Maremoto

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    #61
    Originariamente Scritto da THE ALEX
    ti voglio bene piccolo..

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    • Drugo84
      Gentiluomo di Fortuna
      • Jun 2003
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      • Zion
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      #62
      Forte Scossa A Nordovest Di Giakarta, Torna L'incubo Tsunami

      ROMA - 23,59. E' piena notte nell' Oceano Indiano quando, a trenta chilometri di profondita', a 200 miglia dall' isola indonesiana di Sumatra, si risveglia la terra. Una scossa violentissima, 8,7 gradi Richter, quasi come quella che il 26 dicembre provoco' lo tsunami che inflisse spaventose ferite alla natura, facendo strage di residenti e di turisti, moltissimi gli occidentali, che, sulle spiagge della Thailandia e dello Sri Lanka, dopo avere festeggiato il Natale, aspettavano l' arrivo del nuovo anno.

      Una scossa, quella di oggi, capace, come hanno subito detto gli esperti di tutto il mondo, di provocare anch' essa uno tsunami. Ed e' bastato questo, insieme al recente ricordo della devastazione di quello dello scorso dicembre, a fare scattare una serie di allarmi. Se quello della fine dell' anno era stato un effetto domino delle onde anomale - che investirono, una dopo l' altra, spiagge e citta' -, quello di oggi e' stato un 'domino' degli allarmi, che si sono moltiplicati nel giro di pochi minuti l' uno dall' altro.

      Indonesia, Sri Lanka e India - i Paesi che, il 26 dicembre, hanno pagato un prezzo altissimo in morti, dispersi e danni - hanno subito messo in moto le loro strutture con l' obiettivo immediato di lanciare l' allerta, per convincere la gente ad abbandonare le zone vicine alle coste e, quindi, a raggiungere luoghi posti in alto, e possibilmente distanti dal mare.

      Il contraccolpo psicologico e' stato immediato e migliaia di persone sono scese in strada, soprattutto nell' isola di Sumatra e a Phuket, dove la polizia e' andata, praticamente casa per casa, ad avvertire di quanto era accaduto e, soprattutto, di quanto non si poteva escludere che accadesse. Come un tutt' uno, in migliaia hanno abbandonato le loro case, trascinandosi dietro gli oggetti di valore che potevano trasportare e mettendosi in strada diretti verso i punti che ritenevano potessero dare loro sicurezza.

      Stessa scena, con accenti forse ancora piu' drammatici, a Banda Aceh, la citta' indonesiana che il 26 dicembre fu investita con violenza dal mare, tanto che le onde risalirono le strade del centro portando dapprima la distruzione e poi, ritirandosi, trascinando verso il largo decine di persone che non sono state mai piu' trovate. La paura si e' impadronita di interi villaggi e cittadine - come e' accaduto nel sud dell' India - anche dove nessuno ha avvertito il terremoto ne' esistevano oggettivi rischi di essere investiti dal maremoto.

      L' allarme questa volta, rispetto a tre mesi fa, e' arrivato tempestivamente, anche da parte di quelle strutture che, nate con questa missione, il 26 dicembre scorso non furono in grado di tradurre con esattezza la pericolosita' del sisma e la potenza devastante che poteva accompagnare un maremoto, che poi, puntualmente, si abbatte' sulla costa.

      Insieme a quello degli esperti giapponesi, il primo allarme - con un invito ai rispettivi governi a fare evacuare le zone piu' a rischio - e' venuto dal Centro per il controllo degli tsunami alle Hawaii, che fa parte della rete dell' Agenzia federale oceanografica degli Usa (Noaa) e che ha parlato della possibilita' di uno ''tsusnami distruttivo''.

      Il Noaa e' lo stesso organismo che, dopo il terremoto del 26 dicembre, fu oggetto di violente polemiche per il ritardo con cui avverti' della possibilita' che il sisma poteva - per come poi avvenne - generare un maremoto.

      ''Il sistema di avvertimento della popolazione sembra aver funzionato assai meglio'', e' stato il commento del coordinatore degli aiuti umanitari dell'Onu, Jan Egeland.

      Una scossa violentissima (e comunque trenta volte inferiore come intensita' di quella piu' forte del 26 dicembre) che, seppure non ha causato il temuto tsunami, ha provocato gravi danni soprattutto nella cittadina costiera di Gunungsitoli, nell' isola indonesiana di Nias, dove il vicesindaco, Agus Mendrofa, ha parlato di decine di morti e di molte persone intrappolate sotto le macerie. ''Gunungsitoli e' come una citta' morta. La situazione e' di estremo panico'', ha detto ancora Mendrofa. Nell' intera isola, poi, il 75% delle costruzioni e' stata danneggiata.



      © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 28/03/2005 22:30
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