<< O forse oggi dovrei intitolare meglio "il punto dopo the day after".
Si, perchè quanto sto leggendo e sentendo mi pare proprio da clima del giorno dopo la catastrofe, ossia la catastrofe di un mondo che ritengo non sia più in grado di sopportare i tanti cialtroni che da anni si arricchiscono parlandone, il mondo del calcio.
Ho provato un pò a seguire lunedì sera, non avendo di meglio da fare, qualche fase del processo di Biscardi, e ho dovuto cambiare canale, quando ho sentito dapprima Giorgio Martino (giornalista stipendiato RAI, quindi pagato da tutti gli abbonati, juventini compresi, per dirigere Roma Channel, da ex tifoso dichiarato della Lazio) e poi tal Generoso Rossi (passato alla cronaca come il portiere che scommetteva clandestinamente contro la sua squadra e si vendeva le partite), sostenere che il pugno di Cufrè a Del Piero è stato di reazione ad un precedente pugno e calcio rifilatogli dal bianconero, e ciò in palese contrasto con le immagini che proprio in quel momento venivano mostrate!
Questa è la catastrofe del calcio.
Ormai siamo alla menzogna sistematica propinata come verità, siamo all’aggressione mediatica nei confronti del "nemico" che non è più da battere ma da distruggere, siamo insomma all’isteria collettiva di gente che vuole distruggere sul serio il calcio, per averne in cambio non un calcio più pulito, come si vorrebbe far credere, bensì un calcio a misura della propria mediocrità.
Sentir dire che anche i giocatori juventini sabato sera sono stati fallosi come i romanisti è una colossale bestemmia, eppure è stata detta; sentire giustificare lo speaker dello stadio che istiga all’odio verso i nemici Capello, Zebina ed Emerson, non leggendone i nomi per farli fischiare più a lungo, è una autentica insolenza, eppure è stata detta; sentir dire che i primi veri falli violenti sono stati di Camoranesi al 3’ e di Del Piero all’8’, è decisamente una mascalzonata degna di chi l’ha detto, eppure anche questa è stata detta.
Come si può difendere il calcio da tali impostori, che ormai istigano all’odio ed alla violenza, senza alcun ritegno, anche a costo di mentire, inventare, istigare? Temo che ormai ci siano pochissime speranze, anche perchè il gioco è chiaro, occorre distruggere tutto ciò che impedisce di raggiungere certi risultati, costi quel che costi, oggi si chiama Juventus, domani si potrà chiamare in qualsiasi altro nome.
E dico questo perchè quando si tenta di speculare o minimizzare il gesto esemplare di Del Piero all’Olimpico sabato sera, significa che ormai non c’è più neppure un minimo di decoro, non c’è più almeno quella valorizzazione magari di facciata o magari velatamente ipocrita di gesti che invece debbono essere additati ad esempio di grande professionalità.
I nostri cialtroni che vivono e si ingrassano sul calcio ormai sono arrivati pure a questo, e a questo punto mi chiedo anche io se sia il caso di poter ancora parlare di calcio o di seguirlo, tenuto conto che poi lor signori di proseliti ne fanno a bizzeffe.
Basta fare un pò il giro di siti di tifosi, di newsgroups, leggere certi siti di informazione, per capire che si è oltrepassati ogni limite di decenza, e vedere che hanno letteralmente perso la testa anche coloro che sembravano più equilibrati e disponibili a parlare di calcio: se da un lato potrei anche capire le loro lamentele sull’arbitraggio (non perchè giustificate ma perchè come sapete bene la Roma perde solo per colpa degli arbitri, secondo i loro tifosi), rimango disgustato per l’esaltazione fatta per autentici criminali quali Dacourt e Cufrè, per l’andare fieri del comportamento dello speaker dell’Olimpico, per gli elogi fatti a Totti quale ideatore del gesto dei fiori a Capello, quando l’unica vera vendetta che poteva consumare era quella di una grande prestazione, mentre invece si è marcato da solo.
Non ho letto finora una sola analisi seria, distaccata, equilibrata della gara di sabato, eppure ci sarebbe stato tanto da dire sulla sponda giallorossa, a cominciare dal fatto che certi giocatori avrebbero fatto meglio a cercare di giocare a calcio anzichè pensare a picchiare per soddisfare la sete di sangue covata da certi agitatori radiotelevisivi romani; a proseguire sul fatto che se una squadre in 180 minuti non riesce a tirare una volta in modo decente contro i bianconeri non può essere cosa casuale o dipendente dagli arbitraggi, anche perchè all’andata c’era Kollina; a continuare sul fatto che Totti si è automarcato, mentre Pelizzoli ha evitato un passivo più pesante. E quando in una tifoseria ed in una società prende piede questa mentalità, è l’inizio della fine.
