SexSymbol padovani: Romi Osti

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    SexSymbol padovani: Romi Osti

    Ecco un breve profilo:

    Un genio autocertificato
    Su Rete 9 il filosofo che dà i numeri del lotto
    Anche per i geni esiste l'autocertificazione, stando almeno agli annunci televisivi di una rete padovana che irradia le sue trasmissioni pure nella nostra zona. Su Rete 9 infatti appare quotidianamente uno spot in cui l'editore reclamizza se stesso come filosofo, fondatore di una nuova corrente di pensiero, ed appunto come un «genio del XXI secolo». Questo signore si presenta come Romi Osti, ma due anni fa quando scese in Romagna per presentare la sua Rete, si faceva chiamare Robi Osti (già allora qualificandosi pomposamente come filosofo). Noi scoprimmo che ufficialmente esisteva un Roberto Osti al quale, altri due anni prima, corrispondeva la titolarità dell'emittente ATR di Rovigo: il 10 dicembre 2000, il «Ponte» scrisse che se egli risiedeva ancora a Rovigo, dall'elenco telefonico risultava essere un amministratore condominiale. «Potrebbe trattarsi di un'omonimia», aggiungevamo, «ma a Padova non appare in elenco nessun Roberto Osti». Non è mai stato smentito il nostro testo.

    Adesso alcuni lettori ci chiedono di ritornare sull'argomento, anche perché quella Rete ha potenziato le sue strutture romagnole (con tanto di sede a Rimini), offrendo nuovi servizi agli spettatori, indirizzati verso precisi traguardi culturali: il gioco del lotto, la previsione non del tempo ma del futuro, e certe attività facilmente immaginabili, con ragazze che illustrano l'attività di una linea telefonica particolare, anche in prima serata (per non parlare di quello che mostrano fin troppo 'naturalmente' in orario notturno, fino alle sei del mattino).
    Nel nostro articolo del 10 dicembre 2000, segnalavamo che tutti i sabati alle ore 20 appariva su Rete 9 l'avvocato Mario Bacchiega che sparlava della storia della Chiesa con una frenesia da curva sud durante un derby. Aggiungevamo che Bacchiega pubblica libri in una collana intitolata Biblioteca massonica.

    Anche quest'anno, fino a sabato 29 giugno, Rete 9 ha divulgato i discorsi di questo avvocato, in una rubrica ora sospesa per le vacanze estive, intitolata «Antropologia religiosa». Nell'ultima puntata, parlando di Religioni femminili o maschili, l'avvocato Bacchiega ha ironizzato pure sul bacio della terra (anzi dell'asfalto, ha voluto puntualizzare) da parte del pontefice nei suoi viaggi all'estero.

    Ma torniamo alle cosiddette idee del guru di Rete 9. Quali esse siano, ci aiuta a capirle Internet, dove il libro di Romi Osti ha un sito con il nome della corrente filosofica che dichiara (nientepopodimeno) di aver fondato, l'essenzialismo.

    (Lunedì primo luglio sera, il signor Osti si è concesso ai telespettatori di Rete 9, per spiegare il suo volume incorniciato da locandine in cui si leggeva: «Dio esiste, sono io».) Detto in breve senza virgolette, e riassumendo con rispetto parlando, essere essenzialisti significa anzitutto non considerare l'ozio il padre dei vizi, bensì un fantastico mediatore che porta la mente alla luce. Poi, vuol dire respingere dogmi e false morali, perseguire un piacere armoniosamente collegato alla vita, sopprimere lo Stato riducendolo ad una comunità (tipo villaggio), all'insegna del motto Federalismo, Radicalismo e Liberalismo.

    Andando sul difficile, il filosofo dell'essenzialismo nega il libero arbitrio (ma questa non è una novità per chi bazzica i libri), affermando che tra uomo e bestia non c'è differenza, se non per il quoziente d'intelligenza. Un'impronta esoterico-massonica sbuca fuori quando Osti sostiene che la vera Religione è quella che scopre e rispetta le leggi dell'Universo. Il tutto è infine condito dal sogno (anche questo non originale) di una Civiltà superiore. In cui ognuno, per essere felice, dovrebbe raggiungere qualcosa di più di quello che ha (oppure non ha).

    Che basti poco per essere felici, la sapienza popolare lo ha sempre sostenuto, senza pretendere di attribuirsi qualifiche di geni o filosofi. Il problema è, a questo punto, di spiegare queste semplici cose alle popolazioni affamate del Terzo e Quarto mondo, dove oltretutto non arrivano le trasmissioni del buon pensatore veneto. Ma quando le cose sono troppo semplici, rischiano di cadere in quell'ovvio che è proprio l'oppio dei popoli (televisivi).



    [r. s. da Il Ponte]

    ....continua.

    Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza (Dante Alighieri, Inferno, Canto 26:118).

