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Apriamo il 3d per i mondiali (lasciando Calcioinside per le questioni che riguardano campionato nazionale, mercato e i club) anche se l'Italia non vi parteciperà...e già si comincia male e si prosegue peggio, almeno stando al sentire comune...perchè questi mondiali invernali non stanno facendo breccia nei cuori dei tifosi, è una assoluta novità stravolgente e sconvolgente il senso del calcio, la tradizione, il rispetto per i tifosi, per la stessa manifestazione, per i calciatori.
Però ormai ci siamo e qualche bella partita può darsi che uscirà fuori, in specie dagli ottavi in poi.
Non essendoci l'Italia, è l'anno buono che li boigotterò, essendo stati assegnati sotto milioni e milioni di dollari ad una nazione che non ha nulla a che fare con lo sport ed i suoi valori.
L'unica cosa che controllerò, è che i 4 giocatori della Roma non si facciano male.
sigpic Free at last, they took your life
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Mondiali in Qatar, niente birra negli stadi: solo analcolica. I problemi con lo sponsor Budweiser
Il cambio di rotta anticipato dal New York Times: negli stadi sarà venduta solo birra analcolica. Nei giorni scorsi era stato chiesto alla Budweiser di spostare gli stand in zone più defilate. ha versato 75 milioni di dollari
Contrordine, niente birra ai Mondiali in Qatar: negli stadi sopravviverà solo la versione analcolica. A due giorni dall’inizio del torneo è questa l’ultima decisione presa dalla Fifa su pressione del governo del Qatar. Nonostante 75 milioni di dollari versati dallo storico sponsor dei Mondiali, la Budweiser, il cui rapporto (iniziato nel 1986) adesso potrebbe incrinarsi. In un post su Twitter l’azienda ha prima commentato «Beh, questo è imbarazzante», per poi rimuovere il contenuto e rilasciare un comunicato più neutro, parlando di «circostanze fuori dal nostro controllo».
Il comunicato ufficiale
Così, alla fine è arrivato anche un comunicato ufficiale: «A seguito delle discussioni tra le autorità del Paese ospitante e la Fifa, è stata presa la decisione di limitare la vendita di bevande alcoliche al Festival dei tifosi della Fifa (nel centro di Doha, ndr), a certe fanzone e a luoghi autorizzati, rimuovendo i punti vendita di birra dai perimetri degli stadi».
Mancava giusto il caso birra a alienare simpatie ai Mondiali più criticati di sempre: com’è noto la vendita degli alcolici è strettamente controllata in Qatar (si trovano tendenzialmente solo nei bar degli hotel internazionali), ma fino a oggi era stato concordato che dovesse essere consentita nell’area immediatamente fuori dagli stadi e nelle fan zone. Nei giorni scorsi il New York Times aveva rivelato i primi problemi: sabato la Budweiser aveva ricevuto l’invito da parte degli organizzatori di trasferire gli stand in luoghi «più defilati» e discreti. La paura era che la popolazione locale potesse essere «turbata» da questa inedita facilità di accesso all’alcol. E questo già sembrava andare a cozzare con gli accordi (milionari) di sponsorizzazione e con la guida ufficiale per i fan secondo cui «i possessori di biglietti avranno accesso ai prodotti Budweiser, Budweiser Zero e Coca-Cola all’interno del perimetro dello stadio per almeno tre ore prima delle partite e per un’ora dopo».
Il caso non è affatto banale come si potrebbe pensare, rappresenta l’ennesima riprova di quanto sia difficile coniugare libertà date per scontate dagli occidentali con le usanze del Paese ospitante. E, cosa anche più inquietante, suggerisce che la Fifa non ha il pieno controllo delle principali decisioni relative al suo evento: non è solo di una birra che si parla, ma di libertà, mercato e regole. Oggi è la birra (ma anche il famoso «jamon» pare non abbia diritto a entrare nel ritiro della Spagna) domani potrebbe essere decisa la tolleranza zero verso una maglietta arcobaleno. E meno male che nei giorni scorsi la Fifa aveva inviato un documento non ufficiale di nove pagine, dal titolo «Comportamenti e offese dei partecipanti e degli ospiti», in cui si invitava l’Emirato «a modulare, per un mese, l’applicazione rigorosa dei suoi principi legislativi e delle sue abituali conseguenze» verso il milione di stranieri atteso. Almeno per quanto riguarda la birra non sembra che le raccomandazioni siano state seguite.
