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La bimba, già operata, è in rianimazione. La polizia sta cercando di ricostruire la caduta e di capire i motivi delle percosse al personale medico di soccorso
Maledetti soccorritori, sempre in ritardo. Aggrediamoli così fanno prima ad arrivare al pronto soccorso.
È un peccato che chi opera nel soccorso sanitario non sia decretato pubblico ufficiale, fosse per me gli darei pure un taser .
che poi capisco tutto , ho usufruito del "118" fin troppe volte , prendersela con quelli delle ambulanze o delle automediche significa essere imbecilli , cominciando dal fatto non hanno minima autorità o inzioativa , ma eseguono solo quello che il 118 gli dice..( quindi se arriva il mezzo della cri / associazione del paese vicino e non del tuo forse e' erche Gia impegnato e non perché sono coglioni) , idem se non arriva in sirena perché assegnatogli un codice verde/ non urgente non e' che l'autista dell' ambulanza e' coglione ... Anche la scelta del pronto soccorso, spetta al 118 , in base a disponibilità , ai reparti e al livello del PS..., Quindi se ti amndano nell' ospedale più lontano e non in quello dove tuo cuggino figlio di ******* pulisce per terra e' perché poi non possono trattare e ricoverare .
Giusto qualche esempio, così prima di comportarsi come subumani magari uno cimeomsa a ste cose.
E lo dico non avendo nessuna stima di medici e sanitari in generale , sia chiaro...ma menare quelli della croce rossa o del pronto soccorso e' da pazzi
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
È un peccato che chi opera nel soccorso sanitario non sia decretato pubblico ufficiale, fosse per me gli darei pure un taser .
che poi capisco tutto , ho usufruito del "118" fin troppe volte , prendersela con quelli delle ambulanze o delle automediche significa essere imbecilli , cominciando dal fatto non hanno minima autorità o inzioativa , ma eseguono solo quello che il 118 gli dice..( quindi se arriva il mezzo della cri / associazione del paese vicino e non del tuo forse e' erche Gia impegnato e non perché sono coglioni) , idem se non arriva in sirena perché assegnatogli un codice verde/ non urgente non e' che l'autista dell' ambulanza e' coglione ... Anche la scelta del pronto soccorso, spetta al 118 , in base a disponibilità , ai reparti e al livello del PS..., Quindi se ti amndano nell' ospedale più lontano e non in quello dove tuo cuggino figlio di ******* pulisce per terra e' perché poi non possono trattare e ricoverare .
Giusto qualche esempio, così prima di comportarsi come subumani magari uno cimeomsa a ste cose.
E lo dico non avendo nessuna stima di medici e sanitari in generale , sia chiaro...ma menare quelli della croce rossa o del pronto soccorso e' da pazzi
spiegalo a chi ha il codice fiscale come massimo titolo di studio
spiegalo a chi ha il codice fiscale come massimo titolo di studio
Da me lo insegnano alle elementari come funziona il 118 , anzi il 112 nue..., Ogni tanto fanmo anche dele giornate dove ci sono vigili del fuoco , ambulanze , carabinieri ecc , con simulazioni e spiegazioni del lavoro e del sistema di emergenza urgenza, bello per i bambini e utile per i genitori .
così a qualcuno gli si apre la mente e passa oltre al " sbirri mantenuti dallo stato", e magari evita di fare cagate in buona fede come mettere in macchina uno con un trauma e portarlo in ospedale per conto suo
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Luca Delfino lascia il carcere, va nella Rems di Genova Dovrà rimanerci 6 anni e mezzo. E' stato condannato a 16 anni e mezzo per l'omicidio di Antonella Multari
Delfino, che dovrà rimanere per 6 anni e mezzo in misura di scurezza nella struttura genovese, è arrivato a bordo di un furgone della Polizia Penitenziaria.
Nella struttura alloggerà in una stanza singola dove potrà avere la televisione e la Playstation ma non internet o apparecchi in grado di comunicare con l'esterno.
Dovrà rimanerci 6 anni e mezzo. E' stato condannato a 16 anni e mezzo per l'omicidio di Antonella Multari (ANSA)
File Allegati
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Luca Delfino lascia il carcere, va nella Rems di Genova Dovrà rimanerci 6 anni e mezzo. E' stato condannato a 16 anni e mezzo per l'omicidio di Antonella Multari
Delfino, che dovrà rimanere per 6 anni e mezzo in misura di scurezza nella struttura genovese, è arrivato a bordo di un furgone della Polizia Penitenziaria.
Nella struttura alloggerà in una stanza singola dove potrà avere la televisione e la Playstation ma non internet o apparecchi in grado di comunicare con l'esterno.