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    #2
    <input name=\"imageField\" src="http://www.partitodellabellezza.org/candidati/immagini/osti.jpg" align="top" border="0" height="240" type="image" width="320">
    Romi Osti
    figlio di un medico e di un'artista, Romi Osti vive e lavora a Padova.
    A 12 anni si interroga sull'uomo e inizia a tracciare i fondamenti di un movimento filosofico che è destinato a rivoluzionare anche a livello scientifico taluni radicati concetti, ponendo la base per una nuova concezione dell'uomo e dell'universo; a tale movimento pone il nome di "essenzialismo".
    Dopo il liceo scientifico si trasferisce a Ferrara per gli studi universitari ed è qui che perfeziona le sue conoscenze nel campo della chimica e della fisica nucleare.
    Appassionato radioamatore, ancora studente al 5° anno di medicina, inizia la sua carriera di imprenditore fondando la prima azienda di telecomunicazioni destinata a divenire negli anni una delle più importanti d'italia.
    Si trova oggi a capo di un gruppo che comprende società televisive immobiliari ed editoriali.
    Uomo fantasioso e vulcanico anticonformista eccentrico e geniale, è dotato di senso pratico e di una sorprendente intelligenza al di sopra della media. Detesta la menzogna e l'ipocrisia.
    In politica si colloca in ambito liberale e radicale.
    Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza (Dante Alighieri, Inferno, Canto 26:118).

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      #3
      <table nosave="" cellspacing="0" width="90%"> <tbody><tr><td> Le fanfaronate degli dei giocosi </td> <td>
      </td> </tr> <tr height="25"> <td>
      </td> </tr> <tr> <td>
      In un tempo in cui si predica la razionalità, tutto vien fuori tranne che l’uso della ragion
      </td> <td>
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      </td> </tr> <tr> <td> Filippo Ceccarelli, Il look dei no global, La Stampa, 7 novembre.
      Si descrive un fantomatico stile “Yomango” «(dallo spagnolo “Yo mango”, io frego): la proliferazione articolata di gesti creativi; noi non rubiamo, ma “freghiamo”, pratichiamo della magia, liberiamo il desiderio negli oggetti [ndr: genitivo soggettivo] che si trovano in vendita». È riportato poi il testo di un volantino: «Se sei triste/ fai l’amore/ se sei nervoso/ fai l’amore/ se hai delle paranoie, delle fobie, dei tic/ fai l’amore».

      Pietro Citati, Gli dei giocosi della fisica, la Repubblica, 7 novembre.
      Dal libro di Stephen Hawking e Richard Feynman, quasi premi nobel, famosi e citatissimi scienziati: «Se riusciremo a trovare una teoria unificata, decreteremo il trionfo definitivo della ragione umana: giacché allora conosceremo la mente di Dio».

      Pochi giorni fa è uscito un libro autoeditato di Romi Osti - imprenditore padovano, proprietario del gruppo televisivo Ostitel, che trasmette dal Triveneto alle Marche - dal titolo: Oltre Einstein. Appunti di un genio del XXI secolo su scienza, parascienza e filosofia. Riportiamo alcune frasi: «L’uomo altro non è che la risultante di interazioni chimico-fisiche più o meno semplici, dall’apparenza intricata e complessa». «Una lupa allatta la prole per necessità di svuotare le mammelle dal latte prodotto, che provoca dolore; la donna, oltre a ciò, è appagata dal vedere il figlio crescere in salute. In sintesi, tutti gli atti apparentemente generosi, altro non rappresentano che l’ubbidienza ad un programma inserito nel codice genetico atto alla prosecuzione della specie, quindi al mantenimento della vita».

      Commento
      In un tempo in cui si predica la razionalità, tutto vien fuori tranne che l’uso della ragione. La cultura di oggi è per la maggior parte una vera e propria “fanfaronata”, con una presunzione tale per cui si ritiene nuova quanto più è dissacrante. Quindi si può dire tutto, non c’è più criterio né vergogna. Si può dire (vedi Social Forum) che anche gli oggetti materiali hanno un desiderio, e che far l’amore è la panacea di tutti i mali; si può dire che la differenza tra la nostra mente e quella di Dio sarà colmata in poco tempo, ma vogliamo sfidare chi parla così a rifare un solo filo d’erba come lo fa Dio. Si può dire - come quel genialoide di Romi Osti - che l’uomo è una reazione chimica, seppur complicata, ma sfidiamo anche lui, quando gli capiterà qualcosa di drammatico, a sentirsi poco più di una formula.
      Dice bene Marco Lodoli (I miei ragazzi insidiati dal demone della Facilità, la Repubblica, 6 novembre): «La nostra cultura ormai scansa ogni sentore di fatica, ogni peso, ogni difficoltà. Abbiamo accolto con entusiasmo ogni sbraitante analfabeta, ogni ridicolo chiacchierone, ogni comico da quattro soldi, ogni patetica “bonazza”». In poche parole, si può concludere che la ragione moderna ha la presunzione folle - e, come esito, pacchiana - di essere autrice, non spettatrice di un’esperienza a cui, come diceva Jean Guitton, si deve sottomettere.

      In breve, dalla stampa - dal 4 al 10 novembre

      </td></tr></tbody> </table>
      Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza (Dante Alighieri, Inferno, Canto 26:118).

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