La gara di sabato mi ricorda un derby di qualche anno addietro, quando gli ultras granata ordinarono ai loro giocatori di pensare solo a picchiare i bianconeri e non badare ad altro, e ciò come prova di attaccamento alla maglia: da quel momento, il Torino ha avuto una decadenza, è in B da due anni e non è detto che ne risalga presto.
La signora Rosella Sensi ha parlato di Roma società che pretende rispetto, ma ha dimenticato di dire che chi pretende rispetto deve intanto darlo, e non è rispetto far trovare la panchina della squadra avversaria con scritte infami o con orpelli degni da scolaretti discoli ma stupidi, da asilo infantile.
Come vedete, sto scrivendo da un bel pò eppure di calcio giocato ancora non sono riuscito a parlarne, e dunque anche io cado in questa spirale del calcio solo chiacchierato e soprattutto denigrato.
Si è detto che è stata la domenica nera degli arbitri, e la cosa è vera: però come al solito, mentre si minimizza su certi episodi (rigore ripetuto a Genova, rigore dell’Inter, mancate espulsione di Nesta), sul banco degli imputati principali ci sale Racalbuto, ma non per tutta la sua direzione di gara, bensì per alcuni episodi. Dicendosi volontariamente il falso.
Tralasciamo il fatto che il gol di Cannavaro non era stato neppure contestato dai romanisti, convinti come erano che fosse regolare a velocità normale, una domanda però voglio fare, rivolta soprattutto a chi juventino non è: se Racalbuto avesse, in applicazione del regolamento, concesso il rigore su doppio fallo Ibrahimovic - Cannavaro, e successivamente espulso Dacourt, oggi di cosa avremmo parlato?
Vedete, sabato sera se la terna arbitrale, quarto uomo compreso, avesse voluto pilotare la gara in senso favorevole ai bianconeri, di assist clamorosi serviti dai giallorossi ne ha avuti a iosa: a cominciare dal fallo a palla lontana di Cufrè su Zebina (l’arbitro seguiva l’azione, idem l’assistente, ma il quarto uomo cosa stava facendo?), a continuare al rigore negato ai bianconeri, a proseguire alla mancata espulsione di Dacourt, alla mancata espulsione di Totti (pallone tirato all’arbitro prima, da ammonito, sgambetto a Del Piero poi), al gol irregolare giallorosso (il passaggio era a Montella, Cassano ha solo continuato la sua corsa vedendo tutti fermi, ma il fuorigioco di Montella era attivo), tutti episodi verificatisi prima del rigore concesso che, rivisto più volte, effettivamente lo si può battezzare fuori area solo fermando l’immagine.
Insomma la Roma poteva arrivare al 41’ in doppio svantaggio e almeno con un giocatore espulso e nessuno avrebbe gridato allo scandalo, per decisioni tecnicamente più che sacrosante. E questa sarebbe già una prima lettura della partita di sabato, che nessuno ha fatto.
Come nessuno ha voluto notare che:
- Buffon è uscito con la maglia pulita nel primo tempo non avendo fatto una parata, e con la maglia pulita nella ripresa, zero tiri ricevuti;
- la Roma ha fatto quattro tiri in tutto uno è stato il discusso gol di Cassano, gli altri tre fuori, mentre la Juventus ha tirato sei volte in porta, e quattro fuori;
- Totti non ha mai tirato a rete, nè ha servito palloni invitanti ai compagni;
- Montella è stato disperso sul campo, bravo solo a polemizzare con Pisacreta, molto meno a superare Thuram o Cannavaro;
- Emerson sarà un traditore che ha fruttato alla Roma un bel pò di soldi, ma chi doveva organizzare il gioco dei giallorossi si chiama oggi Perrotta, ovvero dalle stelle alle stalle;
- al cospetto di Ferrari e c., Zebina è sembrato un fuoriclasse.
E tutto questo accaduto in una partita nella quale a chi portava la divisa giallorossa è stato consentito di tutto.
Ma dire queste cose significherebbe riconoscere i propri limiti e riconoscere i meriti degli avversari che, scesi in campo in un clima ostile per non dire di peggio, pur trovandosi a giocare contro giocatori praticanti arti marziali e non calcio, non hanno perduto la calma ed hanno pensato a produrre almeno quel minimo di calcio sufficiente a farli vincere.
Invece no.
