Tribuna Politica-BW Edition PARTE II
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stop cessione crediti superbonus per chi non ha già iniziato https://www.ansa.it/sito/notizie/pol...1c6c2be2c.html
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utto quello che avreste voluto sapere sulla vicenda della “cessione dei crediti” e non avete mai osato chiedere
Pubblicato il 17 Febbraio 2023 di Luigi Marattin
1) DI COSA SI PARLA, DEL SUPERBONUS 110%?
No. O perlomeno, non solo. Il problema principale non è mai stato il meccanismo del 110 (su cui la si può pensare come si vuole, non è il tema di oggi), che tra l’altro ora è il 90.
2) E DI COSA SI PARLA ALLORA?
Della possibilità di far circolare liberamente i “crediti di imposta” che il governo concede.
3) SPIEGATI MEGLIO, CHE NON CAPIAMO
Il governo ha fondamentalmente due modi per mettere i soldi in tasca alla gente:
a) Darglieli direttamente
b) farglieli scalare dalle tasse che paga ogni anno ( cioè concedere un credito di imposta).
L’opzione a) e’ sempre stata più complicata per ovvi problemi organizzativi: solo recentemente la tecnologia e l’incrocio delle banche dati hanno reso possibile – dal Covid in poi – l’accredito diretto su conto corrente, in alcuni casi.
L’opzione b) – il credito di imposta – e’ sempre stata più facile, perché automatica. E anche per un altro motivo, su cui è bene prestare attenzione perché è il cuore del problema di oggi.
4) E QUAL È ?
Quando il governo vuole dare un beneficio di 100 euro – e sceglie il credito di imposta – normalmente li fa scalare dalle tasse su un orizzonte di più anni. Ad esempio, 20 euro all’anno per 5 anni.In questo modo l’impatto di finanza pubblica (sul deficit e sul debito) non è concentrato nell’anno in cui si concede quest’agevolazione ma spalmato su cinque anni.Invece, se sceglie l’opzione a) – il trasferimento diretto – l’impatto di finanza pubblica c’è per intero il primo anno.
5) OK. TORNIAMO AL PROBLEMA ALLORA.
Il credito di imposta – cioè far scalare il beneficio dalle tasse – ha però un potenziale problema per il beneficiario: se non ha abbastanza tasse da pagare (ad esempio perché ha un reddito basso), non ha abbastanza “imposta” da cui scalare il “credito”.
Per questo motivo, da ben prima della stagione del Superbonus, i governi hanno sempre sperimentato limitati esperimenti di “sconto in fattura” o di “cessione del credito”.
6) CHE VUOL DIRE?
Immaginiamo un’azione che costa 100 euro, e che il governo mi vuole agevolare per la metà del costo ( = 50 euro).Invece di farmelo scalare dalle tasse entro i prossimi cinque anni, può concedere all’impresa che mi fa quel lavoro di farmelo pagare direttamente 50 euro (cioè mi applica lo sconto direttamente in fattura). Sarà poi l’impresa che si arrangerà con lo Stato per vedersi rimborsato quel rimanente 50, probabilmente scalandoli dalle sue tasse. Oppure, in modo del tutto equivalente, io posso pagare la mia azione tutto il costo ( = 100 euro).
A quel punto vanto un credito di imposta nei confronti del governo ( = 50 euro), che però posso vendere a Marco. Così io rientro subito dei 50 euro, e sarà Marco ad arrangiarsi con lo Stato per vedersi rimborsato quel credito, probabilmente scaldandolo dalle sue tasse. Fino al 2020 questa possibilità era concessa in maniera limitata, per un ovvio motivo: far circolare troppo liberamente crediti di imposta avrebbe nei fatti creato una moneta alternativa, con implicazioni potenzialmente pericolose.
7) TUTTO CHIARO. MA INSOMMA, QUANDO ARRIVI AL PUNTO?!
Eccomi. Nel 2020 il governo Conte II – contestualmente all’introduzione del Superbonus 110% – decide di rendere liberamente vendibili (e senza alcun tipo di controllo) tutti i crediti di imposta relativi ad agevolazioni edilizie.
Quindi non solo il Superbonus 110, ma anche il bonus facciate (90%), quelli al 50%, al 65% ecc.
8)E PERCHÉ?
Perché il Movimento Cinque Stelle era convinto della necessità di creare una “moneta fiscale” complementare rispetto all’euro.Una cialtronata che avevano letto sui blog complottisti, senza alcun fondamento economico. Solo una delle numerose cialtronate che abbiamo dovuto subire in quegli anni.Alcuni di noi provarono….
