LA NEOTENIA
Questa relativamente moderna teoria organica ci permette di dividere i nostri cani in quattro gruppi fondamentali prendendo in considerazione le differenze di aspetto e correlandole con quelle di carattere e di attitudine al lavoro, e’ una teoria molto interessante anche se non da tutti i cinofili riconosciuta valida .
Ogni specie, in natura, è dotata di una certa "elasticità genetica", ovvero delle facoltà di modificare entro certi limiti il proprio aspetto (fenotipo) per adattarsi meglio all'ambiente. Tra i mammiferi in particolare, il cane è senza dubbio la specie che ha assunto la più vasta gamma di aspetto, dimensioni e comportamento. Eppure, gli studiosi sono ormai concordi nell'affermare che tutti cani, dall'alano al maltese, dal san bernardo al bassotto, discendono da un unico antenato comune: il lupo, e possono accoppiarsi con lui generando ibridi fecondi. La incredibile varietà di forme assunte dalla specie canina, alcune delle quali sono ormai così distanti dall'antico antenato da far dubitare questa parentela, si spiega con l'azione combinata dell'elasticità genetica e della selezione umana che ha posto il cane al riparo da quella naturale. Così le razze, più che razze vere e proprie, andrebbero definite "variazioni sul tema". Se, per ipotesi, le andassimo a rimescolare tra loro in modo casuale e ne lasciassimo a se stessi i prodotti in un ambiente naturale senza intervenire, è probabile che in pochissimo tempo i superstiti ritornerebbero ad assumere l'aspetto originario, simile a quello di un dingo australiano. I primi a scomparire sarebbero i cani affetti da caratteristiche teratologiche considerate ciononostante pregi di tipo, quale nanismo acondroplastico (basset-hound), gigantismo (alano), lassità tegumentosa (char-pey), pelo inutilmente lungo (maltese) e così via. Ma, al di là di questi casi limite, esiste un bandolo che ci aiuti a sbrogliare l'intricata matassa spiegandoci perchè e come le razze sono nate e si sono differenziate in aspetto e in attitudine? Questo bandolo esiste ed è rappresentato dalla teoria neotenica. Essa si basa sulla logica evoluzionistica secondo la quale una certa configurazione fisica determina un comportamento corrispondente. Neotenia significa "permanenza nell'animale adulto di caratteristiche infantili". In tal senso, tutte le specie domestiche (uomo incluso) non sono altro che la forma più o meno infantile di quella selvatica. I cuccioli (e non solo quelli mammiferi) presentano un'apparenza molto diversa da quella dell'animale adulto. Ciò ha la precisa funzione di inibire le reazioni aggressive aumentandone la probabilità di sopravvivenza. Il muso tondo e rugoso, le orecchie flosce, il corpo tozzo sulle corte zampette e l'andatura incerta del cucciolo di lupo rappresentano la negazione stessa di una minaccia e lasciano quindi l'adulto indifferente quando addirittura non lo inteneriscono risvegliando in lui un atteggiamento protettivo. Deve essere successo proprio questo quando l'uomo delle caverne, imbattutosi in un cucciolotto smarrito del suo vecchio nemico lupo, ha deciso di adottarlo invece di ucciderlo. Con l'andar del tempo poi, egli ha finito per selezionare istintivamente queste caratteristiche trasformando il lupo in cane. Ritengo questa ipotesi molto più convincente di quella tradizionale la quale, ripartendo le varie razze canine in quattro gruppi fondamentali: braccoidi, molossoidi, lupoidi e graioidi, pretende di ritrovarne le origini in alcuni differenti resti fossili e, precisamente nel canis familiaris matris optimae (pastori), canis familiaris leinieri (levrieri e segugi), canis familiaris intermedius (caccia e barboni), cani inostranzevi (molossi). Il ritrovamento di questi fossili non ci dice altro che la differenziazione del cane è stata molto antica. Per il resto essa non ci è di alcuna utilità e ricorda molto da vicino il metodo della ricerca araldica che consente a ciascuno di noi di ritrovare, presto o tardi, qualche marchese o barone nel nostro albero genealogico. Prima ancora di Lorenz, fu Walt Disney a intuire che l'aspetto infantile degli animali incute tenerezza ed identificazione affettiva, trasformando l'odioso e repellente ratto nella creatura più amata dai bambini di tutto il mondo: Topolino. L'esperimento fu ripetuto con successo e nacquero Paperino, Qui, Quo, Qua e molti altri ancora. L'orsacchiotto di peluche, con il suo potere rassicurante, è un altro esempio del genere. Ma il pregio maggiore della teoria neotenica è quello di darci infine una spiegazione convincente riguardo alla differenza di attitudini delle varie razze, per esempio perchè un labrador e un golden retriever sono più portati al riporto rispetto al pastore tedesco e perchè un rottweiler è più adatto alla guardia e alla difesa rispetto ad un siberian husky. Secondo detta teoria infatti le varie razze non rappresenterebbero altro che i diversi stadi di crescita nel lupo stesso e precisamente:
