L' altro ieri è morto mio zio, oggi c'è stato il funerale. Solo negli ultimi mesi, da quando mi aveva detto di essere malato, avevo iniziato a conoscerlo un po', lo andavo a trovare spesso, guardavamo una videocassetta e poi lo ascoltavo parlare, mi piaceva molto come prendeva per il culo la malattia, diceva: "il cancro c'ha fame, ma io leggo Platone e gli vo in culo", diceva: "prima che muoio devi farmi rivedere il settimo sigillo", diceva: "uno, dopo che ha lavorato 35 anni, ci rimane male quando gli dicono che non potrà neanche godersi la pensione"
Mio zio era un uomo importante e al suo funerale un ometto, nobilitato nella sua piccolezza da qualche apparente forma di autorità, ha declamato un' orazione così ipocrita e stucchevole, che io mi sono alzato e sono uscito dalla chiesa, perchè per un momento sarei stato tentato di buttarlo giù dal pulpito a calci in culo: "ma chi sei? cosa vuoi? ma perchè parli di mio zio con la stessa faccia con cui parli della juve o di berlusconi?" avrei voluto dirgli. L' ho rivisto fuori dalla chiesa: fumava una sigaretta e ridacchiava insieme ad altre persone che non avevo mai veduto prima.
Stasera, a cena coi parenti, l' atmosfera era serena, sembrava che nessuno pensasse più a lui, che domani sarà cremato... qualcuno ogni tanto rideva, poi mia nonna si è messa a piangere, ha detto: "siete dei cretini, come potete oggi ridere e scherzare così?".
E' semplice: le loro vite sono già lontane dal suo ricordo, tutti continueranno come sempre, nessuno resterà indietro, solo lui è rimasto.
All' ospedale qualche giorno fa guardavo mia nonna davanti al suo letto: sembrava così giovane, a 90 anni, così giovane come non lo è neanche nelle sue foto da ragazza, e lui, lì nel letto, sudato, il ciuffo spettinato, era un ragazzo... cosa sono gli anni? solo scacazzate di uccelli sul parabrezza, è tutta una finzione: sotto la patina, gratta gratta gratta, c'è ancora quel bambino.
Cosa volete? Volete anche voi una bella commemorazione pubblica, un coccodrillo sui giornali, quattro risate alla cena dei parenti? Siamo niente, ma lo stesso metteteci forza, fregatevene, ma fate in modo che nella chiesa, tra le facce contrite, ci sia almeno uno che pensi: "vaffanculo voi! ma cosa state dicendo? lo vedete che siete nessuno in confronto a quel pezzo di carne lì nella cassa?"
Non date importanza a niente al di fuori dei vostri ideali: non importa il lavoro, non importa il sesso, non importa niente. Dovete marciare, tirando su il mento, fuori dal lirico, sotto la pioggia, marciate in mezzo ai simpatichini da bar e agli stupidi cristi che sono ovunque, marciate, e dentro di voi ascoltate la marcia trionfale della forza pura e dolorosa: "tam\ tam tam\ tatatamtam\ tatatà\ taratatà taratatà taratatatàtatà"
Mio zio era un uomo importante e al suo funerale un ometto, nobilitato nella sua piccolezza da qualche apparente forma di autorità, ha declamato un' orazione così ipocrita e stucchevole, che io mi sono alzato e sono uscito dalla chiesa, perchè per un momento sarei stato tentato di buttarlo giù dal pulpito a calci in culo: "ma chi sei? cosa vuoi? ma perchè parli di mio zio con la stessa faccia con cui parli della juve o di berlusconi?" avrei voluto dirgli. L' ho rivisto fuori dalla chiesa: fumava una sigaretta e ridacchiava insieme ad altre persone che non avevo mai veduto prima.
Stasera, a cena coi parenti, l' atmosfera era serena, sembrava che nessuno pensasse più a lui, che domani sarà cremato... qualcuno ogni tanto rideva, poi mia nonna si è messa a piangere, ha detto: "siete dei cretini, come potete oggi ridere e scherzare così?".
E' semplice: le loro vite sono già lontane dal suo ricordo, tutti continueranno come sempre, nessuno resterà indietro, solo lui è rimasto.
All' ospedale qualche giorno fa guardavo mia nonna davanti al suo letto: sembrava così giovane, a 90 anni, così giovane come non lo è neanche nelle sue foto da ragazza, e lui, lì nel letto, sudato, il ciuffo spettinato, era un ragazzo... cosa sono gli anni? solo scacazzate di uccelli sul parabrezza, è tutta una finzione: sotto la patina, gratta gratta gratta, c'è ancora quel bambino.
Cosa volete? Volete anche voi una bella commemorazione pubblica, un coccodrillo sui giornali, quattro risate alla cena dei parenti? Siamo niente, ma lo stesso metteteci forza, fregatevene, ma fate in modo che nella chiesa, tra le facce contrite, ci sia almeno uno che pensi: "vaffanculo voi! ma cosa state dicendo? lo vedete che siete nessuno in confronto a quel pezzo di carne lì nella cassa?"
Non date importanza a niente al di fuori dei vostri ideali: non importa il lavoro, non importa il sesso, non importa niente. Dovete marciare, tirando su il mento, fuori dal lirico, sotto la pioggia, marciate in mezzo ai simpatichini da bar e agli stupidi cristi che sono ovunque, marciate, e dentro di voi ascoltate la marcia trionfale della forza pura e dolorosa: "tam\ tam tam\ tatatamtam\ tatatà\ taratatà taratatà taratatatàtatà"
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