9) FERMA FERMA. TU CHE NE SAI?
Io ero il relatore di maggioranza del Decreto Rilancio nel maggio 2020, quello in cui questa norma era contenuta.
10) OK. DICEVI?
Alcuni di noi provarono a spiegare che questo meccanismo era molto pericoloso, perché una volta che parti con una cosa del genere sai dove inizi e non sai dove vai a finire.Ma il Movimento Cinque Stelle – come spesso faceva in quel periodo – fece pesare il fatto di essere il partito di maggioranza relativa, e disse che quella norma per loro era condizione per approvare l’intero decreto, che conteneva decine e decine di miliardi di aiuti nel momento più buio del Covid.
11) E POI CHE È SUCCESSO?
I problemi sono stati sostanzialmente due.Il primo è che – visto che la cessione dei crediti di imposta edilizi era totalmente libera e senza alcun tipo di controllo – qualcuno ha pensato bene di approfittarne, iniziando a far circolare (con meccanismi anche abbastanza semplici) crediti inesistenti, a fronte dei quali però incassava soldi.
È famosa l’intercettazione di quel criminale che diceva al suo compare “oh, lo Stato italiano piace proprio farsi fregare”.
Non aveva detto “fregare”, ma penso che ci siamo capiti.
I più recenti rapporti della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate parlano di diversi miliardi di truffe ai danni dell’erario. Per cercare di tamponare questo problema, il governo Draghi ha inizialmente ristretto molto la possibilità di cedere liberamente i crediti, per poi provare a ri-allargare un po’, in un balletto che non ha fatto bene alla certezza delle regole ma che si è rivelato indispensabile una volta che il danno iniziale era stato fatto.
12) E QUESTO È IL PRIMO PROBLEMA. E IL SECONDO?
Il secondo è che ad un certo punto si è fatta viva Eurostat, l’Istituto statistico europeo che determina le regole di contabilità pubblica in tutta l’Unione (NB. Per comprendere bene questo punto, tenete sotto mano la risposta alla domanda 3) qui sopra) e ha detto:
“Scusa un attimo caro. Se vuoi spalmare in 5 anni il costo dei 100 euro dell’ agevolazione, devi far in modo che imprese e famiglie li scalino dalla tasse, 20 euro all’anno per 5 anni. In altre parole, la rappresentazione contabile deve essere lo specchio di quanto realmente accade”.
“Se invece tu quel credito di 100 euro lo fai girare liberamente come se fosse moneta, allora vuol dire che quei 100 euro rappresentano un’obbligazione in ogni caso esigibile per lo stato italiano. È come se fosse un trasferimento, e quindi lo devi registrare per intero il primo anno nei conti di finanza pubblica”.
13) AH PERÒ. E QUANDO LO HA DETTO EUROSTAT QUESTO?
In maniera definitiva la settimana scorsa. Ma erano diversi mesi che aveva lanciato avvertimenti molto chiari in materia.
14) E QUINDI?
È esattamente per questo motivo che il governo ha preso la decisione di ieri sera. Che è la seguente: per i crediti di imposta passati, vabbè, pace. Se Eurostat ce li fa mettere tutti sul bilancio del 2021 e del 2022, quasi quasi è pure meglio, perché mi appesantisce il deficit in anni in cui le regole fiscali Ue erano sospese, e me lo alleggerisce negli anni seguenti.
Però per il futuro non facciamo scherzi: per i nuovi lavori, il credito di imposta non si cede più. Cioè torniamo alla pura opzione b) della risposta alla terza domanda di questo post: cioè ve li scalate dalle tasse.
15) E CHE CONSEGUENZE HA QUESTA DECISIONE?
A perdere l’opportunità della cessione non sono solo i bonus edilizi, ma qualsiasi altro credito di imposta. Cioè ogni “azione” che verrà fatta da ora in poi e per cui vale un credito di imposta, potrà essere fruita solo in detrazione.
Parallelamente, per la massa passata dei crediti di imposta relativi al bonus edilizi (cioè lavori già svolti), il governo cerca di favorirne la circolazione emanando delle norme interpretative che – ancora una volta – cercano di stabilire meglio di chi è la responsabilità quando si comprano e si vendono questi crediti (qualora nascondano truffe e non lavori realmente svolti).
CONCLUSIONE:
Purtroppo in politica economica (e forse pure nella vita) quando si commette un errore grave, tutte le possibili azioni successive per rimediare non sono mai quelle ottimali: troppo grave e condizionante, infatti, l’errore iniziale.