LO STADIO DEL POPPANTE , dalla nascita fino alla quarta, quinta settimana, il cucciolo presenta un musetto corto, la fronte tondeggiante e rugosa, le orecchie più o meno accartocciate e ripiegate sul cranio, il corpo tozzo e l'andatura goffa. Passa gran parte del suo tempo nella tana, rassicurato dal caldo contatto della madre e dei fratelli, manifesta ben poca curiosità verso il mondo esterno e, al sopraggiungere di un estraneo, corre a rifugiarsi nel fondo della tana guaendo e talvolta mordendo per il terrore. Ma, a ben guardare, questo non è altro che l'identikit morfocaratteriale del molosso, appunto per ciò ottimo cane da lotta (non ha ancora elaborato freni inibitori propri dell'adulto) e da guardia (tende a non allontanarsi dal suo territorio dal quale è effettivamente dipendente). In campo umano ricorda da vicino i lottatori di Sumo giapponesi, di costituzione simile ad un gigantesco poppante da un quintale e mezzo. Pur essendo ottimi cani da guardia e difesa del gregge (il pireneo o il maremmano col loro aspetto e colore si mescolano al gregge senza spaventare le pecore ma sconcertando gli eventuali predatori, dissuadendoli dal misurarsi con quello strano ed enorme cucciolo che non rispetta il normale cerimoniale) i molossoidi sono negati per altre attività quale è la conduzione stessa del gregge, la caccia, il riporto e l'agility ovvero in tutte quelle specialità che richiedono prontezza di riflessi e una certa iniziativa.
LO STADIO DEL GIOCO , dopo la quinta settimana, aspetto e comportamento si evolvono rapidamente. Il cucciolo comincia a mostrare una curiosità sempre più viva verso gli stimoli provenienti dal mondo esterno, e più agile e veloce, gioca da mattino a sera con i fratelli e gli altri membri del branco, corre a riportare ogni oggetto gli venga lanciato in modo che il divertimento continui. Anche il suo aspetto è molto cambiato: il muso si è allungato, sono scomparse le rughe, le orecchie, pur pendenti, sono più sviluppate, il corpo è più agile e proporzionato. Questo stadio comprende la maggior parte delle razze canine, in particolare i retriever (labrador ecc.) la cui attitudine al riporto è proverbiale. In compenso sono pessimi cani da guardia perchè troppo poco diffidenti per mordere un intruso e troppo poco maturi, al contrario, per difendere il territorio. Quest'indole giocosa, allegra e insieme tenera ed affettuosa ha fatto del labrador e del golden i cani più diffusi nei paesi anglosassoni, la cui civiltà concepisce questo animale più come un compagno che un mero ausiliare.
STADIO DELLA PARATA ( paratore), all'età di quattro-cinque mesi il lupetto ricorda ormai abbastanza da vicino un adulto in miniatura, il muso si è ulteriormente allungato ed affilato, le orecchie sono erette o semierette, l'andatura è sciolta ed agile. Ora, più che aver voglia di riportare oggetti, egli si diverte ad intercettare tutto quel che si muove tagliandogli la strada (parata). A ben guardare la parata non è altro che lo stadio che prepara l'istinto predatorio vero e proprio, il quale si manifesterà con l'inseguimento della preda addentandola ai talloni (tallonamenti). Possono considerarsi "predatori" i cani da pastore (quelli che guidano e non che difendono il gregge) i quali, intercettando le pecore fuggitive, le riportano nel gruppo. Parzialmente paratori possono essere considerati i cani da ferma (setter ecc..) la cui cerca a zig zag (lacets) mima appunto la parata. Se i cani da ferma rappresentano un punto di collegamento tra il 2° ed il 3° stadio (giocatori-paratori), quelli da seguito (levrieri e segugi) sono invece a cavallo tra il 3° e il 4° (predatori-tallonatori). Molto sensibili alla proprieta del territorio, i paratori sono cani utilizzabili per la guardia, la difesa ed ogni sorta di ricerca. All'affetto e alla dipendenza affettiva nei confronti del padrone, propria dei giocatori, uniscono anche la sottomissione e il rispetto determinati dal riconoscimento del suo ruolo sociale perchè ormai sufficientemente maturi per riconoscere il rango dei vari individui componenti il branco. Poco portati invece per il riporto (che non li diverte più e che spesso vien loro insegnato in maniera coercitiva). Al terzo stadio appartengono le razze canine più intelligenti (border collie, pastore tedesco) perchè in esso c'è un ideale equilibrio tra dipendenza affettiva (che li porta ad essere molto ricettivi agli insegnamenti del padrone) ed evoluzione comportamentale. Essi possono venir paragonati correttamente a degli adolescenti aperti ad ogni novità.