Incappucciati e con bombe carta. Assalto No Tav a due cantieri. A32 chiusa per un'ora Attivisti hanno attaccato il cantiere della Torino-Lione di Chiomonte e quello di San Sidero. Strappando il filo spinato con le cesoie
Il cadavere del 19enne Mahmud ritrovato con testa e mani mozzate, trasportato in taxi da Genova a Chiavari (ANSA)
Mah....
Inviato dal mio SM-S918B utilizzando Tapatalk
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Aereoporto di Pisa, 46esima brigata aerea dell'@AeronauticaMilitareOfficial a vedere come funziona una base e come funziona il C-130J, aereo super versatile che viene utilizzato per missioni di tutti i tipi, dalle missioni umanitarie al portare gli scienziati in Antartide.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
non avevo ancora letto questa perla Sul treno per Foggia con i giovani “lanzichenecchi”
di Alain Elkann
Un gruppo di ragazzi poco educati e un signore con i capelli bianchi che usa carta e penna, legge Proust e i giornali in inglese protagonisti di questo racconto d’estate di Alain Elkann
23 Luglio 2023 alle 20:09 2 minuti di lettura
Non pensavo che si potesse ancora adoperare la parola “lanzichenecchi” eppure mi sbagliavo. Qualche giorno fa, dovendo andare da Roma a Foggia, sono salito su una carrozza di prima classe di un treno Italo. Il mio posto assegnato era accanto al finestrino e vicino a me sedeva un ragazzo che avrà avuto 16 o 17 anni.
T-shirt bianca con una scritta colorata, pantaloncini corti neri, scarpe da ginnastica di marca Nike, capelli biondi tagliati corti, uno zainetto verde. E l’iPhone con cuffia per ascoltare musica. Intorno a noi, nelle file dietro e in quelle davanti, sedevano altri ragazzi della stessa età, vestiti più o meno allo stesso modo: tutti con un iPhone in mano. Alcuni avevano in testa il classico cappello di tela con visiera da giocatore di baseball di colori diversi, prevalentemente neri, e avevano tutti o le braccia o le gambe o il collo con tatuaggi piuttosto grandi. Nessuno portava l’orologio.
Io indossavo, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera. Avevo una cartella di cuoio marrone dalla quale ho estratto i giornali: il Financial Times del weekend, New York Times e Robinson, il supplemento culturale di Repubblica. Stavo anche finendo di leggere il secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust e in particolare il capitolo “Sodoma e Gomorra”. Ho estratto anche un quaderno su cui scrivo il diario con la mia penna stilografica.
Mentre facevo quello, i ragazzi parlavano ad alta voce come fossero i padroni del vagone, assolutamente incuranti di chi stava attorno. Parlavano di calcio, di giocatori, di partite, di squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni.
Intanto il treno, era arrivato a Caserta. Non sapevo che per andare da Roma a Foggia si dovesse passare da Caserta e poi da Benevento. Pensavo di aver sbagliato treno, ma invece è così. Non ho mai rivolto la parola al mio vicino che o taceva ascoltando musica o si intrometteva con il medesimo linguaggio nella conversazione degli altri ragazzi.
A un certo punto, poco dopo Benevento, mentre erano sempre seduti o quasi sdraiati ai loro posti, ammassando nei vari cestini per la carta straccia lattine di Coca Cola o tè freddo, uno di loro ha detto: «Non è che dobbiamo stare soli di sera: andiamo a cercare ragazze nei night».
Un altro ragazzo più piccolo di statura e con il viso leggermente coperto di acne giovanile ha detto: «Macché night! Credetemi, ho esperienza. Bisogna beccare le ragazze in spiaggia e poi la sera portarle fuori e provarci. La spiaggia è il posto più figo e sicuro per beccare».
Quella conversazione sulle donne da trovare era andata avanti mentre io avevo finito di scrivere sul mio quaderno ed ero immerso nella lettura di Proust. Loro erano totalmente indifferenti a me, alla mia persona, come se fossi un’entità trasparente, un altro mondo.
Io mi sono domandato se era il caso di iniziare a parlare col mio vicino, ma non l’ho fatto. Lui era la maggioranza, uno nessuno centomila, io ero inesistente: qualcuno che usava carta e penna, che leggeva giornali in inglese e poi un libro in francese con la giacca e i pantaloni lunghi.
Per loro chi era costui?
Un signore con i capelli bianchi, una sorta di marziano che veniva da un altro mondo e che non li interessava. Pensavano ai fatti loro, parlavano forte, dicevano parolacce, si muovevano in continuazione, ma nessuno degli altri passeggeri diceva nulla.
Avevano paura di quei ragazzi tatuati che venivano dal nord, lo si capiva dall’accento, o erano abituati a quel genere di comportamento?
Arrivando a Foggia, mi sono alzato, ho preso la mia cartella. Nessuno mi ha salutato, forse perché non mi vedevano e io non li ho salutati perché mi avevano dato fastidio quei giovani “lanzichenecchi” senza nome.
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