Meglio dire, come è costume solito a Roma, che l’arbitro è stato sfacciatamente filojuventino, che il campionato non è regolare, che la Roma è perseguitata e così via.>>
Questo tipo ne sa troppo
Si, perchè quanto sto leggendo e sentendo mi pare proprio da clima del giorno dopo la catastrofe, ossia la catastrofe di un mondo che ritengo non sia più in grado di sopportare i tanti cialtroni che da anni si arricchiscono parlandone, il mondo del calcio.
Ho provato un pò a seguire lunedì sera, non avendo di meglio da fare, qualche fase del processo di Biscardi, e ho dovuto cambiare canale, quando ho sentito dapprima Giorgio Martino (giornalista stipendiato RAI, quindi pagato da tutti gli abbonati, juventini compresi, per dirigere Roma Channel, da ex tifoso dichiarato della Lazio) e poi tal Generoso Rossi (passato alla cronaca come il portiere che scommetteva clandestinamente contro la sua squadra e si vendeva le partite), sostenere che il pugno di Cufrè a Del Piero è stato di reazione ad un precedente pugno e calcio rifilatogli dal bianconero, e ciò in palese contrasto con le immagini che proprio in quel momento venivano mostrate!
Questa è la catastrofe del calcio.
Ormai siamo alla menzogna sistematica propinata come verità, siamo all’aggressione mediatica nei confronti del "nemico" che non è più da battere ma da distruggere, siamo insomma all’isteria collettiva di gente che vuole distruggere sul serio il calcio, per averne in cambio non un calcio più pulito, come si vorrebbe far credere, bensì un calcio a misura della propria mediocrità.
Sentir dire che anche i giocatori juventini sabato sera sono stati fallosi come i romanisti è una colossale bestemmia, eppure è stata detta; sentire giustificare lo speaker dello stadio che istiga all’odio verso i nemici Capello, Zebina ed Emerson, non leggendone i nomi per farli fischiare più a lungo, è una autentica insolenza, eppure è stata detta; sentir dire che i primi veri falli violenti sono stati di Camoranesi al 3’ e di Del Piero all’8’, è decisamente una mascalzonata degna di chi l’ha detto, eppure anche questa è stata detta.
Come si può difendere il calcio da tali impostori, che ormai istigano all’odio ed alla violenza, senza alcun ritegno, anche a costo di mentire, inventare, istigare? Temo che ormai ci siano pochissime speranze, anche perchè il gioco è chiaro, occorre distruggere tutto ciò che impedisce di raggiungere certi risultati, costi quel che costi, oggi si chiama Juventus, domani si potrà chiamare in qualsiasi altro nome.
E dico questo perchè quando si tenta di speculare o minimizzare il gesto esemplare di Del Piero all’Olimpico sabato sera, significa che ormai non c’è più neppure un minimo di decoro, non c’è più almeno quella valorizzazione magari di facciata o magari velatamente ipocrita di gesti che invece debbono essere additati ad esempio di grande professionalità.
I nostri cialtroni che vivono e si ingrassano sul calcio ormai sono arrivati pure a questo, e a questo punto mi chiedo anche io se sia il caso di poter ancora parlare di calcio o di seguirlo, tenuto conto che poi lor signori di proseliti ne fanno a bizzeffe.
Basta fare un pò il giro di siti di tifosi, di newsgroups, leggere certi siti di informazione, per capire che si è oltrepassati ogni limite di decenza, e vedere che hanno letteralmente perso la testa anche coloro che sembravano più equilibrati e disponibili a parlare di calcio: se da un lato potrei anche capire le loro lamentele sull’arbitraggio (non perchè giustificate ma perchè come sapete bene la Roma perde solo per colpa degli arbitri, secondo i loro tifosi), rimango disgustato per l’esaltazione fatta per autentici criminali quali Dacourt e Cufrè, per l’andare fieri del comportamento dello speaker dell’Olimpico, per gli elogi fatti a Totti quale ideatore del gesto dei fiori a Capello, quando l’unica vera vendetta che poteva consumare era quella di una grande prestazione, mentre invece si è marcato da solo.
Non ho letto finora una sola analisi seria, distaccata, equilibrata della gara di sabato, eppure ci sarebbe stato tanto da dire sulla sponda giallorossa, a cominciare dal fatto che certi giocatori avrebbero fatto meglio a cercare di giocare a calcio anzichè pensare a picchiare per soddisfare la sete di sangue covata da certi agitatori radiotelevisivi romani; a proseguire sul fatto che se una squadre in 180 minuti non riesce a tirare una volta in modo decente contro i bianconeri non può essere cosa casuale o dipendente dagli arbitraggi, anche perchè all’andata c’era Kollina; a continuare sul fatto che Totti si è automarcato, mentre Pelizzoli ha evitato un passivo più pesante. E quando in una tifoseria ed in una società prende piede questa mentalità, è l’inizio della fine.
