C’era una volta il BODY BUILDING
Nell’800 gli atleti salivano su di un podio coperto di panno rosso, molto simile ad un ring…mettevano in bella mostra, sotto la luce dei riflettori, bicipiti e pettorali tutti coperti da uno spesso strato di grasso, poi si allontanavano saltellando. Nella calca di gente accorsa all insolito spettacolo di quei muscoli, alcune signore, non abituate a simili cose, vennero meno. Questo avvenimento, all’epoca, fu la prima volta nella storia dell’atletica, che vi furono dei campionati mondiali di BODY BUILDING. I due giudici dell’avvenimento, tra cui lo scrittore di Sherloch Holmes, erano estimatori di questo sport tanto da considerarlo sovrano; per loro i bicipiti ed il pettorale extra large non erano considerati come oggi, tutto muscoli ed anabolizzanti, ma bensì indicavano un atleta speciale, un raffinato, un intellettuale. Il BODY BUILDING era una mistica, una suprema attività dello spirito ma soprattutto mentale; negli anni ’30 cominciarono a praticarlo intellettuali, vegetariani, anglosassoni e tedeschi, Charles Kingsley, un romanziere dell’epoca tutto vestito di nero, sostenne che esisteva una stretta connessione tra “muscoli e morale” cioè più sviluppavi bicipite brachiale e deltoide tanto più allenavi la tua mente a cogliere tutte le sfumature del bene e del male. Alla metà dell’800, però l’ideale del corpo maschile sviluppato con il sollevamento pesi e con diete energetiche particolari non era quel monumento che abbiamo oggi davanti agli occhi; era si vigoroso ma senza un enorme massa muscolare; poi subentrò l’idea che “più muscolo c’è meglio è”. La parola muscolo viene da “mus”, topo in greco: i muscoli nell’ideale greco avevano l’aspetto di tanti topolini che corrono sotto la pelle ma oggi, sotto la cute dei campioni di BODY BUILDING, ci sono delle grosse talpe. Fu un piccoletto di nome George Windship che progettò, dopo una sconfitta nel sollevamento pesi subita da un energumeno che era il doppio di lui, i primi progenitori delle moderne macchine che oggi troviamo in tutte le palestre; così, verso la fine dell’800, i club di atletica negli Stati Uniti spuntarono ad ogni angolo; cambio anche l’ideale maschile, non più un corpo energico ma sottile, ma bensì un corpo architettonico o monumento barocco. Il BODY BUILDING cominciava a prendere campo tanto che agli inizi del’900 si teorizzava che pure signore e signorine erano adatte a far spuntare protuberanze muscolari su braccia e gambe. Perché ora che siamo nel 2000 non riusciamo più a far apprezzare ed amare questo fantastico sport? Colpa dei media? Di chi lo pratica e non sa trasmettere con entusiasmo questa disciplina? Purtroppo, secondo la mia opinione, il BODY BUILDING si sta estinguendo lentamente, tocca a noi culturisti lottare per che questo non avvenga cercando con ogni mezzo di pubblicizzare e divulgare in modo corretto questa disciplina, perché la frase “men sana in corpore sana” non sia solo un ricordo.
Baglioni Maurizio.
Nell’800 gli atleti salivano su di un podio coperto di panno rosso, molto simile ad un ring…mettevano in bella mostra, sotto la luce dei riflettori, bicipiti e pettorali tutti coperti da uno spesso strato di grasso, poi si allontanavano saltellando. Nella calca di gente accorsa all insolito spettacolo di quei muscoli, alcune signore, non abituate a simili cose, vennero meno. Questo avvenimento, all’epoca, fu la prima volta nella storia dell’atletica, che vi furono dei campionati mondiali di BODY BUILDING. I due giudici dell’avvenimento, tra cui lo scrittore di Sherloch Holmes, erano estimatori di questo sport tanto da considerarlo sovrano; per loro i bicipiti ed il pettorale extra large non erano considerati come oggi, tutto muscoli ed anabolizzanti, ma bensì indicavano un atleta speciale, un raffinato, un intellettuale. Il BODY BUILDING era una mistica, una suprema attività dello spirito ma soprattutto mentale; negli anni ’30 cominciarono a praticarlo intellettuali, vegetariani, anglosassoni e tedeschi, Charles Kingsley, un romanziere dell’epoca tutto vestito di nero, sostenne che esisteva una stretta connessione tra “muscoli e morale” cioè più sviluppavi bicipite brachiale e deltoide tanto più allenavi la tua mente a cogliere tutte le sfumature del bene e del male. Alla metà dell’800, però l’ideale del corpo maschile sviluppato con il sollevamento pesi e con diete energetiche particolari non era quel monumento che abbiamo oggi davanti agli occhi; era si vigoroso ma senza un enorme massa muscolare; poi subentrò l’idea che “più muscolo c’è meglio è”. La parola muscolo viene da “mus”, topo in greco: i muscoli nell’ideale greco avevano l’aspetto di tanti topolini che corrono sotto la pelle ma oggi, sotto la cute dei campioni di BODY BUILDING, ci sono delle grosse talpe. Fu un piccoletto di nome George Windship che progettò, dopo una sconfitta nel sollevamento pesi subita da un energumeno che era il doppio di lui, i primi progenitori delle moderne macchine che oggi troviamo in tutte le palestre; così, verso la fine dell’800, i club di atletica negli Stati Uniti spuntarono ad ogni angolo; cambio anche l’ideale maschile, non più un corpo energico ma sottile, ma bensì un corpo architettonico o monumento barocco. Il BODY BUILDING cominciava a prendere campo tanto che agli inizi del’900 si teorizzava che pure signore e signorine erano adatte a far spuntare protuberanze muscolari su braccia e gambe. Perché ora che siamo nel 2000 non riusciamo più a far apprezzare ed amare questo fantastico sport? Colpa dei media? Di chi lo pratica e non sa trasmettere con entusiasmo questa disciplina? Purtroppo, secondo la mia opinione, il BODY BUILDING si sta estinguendo lentamente, tocca a noi culturisti lottare per che questo non avvenga cercando con ogni mezzo di pubblicizzare e divulgare in modo corretto questa disciplina, perché la frase “men sana in corpore sana” non sia solo un ricordo.
Baglioni Maurizio.
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