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"La manovra effettuata dalla Smart per la svolta in via Archelao di Mileto era stata molto rapida, senza esitazione, cosa che lo induceva a ritenere che la conducente della Smart non avesse visto o non si fosse accorta dell’arrivo della Lamborghini, che a sua volta non aveva tentato di frenare»."
Originariamente Scritto da psicouno
proprio non afferro il senso di integrarsi con le proteine....
Originariamente Scritto da Gandhi
Posso avere la potestà di scrivere ciò che mi pare e mi piace? O devo cercare qualche articolo di legge (che non esiste) per affermare ciò summenzionato?
Il Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro viaggiava a oltre 124 km orari "immediatamente prima dell'impatto" con la Smart che ha causato la morte di un bimbo di 5 anni.
In quel tratto di strada il limite è di 30 km/h. Gli amici: gli avevamo chiesto di rallentare
Il Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro viaggiava a oltre 124 km orari "immediatamente prima dell'impatto" con la Smart che ha causato la morte di un bimbo di 5 anni. Il dettaglio emerge dall'ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari di Roma ha disposto i domiciliari per il ventenne per omicidio stradale aggravato. Gli accertamenti della procura per ricostruire i fatti sono affidati a Lucio Pinchera, l'esperto di ingegneria forense che nel 2020 collaborò alle indagini sull'incidente in cui morirono Gaia von Freimann e Camilla Romagnoli, le due amiche travolte mentre attraversavano corso Francia, nella capitale. Domani, martedì 27 giugno, Di Pietro comparirà davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia e potrà per la prima volta fornire la sua versione dei fatti. Nel tratto di strada dell'incidente il limite di velocità è di 30 chilometri l'ora Ha noleggiato il Suv Lamborghini con "l'unico ed evidente fine di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all'interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità". Lo scrive il gip di Roma nell'ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per Di Pietro. Il magistrato ha chiarito che al momento dello schianto il guidatore non stava usando il telefono, ma che un altro passeggero stava realizzando un video. Inoltre nell'abitacolo sarebbe stata presente anche una Gopro per registrare le immagini da utilizzare per Youtube. Rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato Il gip ha accolto le richieste della procura, che ha ritenuto sussistesse il pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Sull'aspetto di raccolta delle prove, l'ordinanza sottolinea come siano state fatte sparire le telecamere che erano in funzione all'interno della Lamborghini al momento dello schianto. A proposito dei gravi indizi di colpevolezza per il giudice "ricorrono, nel caso in esame, specifiche esigenze cautelari e, in particolare, si ravvisa il concreto e attuale pericolo che l'indagato possa commettere ulteriori reati della stessa specie di quelli per cui si procede, desumibile dalle modalità della condotta, gravemente imprudente, poiché sostanziatasi nella guida di un'auto di grossa cilindrata a velocità sostenuta, in pieno giorno e nonostante la presenza di attraversamenti pedonali". Inoltre la "riscontrata positività ai cannabinoidi", anche se non è ancora chiaro se l'assunzione sia avvenuta prima di mettersi al volante o nei giorni precedenti, "rimarca ulteriormente un tratto trasgressivo dell'indole dell'indagato".
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Il Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro viaggiava a oltre 124 km orari "immediatamente prima dell'impatto" con la Smart che ha causato la morte di un bimbo di 5 anni.
