TORINO, 26 novembre 2004 - Assoluzione per l'amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo, un anno e dieci mesi di reclusione con 2000 euro di multa per il medico Agricola, riconosciuto colpevole di frode sportiva (compreso l'uso di Epo) e di somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute. Questa la sentenza emessa oggi dal giudice Giuseppe Casalbore dopo circa 4 ore di Camera di Consiglio in merito al processo per doping alla Juventus. L'accusa aveva chiesto 3 anni e due mesi di reclusione per il dottor Agricola e due anni ed un mese per Giraudo.
"Sono soddisfatto della sentenza, è quello che mi aspettavo", è stato il breve commento del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Mentre Giraudo e Agricola hanno fatto perdere le proprie tracce subito dopo la sentenza, con i cronisti si è intrattenuto l'avvocarto Luigi Chiappero, uno dei legali della difesa bianconera. "Sono soddisfatto a metà - ha dichiarato -, sull'imputazione del medico dobbiamo aspettare la partita di ritorno, sono convinto dei nostri argomenti e continueremo a lottare. Mi aspettavo che il giudice ci desse ragione sulla perizia di D'Onofrio", il perito dell'accusa che i legali della Juve hanno fortemente criticato in questi mesi. "Continueremo a combattere per Agricola - continua Chiappero -, convinti della bontà delle nostre motivazioni. Adesso aspettiamo le motivazioni del giudice, che è un magistrato bravissimo. Ma speravo di averlo convinto sull' Epo: avevamo argomentazioni monumentali. In ogni caso questa era la partita di andata, e il campo non ci era favorevole. Era come se fossimo in trasferta, anche se l'arbitro è stato corretto. Adesso ricorreremo in appello. Ci saranno tre giudici, e speriamo che sei occhi vedano meglio di due".
A seguire Paolo Trofino, l'avvocato difensore di Giraudo: "Siamo soddisfatti, questa sentenza arriva dopo 6 anni di gogna mediatica, era importante dimostrare l'innocenza di un uomo come Guraudo. Siamo veramente soddisfatti, ma una punta di amarezza rimane per il dottor Agricola, anche se questa sentenza difficilmente reggerà in appello. Cominceremo a lavorare già da domani per dimostrare che anche Agricola non ha commesso nessun reato riguardo alla somministrazione dei farmaci. Comunque siamo convinti che difficilmente questa sentenza reggerà in appello, Agricola è stato condannato per l'epo e sulla prova più fragile di tutta". Trofino racconta poi le reazioni dell'amministratore delegato della Juve: "L'ho visto leggermente emozionato, lui è un uomo freddo, abituato a prendere decisioni importanti, ma dopo questi sei anni, dopo l'assoluzione ho visto nei suoi occhi la mia stessa emozione, ero convinto della sua innocenza". Poi l'avvocato Anna Chiusano che dedica l'assoluzione a "colui che per tanti anni fu presidente della Juventus, mio padre Vittorio (anche lui avvocato, ndr) e la regalo all'attuale presidente, l'avvocato Franzo Grande Stevens, che rappresenta tutti i tifosi di tale gruppo societario". La chiusura èper Agricola: "Ci dispiace - conclude la Chiusano - perché a nostro avviso il reato di frode sportiva non era applicabile. Speriamo in appello di correggere questa impostazione".
L'udienza, la trentanovesima della serie, si era aperta alle 9 con l'ultimo intervento, quello dell'avvocato difensore Anna Chiusano. Poi il giudice Giuseppe Casalbore si è ritirato in camera di consiglio. Per la Procura di Torino si trattava della madre di tutte le battaglie contro il doping. Ad ingaggiarla, nell'ormai lontana estate del 1998, fu il giudice Raffaele Guariniello, che decise di vederci chiaro nelle dichiarazioni di Zdenek Zeman ("il calcio deve uscire dalle farmacie"). Nel corso delle indagini, caratterizzate dall'audizione di centinaia tra giocatori, allenatori, dirigenti, vennero a galla alcune manchevolezze: il sistema dei controlli faceva acqua, il laboratorio dell'Acqua Acetosa non cercava le sostanze proibite come avrebbe dovuto, il commercio della creatina era viziato da irregolarità. Ci sono state sentenze, dimissioni, commissariamenti, regole nuove. Una nuova legge, promulgata nel 2000, disciplina meglio la materia, responsabilizzando in primo luogo gli stessi calciatori. Ma è stato il processo alla Juventus, la squadra più amata-odiata d'Italia, ad attirare l'attenzione del mondo dello sport. "Abbiamo dovuto affrontare da innocenti una gogna mediatica straordinaria", ha tuonato uno degli avvocati difensori, Paolo Trofino. Mentre Marcello Maddalena, procuratore capo, si schiera con Guariniello: "Io sono d'accordo con lui".
