Ho pensato di postare il testo di una conversazione che ho tenuto tempo fa.
Questa è la parte introduttiva.
Se interessa, posso postare il resto.
Mondo cane
Breve passeggiata a quattro zampe
Il limitare la nostra conversazione ai soli cani appartenenti alle razze riconosciute, che sono circa quattrocento, non va inteso come un torto per tutti i cani che di razza non sono, meritevoli comunque di ogni rispetto come gli altri, ma è dovuto al fondamentale motivo che la selezione delle razze, attuata dall’uomo nel corso di tutta la sua storia, è stata rivolta sempre ad un problema funzionale.
La razza si identifica con la funzione, e questo è un concetto basilare, come risulterà evidente nel prosieguo.
Il cane ha sempre accompagnato l’uomo nel corso di tutta la sua evoluzione storica, direi che si è sempre trovato al suo fianco.
Il cane è presente nelle culture di ogni paese, anzi taluni popoli, in particolare delle zone glaciali del Nord America, lo considerano nelle loro leggende il progenitore dell’uomo.
Non so se i cani siano contenti di questo accostamento.
Il primo incontro tra l’uomo ed il cane avvenne in epoca preistorica ed è stato descritto da Konrad Lorenz in alcune pagine di grande poesia, come se effettivamente il grande studioso, premio Nobel per la medicina per i suoi studi nel campo dell’etologia, dello studio del comportamento animale,, vi avesse assistito.
Più precisamente si trattava di un canide, vasta famiglia che comprende, il lupo, lo sciacallo, il licaone, la iena, il coyote ecc., e probabilmente si trattava proprio di uno sciacallo, più esattamente di uno sciacallo dorato, mentre l’uomo era un cacciatore nomade.
Quindi, i primi cani che accompagnarono l’uomo nel suo cammino furono adibiti alla caccia e ne furono sviluppate le caratteristiche necessarie a tale impiego. L’uomo, inconsciamente, cominciava la selezione delle razze.
Successivamente, l’uomo diviene stanziale, si dedica all’agricoltura ed all’allevamento, ed il cane subisce una nuova selezione.
C’è bisogno, infatti, di cani da gregge, quindi privi dell’istinto predatorio tipico del cane da caccia, cani che la sera, finito il duro lavoro di pastorizia, mentre l’uomo riposa con la sua famiglia, si dedicano alla guardia, a proteggere la famiglia umana e gli altri animali dai predatori.
L’uomo dorme, il cane vigila, e l’uomo può permettersi di riposare tranquillo perchè sa che, lì fuori, c’è il guardiano fedele.
E’ da notare che le razze da caccia hanno dato origine a soggetti del tutto diversi secondo il luogo ove vengono impiegate ed il tipo di selvaggina, si pensi, ad esempio, alla enorme differenza tra il nostro Cirneco dell’Etna (foto1) cane antichissimo, la razza ha circa 5000 anni, che discende direttamente dal Cane dei Faraoni, adatto a “saltellare” sulla roccia lavica, alla ricerca di piccoli roditori, ed il Levriero Russo del Borzoi, (foto 2), volutamente cifotico, caratteristica comune a tutti i levrieri, dal nostro Piccolo Levriero Italiano al gigantesco Irish Wolfhound, costruito per correre nella steppa e confrontarsi con grossi animali.
Questa è la parte introduttiva.
Se interessa, posso postare il resto.
Mondo cane
Breve passeggiata a quattro zampe
Il limitare la nostra conversazione ai soli cani appartenenti alle razze riconosciute, che sono circa quattrocento, non va inteso come un torto per tutti i cani che di razza non sono, meritevoli comunque di ogni rispetto come gli altri, ma è dovuto al fondamentale motivo che la selezione delle razze, attuata dall’uomo nel corso di tutta la sua storia, è stata rivolta sempre ad un problema funzionale.
La razza si identifica con la funzione, e questo è un concetto basilare, come risulterà evidente nel prosieguo.
Il cane ha sempre accompagnato l’uomo nel corso di tutta la sua evoluzione storica, direi che si è sempre trovato al suo fianco.
Il cane è presente nelle culture di ogni paese, anzi taluni popoli, in particolare delle zone glaciali del Nord America, lo considerano nelle loro leggende il progenitore dell’uomo.
Non so se i cani siano contenti di questo accostamento.
Il primo incontro tra l’uomo ed il cane avvenne in epoca preistorica ed è stato descritto da Konrad Lorenz in alcune pagine di grande poesia, come se effettivamente il grande studioso, premio Nobel per la medicina per i suoi studi nel campo dell’etologia, dello studio del comportamento animale,, vi avesse assistito.
Più precisamente si trattava di un canide, vasta famiglia che comprende, il lupo, lo sciacallo, il licaone, la iena, il coyote ecc., e probabilmente si trattava proprio di uno sciacallo, più esattamente di uno sciacallo dorato, mentre l’uomo era un cacciatore nomade.
Quindi, i primi cani che accompagnarono l’uomo nel suo cammino furono adibiti alla caccia e ne furono sviluppate le caratteristiche necessarie a tale impiego. L’uomo, inconsciamente, cominciava la selezione delle razze.
Successivamente, l’uomo diviene stanziale, si dedica all’agricoltura ed all’allevamento, ed il cane subisce una nuova selezione.
C’è bisogno, infatti, di cani da gregge, quindi privi dell’istinto predatorio tipico del cane da caccia, cani che la sera, finito il duro lavoro di pastorizia, mentre l’uomo riposa con la sua famiglia, si dedicano alla guardia, a proteggere la famiglia umana e gli altri animali dai predatori.
L’uomo dorme, il cane vigila, e l’uomo può permettersi di riposare tranquillo perchè sa che, lì fuori, c’è il guardiano fedele.
E’ da notare che le razze da caccia hanno dato origine a soggetti del tutto diversi secondo il luogo ove vengono impiegate ed il tipo di selvaggina, si pensi, ad esempio, alla enorme differenza tra il nostro Cirneco dell’Etna (foto1) cane antichissimo, la razza ha circa 5000 anni, che discende direttamente dal Cane dei Faraoni, adatto a “saltellare” sulla roccia lavica, alla ricerca di piccoli roditori, ed il Levriero Russo del Borzoi, (foto 2), volutamente cifotico, caratteristica comune a tutti i levrieri, dal nostro Piccolo Levriero Italiano al gigantesco Irish Wolfhound, costruito per correre nella steppa e confrontarsi con grossi animali.
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