L’aria che investehanno due effetti. La quantita' di aria sulla vettura che segue si riduce e quindi viene generata meno deportanza, inoltre l’aria che arriva non e' “pulita”, e' turbolenta. Alle monoposto questo non fa per niente bene perché piu' la vettura dietro si avvicina e minore e' la deportanza, a causa della turbolenza. L’aria infatti viene deviata verso l’alto, colpendo la vettura che viaggia in scia con un angolo non ottimale”.

                      Di certo Michael Schumacher e Rubens Barrichello non pensano agli aspetti teorici della fluidodinamica quando si trovano in battaglia durante un Gran Premio. I due piloti della Ferrari, infatti, saranno concentrati unicamente nella guida della loro F2005, cercando di controllare ogni variazione del grado di aderenza, impegnati su una delle piste piu' famose del mondo.

                      Ferrari
                      http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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                        #86
                        Il dilemma di Indianapolis
                        L’aerodinamica giocherà un ruolo chiave






                        La Scuderia Ferrari Marlboro utilizzerà ad Indianapolis le stesse due F2005 impiegate a Montreal da Michael Schumacher e Rubens Barrichello, le monoposto sono state infatti spedite per via aerea direttamente dal Canada agli Stati Uniti.

                        Le vetture verranno completamente rimontate negli ampi box del circuito americano e le regolazioni di tutti gli elementi principali della macchina (motore, trasmissione, sospensioni etc.) verranno modificate per adattarsi alle esigenze dettata dalla conformazione di questo tracciato. Anche qui, così come a Montreal, l’aerodinamica della vettura rivestirà un ruolo chiave per il buon rendimento di tutte le monoposto, già consistentemente modificate in occasione del Gran Premio del Canada.

                        Prima di parlare delle specificità della pista di Indianapolis, Il responsabile in pista dell’aerodinamica per la Scuderia Ferrari, Alex Cinelli, ci illustra le sfide imposte dalla nuove regole, entrate in vigore all’inizio di questa stagione iridata. In sintesi, l’efficienza aerodinamica è stata notevolmente ridotta attraverso l’introduzione di modifiche alle ali anteriori e posteriori, oltre che al profilo estrattore, la parte terminale del fondo piatto.

                        Cinelli ha studiato Ingegneria Aeronautica all’Imperial College di Londra, e dopo aver completato un Master presso la Fiat a Torino è entrato direttamente in Formula 1, lavorando prima per la Tyrrell e poi per quattro anni in Williams; è approdato alla Ferrari tre anni fa. Il regolamento 2005 presenta per lui e per tutti gli aerodinamici della Formula 1 la più grande sfida degli ultimi anni : "Quando abbiamo appreso delle nuove norme siamo rimasti tutti fortemente sorpresi perché significava perdere gran parte dell’efficienza della monoposto, quindi cercare di recuperarla è stata una sfida tecnica davvero interessante," dice il tecnico di Maranello.

                        "Tutte le squadre, chi più chi meno, hanno subito una perdita di prestazionalità e penso che noi siamo stati tra quelli più penalizzati, il nostro pacchetto 2004 era estremamente efficace. Ora abbiamo recuperato quasi del tutto la deportanza perduta e siamo felici per come abbiamo impostato lo sviluppo della macchina. C’è però ancora molto da fare per tornare ai livelli su cui ci eravamo attestati alla fine della stagione scorsa. Si sono comunque aperte nuove strade da percorrere e abbiamo per la testa parecchie idee."

                        Non esiste una "soluzione perfetta" in materia di aerodinamica, pechè il lavoro di sviluppo in galleria del vento è un processo continuo : "Al momento c’è ancora molto da migliorare," continua Cinelli, "il lavoro in realtà non giunge mai ad un compimento perché si può sempre fare qualcosa di meglio di quanto si è già ottenuto. Bisogna studiare le diverse parti della vettura, quantificare le perdite, verificare come cambia il bilanciamento della vettura e tenere sempre sotto controllo la relazione inversa tra deportanza e resistenza aerodinamica."




