Fontana: "Mancini bambino viziato"
Il portiere: "Come uomo è uno zero"
Alberto Fontana spara a zero su Roberto Mancini. Il secondo (ormai terzo) portiere dell'Inter ha rilasciato dalle colonne del QS un'intervista attaccando pesantemente il tecnico nerazzurro. "I nostri rapporti sono finiti quando gli ho fatto notare che i troppi gol presi erano colpa del gioco - dice - E' un bambino viziato, che ha paura della sua stessa ombra. Da calciatore è stato un fenomeno ma come uomo è uno zero".
E dire che quest'anno aveva vissuto il suo momento di gloria, rubando la maglia di titolare a Francesco Toldo per quattro giornate di campionato, dalla 6.a alla 9.a, giocando così anche il derby di andata (risultando tra l'altro decisivo). Sembrava un sogno incredibile, vissuto all'alba dei 38 anni, dopo molte stagioni vissute da comprimario. Poi di colpo la rottura, con la retrocessione addirittura a terzo portiere. Adesso Fontana si sfoga spiegando i motivi della crisi.
"Se non mi avessero fermato i miei compagni, avrei fatto a botte - ha detto al QS - perché non sono poi così malleabile come sembro e ormai non ne posso più. Già qualche mese fa, quando continuava ad attaccare noi portieri per i gol che subivamo, gli avevo fatto notare che anche con la Lazio incassava un sacco di reti. Quindi, forse, il problema era di un altro tipo, legato al gioco. Da quel momento, i nostri rapporti sono finiti. Ma, in realtà, non sono mai nati".
Il portiere si lamenta anche del fatto che dal tecnico non gli è mai stato detto nulla, e qui parte l'attacco più pesante, quello sul piano personale. "Mi hanno detto che ero diventato scomodo perchè col mio carattere potevo creare problemi - spiega - Non me l'ha detto Mancini, no, lui non ha le palle per dirti le cose in faccia, anche se è pagato per farlo. E' un bambini viziato, che ha paura della sua stessa ombra e che ha sempre bisogno degli altri. Non mi riferisco a Nuciari o Salsano che sono due brave persone, ma a Orsi. Da calciatore Mancini è stato un fenomeno ma come uomo è stato uno zero. Del resto, ci sarà un motivo se ai suoi tempi tutti adoravano Baggio e lui, invece, sapeva solo farsi odiare".
E così da titolare si è trovato addirittura retrocesso al ruolo di terzo. "Sarò presuntuoso - continua - ma, con tutto il rispetto per Fabian, non voglio fare il terzo a nessuno... Se a gennaio mi avesserro detto le loro intenzioni, seppur a malincuore, me ne sarei andato. Mi voleva la Fiorentina. Non sono mai stato un fenomeno, ho sempre vissuto la periferia del calcio, ma mi sono sempre sentito dire le cose in faccia e questo mi stimolava. Se un allenatore non ti vede, ma ha il coraggio di dirtelo, puoi cercare di fargli cambiare idea: diventa un punto d'orgoglio". E a questo proposito Fontana rimpiange Hector Cuper... "A lui chiedevo sempre se era contento di me, ma del resto lui era un grande. Un uomo vero. Uno che puoi solo stimare perché ha una personalità incredibile e da lui certe cose le accetti. Me l'avesse chiesto, avrei fatto anche il quinto portiere...".
Il portiere: "Come uomo è uno zero"
Alberto Fontana spara a zero su Roberto Mancini. Il secondo (ormai terzo) portiere dell'Inter ha rilasciato dalle colonne del QS un'intervista attaccando pesantemente il tecnico nerazzurro. "I nostri rapporti sono finiti quando gli ho fatto notare che i troppi gol presi erano colpa del gioco - dice - E' un bambino viziato, che ha paura della sua stessa ombra. Da calciatore è stato un fenomeno ma come uomo è uno zero".
E dire che quest'anno aveva vissuto il suo momento di gloria, rubando la maglia di titolare a Francesco Toldo per quattro giornate di campionato, dalla 6.a alla 9.a, giocando così anche il derby di andata (risultando tra l'altro decisivo). Sembrava un sogno incredibile, vissuto all'alba dei 38 anni, dopo molte stagioni vissute da comprimario. Poi di colpo la rottura, con la retrocessione addirittura a terzo portiere. Adesso Fontana si sfoga spiegando i motivi della crisi.
"Se non mi avessero fermato i miei compagni, avrei fatto a botte - ha detto al QS - perché non sono poi così malleabile come sembro e ormai non ne posso più. Già qualche mese fa, quando continuava ad attaccare noi portieri per i gol che subivamo, gli avevo fatto notare che anche con la Lazio incassava un sacco di reti. Quindi, forse, il problema era di un altro tipo, legato al gioco. Da quel momento, i nostri rapporti sono finiti. Ma, in realtà, non sono mai nati".
Il portiere si lamenta anche del fatto che dal tecnico non gli è mai stato detto nulla, e qui parte l'attacco più pesante, quello sul piano personale. "Mi hanno detto che ero diventato scomodo perchè col mio carattere potevo creare problemi - spiega - Non me l'ha detto Mancini, no, lui non ha le palle per dirti le cose in faccia, anche se è pagato per farlo. E' un bambini viziato, che ha paura della sua stessa ombra e che ha sempre bisogno degli altri. Non mi riferisco a Nuciari o Salsano che sono due brave persone, ma a Orsi. Da calciatore Mancini è stato un fenomeno ma come uomo è stato uno zero. Del resto, ci sarà un motivo se ai suoi tempi tutti adoravano Baggio e lui, invece, sapeva solo farsi odiare".
E così da titolare si è trovato addirittura retrocesso al ruolo di terzo. "Sarò presuntuoso - continua - ma, con tutto il rispetto per Fabian, non voglio fare il terzo a nessuno... Se a gennaio mi avesserro detto le loro intenzioni, seppur a malincuore, me ne sarei andato. Mi voleva la Fiorentina. Non sono mai stato un fenomeno, ho sempre vissuto la periferia del calcio, ma mi sono sempre sentito dire le cose in faccia e questo mi stimolava. Se un allenatore non ti vede, ma ha il coraggio di dirtelo, puoi cercare di fargli cambiare idea: diventa un punto d'orgoglio". E a questo proposito Fontana rimpiange Hector Cuper... "A lui chiedevo sempre se era contento di me, ma del resto lui era un grande. Un uomo vero. Uno che puoi solo stimare perché ha una personalità incredibile e da lui certe cose le accetti. Me l'avesse chiesto, avrei fatto anche il quinto portiere...".
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