La ristoratrice ho letto che era stata ascoltata dai carabinieri per vedere se nel post dell'anonimo (e molto presunto) cliente arrabbiato si potesse cogliere qualche estremo legalmente perseguibile.
Se assumiamo che il post era stato invece scritto dalla ristoratrice, si capisce la probabile dinamica che ha portato all'esito tragico: la sgnora scrive una recensione fake forse per visibilità e anche per ricevere un pubblico attestato di stima circa sua iniziative che portava avanti nel locale a favore dei disabili (una serata a pizza dedicata a quelli); il post viene messo in dubbio, la pubblicità positiva si rovescia in negativa, la signora teme ripercussioni sul locale e la vergogna e decide di suicidarsi.
I social sono un tritacarne, in specie per chi non ha il pelo sullo stomaco (tipo la Ferragni) per calarsi in quell'arena. La ristoratrice in fin dei conti non ha fatto del male a nessuno: una donna di 59 anni, un marito, una figlia, una piccola attività, una iniziativa benefica a favore dei disabili (la serata pizzaiola) e il desiderio di ricevere un attestato di stima, un sentirsi dire "brava": niente che non sia umanamente comprensibile...siamo ben distanti dal lucro sulla beneficienza di una Ferragni, non è una truffa.
Ci sono poi i Poliziotti e Giudici Morali in questa arena social, sorta di censori etici, issatisi (non si capisce sulla base di quali investiture o diritti) su dei piedistalli da dove, al pari di Mosè, scindono le acque in due, di qua i buoni, di là i cattivi.
La Lucarelli e quel tizio che si porta appresso ne hanno fatto un mestiere. Ho letto che avevano preso di mira pure quel poraccio quasi sbranato da uno squalo in Australia (ha perso una gamba)...e adesso c'è chi grazie a questi Giudici Morali ha perso una madre ed una moglie.
Finchè si tratta di personaggi politici e/o pubblici, che coi social ci lavorano (per procacciarsi consenso, voti, sponsor ecc...) dare la caccia al fake ha forse un senso...ma buttare nel tritacarne poveri cristi che alla fine non fanno del male a nessuno; gente comune impreparata a sostenere l'onda d'urto della violenza social, lo sfogo della massa che è capace di massacrarti, infilando in quei post tutte le loro nevrosi, quella gente comune da questi Censori del Menga va lasciata in pace: si può anche passare oltre, soffocare la spinta giacobina e giustiliazista (sembra ormai un regime del Terrore dove rotolavono teste di nobili e di plebe, e dove però alla fine rotolarono pure quelle dei Robespierre/Lucarelli), si può far finta di niente, ci si può fare i cazzetti propri, perchè adesso a quella famiglia di lavoratori la vita (e non quella internettiana) è stata stravolta per sempre.
Se assumiamo che il post era stato invece scritto dalla ristoratrice, si capisce la probabile dinamica che ha portato all'esito tragico: la sgnora scrive una recensione fake forse per visibilità e anche per ricevere un pubblico attestato di stima circa sua iniziative che portava avanti nel locale a favore dei disabili (una serata a pizza dedicata a quelli); il post viene messo in dubbio, la pubblicità positiva si rovescia in negativa, la signora teme ripercussioni sul locale e la vergogna e decide di suicidarsi.
I social sono un tritacarne, in specie per chi non ha il pelo sullo stomaco (tipo la Ferragni) per calarsi in quell'arena. La ristoratrice in fin dei conti non ha fatto del male a nessuno: una donna di 59 anni, un marito, una figlia, una piccola attività, una iniziativa benefica a favore dei disabili (la serata pizzaiola) e il desiderio di ricevere un attestato di stima, un sentirsi dire "brava": niente che non sia umanamente comprensibile...siamo ben distanti dal lucro sulla beneficienza di una Ferragni, non è una truffa.
Ci sono poi i Poliziotti e Giudici Morali in questa arena social, sorta di censori etici, issatisi (non si capisce sulla base di quali investiture o diritti) su dei piedistalli da dove, al pari di Mosè, scindono le acque in due, di qua i buoni, di là i cattivi.
La Lucarelli e quel tizio che si porta appresso ne hanno fatto un mestiere. Ho letto che avevano preso di mira pure quel poraccio quasi sbranato da uno squalo in Australia (ha perso una gamba)...e adesso c'è chi grazie a questi Giudici Morali ha perso una madre ed una moglie.
Finchè si tratta di personaggi politici e/o pubblici, che coi social ci lavorano (per procacciarsi consenso, voti, sponsor ecc...) dare la caccia al fake ha forse un senso...ma buttare nel tritacarne poveri cristi che alla fine non fanno del male a nessuno; gente comune impreparata a sostenere l'onda d'urto della violenza social, lo sfogo della massa che è capace di massacrarti, infilando in quei post tutte le loro nevrosi, quella gente comune da questi Censori del Menga va lasciata in pace: si può anche passare oltre, soffocare la spinta giacobina e giustiliazista (sembra ormai un regime del Terrore dove rotolavono teste di nobili e di plebe, e dove però alla fine rotolarono pure quelle dei Robespierre/Lucarelli), si può far finta di niente, ci si può fare i cazzetti propri, perchè adesso a quella famiglia di lavoratori la vita (e non quella internettiana) è stata stravolta per sempre.
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