"Ci sacrifichiamo per il Brescia"Roberto Guana, 24 anni, e Daniele Adani, 30. Aduefoto:: Per saperne di più.:La scheda di Adani....:... e quella di Guanadi Gian Paolo LaffranchiGuana e Adani hanno dato l'addio al club lombardo in conferenza stampa, leggendo un comunicato pesantemente accusatorio nei confronti dei tifosi.
BRESCIA, 10 marzo 2005 - “Una maglia azzurra, una V bianca”. Si intitola così la lettera che Daniele Adani e Roberto Guana hanno lasciato sul tavolo-conferenze del Touring di Coccaglio, solitamente quartier generale del Brescia. Una lettera e una maglia sul tavolo: “Il nostro sacrificio per il bene del Brescia”. Adani e Guana lasciano la squadra: è ufficiale. E spiegano perché. Non è un incontro, un botta e risposta, ma un comunicato.
“Una maglia azzurra dovrebbe appartenere a quei tifosi che mi hanno definito un rovinaspogliatoio e che si sono sentiti per questo in diritto di venire al campo di allenamento e di mettermi una mano alla gola – dice Adani -. Faccio loro i complimenti, perché negli spogliatoi non li ho mai visti, e non è facile sapere così bene le cose senza averle viste, sentite o vissute. Devono avere informatori della loro stessa risma. Dico loro solo questo: per quanto ve la mettiate addosso, questa maglia non vi appartiene. Appartiene ai tifosi sinceri, a quegli uomini della società che manifestano nelle piccole come nelle grandi occasioni la loro onestà, dai magazzinieri al dottore… Caro presidente, io non accetto che le cose scorrano così anche per lei, anche per la sua famiglia. Allora le tolgo il disturbo e le lascio l’affetto: fra tante partite giocate insieme, conservo solo per me questa sconfitta”.
Con Adani prende “gli interessi, i soldi”, e li mette sul tavolo, anche Guana. “Non segue me, segue semplicemente se stesso – sottolinea Adani -. Lui, non io, ha tutto da perdere. Lui accetta di poter perdere tutto per la maglia che ama”. “”Lasciarla è un sacrificio, un dolore immenso. La lasciamo non per non voler combattere – dice Guana – ma perché tutti quelli che possono fare, ma non fanno, trovino qualche energia e qualche senso in più. Facciamo gli auguri alla nostra guida tecnica e ai nostri compagni perché traggano dalla nostra assenza una nuova forza”.
www.gazzetta.it
BRESCIA, 10 marzo 2005 - “Una maglia azzurra, una V bianca”. Si intitola così la lettera che Daniele Adani e Roberto Guana hanno lasciato sul tavolo-conferenze del Touring di Coccaglio, solitamente quartier generale del Brescia. Una lettera e una maglia sul tavolo: “Il nostro sacrificio per il bene del Brescia”. Adani e Guana lasciano la squadra: è ufficiale. E spiegano perché. Non è un incontro, un botta e risposta, ma un comunicato.
“Una maglia azzurra dovrebbe appartenere a quei tifosi che mi hanno definito un rovinaspogliatoio e che si sono sentiti per questo in diritto di venire al campo di allenamento e di mettermi una mano alla gola – dice Adani -. Faccio loro i complimenti, perché negli spogliatoi non li ho mai visti, e non è facile sapere così bene le cose senza averle viste, sentite o vissute. Devono avere informatori della loro stessa risma. Dico loro solo questo: per quanto ve la mettiate addosso, questa maglia non vi appartiene. Appartiene ai tifosi sinceri, a quegli uomini della società che manifestano nelle piccole come nelle grandi occasioni la loro onestà, dai magazzinieri al dottore… Caro presidente, io non accetto che le cose scorrano così anche per lei, anche per la sua famiglia. Allora le tolgo il disturbo e le lascio l’affetto: fra tante partite giocate insieme, conservo solo per me questa sconfitta”.
Con Adani prende “gli interessi, i soldi”, e li mette sul tavolo, anche Guana. “Non segue me, segue semplicemente se stesso – sottolinea Adani -. Lui, non io, ha tutto da perdere. Lui accetta di poter perdere tutto per la maglia che ama”. “”Lasciarla è un sacrificio, un dolore immenso. La lasciamo non per non voler combattere – dice Guana – ma perché tutti quelli che possono fare, ma non fanno, trovino qualche energia e qualche senso in più. Facciamo gli auguri alla nostra guida tecnica e ai nostri compagni perché traggano dalla nostra assenza una nuova forza”.
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