Incidente Casal Palocco, i TheBorderline non hanno chiamato i soccorsi
Nessuno dei ragazzi ha chiamato il numero unico per le emergenze dopo l’impatto tra il suv guidato da Matteo di Pietro e la Smart su cui viaggiava il piccolo Manuel, morto dopo lo schianto, insieme alla madre e alla sorellina.
I registri del 112 vuoti, senza nessuna chiamata di soccorso da parte degli youtuber TheBorderline. E poi le immagini di una telecamera, i droni per stabilire la velocità della Lamborghini Urus degli youtuber TheBorderline, il superconsulente dell’incidente che è costato la vita a Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli nel 2020.
A una settimana dall’incidente a Casal Palocco, estrema periferia Sud di Roma, in cui ha perso la vita il piccolo Manuel, partono gli ultimi accertamenti su Matteo Di Pietro e gli altri ragazzi a bordo del supersuv preso in affitto per la challenge “50 ore a bordo di una Lamborghini” da pubblicare online per ottenere centinaia di migliaia di visualizzazioni.
Prima di tutto il 112. Nessuno dei ragazzi, spiega il Corriere della Sera, ha chiamato il numero unico per le emergenze dopo l’impatto. Intanto, mentre la vittima era già in condizioni disperate, la mamma Elena e la sorellina del piccolo erano intrappolate tra le lamiere della Smart ForFour centrata dal bolide in via di Macchia Saponara.
Gli approfondimenti sul caso intanto sono stati affidati a Lucio Pinchera, ingegnere già chiamato dalla procura per stabilire le cause della morte di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli in corso Francia. Era il 2020 e a falciare le due ragazze fu Pietro Genovese, figlio del regista Paolo: procedeva a 93 chilometri orari contro i 60 dichiarati dalla difesa.
Entro due mesi, anche grazie all’aiuto di droni di ultima generazione, la risposta del superconsulente scelto dai pm di piazzale Clodio: va stabilità tanto la velocità delle due auto che l’esatta dinamica dell’incidente. Un aiuto potrebbe arrivare anche dai filmati ripresi da due bus Atac e messi a disposizione della procura dalla municipalizzata dei trasporti per verificare eventuali sorpassi.
Quel che è certo è che ora a disposizione degli investigatori c’è una ripresa di una telecamera di sorveglianza in cui si vede passare la Lamborghini Urus a velocità sostenuta. Oltre i 30 chilometri orari imposti dal limite di velocità in vigore sulla via che taglia a metà il quartiere residenziale di Casal Palocco.
Altro nodo da sciogliere: Matteo Di Pietro, in attesa del secondo drugtest, era attento alla guida? Stava girando il video per YouTube nel momento dell’impatto? Stava usando un telefonino? Domande a cui trovare una risposta.
Nessuno dei ragazzi ha chiamato il numero unico per le emergenze dopo l’impatto tra il suv guidato da Matteo di Pietro e la Smart su cui viaggiava il piccolo Manuel, morto dopo lo schianto, insieme alla madre e alla sorellina.
I registri del 112 vuoti, senza nessuna chiamata di soccorso da parte degli youtuber TheBorderline. E poi le immagini di una telecamera, i droni per stabilire la velocità della Lamborghini Urus degli youtuber TheBorderline, il superconsulente dell’incidente che è costato la vita a Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli nel 2020.
A una settimana dall’incidente a Casal Palocco, estrema periferia Sud di Roma, in cui ha perso la vita il piccolo Manuel, partono gli ultimi accertamenti su Matteo Di Pietro e gli altri ragazzi a bordo del supersuv preso in affitto per la challenge “50 ore a bordo di una Lamborghini” da pubblicare online per ottenere centinaia di migliaia di visualizzazioni.
Prima di tutto il 112. Nessuno dei ragazzi, spiega il Corriere della Sera, ha chiamato il numero unico per le emergenze dopo l’impatto. Intanto, mentre la vittima era già in condizioni disperate, la mamma Elena e la sorellina del piccolo erano intrappolate tra le lamiere della Smart ForFour centrata dal bolide in via di Macchia Saponara.
Gli approfondimenti sul caso intanto sono stati affidati a Lucio Pinchera, ingegnere già chiamato dalla procura per stabilire le cause della morte di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli in corso Francia. Era il 2020 e a falciare le due ragazze fu Pietro Genovese, figlio del regista Paolo: procedeva a 93 chilometri orari contro i 60 dichiarati dalla difesa.
Entro due mesi, anche grazie all’aiuto di droni di ultima generazione, la risposta del superconsulente scelto dai pm di piazzale Clodio: va stabilità tanto la velocità delle due auto che l’esatta dinamica dell’incidente. Un aiuto potrebbe arrivare anche dai filmati ripresi da due bus Atac e messi a disposizione della procura dalla municipalizzata dei trasporti per verificare eventuali sorpassi.
Quel che è certo è che ora a disposizione degli investigatori c’è una ripresa di una telecamera di sorveglianza in cui si vede passare la Lamborghini Urus a velocità sostenuta. Oltre i 30 chilometri orari imposti dal limite di velocità in vigore sulla via che taglia a metà il quartiere residenziale di Casal Palocco.
Altro nodo da sciogliere: Matteo Di Pietro, in attesa del secondo drugtest, era attento alla guida? Stava girando il video per YouTube nel momento dell’impatto? Stava usando un telefonino? Domande a cui trovare una risposta.
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