Questa vicenda dei bonus edilizi è esattamente questo, nient’altro. Per questo, prima di provare insieme al mio partito a valutare la mossa del governo e provare a migliorarla, stamattina mi sento solo di dire che i responsabili di quel grave errore – il Movimento Cinque Stelle – dovrebbero quantomeno avere la decenza di rimanere in silenzio.
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Letta sul New York Times: “Meloni? Meglio di quanto ci aspettassimo”. Bonaccini è d’accordo. Schlein e Orlando prendono le distanze
Il segretario dimissionario Pd è stato interpellato dal quotidiano americano per parlare dei primi mesi di governo della leader di Fratelli d'Italia. L'ex ministro dem contesta i toni concilianti: "Mettiamoci d'accordo". Il Nazareno: "Ha travisato le parole"
Giorgia Meloni? “Meglio di quanto ci aspettassimo”, “segue le regole”, “la realtà è che è forte”. Parola di Enrico Letta, segretario dimissionario del Partito democratico e avversario diretto della presidente del Consiglio alle ultime elezioni del 25 settembre scorso. L’ex premier, intervistato dal New York Times, ha rilasciato dichiarazioni a dir poco concilianti nei confronti della leader di Fratelli d’Italia. Una posizione che ha provocato la replica dell’ex ministro dem Andrea Orlando, ma alla quale si è associato il candidato alla segreteria Stefano Bonaccini. “Giorgia Meloni non è una fascista, è una persona certamente capace”, ha detto su La7. “Ha idee molto lontane e diverse dalle mie. Dovrà dimostrare di essere all’altezza di guidare un governo come quello italiano. Sono troppi pochi mesi che è partita. Anche quando critichiamo, io dico a tutti: usiamo misura nelle critiche”. Chi ha preso le distanze è stata la sfidante Elly Schlein: “Non sono d’accordo”, ha detto.
Inviato dal mio Samsung Galaxy S23 Ultra utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggiostop cessione crediti superbonus per chi non ha già iniziato https://www.ansa.it/sito/notizie/pol...1c6c2be2c.htmlOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
Non è detto che anche chi come me ha già iniziato i lavori venga tutelato, l'impressione è che si voglia perdere tempo per far scadere le fiscalità
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Grazie a Dio non ho fatto nullaOriginariamente Scritto da huntermastertu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.Originariamente Scritto da luna80Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?
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Vedo , su internet, che iniziano a vedersi cantieri smantellati e condomini con appiccicati pannelli a metà e senza più ponteggi.... Il che significa cause di anni, costi e pericoli vari...Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza MessaggioGrazie a Dio non ho fatto nullaOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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come si evince da quest'articolo, anche i crediti già maturati non è detto siano pagati
Obiettivi, limiti e scenari del decreto sul Superbonus. L’analisi di Giuseppe Liturri
Il governo non ne vuole sapere di onorare circa 110/120 miliardi di crediti di imposta già maturati per bonus edilizi (Superbonus 110% ma non solo) e le sta provando tutte per riuscire nell’intento. È un problema di cassa: non si vuole e non si può spendere ciò che è stato legittimamente promesso ai contribuenti. La confessione è arrivata nel pomeriggio di venerdì, quando il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato che “anche i mercati ci avrebbero creato grandi problemi”.
Sono passati esattamente 30 giorni dalla conversione del decreto legge “Aiuti-quater” con il quale il governo Meloni era intervenuto a novembre per ridurre l’agevolazione al 90% dal 110% e limitare parecchio l’accesso al beneficio da parte di soggetti diversi dai condomini, ma evidentemente non è bastato e giovedì sera c’è stato il blitz. Non si vedeva da anni un decreto legge pubblicato in poche ore in Gazzetta Ufficiale (come dovrebbe sempre accadere, sussistendo i requisiti di necessità ed urgenza) ed invece al Poligrafico dello Stato hanno fatto gli straordinari per mandare in stampa una seconda edizione notturna.
In sintesi, il governo è intervenuto su tre direttrici. Ha bloccato la possibilità di acquisto dei crediti di imposta da parte degli enti locali, ha fornito certezza circa la separazione della responsabilità tra cedente e cessionario o fornitore in buona fede in caso di truffe o frodi ed ha del tutto inibito la facoltà di cessione/sconto in fattura per lavori ancora da avviarsi, che sono quelli che per i quali non è stata ancora inviata la comunicazione di inizio lavori.