STADIO DEL TALLONAMENTO ( tallonatore ), sta per concludersi il periodo adolescenziale e subentrare la piena maturità. I cani appartenenti a questo stadio sono ormai vicinissimi nel comportamento e nell'aspetto, alla forma selvatica. All'attaccamento verso il padrone sostituiscono un forte grado di indipendenza personale e accettano la sua autorità più che altro in veste di capobranco. Tendono a inseguire la preda tallonandola (ovvero cercando di bloccarla addentandola nei quarti posteriori). Appartengono a questo stadio i vari cani nordici. È sfruttando appunto il loro spirito di coesione sociale, che li porta a rincorrere un'immaginaria preda cacciando in bracco, che essi possono venir vantaggiosamente impiegati per il traino. Inutile prendersela con loro se, indipendenti come sono, si dimostrano refrattari all'obbedienza, distruttori di pollai ed inguaribili girovaghi. Su di essi, il ricatto affettivo, tanto efficace negli altri cani, ha ben poca presa!
La scala in origine era composta solo da quattro stadi, solo recentemente e' stato inserito il quinto che rappresenta la fase del lupo adulto.
STADIO DELL'ADULTO
Il cane somiglia fisicamente e caratterialmente a un lupo adulto. Non abbaia quasi più, ma può ululare per motivi sociali. Molto indipendente e predatore, può avere un legame molto forte solo con i membri di rango superiore che sappiano conquistarsi la sua stima (è anche prodigo di affetto, ma questo non basta per farsi obbedire). Razze-esempio: i levrieri più primitivi (per es. l'azawakh) e le rimanenti due razze nordiche da slitta, siberian husky e groenlandese.
Questa relativamente moderna teoria organica ci permette di dividere i nostri cani in quattro gruppi fondamentali prendendo in considerazione le differenze di aspetto e correlandole con quelle di carattere e di attitudine al lavoro, e’ una teoria molto interessante anche se non da tutti i cinofili riconosciuta valida .
Ogni specie, in natura, è dotata di una certa "elasticità genetica", ovvero delle facoltà di modificare entro certi limiti il proprio aspetto (fenotipo) per adattarsi meglio all'ambiente. Tra i mammiferi in particolare, il cane è senza dubbio la specie che ha assunto la più vasta gamma di aspetto, dimensioni e comportamento. Eppure, gli studiosi sono ormai concordi nell'affermare che tutti cani, dall'alano al maltese, dal san bernardo al bassotto, discendono da un unico antenato comune: il lupo, e possono accoppiarsi con lui generando ibridi fecondi. La incredibile varietà di forme assunte dalla specie canina, alcune delle quali sono ormai così distanti dall'antico antenato da far dubitare questa parentela, si spiega con l'azione combinata dell'elasticità genetica e della selezione umana che ha posto il cane al riparo da quella naturale. Così le razze, più che razze vere e proprie, andrebbero definite "variazioni sul tema". Se, per ipotesi, le andassimo a rimescolare tra loro in modo casuale e ne lasciassimo a se stessi i prodotti in un ambiente naturale senza intervenire, è probabile che in pochissimo tempo i superstiti ritornerebbero ad assumere l'aspetto originario, simile a quello di un dingo australiano. I primi a scomparire sarebbero i cani affetti da caratteristiche teratologiche considerate ciononostante pregi di tipo, quale nanismo acondroplastico (basset-hound), gigantismo (alano), lassità tegumentosa (char-pey), pelo inutilmente lungo (maltese) e così via. Ma, al di là di questi casi limite, esiste un bandolo che ci aiuti a sbrogliare l'intricata matassa spiegandoci perchè e come le razze sono nate e si sono differenziate in aspetto e in attitudine? Questo bandolo esiste ed è rappresentato dalla teoria neotenica. Essa si basa sulla logica evoluzionistica secondo la quale una certa configurazione fisica determina un comportamento corrispondente. Neotenia significa "permanenza nell'animale adulto di caratteristiche infantili". In tal senso, tutte le specie domestiche (uomo incluso) non sono altro che la forma più o meno infantile