D: Si parla sempre più spesso di tecnologie in grado di intercettare fax, cellulari, e perfino e-mail. Addirittura di satelliti militari in grado di fotografare qualunque cosa, eppure, il pericolo numero uno al mondo non si trova.
Ma che fine ha fatto Osama bin Laden, e a chi giova la sua esistenza e i suoi videoproclami?
R: E’ abbastanza evidente: Bin Laden era un agente della CIA almeno fino al 1999 ed è sospettato di aver fatto uccidere (su richiesta della stessa CIA) in agosto del 2001 (quindi un mese prima dell’11 settembre) il generale afgano Mossud, che poteva unificare l’Afghanistan. Quindi è probabile che lui sia tuttora un uomo che lavora per i servizi segreti americani, fingendo di essere loro nemico.
Oramai Bin Laden manda solo delle videocassette, e da due anni non ha fatto una sola telefonata con il satellitare, perché qualunque tipo di conversazione, di comunicazione, oggi può essere controllata. Addirittura qualunque movimento finanziario. Gli americani hanno un software, che si chiama Promis, che serve appunto a controllare ogni tipo di movimento finanziario sospetto e anche non sospetto. Loro negano di usarlo, ma in realtà, visto che ce l’hanno, non si capisce perché non dovrebbero usarlo.
E allora Bin Laden come fa a comandare al-Qaeda senza nessun tipo di comunicazione?
Nel mio libro: “Osama bin Mossad” ho fatto un’ipotesi che alla fine - magari tra una quindicina di anni di guerre - vedrà Osama come il Grande Califfo della Mecca, in una Arabia Saudita divisa in due parti: quella petrolifera e democratica (come l’Iraq!) e l’altra della Mecca, intoccabile luogo santo.
Oggi, i suoi videoproclami, hanno l’obiettivo di mantenere vivo questo senso di terrore. Il libro che spiega tutto è “1984” di George Orwell, dove si racconta di una guerra che forse non esiste nemmeno, che però tiene tutta la popolazione sotto l’impero del terrore e rende necessario un governo autoritario, la gestione segreta dello Stato, ecc. ecc.
Andrebbe però riletto attentamente, perché lo abbiamo sempre fatto come la metafora dell’impero sovietico, ma adesso sta diventando la metafora dell’impero di Bush!
Ma che fine ha fatto Osama bin Laden, e a chi giova la sua esistenza e i suoi videoproclami?
R: E’ abbastanza evidente: Bin Laden era un agente della CIA almeno fino al 1999 ed è sospettato di aver fatto uccidere (su richiesta della stessa CIA) in agosto del 2001 (quindi un mese prima dell’11 settembre) il generale afgano Mossud, che poteva unificare l’Afghanistan. Quindi è probabile che lui sia tuttora un uomo che lavora per i servizi segreti americani, fingendo di essere loro nemico.
Oramai Bin Laden manda solo delle videocassette, e da due anni non ha fatto una sola telefonata con il satellitare, perché qualunque tipo di conversazione, di comunicazione, oggi può essere controllata. Addirittura qualunque movimento finanziario. Gli americani hanno un software, che si chiama Promis, che serve appunto a controllare ogni tipo di movimento finanziario sospetto e anche non sospetto. Loro negano di usarlo, ma in realtà, visto che ce l’hanno, non si capisce perché non dovrebbero usarlo.
E allora Bin Laden come fa a comandare al-Qaeda senza nessun tipo di comunicazione?
Nel mio libro: “Osama bin Mossad” ho fatto un’ipotesi che alla fine - magari tra una quindicina di anni di guerre - vedrà Osama come il Grande Califfo della Mecca, in una Arabia Saudita divisa in due parti: quella petrolifera e democratica (come l’Iraq!) e l’altra della Mecca, intoccabile luogo santo.
Oggi, i suoi videoproclami, hanno l’obiettivo di mantenere vivo questo senso di terrore. Il libro che spiega tutto è “1984” di George Orwell, dove si racconta di una guerra che forse non esiste nemmeno, che però tiene tutta la popolazione sotto l’impero del terrore e rende necessario un governo autoritario, la gestione segreta dello Stato, ecc. ecc.
Andrebbe però riletto attentamente, perché lo abbiamo sempre fatto come la metafora dell’impero sovietico, ma adesso sta diventando la metafora dell’impero di Bush!
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