In quel tratto di strada il limite è di 30 km/h. Gli amici: gli avevamo chiesto di rallentare
Il Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro viaggiava a oltre 124 km orari "immediatamente prima dell'impatto" con la Smart che ha causato la morte di un bimbo di 5 anni. Il dettaglio emerge dall'ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari di Roma ha disposto i domiciliari per il ventenne per omicidio stradale aggravato. Gli accertamenti della procura per ricostruire i fatti sono affidati a Lucio Pinchera, l'esperto di ingegneria forense che nel 2020 collaborò alle indagini sull'incidente in cui morirono Gaia von Freimann e Camilla Romagnoli, le due amiche travolte mentre attraversavano corso Francia, nella capitale. Domani, martedì 27 giugno, Di Pietro comparirà davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia e potrà per la prima volta fornire la sua versione dei fatti. Nel tratto di strada dell'incidente il limite di velocità è di 30 chilometri l'ora Ha noleggiato il Suv Lamborghini con "l'unico ed evidente fine di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all'interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità". Lo scrive il gip di Roma nell'ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per Di Pietro. Il magistrato ha chiarito che al momento dello schianto il guidatore non stava usando il telefono, ma che un altro passeggero stava realizzando un video. Inoltre nell'abitacolo sarebbe stata presente anche una Gopro per registrare le immagini da utilizzare per Youtube. Rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato Il gip ha accolto le richieste della procura, che ha ritenuto sussistesse il pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Sull'aspetto di raccolta delle prove, l'ordinanza sottolinea come siano state fatte sparire le telecamere che erano in funzione all'interno della Lamborghini al momento dello schianto. A proposito dei gravi indizi di colpevolezza per il giudice "ricorrono, nel caso in esame, specifiche esigenze cautelari e, in particolare, si ravvisa il concreto e attuale pericolo che l'indagato possa commettere ulteriori reati della stessa specie di quelli per cui si procede, desumibile dalle modalità della condotta, gravemente imprudente, poiché sostanziatasi nella guida di un'auto di grossa cilindrata a velocità sostenuta, in pieno giorno e nonostante la presenza di attraversamenti pedonali". Inoltre la "riscontrata positività ai cannabinoidi", anche se non è ancora chiaro se l'assunzione sia avvenuta prima di mettersi al volante o nei giorni precedenti, "rimarca ulteriormente un tratto trasgressivo dell'indole dell'indagato".
Nelle carte del giudice Angela Gerardi, dettagli che cominciano a fare luce su quanto accaduto il giorno dell'incidente a Casal Palocco a Roma. Di Pietro ha noleggiato il Suv Lamborghini con «l'unico ed evidente fine di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all'interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 all'ora».
124 chilometri all'ora in 14 secondi
Dall'esame dei dati dal gps del suv, «emerge in buona sostanza che la Lamborghini percorreva via dei Pescatori, da cui proveniva, diretta in via Macchia Saponara, alla velocità di circa 145 km/h; che al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15:38, si fermava; che imboccata tale via, riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h immediatamente prima dell'impatto». Nell'ordinanza si sottolinea inoltre che «d'altra parte i dati tratti dal gps hanno segnalato l'accelerazione repentina del mezzo che, una volta immessosi su via di Macchia Saponara, passava in poco più di dieci secondi, da 0 km/h a 124 km/h, poco prima dell'impatto – si legge - L'assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente – sottolinea il gip - che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell'avvistamento dell'auto in prossimità del punto in cui si è verificato l'incidente».
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
"La manovra effettuata dalla Smart per la svolta in via Archelao di Mileto era stata molto rapida, senza esitazione, cosa che lo induceva a ritenere che la conducente della Smart non avesse visto o non si fosse accorta dell’arrivo della Lamborghini, che a sua volta non aveva tentato di frenare»."
Io sono garantista, per cui per me sono tutti innocenti fino al terzo grado di giudizio...e non tifo per i processi di piazza.
Il nostro sistema giuridico, pur imperfetto, ha appunto però 3 gradi di giudizio dove l'imputato ha modo, cambiando 2 collegi giudicanti e un finale collegio di legittimità, ha modo di far valere le sue ragioni...e quindi vedremo anche nel caso di Di Pietro e degli altri occupanti il Suv...però non possiamo fare finta che a scrivere che andava a 124 km orari non sia un giudice...e quel giudice riporta che gli stessi occupanti del Suv chiesero a Di Pietro di rallentare, evidentemente percependo il rischio di quella alta velocità.
Se la Smart abbia poi o no fatto tutte le manovre corrette lo diranno telecamere e perizie...ma se vai a 124 km/h non solo stai violando il limite ma ti si riduce la capacità di reazione e frenata, per cui arrivi addosso all'altra auto come un treno.
Su questi punti tecnici sono comunque fiducioso che si farà piena chiarezza.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
A quella velocità, tra l'altro in un centro abitato in cui la velocità massima consentita è di soli 30 km/h per ovvi motivi, e con una macchina dove con 4 passeggeri siamo ad oltre 2500 kg.
Follia pura, non esistono attenuanti, non devono.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Il 27 giugno 1980 sul Dc9 dell'Itavia c'erano 81 persone. Le perizie: 'Impossibile definire ufficialmente il traffico aereo'. Il messaggio di Mattarella: "Mancano tasselli, cercare la verità" (ANSA)
27 giugno, 1980
43 anni
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
Il 27 giugno 1980 sul Dc9 dell'Itavia c'erano 81 persone. Le perizie: 'Impossibile definire ufficialmente il traffico aereo'. Il messaggio di Mattarella: "Mancano tasselli, cercare la verità" (ANSA)
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