                        Più semplicemente, i tecnici vanno alla ricerca della deportanza, cioè della forza che tiene la vettura attaccata alla strada, mentre la resistenza è l’elemento che i tecnici cercano di ridurre al massimo, perché è un “freno” all’avanzamento della macchina.

                        "Con le nuove regole siamo dovuti ripartire quasi da zero, ispirandoci a concetti diversi da quelli a cui eravamo abituati, provando nuove soluzioni," rivela Cinelli. "Ad esempio, prima delle modifiche regolamentari, l’ala anteriore era ottimizzata in rapporto alla vettura nella sua globalità. Lavorando sulle paratie laterali e sul diffusore avevamo creato un pacchetto ben integrato. Ora l’ala posteriore è collocata in una posizione differente, ciò ha avuto influenza sia sul diffusore sia sull’ala anteriore e quindi ci siamo dovuti inventare soluzioni diverse, disegnare nuove parti e verificare che tutto funzionasse. All’inizio abbiamo compiuto grossi passi in avanti e ora siamo nella fase di ottimizzazione del pacchetto. Ogni squadra guarda a cosa fanno le concorrenti e ognuno prova ad applicare per sé le soluzioni viste sulle altre monoposto, ciò sta accadendo soprattutto quest’anno. Alla fine però bisogna scegliere le soluzioni migliori per la propria macchina."

                        Parlando in dettaglio della pista di Indianapolis, dal punto di vista aerodinamico ci si trova davanti ad un grosso dilemma : il circuito infatti presenta un lunghissimo rettilineo, parte del famoso ovale che ospita la 500 Miglia, che viene percorso dalle Formula 1, a gas completamente aperto, in circa 22 secondi. Il resto della pista, il cosiddetto infield, offre invece alcune tra le curve più lente del campionato.

                        "Dal punto di vista ideale a Indianapolis si dovrebbe adottare un ala posteriore molto ridotta, per raggiungere la massima velocità possibile sul rettilineo, e al tempo stesso un ala molto carica per avere la massima deportanza nell’infield e la resistenza all’avanzamento non è un fattore fondamentale," spiega Cinelli.

                        Purtroppo si può montare un solo tipo di ala per volta. I programmi di simulazione indicano che in termini di tempi sul giro non c’è sostanzialmente differenza tra un ala molto scarica o una estremamente carica. Entra quindi in gioco un altro elemento, e cioè il fatto di superare le altre vetture e rimanere davanti in gara : "Incrociamo le risultanze delle simulazioni con quanto imparato sul campo nel passato quando si tratta di scegliere l’incidenza dell’ala. Rispetto al tempo sul giro la velocità in rettilineo è importante perché quest’ultimo è molto lungo. Inoltre un pilota molto veloce in fondo al dritto può difendere facilmente la propria posizione o anche superare gli avversari. Se, data questa scelta, è più lento degli altri nell’infield, ciò non ha grossa importanza, perché in quel tratto è difficilissimo sorpassare. Con troppa ala invece si corre il rischio di essere superati in rettilineo."




                        I valori di deportanza non sono decisi indipendentemente, ogni elemento coinvolto (tipo di gomma, configurazione del motore, taratura delle sospensioni e anche la strategia) ha infatti influenza sulla scelta del pacchetto aerodinamico per ogni specifica corsa : "Sappiamo quali velocità massime raggiungeremo a Indianapolis e così quando si tratta di operare una scelta sappiamo di poter fare affidamento sui nostri tecnici della Dinamica Veicolo e sulla nostra esperienza," continua Cinelli. "Teniamo in considerazione la situazione degli pneumatici, il funzionamento dei freni e il raffreddamento del propulsore. Come responsabili dell’aerodinamica vorremmo una configurazione il più possibile rispondente ai nostri standard di efficienza ma si devono considerare anche i requisiti per il raffreddamento ideale dei componenti."

