Cronaca Italiana [Thread unico]

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  • Arturo Bandini
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    dice "caduta dal tetto". La realtà è più triste: è andata a trovare la famiglia della sua amica che si era suicidata buttandosi dal balcone 3 anni fa. Ha chiesto di andare sul balcone e si è gettata.


    ta dal tettClick image for larger version

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  • Miller
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    Non vedo problemi nel decidere le regole del gioco, basta non fare i film per andare agli Oscar, ossia non adattarsi (troppo) alle dinamiche commerciali. Se vuoi fare arte come ti pare.
    Last edited by Miller; 09-01-2025, 20:13:32.

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  • M K K
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    E' la stessa cosa di mettere solo attori ariani , biondi di razza pura...una volta si chiamava propaganda e indottrinamento
    e' una cosa gravissima allo stesso modo

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  • KURTANGLE
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

    Gli Oscar sono ormai squalificati da anni, in quanto preda della ideologizzazione progressistico-degenere hollywoodiana. Vorrei però capire quanto sia premiante, in termini di botteghino (per i risvolti "artistici" lasciamo perdere, i film americani fanno ormai generalmente hahare) applicare queste ideologie woke e simili a prodotti di largo consumo: se metà America va in direzione contraria, questi film sono destinati solo alle "minoranze"? Ma allora è un cinema di casta, quindi propagandistico, quindi squalificato e squalificante dal punto di vista del fatto artistico e perciò di nullo interesse.

    E' come un club per gay: sulla carta aperto a tutti, ma poi nei fatti ci vanno solo i gay come ovvio.

    se le trame sono belle agli spettatori non interessa se il protagonista è bianco o nero......
    questa è la verità

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  • Arturo Bandini
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    Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
    Il punto principale è che gli Oscar ormai rimangono come acme di di riferimento per l'industria specifica e lo "showbiz" annesso, altrimenti si sono tramutati da anni in un teatrino

    Sulla questione in sè che c'è da dire
    Niente, è palesemente una stronzata figlia del forzato lavaggio del cervello woke che ci vogliono fare subire
    l'inserire i neri in contesti come l'europa del 1600 ha un senso, lo sanno anche loro che non era così, ma lo scopo è normalizzare, agli occhi degli europei, che ormai interi quartieri o città (milano tra un po' sarà musulmana, londra già lo è) siano a maggioranza straniera.
    Noi che abbiamo memoria di come fino a 10 anni fa le cose non fossero così possiamo protestare, ma i nuovi ragazzi che già vivono in queste situazioni e magari guardano una serie come bridgerton in cui regine e nobili di pelle scura tessono i loro intrighi e amori in una distopica londra del 1700, ai loro occhi tutto ciò è normale, talmente normale che non ci si accontenta di inserirli nel contesto attuale, ma si vuole normalizzare in modo retroattivo questa realtà

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  • Irrlicht
    replied
    Il punto principale è che gli Oscar ormai rimangono come acme di di riferimento per l'industria specifica e lo "showbiz" annesso, altrimenti si sono tramutati da anni in un teatrino

    Sulla questione in sè che c'è da dire
    Niente, è palesemente una stronzata figlia del forzato lavaggio del cervello woke che ci vogliono fare subire

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  • Sean
    replied
    Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio

    per i film attuali potrei anche capire, ma hanno usato lo stesso criterio per escludere dagli oscar king's land, un film danese ambientato nel 1600... perchè non c'erano abbastanza neri.
    Il cinema è racconto. Chi scrive e chi dirige deve poter essere libero di immaginarsi e filmare la storia che vuole, anche una entro la quale non bisogna per forza essere "obbligati" ad inserire un gay od una immigrato o simili, per rispettare le "quote" (ma che boiata è?) se la storia che si vuol raccontare attraverso un film non prevede quell'immaginario...poi alla fine starà allo spettatore decidere.

    Ci sono film incentrati sulle vicende dei neri: è legittimo, più che legittimo, si vuol raccontare una storia con protagonisti dei neri in un quartiere di neri, tipo certi film di Spike Lee o registi simili...ma come spettatore non avrei preteso l'inserimento forzoso di un bianco perchè sennò mi sarei sentito "discriminato", non avrei stravolto la vena creativa del regista e la sua libertà di raccontare quel che vuole: se mi interessa quella storia mi vado a vedere quel film, sennò no e pace.

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  • Arturo Bandini
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    Originariamente Scritto da MarcoT Visualizza Messaggio
    Fossi asiatico mi incazzerei un sacco
    poi il fatto che si possa scegliere a piacere tra un 30% di gay, oppure anticappati... insomma

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  • Arturo Bandini
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    Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio

    Bella merda , felice di non guardare più TV, film o serie da anni.
    non mi piace vedere forzature con minoranze che non rispecchiano la realta .
    lavaggio del cervello patetico
    ​​​
    per i film attuali potrei anche capire, ma hanno usato lo stesso criterio per escludere dagli oscar king's land, un film danese ambientato nel 1600... perchè non c'erano abbastanza neri.

