"Il decreto del governo è illegittimo". Giudice a gamba tesa: libera l'immigrato a tempo zero
30 Settembre 2023 - 13:48 A pochi giorni dall'apertura della nuova struttura di Pozzallo, il primo migrante è già fuori. Accolto il suo ricorso contro le norme previste dal governo. L'ira di FdI: "Decisioni politiche"
Il ricorso del tunisino è stato accolto immediatamente. Così, a soli cinque giorni dell'inaugurazione del nuovo centro di Modica-Pozzallo per l'esame rapido delle domande d'asilo, il primo ospite è già fuori. La decisione è arrivata dal tribunale di Catania, che ha accettato il ricorso di un migrante sbarcato a metà settembre a Lampedusa e poi portato nella nuova struttura, dopo la disposizione di un suo trattenimento da parte del questore di Ragusa. La permamenza, tuttavia, è durata molto poco. Come riporta Repubblica, il giudice Iolanda Apostolico non ha infatti convalidato il fermo del giovane nordafricano, giudicando il recente decreto del governo "illegittimo in più parti".
Il migrante tunisino ha così ottenuto l'immmediata liberazione, con un provvedimento che ora potrebbe creare un precedente e innescare altrettanti ricorsi a catena contro le disposizioni dell'esecutivo, che prevedono il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata. Secondo il tribunale di Catania il decreto è illegittimo e confliggerebbe con la superiore normativa europea. In particolare, sottolineano fonti legali, "i giudici contestano la nuova procedura di trattenimento e la cauzione di 5.000 euro da pagare per non andare nel centro". Una posizione che, nei fatti, rischia di lasciare disattesi il decreto Cutro e le successive disposizioni governative sulla gestione delle domande d'asilo. Secondo l'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, "le nuove norme sulla detenzione per i richiedenti asilo per il Tribunale di Catania sono contrarie alle norme Ue e alla Costituzione italiana". E questo perché "trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla detenzione è illegittimo".
La decisione del tribunale di Catania ha scatenato immediatamente l'ira di Fratelli d'Italia che ha fatto notare che, "non convalidando il trattenimento dei quattro tunisini soggetti alle nuove procedure accelerate di frontiera disposte dal governo", il giudice ha assunto "decisioni politiche e ideologiche". "Le ordinanze appaiono infatti poco ancorate al quadro normativo vigente e immagino che saranno impugnate dall'avvocatura dello Stato", ha dichiarato la deputata Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione del partito di Giorgia Meloni. "Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all'ideologia. Le sentenze sconfessano non solo e non tanto il decreto del governo, ma la normativa europea su cui il decreto poggia".
Non è la prima volta che i giudici si esprimono in senso opposto alle disposizioni di un governo di centrodestra. Era accaduto, ad esempio, anche rispetto alla normativa che regola i "respingimenti" alla frontiera, rispetto alla quale i magistrati avevano accolto il ricorso di un migrante e condannato il Viminale a risarcirlo. E qualcosa di simile era accaduto anche con i decreti sicurezza di Matteo Salvini. Per quanto impugabili, tutti questi pronunciamenti ottengono sempre lo stesso effetto: quello di aprire una frattura con le disposizioni del governo, lanciando un indiretto assist alle opposizioni. Talvolta offrendo anche argomenti di contestazione a queste ultime, con conseguenze peraltro molto pratiche. Basti pensare a cosa potrebbe accade proprio rispetto al centro di Pozzallo, dove al momento a essere trattenuti sono solo migranti tunisini. E proprio sul fronte politico tali pronunciamenti scatenano sempre prese di posizione forti.
30 Settembre 2023 - 13:48 A pochi giorni dall'apertura della nuova struttura di Pozzallo, il primo migrante è già fuori. Accolto il suo ricorso contro le norme previste dal governo. L'ira di FdI: "Decisioni politiche"
Il ricorso del tunisino è stato accolto immediatamente. Così, a soli cinque giorni dell'inaugurazione del nuovo centro di Modica-Pozzallo per l'esame rapido delle domande d'asilo, il primo ospite è già fuori. La decisione è arrivata dal tribunale di Catania, che ha accettato il ricorso di un migrante sbarcato a metà settembre a Lampedusa e poi portato nella nuova struttura, dopo la disposizione di un suo trattenimento da parte del questore di Ragusa. La permamenza, tuttavia, è durata molto poco. Come riporta Repubblica, il giudice Iolanda Apostolico non ha infatti convalidato il fermo del giovane nordafricano, giudicando il recente decreto del governo "illegittimo in più parti".
Il migrante tunisino ha così ottenuto l'immmediata liberazione, con un provvedimento che ora potrebbe creare un precedente e innescare altrettanti ricorsi a catena contro le disposizioni dell'esecutivo, che prevedono il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata. Secondo il tribunale di Catania il decreto è illegittimo e confliggerebbe con la superiore normativa europea. In particolare, sottolineano fonti legali, "i giudici contestano la nuova procedura di trattenimento e la cauzione di 5.000 euro da pagare per non andare nel centro". Una posizione che, nei fatti, rischia di lasciare disattesi il decreto Cutro e le successive disposizioni governative sulla gestione delle domande d'asilo. Secondo l'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, "le nuove norme sulla detenzione per i richiedenti asilo per il Tribunale di Catania sono contrarie alle norme Ue e alla Costituzione italiana". E questo perché "trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla detenzione è illegittimo".
La decisione del tribunale di Catania ha scatenato immediatamente l'ira di Fratelli d'Italia che ha fatto notare che, "non convalidando il trattenimento dei quattro tunisini soggetti alle nuove procedure accelerate di frontiera disposte dal governo", il giudice ha assunto "decisioni politiche e ideologiche". "Le ordinanze appaiono infatti poco ancorate al quadro normativo vigente e immagino che saranno impugnate dall'avvocatura dello Stato", ha dichiarato la deputata Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione del partito di Giorgia Meloni. "Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all'ideologia. Le sentenze sconfessano non solo e non tanto il decreto del governo, ma la normativa europea su cui il decreto poggia".
Non è la prima volta che i giudici si esprimono in senso opposto alle disposizioni di un governo di centrodestra. Era accaduto, ad esempio, anche rispetto alla normativa che regola i "respingimenti" alla frontiera, rispetto alla quale i magistrati avevano accolto il ricorso di un migrante e condannato il Viminale a risarcirlo. E qualcosa di simile era accaduto anche con i decreti sicurezza di Matteo Salvini. Per quanto impugabili, tutti questi pronunciamenti ottengono sempre lo stesso effetto: quello di aprire una frattura con le disposizioni del governo, lanciando un indiretto assist alle opposizioni. Talvolta offrendo anche argomenti di contestazione a queste ultime, con conseguenze peraltro molto pratiche. Basti pensare a cosa potrebbe accade proprio rispetto al centro di Pozzallo, dove al momento a essere trattenuti sono solo migranti tunisini. E proprio sul fronte politico tali pronunciamenti scatenano sempre prese di posizione forti.
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