<TABLE cellSpacing=1 cellPadding=1 align=left border=0><TBODY><TR><TD vAlign=top> </TD></TR><TR><TD align=middle height=25></TD></TR></TBODY></TABLE>21 feb 23:23
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Sotto di due gol, il Milan parte in quarta nella ripresa e vince tre a due, stordendo gli avversari con due gol ravvicinati che spezzano le gambe all'Inter. Anche in questa impresa svetta su tutti il brasiliano Kakà
MILANO - Mai svegliare il can che dorme! L'Inter avrebbe dovuto saperlo, e invece, se da una parte si è vista la solita squadra, che riesce ad illudere e incantare e con la stessa facilità rovina tutto, si è visto anche il solito Milan. Quello che non si abbatte, e, persino con addosso la tensione di un derby, riesce a farsi scivolare via i guai e si rialza imperioso!
Sembra quasi un gioco sadico, quello rossonero. Lascia sfogare gli avversari, li fa stancare, poi, con una facilità disarmante, li annichilisce , spalancandogli davanti la solita sequela di processi.
Intanto il Milan vola. Ancelotti, che scatenerà una reazione clamorosa di Berlusconi, prova a farlo volare con una sola punta: Shevchenko, che però da solo non basta. Non è ispirato come al solito e dietro di lui Rui Costa non punge, e per la verità non lo fa neppure Kakà (che sfodererà però tutto il suo talento nella ripresa).
E' l'Inter a dominare la prima frazione di gioco anche se i due gol nascono da calcio da fermo e in entrambi i casi la paternità è piuttosto dubbia. In modo particolare la seconda rete è viziata da una deviazione di Kaladze.
Sembra autoritario il centrocampo a cinque di Zaccheroni: Farinos è autore di una grande partita, Kily spinge come un forsennato anche se Cafu riesce spesso ad arginarlo, Cristiano Zanetti si stanca presto ma per un tempo almeno offre qualità.
A questo punto all' Inter basterebbe avere la grinta giusta per chiudere la partita. Il colpo del ko si trova oltretutto sui piedi, solitamente affidabili, di Adriano ma questa volta il brasiliano la svolta la dà, ma in negativo!
Il suo errore, clamoroso, sembra far scattare l' interruttore dietro la schiena dei milanisti in campo.
Ancelotti ci mette del suo e si convince del fatto che è giunta l'ora di rinforzare il reparto offensivo. Dentro Tomasson e fuori Rui Costa. E'la carta vincente. E'lui a dare il via alla grande rimonta. Ma a stordire l'Inter è l'uno-due che dopo soli 180 secondi fa ripiombare la squadra di Zac nell'anonimato. Un doppio vantaggio annullato in un soffio!
Il Milan si carica, la gara si incattivisce e fioccano i cartellini gialli. Sale in cattedra un Kakà non solo tatticamente importante per i suoi cambi di passo che mettono in crisi la retroguardia dell'inter, ma anche sorprendentemente capace di trainare il gruppo con una personalità da veterano. E'lui ad assorbire le ultime energie vitali dei nerazzurri. Solo Kily Gonzales sembra aver ancora birra in corpo per tentare di portarsi in avanti e cercare di concludere ma la benzina finisce anche per lui e viene sostituito.
A cinque minuti dalla fine è tutto sin troppo facile per Seedorf che si trova di fronte una voragine, esattamente come poco prima Kakà, e l'immagine di Toldo che si protende invano è la fotografia di un' Inter che si trova ancora una volta a dover ricominciare da capo, mentre l'altra faccia di Milano è quella dei festeggiamenti che valgono un balzo verso il tricolore. (LARA VECCHIO)
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Sotto di due gol, il Milan parte in quarta nella ripresa e vince tre a due, stordendo gli avversari con due gol ravvicinati che spezzano le gambe all'Inter. Anche in questa impresa svetta su tutti il brasiliano Kakà
MILANO - Mai svegliare il can che dorme! L'Inter avrebbe dovuto saperlo, e invece, se da una parte si è vista la solita squadra, che riesce ad illudere e incantare e con la stessa facilità rovina tutto, si è visto anche il solito Milan. Quello che non si abbatte, e, persino con addosso la tensione di un derby, riesce a farsi scivolare via i guai e si rialza imperioso!
Sembra quasi un gioco sadico, quello rossonero. Lascia sfogare gli avversari, li fa stancare, poi, con una facilità disarmante, li annichilisce , spalancandogli davanti la solita sequela di processi.
Intanto il Milan vola. Ancelotti, che scatenerà una reazione clamorosa di Berlusconi, prova a farlo volare con una sola punta: Shevchenko, che però da solo non basta. Non è ispirato come al solito e dietro di lui Rui Costa non punge, e per la verità non lo fa neppure Kakà (che sfodererà però tutto il suo talento nella ripresa).
E' l'Inter a dominare la prima frazione di gioco anche se i due gol nascono da calcio da fermo e in entrambi i casi la paternità è piuttosto dubbia. In modo particolare la seconda rete è viziata da una deviazione di Kaladze.
Sembra autoritario il centrocampo a cinque di Zaccheroni: Farinos è autore di una grande partita, Kily spinge come un forsennato anche se Cafu riesce spesso ad arginarlo, Cristiano Zanetti si stanca presto ma per un tempo almeno offre qualità.
A questo punto all' Inter basterebbe avere la grinta giusta per chiudere la partita. Il colpo del ko si trova oltretutto sui piedi, solitamente affidabili, di Adriano ma questa volta il brasiliano la svolta la dà, ma in negativo!
Il suo errore, clamoroso, sembra far scattare l' interruttore dietro la schiena dei milanisti in campo.
Ancelotti ci mette del suo e si convince del fatto che è giunta l'ora di rinforzare il reparto offensivo. Dentro Tomasson e fuori Rui Costa. E'la carta vincente. E'lui a dare il via alla grande rimonta. Ma a stordire l'Inter è l'uno-due che dopo soli 180 secondi fa ripiombare la squadra di Zac nell'anonimato. Un doppio vantaggio annullato in un soffio!
Il Milan si carica, la gara si incattivisce e fioccano i cartellini gialli. Sale in cattedra un Kakà non solo tatticamente importante per i suoi cambi di passo che mettono in crisi la retroguardia dell'inter, ma anche sorprendentemente capace di trainare il gruppo con una personalità da veterano. E'lui ad assorbire le ultime energie vitali dei nerazzurri. Solo Kily Gonzales sembra aver ancora birra in corpo per tentare di portarsi in avanti e cercare di concludere ma la benzina finisce anche per lui e viene sostituito.
A cinque minuti dalla fine è tutto sin troppo facile per Seedorf che si trova di fronte una voragine, esattamente come poco prima Kakà, e l'immagine di Toldo che si protende invano è la fotografia di un' Inter che si trova ancora una volta a dover ricominciare da capo, mentre l'altra faccia di Milano è quella dei festeggiamenti che valgono un balzo verso il tricolore. (LARA VECCHIO)
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