                        La lunghezza del rettifilo principale fa di Indianapolis la pista ideale su cui osservare il fenomeno della scia. In pratica, se un macchina ne segue un'altra, procedendo ad alta velocità, la vettura davanti crea una sorta di vuoto d’aria che permette alla seconda di viaggiare più velocemente consentendole di uscire dalla scia ed effettuare il sorpasso. La complessa configurazione aerodinamica di una Formula 1, però, implica che l’equilibrio di una monoposto in scia ad un’altra venga alterato, impedendole di avvicinarsi quanto basta per tentare il sorpasso. Stando in scia, infatti, la deportanza diminuisce drasticamente e aumenta il rischio di perdere aderenza finendo fuori strada. Lo scorso anno, su richiesta della FIA, la Ferrari ha intrapreso una serie di test a Monza per studiare l’effetto scia cercando di capire come e quanto la deportanza di riduce quando un pilota si avvicina alla vettura di fronte a lui.

                        "Abbiamo scoperto che il flusso d’aria medio intorno alla vettura diminuisce," dice Cinelli. "L’aria che investehanno due effetti. La quantità di aria sulla vettura che segue si riduce e quindi viene generata meno deportanza, inoltre l’aria che arriva non è “pulita”, è turbolenta. Alle monoposto questo non fa per niente bene perché più la vettura dietro si avvicina e minore è la deportanza, a causa della turbolenza. L’aria infatti viene deviata verso l’alto, colpendo la vettura che viaggia in scia con un angolo non ottimale."

                        Di certo Michael Schumacher e Rubens Barrichello non pensano agli aspetti teorici della fluidodinamica quando si trovano in battaglia durante un Gran Premio. I due piloti della Ferrari, infatti, saranno concentrati unicamente nella guida della loro F2005, cercando di controllare ogni variazione del grado di aderenza, impegnati su una delle piste più famose del mondo.

                        ..viaggiamo leggeri..si và a caccia di orchi...

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                          #87
                          Schumi : “Continuerò fino a quando sarò competitivo”
                          Il campione tedesco risponde alle voci di pensione







                          In mattinata, Michael Schumacher ha partecipato alla conferenza stampa Bridgestone presso il circuito di Indianapolis, evento che si è caratterizzato per la presenza di alcune centinaia di tifosi della Ferrari, i quali hanno applaudito ogni frase pronunciata dal Campione del Mondo, mostrandosi pubblico appassionato e piuttosto vivace.

                          Schumacher ha scatenato il patriottismo della piccola folla, ricevendo grandi ovazioni, quando ha rivelato che negli scorsi anni ha visitato l’area circostante la città di Indianapolis guidando una Harley Davidson. I tifosi hanno poi approvato rumorosamente la sua dichiarazione di aver guidato la moto indossando un casco, comportamento che nello Stato dell’Indiana non è imposto dalla legge.

                          La prima domanda che è stata posta al tedesco ha riguardato le sue possibilità di vittoria nel Gran Premio degli Stati Uniti : "Vedendo quante persone ci supportano qui," ha risposto con un sorriso, "direi che è possibile. Se guardiamo al campionato, diciamo che stiamo facendo fatica, ma siamo competitivi e insieme alla Bridgestone lavoriamo senza sosta per esserlo in tutte le fasi del fine settimana. Stiamo spingendo al massimo per tornare là dove eravamo lo scorso anno, ma in questa stagione la concorrenza è agguerrita e dura da battere."




                          "Canada a parte, siamo sempre partiti un po’ troppo indietro e ciò ha finito con il compromettere le nostre gare. E’ un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Negli ultimi sei anni abbiamo vinto tanto ma ora dobbiamo ammettere che gli altri stanno facendo un lavoro migliore del nostro."

                          E’ stato chiesto a Michael qual è la sua opinione sull’eventualità che il Campionato del Mondo sia composto da un numero ancora maggiore di gare rispetto a quelle di quest’anno, Michael risponde : "A dire la verità i mesi di lavoro in un anno sono indipendenti dal numero di gare, per cui diventa solo una questione se guidare in gara o nelle prove private. Io preferisco di certo le gare."

                          Correre è una delle cose che il pilota della Ferrari ha intenzione di continuare a fare, questa è la sua risposta alle dichiarazioni del fratello Ralf, secondo cui il Campione del Mondo si potrebbe presto ritirare : "Continuerò a gareggiare fino a quando sarò competitivo e fino a quando voi," riferendosi al pubblico, "sarete felici di vedermi in pista."

