Nel mentre lo Stato italiano viene lasciato solo da quella unione europea di cui farebbe parte, dal capo di questo Stato nemmeno un accenno alla drammatica emergenza cui è sottoposta la nazione, praticamente arresa di fronte a migliaia e migliaia di sbarchi che stanno facendo saltare tutte le ormai esaurite capacità di accoglienza.
Mattarella parla per astrazioni, ma è la realtà che dovrebbe richiamare tutti ad una concretezza concettuale: l'Italia viene vista dai suoi partner europei come la discarica d'Europa: "intanto questi migranti prendeteveli voi, noi abbiamo da chiudere le nostre frontiere, poi magari ne parliamo...vediamo...faremo...".
La Meloni dunque non può contare su nessuno (Mattarella, UE, figuriamoci i suoi amichetti americani, quelli che nemmeno se la filano): ha solo il voto che gli italiani le hanno dato sulla base di un programma e sulla base della percezione di una certa risolutezza che si sarebbe applicata su alcuni temi ed emergenze.
E' poco ma è anche tanto, nel senso che il mandato elettorale è la base sul quale costruire un tentativo di reazione. Ieri sera ennesima uscita mediatica: stavolta faccia seguire i fatti: questa marina militare la si schieri in mare, anche solo a livello di deterrenza; questi centri di accoglienza e rimpatrio che dice si costruiranno, li metta non più al sud ma al Nord, ai confini con la Francia e l'Austria, anch'esse "porte" dell'Europa.
L'olezzo della emergenza umanitaria deve spargersi per tutta la farlocca Unione di cui l'Italia fa disgraziatamente parte, l'ennesima tragicommedia di questo Stato da operetta.
I video li sappiamo fare tutti, per i politici poi, che sono dei piazzisti del niente, stare in video a fare proclami è pane quotidiano. La Meloni, se vuol rappresentare una differenza, da immagine si tramuti in azione, perchè se oltre le cortine fumogene della propaganda politica è sempre il reale che alla fine avanza, è nel reale che occorre dare risposte.
Mattarella parla per astrazioni, ma è la realtà che dovrebbe richiamare tutti ad una concretezza concettuale: l'Italia viene vista dai suoi partner europei come la discarica d'Europa: "intanto questi migranti prendeteveli voi, noi abbiamo da chiudere le nostre frontiere, poi magari ne parliamo...vediamo...faremo...".
La Meloni dunque non può contare su nessuno (Mattarella, UE, figuriamoci i suoi amichetti americani, quelli che nemmeno se la filano): ha solo il voto che gli italiani le hanno dato sulla base di un programma e sulla base della percezione di una certa risolutezza che si sarebbe applicata su alcuni temi ed emergenze.
E' poco ma è anche tanto, nel senso che il mandato elettorale è la base sul quale costruire un tentativo di reazione. Ieri sera ennesima uscita mediatica: stavolta faccia seguire i fatti: questa marina militare la si schieri in mare, anche solo a livello di deterrenza; questi centri di accoglienza e rimpatrio che dice si costruiranno, li metta non più al sud ma al Nord, ai confini con la Francia e l'Austria, anch'esse "porte" dell'Europa.
L'olezzo della emergenza umanitaria deve spargersi per tutta la farlocca Unione di cui l'Italia fa disgraziatamente parte, l'ennesima tragicommedia di questo Stato da operetta.
I video li sappiamo fare tutti, per i politici poi, che sono dei piazzisti del niente, stare in video a fare proclami è pane quotidiano. La Meloni, se vuol rappresentare una differenza, da immagine si tramuti in azione, perchè se oltre le cortine fumogene della propaganda politica è sempre il reale che alla fine avanza, è nel reale che occorre dare risposte.
Commenta