La gara di sabato mi ricorda un derby di qualche anno addietro, quando gli ultras granata ordinarono ai loro giocatori di pensare solo a picchiare i bianconeri e non badare ad altro, e ciò come prova di attaccamento alla maglia: da quel momento, il Torino ha avuto una decadenza, è in B da due anni e non è detto che ne risalga presto.
La signora Rosella Sensi ha parlato di Roma società che pretende rispetto, ma ha dimenticato di dire che chi pretende rispetto deve intanto darlo, e non è rispetto far trovare la panchina della squadra avversaria con scritte infami o con orpelli degni da scolaretti discoli ma stupidi, da asilo infantile.
Come vedete, sto scrivendo da un bel pò eppure di calcio giocato ancora non sono riuscito a parlarne, e dunque anche io cado in questa spirale del calcio solo chiacchierato e soprattutto denigrato.
Si è detto che è stata la domenica nera degli arbitri, e la cosa è vera: però come al solito, mentre si minimizza su certi episodi (rigore ripetuto a Genova, rigore dell’Inter, mancate espulsione di Nesta), sul banco degli imputati principali ci sale Racalbuto, ma non per tutta la sua direzione di gara, bensì per alcuni episodi. Dicendosi volontariamente il falso.
Tralasciamo il fatto che il gol di Cannavaro non era stato neppure contestato dai romanisti, convinti come erano che fosse regolare a velocità normale, una domanda però voglio fare, rivolta soprattutto a chi juventino non è: se Racalbuto avesse, in applicazione del regolamento, concesso il rigore su doppio fallo Ibrahimovic - Cannavaro, e successivamente espulso Dacourt, oggi di cosa avremmo parlato?
Vedete, sabato sera se la terna arbitrale, quarto uomo compreso, avesse voluto pilotare la gara in senso favorevole ai bianconeri, di assist clamorosi serviti dai giallorossi ne ha avuti a iosa: a cominciare dal fallo a palla lontana di Cufrè su Zebina (l’arbitro seguiva l’azione, idem l’assistente, ma il quarto uomo cosa stava facendo?), a continuare al rigore negato ai bianconeri, a proseguire alla mancata espulsione di Dacourt, alla mancata espulsione di Totti (pallone tirato all’arbitro prima, da ammonito, sgambetto a Del Piero poi), al gol irregolare giallorosso (il passaggio era a Montella, Cassano ha solo continuato la sua corsa vedendo tutti fermi, ma il fuorigioco di Montella era attivo), tutti episodi verificatisi prima del rigore concesso che, rivisto più volte, effettivamente lo si può battezzare fuori area solo fermando l’immagine.
Insomma la Roma poteva arrivare al 41’ in doppio svantaggio e almeno con un giocatore espulso e nessuno avrebbe gridato allo scandalo, per decisioni tecnicamente più che sacrosante. E questa sarebbe già una prima lettura della partita di sabato, che nessuno ha fatto.
Come nessuno ha voluto notare che:
- Buffon è uscito con la maglia pulita nel primo tempo non avendo fatto una parata, e con la maglia pulita nella ripresa, zero tiri ricevuti;
- la Roma ha fatto quattro tiri in tutto uno è stato il discusso gol di Cassano, gli altri tre fuori, mentre la Juventus ha tirato sei volte in porta, e quattro fuori;
- Totti non ha mai tirato a rete, nè ha servito palloni invitanti ai compagni;
- Montella è stato disperso sul campo, bravo solo a polemizzare con Pisacreta, molto meno a superare Thuram o Cannavaro;
- Emerson sarà un traditore che ha fruttato alla Roma un bel pò di soldi, ma chi doveva organizzare il gioco dei giallorossi si chiama oggi Perrotta, ovvero dalle stelle alle stalle;
- al cospetto di Ferrari e c., Zebina è sembrato un fuoriclasse.
E tutto questo accaduto in una partita nella quale a chi portava la divisa giallorossa è stato consentito di tutto.
Ma dire queste cose significherebbe riconoscere i propri limiti e riconoscere i meriti degli avversari che, scesi in campo in un clima ostile per non dire di peggio, pur trovandosi a giocare contro giocatori praticanti arti marziali e non calcio, non hanno perduto la calma ed hanno pensato a produrre almeno quel minimo di calcio sufficiente a farli vincere.
Invece no.
Meglio dire, come è costume solito a Roma, che l’arbitro è stato sfacciatamente filojuventino, che il campionato non è regolare, che la Roma è perseguitata e così via.>>
Questo tipo ne sa troppo
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