di quella selvatica. I cuccioli (e non solo quelli mammiferi) presentano un'apparenza molto diversa da quella dell'animale adulto. Ciò ha la precisa funzione di inibire le reazioni aggressive aumentandone la probabilità di sopravvivenza. Il muso tondo e rugoso, le orecchie flosce, il corpo tozzo sulle corte zampette e l'andatura incerta del cucciolo di lupo rappresentano la negazione stessa di una minaccia e lasciano quindi l'adulto indifferente quando addirittura non lo inteneriscono risvegliando in lui un atteggiamento protettivo. Deve essere successo proprio questo quando l'uomo delle caverne, imbattutosi in un cucciolotto smarrito del suo vecchio nemico lupo, ha deciso di adottarlo invece di ucciderlo. Con l'andar del tempo poi, egli ha finito per selezionare istintivamente queste caratteristiche trasformando il lupo in cane. Ritengo questa ipotesi molto più convincente di quella tradizionale la quale, ripartendo le varie razze canine in quattro gruppi fondamentali: braccoidi, molossoidi, lupoidi e graioidi, pretende di ritrovarne le origini in alcuni differenti resti fossili e, precisamente nel canis familiaris matris optimae (pastori), canis familiaris leinieri (levrieri e segugi), canis familiaris intermedius (caccia e barboni), cani inostranzevi (molossi). Il ritrovamento di questi fossili non ci dice altro che la differenziazione del cane è stata molto antica. Per il resto essa non ci è di alcuna utilità e ricorda molto da vicino il metodo della ricerca araldica che consente a ciascuno di noi di ritrovare, presto o tardi, qualche marchese o barone nel nostro albero genealogico. Prima ancora di Lorenz, fu Walt Disney a intuire che l'aspetto infantile degli animali incute tenerezza ed identificazione affettiva, trasformando l'odioso e repellente ratto nella creatura più amata dai bambini di tutto il mondo: Topolino. L'esperimento fu ripetuto con successo e nacquero Paperino, Qui, Quo, Qua e molti altri ancora. L'orsacchiotto di peluche, con il suo potere rassicurante, è un altro esempio del genere. Ma il pregio maggiore della teoria neotenica è quello di darci infine una spiegazione convincente riguardo alla differenza di attitudini delle varie razze, per esempio perchè un labrador e un golden retriever sono più portati al riporto rispetto al pastore tedesco e perchè un rottweiler è più adatto alla guardia e alla difesa rispetto ad un siberian husky. Secondo detta teoria infatti le varie razze non rappresenterebbero altro che i diversi stadi di crescita nel lupo stesso e precisamente:
LO STADIO DEL POPPANTE , dalla nascita fino alla quarta, quinta settimana, il cucciolo presenta un musetto corto, la fronte tondeggiante e rugosa, le orecchie più o meno accartocciate e ripiegate sul cranio, il corpo tozzo e l'andatura goffa. Passa gran parte del suo tempo nella tana, rassicurato dal caldo contatto della madre e dei fratelli, manifesta ben poca curiosità verso il mondo esterno e, al sopraggiungere di un estraneo, corre a rifugiarsi nel fondo della tana guaendo e talvolta mordendo per il terrore. Ma, a ben guardare, questo non è altro che l'identikit morfocaratteriale del molosso, appunto per ciò ottimo cane da lotta (non ha ancora elaborato freni inibitori propri dell'adulto) e da guardia (tende a non allontanarsi dal suo territorio dal quale è effettivamente dipendente). In campo umano ricorda da vicino i lottatori di Sumo giapponesi, di costituzione simile ad un gigantesco poppante da un quintale e mezzo. Pur essendo ottimi cani da guardia e difesa del gregge (il pireneo o il maremmano col loro aspetto e colore si mescolano al gregge senza spaventare le pecore ma sconcertando gli eventuali predatori, dissuadendoli dal misurarsi con quello strano ed enorme cucciolo che non rispetta il normale cerimoniale) i molossoidi sono negati per altre attività quale è la conduzione stessa del gregge, la caccia, il riporto e l'agility ovvero in tutte quelle specialità che richiedono prontezza di riflessi e una certa iniziativa.