Una prima considerazione sul metodo. Stupisce questo scatto di reni del governo che fino a un mese fa aveva ancora in conversione in Parlamento un decreto legge con cui riformava in sostanza il superbonus per il 2023. Perché non è intervenuto allora, affrontando in modo organico la materia? Non poteva non sapere che già allora preesistevano i problemi a cui si è voluto rimediare con il decreto di giovedì.
Così come è intuitivo che intervenire sulla stessa materia dopo poche settimane semina solo incertezza tra i contribuenti e fornisce l’impressione sconfortante che si navighi a vista. Forse c’erano delle elezioni regionali che annebbiavano la visuale?
Passiamo al merito. Incompleto è l’aggettivo più favorevole al governo con cui si può definire quest’ultimo intervento legislativo. È incompleto perché, da un lato, mette la parola fine alla facoltà di cessione/sconto in fattura senza tradire il legittimo affidamento di chi ha tutti documenti pronti per avviare i lavori (o li ha già avviati) e si vede cambiare le carte in tavola. Piaccia o no, si traccia finalmente una linea rossa su una misura che è platealmente finita fuori controllo. Per risolvere il problema dei crediti, è bene cominciare dal non farli crescere ancora.
Dall’altro, nulla si risolve sul versante dello stock di crediti già maturati. Un decreto completo – per il quale il governo Meloni avrebbe meritato solo elogi – avrebbe dovuto contenere la soluzione avanzata da mesi dall’ABI e ribadita solo pochi giorni fa dal direttore generale Giovanni Sabatini in audizione parlamentare. (“…In particolare, si prevede la possibilità per le banche e Poste SpA di compensare con i predetti crediti d’imposta, solo per i periodi di imposta dal 2023 al 2027 e limitatamente ai crediti la cui acquisizione non si sia ancora perfezionata, una percentuale delle somme relative agli F24 della clientela…”).
Solo in questo caso, le banche avrebbero la possibilità di liberare il proprio portafoglio di crediti e procedere quindi a nuovi acquisti da committenti dei lavori ed imprese che hanno concesso lo sconto in fattura. Invece niente.
È la stessa Abi, con l’Ance, ad essere scettica sul fatto che il chiarimento – peraltro utile ma in modo marginale – delle regole del gioco per la responsabilità solidale possa finalmente sbloccare la circolazione dei crediti. Infatti, la fornitura dei documenti indicati nel decreto avviene già da tempo nella prassi delle cessioni, proprio per consentire a chi compra di poter dimostrare di aver acquistato in buona fede. In altre parole, chi fino a ieri riteneva un rischio comprare i crediti per timore di finire truffato già chiedeva i documenti oggi inseriti nel decreto legge. E la sua percezione del rischio e quindi la propensione ad acquistare ancora, non cambierà di certo per il fatto che siano finiti in Gazzetta Ufficiale gli stessi criteri che già gli consentivano di essere un compratore in buona fede. Non a caso ABI non si sbilancia e parla solo di “contributo a riattivare le compravendite” e riconosce che l’intervento “semplifichi e renda più fluidi i procedimenti”.
Per maggiore chiarezza, l’ABI sottolinea la parziale efficacia dell’intervento del governo sulla responsabilità solidale ai fini della ripartenza delle cessioni, precisando che “i tempi del riavvio di tali compravendite non sono compatibili con la crisi di liquidità delle tante imprese che non riescono a cedere i crediti fiscali maturati”.
Soprattutto non è stato affatto rimosso il più grande ostacolo, che è quello che i crediti finiscano oggetto di sequestro penale, su cui la Cassazione ha esplicitamente previsto anche la responsabilità del cessionario.
Alla fine, l’amara verità resta sempre quella evidenziata sin dai primi provvedimenti del governo Draghi: il governo ha un solo modo per abbattere l’onere per i suoi conti, ed è quello di limitare le cessioni e far sì quindi che il titolare del credito resti col cerino in mano alla fine di ciascuna annualità. In questo modo i crediti di imposta diventano effettivamente, almeno in parte, non pagabili e lo Stato può, a ragione, sostenere che aumentano il deficit in quote costanti negli anni in cui scadono. Viceversa, dovrebbe considerarli in un’unica soluzione nell’anno in cui è maturato il diritto, peggiorando significativamente il deficit del 2022, con impatto anche sul 2023. È (purtroppo) tutto qua. Solo che non lo si vuole ammettere. Ciò che è sfuggito di mano per evidenti difetti di progettazione della norma, la cui responsabilità ricade tutta sul governo Conte 2, deve essere giocoforza recuperato, impedendo di fatto le cessioni e quindi le compensazioni.