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  • Irrlicht
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    Rip Rino
    mi dispiace veramente tanto

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  • Sean
    replied
    Rino Tommasi è morto: il giornalista aveva 90 anni. Grande firma e volto tv, famoso per le telecronache di tennis e boxe

    Lutto nel mondo del giornalismo: è morto a 90 anni Rino Tommasi, il celebre cronista sportivo. Famose le sue telecronache in coppia con Gianni Clerici, si chiamavano«ComputeRino» e«Dottor Divago»

    È morto a 90 anni — ne avrebbe compiuti 91 il 23 febbraio — Rino Tommasi. Il mondo dello sport, specialmente del tennis, e del giornalismo italiano piange la morte di una delle sue leggende. Salvatore Tommasi, detto Rino, era nato a Verona, in una casa di sportivi — sia il padre Virgilio sia lo zio Angelo avevano preso parte a tre diverse edizioni dei Giochi Olimpici nel salto in lungo e in alto tra il 1924 e il 1932 — ed è scomparso mercoledì 8 gennaio.

    Rigoroso, appassionato di sport e di numeri, ha vissuto una carriera lunghissima, iniziata nel 1953, passata per la Gazzetta dello Sport, per la storica emittente italo slovenaTelecapodistria e da lì per il ruolo di direttore dei servizi sportivi di Canale 5, il primo della storia. Con l'avvento delle piattaforme satellitari, con Telepiù, è diventato un'icona rivoluzionando le telecronache del tennis accanto a Gianni Clerici, che ci ha lasciati nel 2022.

    «ComputeRino» e «Dottor Divago»

    Tommasi sembrava un computer umano, non sbagliava una data o il risultato di un incontro o un dato (nemmeno nel calcio, suoi i primi libri di statistica che andavano oltre l'almanacco Panini), mentre Clerici gli contendeva la capacità anedottica e culturale. Non a caso, reciprocamente si chiamavano «ComputeRino» e «Dottor Divago».

    Da giovane discreto tennista, da adulto è stato per due volte — nel 1982 e nel 1991 — premiato dalla Atp come «Tennis Writer of the Year», riconoscimento internazionale senza pari, e ha vinto anche il prestigioso Ron Bookman Media Excellence Award (1993). Suoi anche la Penna d'Oro del Coni (1979) e due premi di Letteratura Sportiva del Coni con i volumi «Storia del tennis» e «La grande boxe», mentre a Londra 2012 il Cio lo ha premiato quale uno dei giornalisti ad aver seguito il maggior numero di Giochi Olimpici, grazie alle sue undici partecipazioni.

    ​Tifoso del Verona, del tennis in genere, negli anni Ottanta si inventa e conduce anche «La grande boxe», programma televisivo settimanale dedicato a un'altra delle sue grandi passioni, poi diventa anche uno dei primi impresari italiani con la sua tos (Italiana Organizzazioni Sportive). Di lui Giani Brera diceva: «Un cervello essenzialmente matematico però capace di digressioni epico-fantastiche quali consente uno sport come il pugilato. Io lo chiamo Professore senza la minima ombra di esagerazione scherzosa».​

    CorSera

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  • Sean
    replied
    Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio

    Bella merda , felice di non guardare più TV, film o serie da anni.
    non mi piace vedere forzature con minoranze che non rispecchiano la realta .
    lavaggio del cervello patetico
    ​​
    Gli Oscar sono ormai squalificati da anni, in quanto preda della ideologizzazione progressistico-degenere hollywoodiana. Vorrei però capire quanto sia premiante, in termini di botteghino (per i risvolti "artistici" lasciamo perdere, i film americani fanno ormai generalmente hahare) applicare queste ideologie woke e simili a prodotti di largo consumo: se metà America va in direzione contraria, questi film sono destinati solo alle "minoranze"? Ma allora è un cinema di casta, quindi propagandistico, quindi squalificato e squalificante dal punto di vista del fatto artistico e perciò di nullo interesse.

    E' come un club per gay: sulla carta aperto a tutti, ma poi nei fatti ci vanno solo i gay come ovvio.

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  • germanomosconi
    replied
    in un paese normale nemmeno ci si porrebbe la questione.
    parliamo di un delinquente che non si ferma ad un alt, per me dopo può anche essere crivellato mi spiace

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  • Sean
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    Caso spinoso. L'inseguimento era legittimo ovviamente, la dinamica va approfondita bene, in specie nella parte conclusiva dello "speronamento" o presunto tale.

    Comunque io sarei favorevole, anche a tutela degli stessi operatori delle forze dell'ordine, a mettere le videocamere sia sui mezzi che sulle divise, come in America.

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  • fede79
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