                          Il tedesco non prende in considerazione nulla a parte la Formula 1, anche per quanto riguarda il futuro : "Questo è il massimo per lo sport automobilistico, quindi qualsiasi altra cosa non costituirebbe una sfida stimolante per me," ha infatti affermato. "Alla Ferrari abbiamo un solo ed unico capo, Jean Todt," ha detto, interrogato sull’eventualità di passare ad un ruolo manageriale. "E’ un uomo che lavora moltissimo ed è soprattutto il nostro motivatore, capace di darci sempre la giusta carica. Io sono contento di fare il pilota e non cambierei questo ruolo."




                          Guardando al prossimo anno, Schumacher pensa che il passaggio ai motori 8 cilindri sia una mossa azzeccata : "A tutti piace andare forte, ovvio, ma le piste sono state progettate per ospitare macchine che vanno ad un determinata velocità, e noi stiamo passando questo limite," ha detto. "Anno dopo anno abbiamo cercato di ridurre la velocità intervenendo sull’aerodinamica o sulle gomme, trascurando i propulsori. Perciò credo che sia un buon modo di cercare la limitazione delle prestazioni. Non penso che inciderà sulla spettacolarità di questo sport."

                          L’ultima domanda è stata fatta da una tifosa : "Michael, vuoi venire a correre sui kart con me ed i miei amici, questa sera ?" Il pilota della Ferrari ha risposto "Adoro correre in kart e continuo a farlo spesso. Questa sera purtroppo ho degli impegni, ma se potessi verrei con voi !"
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                            #88
                            Barrichello: "Migliorare lo spettacolo"
                            17/06/05 10.17.00
                            Mentre Michael Schumacher e' stato tra i primi piloti a incontrare i Media a Indianapolis, con una conferenza stampa tenuta nella mattinata, il suo compagno di squadra, Rubens Barrichello, e' stato uno degli ultimi.
                            Il brasiliano e' giunto in circuiti appena prima del briefing tecnico del giovedi' pomeriggio, e al termine di questa riunione si e' fermato a parlare con i giornalisti appena fuori dagli uffici della Scuderia. Dopo essere arrivato terzo nel Gran Premio del Canada, domenica scorsa, il pilota della Scuderia Ferrari Marlboro ha viaggiato negli Stati Uniti. Inizialmente ha presenziato ad un incontro per uno sponsor e in seguito ha visitato una fabbrica di biciclette nel Wisconsin, prima di dirigersi verso sud: “Sono andato a Miami, e' stato bellissimo perché nessuno mi fermava chiedendomi cose inerenti alla Formula 1, quindi per un po’ ho potuto staccare completamente. E’ stato un cambiamento molto piacevole – ha scherzato con i suo intervistatori. Ho passato un po’ di tempo con il mio amico Tony Kanaan – pilota brasiliano, vincitore del campionato Indy Racing League nella passata stagione -, si e' trattato solo di un paio di giorni, prima di arrivare qui.

                            In circuito, poche era prima, ha tenuto una conferenza stampa anche Danica Patrick, la ventitreenne giunta quarta nella 500 Miglia di Indianapolis di qualche settimana fa. E’ stato cosi' chiesto a Rubens se ritiene possibile la presenza di una donna come pilota in Formula 1: “Ho visto che ha fatto una bella gara qui a Indy – ha risposto il brasiliano -, e non e' una questione di essere uomo o donna. Conta il talento; se guida cosi' sugli ovali non c’e' ragione per cui non possa andare forte in Formula 1”.

                            Neppure Barrichello ha in mente altri progetti: “Se me lo aveste chiesto qualche anno fa, forse vi avrei detto che mi sarebbe piaciuto correre la Indy 500, ma ora non piu'. Non c’entra con il pericolo, piuttosto preferirei provare una gara motociclistica…che secondo me e' rischiosa tanto quanto una corsa sugli ovali”.

                            Oggi la FIA ha diramato una serie di proposte per un cambio regolamentare in vista del 2008. Molti punti introdurrebbero forti limitazioni tecnologiche e Barrichello non si e' mostrato del tutto convinto circa la validita' di questi possibili cambiamenti: “Il mondo progredisce, non sono sicuro che tornare al passato sia giusto” – ha detto Rubens -. La cosa piu' importante, comunque, e' cercare sembre di migliorare lo spettacolo”.