LO STADIO DEL GIOCO , dopo la quinta settimana, aspetto e comportamento si evolvono rapidamente. Il cucciolo comincia a mostrare una curiosità sempre più viva verso gli stimoli provenienti dal mondo esterno, e più agile e veloce, gioca da mattino a sera con i fratelli e gli altri membri del branco, corre a riportare ogni oggetto gli venga lanciato in modo che il divertimento continui. Anche il suo aspetto è molto cambiato: il muso si è allungato, sono scomparse le rughe, le orecchie, pur pendenti, sono più sviluppate, il corpo è più agile e proporzionato. Questo stadio comprende la maggior parte delle razze canine, in particolare i retriever (labrador ecc.) la cui attitudine al riporto è proverbiale. In compenso sono pessimi cani da guardia perchè troppo poco diffidenti per mordere un intruso e troppo poco maturi, al contrario, per difendere il territorio. Quest'indole giocosa, allegra e insieme tenera ed affettuosa ha fatto del labrador e del golden i cani più diffusi nei paesi anglosassoni, la cui civiltà concepisce questo animale più come un compagno che un mero ausiliare.
STADIO DELLA PARATA ( paratore), all'età di quattro-cinque mesi il lupetto ricorda ormai abbastanza da vicino un adulto in miniatura, il muso si è ulteriormente allungato ed affilato, le orecchie sono erette o semierette, l'andatura è sciolta ed agile. Ora, più che aver voglia di riportare oggetti, egli si diverte ad intercettare tutto quel che si muove tagliandogli la strada (parata). A ben guardare la parata non è altro che lo stadio che prepara l'istinto predatorio vero e proprio, il quale si manifesterà con l'inseguimento della preda addentandola ai talloni (tallonamenti). Possono considerarsi "predatori" i cani da pastore (quelli che guidano e non che difendono il gregge) i quali, intercettando le pecore fuggitive, le riportano nel gruppo. Parzialmente paratori possono essere considerati i cani da ferma (setter ecc..) la cui cerca a zig zag (lacets) mima appunto la parata. Se i cani da ferma rappresentano un punto di collegamento tra il 2° ed il 3° stadio (giocatori-paratori), quelli da seguito (levrieri e segugi) sono invece a cavallo tra il 3° e il 4° (predatori-tallonatori). Molto sensibili alla proprieta del territorio, i paratori sono cani utilizzabili per la guardia, la difesa ed ogni sorta di ricerca. All'affetto e alla dipendenza affettiva nei confronti del padrone, propria dei giocatori, uniscono anche la sottomissione e il rispetto determinati dal riconoscimento del suo ruolo sociale perchè ormai sufficientemente maturi per riconoscere il rango dei vari individui componenti il branco. Poco portati invece per il riporto (che non li diverte più e che spesso vien loro insegnato in maniera coercitiva). Al terzo stadio appartengono le razze canine più intelligenti (border collie, pastore tedesco) perchè in esso c'è un ideale equilibrio tra dipendenza affettiva (che li porta ad essere molto ricettivi agli insegnamenti del padrone) ed evoluzione comportamentale. Essi possono venir paragonati correttamente a degli adolescenti aperti ad ogni novità.
STADIO DEL TALLONAMENTO ( tallonatore ), sta per concludersi il periodo adolescenziale e subentrare la piena maturità. I cani appartenenti a questo stadio sono ormai vicinissimi nel comportamento e nell'aspetto, alla forma selvatica. All'attaccamento verso il padrone sostituiscono un forte grado di indipendenza personale e accettano la sua autorità più che altro in veste di capobranco. Tendono a inseguire la preda tallonandola (ovvero cercando di bloccarla addentandola nei quarti posteriori). Appartengono a questo stadio i vari cani nordici. È sfruttando appunto il loro spirito di coesione sociale, che li porta a rincorrere un'immaginaria preda cacciando in bracco, che essi possono venir vantaggiosamente impiegati per il traino. Inutile prendersela con loro se, indipendenti come sono, si dimostrano refrattari all'obbedienza, distruttori di pollai ed inguaribili girovaghi. Su di essi, il ricatto affettivo, tanto efficace negli altri cani, ha ben poca presa!
La scala in origine era composta solo da quattro stadi, solo recentemente e' stato inserito il quinto che rappresenta la fase del lupo adulto.
STADIO DELL'ADULTO
Il cane somiglia fisicamente e caratterialmente a un lupo adulto. Non abbaia quasi più, ma può ululare per motivi sociali. Molto indipendente e predatore, può avere un legame molto forte solo con i membri di rango superiore che sappiano conquistarsi la sua stima (è anche prodigo di affetto, ma questo non basta per farsi obbedire). Razze-esempio: i levrieri più primitivi (per es. l'azawakh) e le rimanenti due razze nordiche da slitta, siberian husky e groenlandese.
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