L’onere è troppo elevato, sia contabilizzato su un solo anno che spalmato fino al 2026. E che questo sia l’obiettivo è dimostrato anche dal blocco agli acquisti dei crediti da parte degli enti locali per non meglio precisate motivazioni di “coordinamento della finanza pubblica”. Poiché le Regioni avrebbero utilizzato quei crediti per compensarli con debiti fiscali (IRAP e IRPEF/INPS sui dipendenti pubblici, per esempio) entro pochi mesi e, comunque entro il 2026, quale mai avrebbe potuto essere l’impatto sulla finanza pubblica? Parliamo di mero anticipo di somme, peraltro ben remunerate a favore dell’ente locale che avrebbe comprato a sconto, non spese aggiuntive. Invece è stato bloccato tutto, perché, ancora una volta, l’obiettivo è evitare che il contribuente (quindi anche l’ente locale) esegua la compensazione.
All’improvviso il ministro Giancarlo Giorgetti – che francamente ci poteva risparmiare il richiamo all’onere di 2.000 euro a testa – dimentica che, senza i bonus edilizi, la crescita del PIL del 2022 non avrebbe raggiunto nemmeno il 3%, anziché il 3,9% registrato alla fine. Se pure la Commissione nelle previsioni economiche pubblicate il 13 febbraio ha riconosciuto tale ruolo, sarebbe stato meglio evitare di sparare numeri ad effetto.
Ma l’azione del governo appare incerta e contraddittoria anche considerando quanto dichiarato dal sottosegretario Lucia Albano nella risposta all’interrogazione parlamentare del 18 gennaio in risposta alla richiesta di definire meglio la questione della responsabilità solidale, poi risolta nel decreto di giovedì (“…si fa presente che anche tali interventi volti a rimuovere gli ostacoli alla circolazione dei bonus edilizi, sono suscettibili di determinare impatti di finanza pubblica…”).
In un mese, l’impossibile è diventato possibile. Ma proprio per questo, il governo ha ancora la possibilità di porre rimedio ad un intervento claudicante. Deve consentire alle banche di liberarsi dei crediti, aderendo alla proposta dell’ABI. Ovviamente questo significa rinunciare ai versamenti che le banche avrebbero fatto in luogo della compensazione.
E qui ritorniamo alla casella di partenza: per fare partire tale operazione, il governo deve accettare che quelle che ora sono solo passività potenziali si trasformino, almeno in parte, in passività certe. Oppure dichiarare ai detentori di quei 110/120 miliardi (di cui 58 oggetto di cessione al 31/12/2022) che si è trattato solo di uno scherzo e che quei crediti iscritti nei loro bilanci sono carta straccia. Non se ne esce, o il governo accetta un deficit più alto, pur con l’alibi di considerarlo un’eredità tossica del governo Conte 2, o (ri)mette in ginocchio l’edilizia, affollando di nuove le sezioni fallimentari dei nostri Tribunali. Tertium non datur.
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Originariamente Scritto da M K K Visualizza MessaggioVedo , su internet, che iniziano a vedersi cantieri smantellati e condomini con appiccicati pannelli a metà e senza più ponteggi.... Il che significa cause di anni, costi e pericoli vari...
Ponteggi lasciati, no riscaldamento ecc..
Tutti molto sereni in merito...Last edited by Irrlicht; 18-02-2023, 11:23:28.Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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Che poi ci sta eliminare il 110, ma non così lasciando nell ammerda totale committenti e imprese...
Al privato lo lasci a dover fare fronte a cifre che non avrà mai... Oltre alla responsabilità giuridica della messa in sicurezza il cantiere ( perché quando iniziano a staccarsi pannelli e pezzi di facciata poi sei obbligato a farti carico della cosa ) , alle imprese ovviamente le lasci esposte , ai precari del settore dell'indotto enorme togli il lavoro...Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza MessaggioCi sono da tempo già più di un'associazione di gente che ha battuto il muso su sta roba.
Ponteggi lasciati, no riscaldamento ecc..
Molto bene.Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da M K K Visualizza MessaggioE io furbamente me ne sono tenuto alla larga.
Quando sarà il periodo buono per ristrutturare? Ora i prezzi saranno alle stelleOriginariamente Scritto da huntermastertu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.Originariamente Scritto da luna80Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?
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