                            Nonostante le due gare nord americane implichino un prolungata lontananza da casa, Silvana, la moglie di Rubens, non lo ha accompagnato: “Aspetta un bambino, e' a meta' del sesto mese – ha detto l’orgoglioso futuro padre -. Sappiamo che sara' un maschietto, lo chiameremo Fernando”. Cosi' la famiglia di Rubens si allarghera', con l’arrivo di un fratellino per il piccolo Eduardo.

                            Ferrari
                            http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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                              Bridgestone: Preview GP degli Stati Uniti
                              17/06/05 9.13.00
                              Dopo il doppio podio ottenuto in Canada da Michael Schumacher e Rubens Barrichello, la Bridgestone Motorsport ha raggiunto l'Indianapolis Motor Speedway per la gara del 19 giugno. I 4192 metri del circuito, combinano una parte dell'ovale sul quale si corre la mitica "500 Miglia" con un esigente tratto interno dalle caratteristiche totalmente opposte, dando origine ad una sfida tecnologica del tutto unica per i costruttori di gomme.


                              Hiroshi Yasukawa, Director of Motorsport:

                              "Le due Ferrari sul podio in Canada hanno dato una grande motivazione a tutto il personale della Bridgestone, sia in pista che nei reparti in Inghilterra e Giappone. Storicamente le gomme Bridgestone sono molto performanti sul circuito di Indianapolis e speriamo che utilizzando la nostra conoscenza approfondita della pista, potremo costruire sul risultato dello scorso weekend, per acquisire nuovo slancio a meta' stagione. Siamo impazienti di vedere un'altra gara emozionante ed offrire ai nostri fedeli tifosi di Ferrari e Bridgestone qualcosa di cui gioire".


                              Hisao Suganuma, Technical Manager:

                              "Il tracciato di Formula 1 di Indianapolis e' decisamente unico, con la parte velocissima dell'ovale e una sezione lenta nell’infield. Alla fine del rettilineo principale le vetture raggiungono la velocita' di 350 km/h, mettendo in evidenza la resistenza al calore come fattore indispensabile ad Indianapolis. Nella sezione lenta tuttavia, una serie di curve strette rallentano le vetture in maniera significativa. L'intera pista e' relativamente liscia e dunque adatta alle mescole morbide, mentre alcune parti del circuito sono state riasfaltate dall’anno scorso, ma lo si e' fatto in maniera da non provocare alcun cambiamento. Questo aspetto ci e' stato confermato dai nostri colleghi Bridgestone/Firestone in Nord America, che hanno una grande esperienza della pista, avendo recentemente disputato la 500 Miglia. Le sezioni ad alta velocita' possono comunque provocare una rapida usura delle gomme e quindi dobbiamo rimanere cauti a tal proposito, per cui andremo alla ricerca della massima aderenza compatibilmente con un consumo accettabile".




                              Fonte:Bridgestone
                              http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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                              • maurillo
                                .......................
                                • Jun 2002
                                • 11382
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                                #90
                                Ritorno in Ferrari per Massa?
                                18/06/05 10.43.00
                                Felipe Massa potrebbe provare una Ferrari prima della fine dell'anno. Il brasiliano ha ricoperto il ruolo di test driver della Scuderia nel 2003, attualmente e' pilota ufficiale della Sauber motorizzata Ferrari e il suo manager e' Nicolas Todt, figlio del Direttore Generale del team di Maranello.

                                Massa ha rivelato di avere un contratto a lungo termine con la Casa di Maranello e se i rapporti tra la Ferrari e Rubens Barrichello peggiorassero ulteriormente, Felipe potrebbe essere promosso per il 2006 a pilota ufficiale. Barrichello e' inoltre accreditato di contatti con la BAR Honda.

                                Massa ha costantemente battuto il suo piu' esperto compagno di squadra, Jacques Villeneuve, nel 2005: "Lo so che la gente pensa 'bhe, Villeneuve e' lento', ma farebbero meglio a pensare piuttosto che sono veloce."
                                http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk

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