fonte:GdS
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"Sono soddisfatto della sentenza, è quello che mi aspettavo", è stato il breve commento del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Mentre Giraudo e Agricola hanno fatto perdere le proprie tracce subito dopo la sentenza, con i cronisti si è intrattenuto l'avvocarto Luigi Chiappero, uno dei legali della difesa bianconera. "Sono soddisfatto a metà - ha dichiarato -, sull'imputazione del medico dobbiamo aspettare la partita di ritorno, sono convinto dei nostri argomenti e continueremo a lottare. Mi aspettavo che il giudice ci desse ragione sulla perizia di D'Onofrio", il perito dell'accusa che i legali della Juve hanno fortemente criticato in questi mesi. "Continueremo a combattere per Agricola - continua Chiappero -, convinti della bontà delle nostre motivazioni. Adesso aspettiamo le motivazioni del giudice, che è un magistrato bravissimo. Ma speravo di averlo convinto sull' Epo: avevamo argomentazioni monumentali. In ogni caso questa era la partita di andata, e il campo non ci era favorevole. Era come se fossimo in trasferta, anche se l'arbitro è stato corretto. Adesso ricorreremo in appello. Ci saranno tre giudici, e speriamo che sei occhi vedano meglio di due".
A seguire Paolo Trofino, l'avvocato difensore di Giraudo: "Siamo soddisfatti, questa sentenza arriva dopo 6 anni di gogna mediatica, era importante dimostrare l'innocenza di un uomo come Guraudo. Siamo veramente soddisfatti, ma una punta di amarezza rimane per il dottor Agricola, anche se questa sentenza difficilmente reggerà in appello. Cominceremo a lavorare già da domani per dimostrare che anche Agricola non ha commesso nessun reato riguardo alla somministrazione dei farmaci. Comunque siamo convinti che difficilmente questa sentenza reggerà in appello, Agricola è stato condannato per l'epo e sulla prova più fragile di tutta". Trofino racconta poi le reazioni dell'amministratore delegato della Juve: "L'ho visto leggermente emozionato, lui è un uomo freddo, abituato a prendere decisioni importanti, ma dopo questi sei anni, dopo l'assoluzione ho visto nei suoi occhi la mia stessa emozione, ero convinto della sua innocenza". Poi l'avvocato Anna Chiusano che dedica l'assoluzione a "colui che per tanti anni fu presidente della Juventus, mio padre Vittorio (anche lui avvocato, ndr) e la regalo all'attuale presidente, l'avvocato Franzo Grande Stevens, che rappresenta tutti i tifosi di tale gruppo societario". La chiusura èper Agricola: "Ci dispiace - conclude la Chiusano - perché a nostro avviso il reato di frode sportiva non era applicabile. Speriamo in appello di correggere questa impostazione".
L'udienza, la trentanovesima della serie, si era aperta alle 9 con l'ultimo intervento, quello dell'avvocato difensore Anna Chiusano. Poi il giudice Giuseppe Casalbore si è ritirato in camera di consiglio. Per la Procura di Torino si trattava della madre di tutte le battaglie contro il doping. Ad ingaggiarla, nell'ormai lontana estate del 1998, fu il giudice Raffaele Guariniello, che decise di vederci chiaro nelle dichiarazioni di Zdenek Zeman ("il calcio deve uscire dalle farmacie"). Nel corso delle indagini, caratterizzate dall'audizione di centinaia tra giocatori, allenatori, dirigenti, vennero a galla alcune manchevolezze: il sistema dei controlli faceva acqua, il laboratorio dell'Acqua Acetosa non cercava le sostanze proibite come avrebbe dovuto, il commercio della creatina era viziato da irregolarità. Ci sono state sentenze, dimissioni, commissariamenti, regole nuove. Una nuova legge, promulgata nel 2000, disciplina meglio la materia, responsabilizzando in primo luogo gli stessi calciatori. Ma è stato il processo alla Juventus, la squadra più amata-odiata d'Italia, ad attirare l'attenzione del mondo dello sport. "Abbiamo dovuto affrontare da innocenti una gogna mediatica straordinaria", ha tuonato uno degli avvocati difensori, Paolo Trofino. Mentre Marcello Maddalena, procuratore capo, si schiera con Guariniello: "Io sono d'accordo con lui".
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