CorSera
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Quindi nell'occidente così attento ai "diritti" di tutti, in specie delle "minoranze", l'organizzazione di uno degli sport più popolari al mondo (la Fifa), forse del più popolare, e certamente quello che ha più presa sociale, questa organizzazione decide di assegnare i mondiali di calcio ad un paese senza tradizione calcistica (ma questo è il meno), nel deserto, facendoli svolgere in inverno, quindi eliminando quella partecipazione di piazza e di popolo che l'estate ha sempre permesso, ma soprattutto in un paese che:
- in barba ai diritti dei lavoratori, ne ha fatti secchi oltre 6mila per costruire stadi dove si dovrà "giocare" con l'aria condizionata
- mentre se qua esponi uno striscione contro i gay, la Fifa e la Uefa ti fanno il pelo e contropelo (squalifiche, daspo, denunce), in Qatar si afferma che: "l'omosessualità è una malattia mentale", e tutti muti
- i "diritti" delle donne...cercare alla voce islamismo fondamentalista
e tante altre belle cosette, andando a farsi benedire pure il business, che è il vero e unico diritto a cui l'occidente terminale pone ormai attenzione, perchè c'è la tragicomica notizia che la birra (una ditta produttrice è lo sponsor principale) sarà vietata negli stadi e nascosta in periferia...
Ma tutto questo è niente, perchè qualche giornale e giornalista solo adesso inizia a fare e farsi delle domande...ma fino a ieri dove erano questi sepolcri imbiancati? I mondiali al Qatar sono stati assegnati anni fa.
E i calciatori, e gli allenatori, quelli che si dipingono la faccia di rosso per le donne, quelli che indossano le fasce arcobaleno per i gay, quelli che si inginocchiano per il "razzismo", insomma i conformisti a comando, i pupazzi teleguidati, dicono qualcosa? Si rifiutano di giocare? Fanno un cenno di protesta? Tutto tace.
L'occidente, impero della menzogna e sentina di ogni ipocrisia. La colpa non è del Qatar, notorio stato islamico che a casa sua si fa le sue leggi...ma del nostro circo e dei nostri pagliacci, che hanno scelto di piantare il tendone, e far recitare le scimmie ammaestrate, lì dove coi "diritti" con cui il circo si trucca da "brave persone" ci fanno il mangime per i cammelli.
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E vogliamo parlare delle olimpiadi invernali 2029 in Arabia saudita, dove costruiranno le montagne sul deserto? Figli miei...Tornasse Platone, commetterebbe con un "era meglio morire da piccoli".
Gianni Infantino, presidente della Fifa, prende la parola sulle critiche e le polemiche nei confronti del Mondiale in Qatar che partirà ufficialmente domani. “Oggi mi sento qatarino, oggi mi sento arabo, oggi mi sento africano, oggi mi sento gay, oggi mi sento disabile, oggi mi sento lavoratore migrante”, ha detto in conferenza stampa. “Mi riporta alla mia storia personale, perché sono figlio di lavoratori migranti. So cosa vuol dire essere discriminato, molestato, in quanto straniero. Da bambino sono stato discriminato (in Svizzera), perché avevo i capelli rossi e le lentiggini: io ero italiano e parlavo male il tedesco. Fra le grandi aziende che guadagnano miliardi in Qatar, quante hanno risolto la questione del destino dei lavoratori migranti? Nessuna, perché un cambio di legislazione equivale a minori profitti. Ma noi l’abbiamo fatto. Perché nessuno riconosce questo progresso?”, continua Infantino.
E sulle critiche al Mondiale:"Sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia. Niente alcolici negli stadi? Personalmente penso che possiamo sopravvivere senza bere birra per tre ore. In Francia come Spagna o in Scozia”.
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Mi auguro che la slavina di polemiche (e di cause dagli sponsor...lo vada a dire alla Budweiser, che ha pagato 75 milioni, se si può fare a meno della birra per 3 ore) e di disastri assortiti sommerga Infantino, la Fifa e tutto il carrozzone.
Mi auguro (anche se non ci conto) che questi mondiali siano la pietra tombale per alcuni di questi personaggi senza pudore, senza vergogna, senza fondo.
Nel frattempo magnamo tranquilli e vediamo che succede.
PS: negli ultimi 3mila anni noi abbiamo sviluppato diverse e abbacinanti civiltà, alle quali forse solo alcune asiatiche possono avvicinarsi. I paesi arabi in 1300 anni di Islam ancora stanno lì: ai cammelli e al Corano...quindi il paragone sullo sviluppo dei "diritti umani" non si regge, visto che il Corano non è interpretabile e non prevede nemmeno la "laicità" dello stato.
Infantino perchè non si trasferisce dalla Svizzera alla Mecca e non prova a dare il via alla "evoluzione"?
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L’analisi di Sconcerti sul Mondiale: «Messi e Neymar, in Qatar la fantasia del Sudamerica»
Molte sono le squadre favorite, Brasile e Argentina non vincono da troppo tempo e il talento può valere più della tattica. Il giocatore più determinante sarà Mbappè
di Mario Sconcerti
È un Mondiale che ha molte favorite e alcune possibilità di sorprese, ma la sensazione è che stia tornando il tempo delle nazionali sudamericane. Non è molto più di questo, una sensazione. Non ci sono dati a supporto, se non che sarà l’ultimo per gente come Messi e Neymar che un Mondiale lo avrebbero comunque meritato. Un torneo fra nazionali abbassa l’importanza della tattica perché le squadre sono composizioni più casuali. Questo potrebbe liberare la fantasia sudamericana, portarla avanti alle organizzazioni europee. Il Brasile non vince da vent’anni, l’Argentina dall’86. Come tramontarono Maradona e Ronaldo si sono fermate. L’Argentina ha una squadra matura, quattro giocatori su undici oltre i 34 anni. Il Brasile ha giovani ed esperienza, è ormai abituato a obbedire alla tattica europea, quindi nei limiti, cerca di essere concreto. L’Argentina è come Messi, molto amante del semplice, attenta a non cercare giocate pericolose. Nel ruolo attuale Messi ha trovato il modo di andare oltre il tempo. Ha più spazio davanti, usa meglio il suo bisogno di essere indispensabile. Gli basta saltare un uomo e dare bene il pallone. E questo lo sa fare benissimo.
Pochettino, che ha allenato lui e Neymar, dice che è sorprendente: in allenamento quando si fa il torello, Messi non finisce mai nel mezzo al cerchio perché non sbaglia mai a restituire la palla. Neymar è capace di fare un tunnel dentro la propria area, qualunque gesto deve lasciare una traccia nello spettacolo. Tra loro e Mbappé c’è una forte parentesi. Mbappé ha 23 anni, ha vinto il Mondiale a 19, oggi è il migliore ma non è ancora completo. Non ama tenere il pallone, è subito concentrato sulla conclusione. Gioca più in fretta di quanto l’avversario riesca a pensare e continua a lavorare sul tempo. Mi sembra che davanti al portiere oggi si prenda anche il gusto opportuno di piazzare la palla, cioè guida il suo istinto, non lo subisce. Alla Francia mancheranno Pogba e Kanté, e soprattutto il Pallone d’Oro Benzema, che ieri si è dovuto arrendere. Nel frattempo sono cresciuti molto Rabiot e il ragazzo Tchouameni del Real. La Francia ha molto per vincere, ma non il troppo. Mbappé è comunque il giocatore più determinante del torneo. L’Inghilterra sta lentamente spegnendo la sua generazione d’oro senza nessuna soddisfazione. Forse c’è un divario di mentalità tra la squadra più ricca del mondo e il suo allenatore che viene da una lunga trafila nelle squadre giovanili. Ha però frenato bruscamente anche Harry Kane che segna ma non decide i grandi appuntamenti. Questa è l’ultima occasione per tutti.
Un usato sicuro è la Germania. Non ha i colori per vincere, ma è molto squadra. Le manca un centravanti, anche Werner si è infortunato, però ha uno dei migliori giocatori in assoluto e ancora non del tutto scoperto: Sanè. L’ultima tra le favorite è la Spagna, spinta dal rinnovamento del Barcellona (Pedri, Gavi, Ferran Torres) e da Luis Enrique, forse il tecnico più preparato. Nemmeno la Spagna ha un centravanti sicuro, gioca ancora Morata, attaccante di classe non adattissimo al gioco di Luis Enrique. Queste sono le favorite classiche, anche se oggi ci sono suggestioni di partenza diverse rispetto al passato. È difficile che a un Mondiale ci sia una vera sorpresa, qualcosa la prepara sempre. Oggi potrebbe essere Leao questa spinta, un mix tra la sua gioventù e il bisogno di resistere di Cristiano Ronaldo. Il Portogallo è la squadra più tecnica d’Europa e si è abituata a vivere i grandi tornei da protagonista. Non so che reazione possa avere Leao in un palcoscenico così, ma se entra in partita rischia di essere il più forte.
CorSera
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Benzema (Francia), infortunio alla coscia: salta tutto il Mondiale
Il pallone d’oro Karim Benzema si infortuna (di nuovo) in allenamento con la Francia: scuro in volto dopo la risonanza. Dopo il ko di Nkunku i campioni del mondo perdono pezzi
Mondiali finiti prima ancora di iniziare per Karim Benzema.Il Pallone d’Oro, reduce da un infortunio muscolare (così come il connazionale Varane), aveva ripreso ad allenarsi insieme ai compagni di nazionale soltanto oggi, ma è rientrato negli spogliatoi in anticipo a causa di un nuovo problema muscolare, un forte dolore al quadricipite della coscia sinistra, in una zona differente da quella precedentemente dolorante.
Didier Deschamps ha tempo fino a lunedì, vigilia dell’ingresso dei campioni del mondo nella competizione, per chiamare un eventuale sostituto. La Francia ha già dovuto rinunciare, a centrocampo, a Paul Pogba e N’Golo Kanté, in porta — ma era la riserva — a Mike Maignan, in difesa a Presnel Kimpembé e, in attacco, al capocannoniere della Bundesliga Christopher Nkunku che probabilmente ha terminato la sua stagione per la rottura del crociato.
CorSera
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