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Se sono questioni da poco perché qui ne parlate sempre?
Per farsi 4 risate come se si raccontassero delle barzellette.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
«La solennità di questo luogo è tale che non sono mai riuscita ad intervenire senza emozione e rispetto, malgrado le tante volte che l’ho frequentata. Vale a maggiore ragione oggi». E’ iniziato così l’intervento di Giorgia Meloni alla Camera, che ha parlato di momento di grande responsabilità per tutti e che ha ringraziato in anticipo tutti i presenti, «a prescindere dalla scelta che ognuno farà», e il presidente Mattarella «per i suoi preziosi consigli».
Meloni ha sottolineato i tempi stretti della formazione del governo, rivendicando l’unità del centrodestra e evidenziando come l’Italia non possa perdere tempo nell’attuale situazione economica. La premier ha anche rivolto un pensiero accorato a Mario Draghi per il passaggio di consegne. E ha rimarcato l’emozione «di essere la prima donna alla guida del governo di questo Paese». «Quando penso a questo — ha detto — penso a tutte le donne che fanno fatica a vedere riconosciuto il proprio talento o la fatica di tutti i giorni. Ma penso anche a tutte coloro che hanno costruito le scale che hanno permesso a me di salire qui». Non le cita per cognome, ma per nome: Cristina, Rosalie, Maria. Ma anche Oriana, Nilde, Samantha e tante altre. Impossibile non riconoscere Montessori, Fallaci, Iotti, Cristoforetti.
«Il coraggio di certo non ci difetta» ha poi evidenziato Meloni parlando delle scelte difficili che attendono il governo, dopo avere ricordato che viene superta l’«anomalia italiana» e che finalmente c’è un esecutivo «rappresentativo della maggioranza uscita dal voto». Ha auspicato un rapporto corretto con le opposizioni, «che sanno far sentire la propria voce senza bisogno di aiuti esterni», con riferimento alle parole pronunciate dalla ministra francese che prima ancora dell’insediamento aveva parlato di una «vigilanza» sull’Italia. «Che mancherebbe di rispetto proprio all’Italia e non a me». L’Europa, ha detto poi, non è da considerare un’avversaria, è una «casa comune e non un circolo elitario con soci di Serie A e Serie B». E la presenza italiana deve rispondere al principio che ne ispirò la fondazione, «uniti nella diversità».
Un nodo immediato da sciogliere sarà quello dell’energia. Meloni - mettendo subito un ulteriore punto sulla politica estera - ha puntualizzato che «cedere al ricatto di Putin aggraverebbe il problema». E ha ricordato che l’Italia è un Paese che per le proprie caratteristiche fisiche e geografiche può investire di più sulle energie rinnovabili.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ma quello degli aumenti delle bollette è un problema immediato e non di prospettiva. E per questo «sarà necessario mantenere e rafforzare le misure a supporto di famiglie e imprese, anche sul versante del carburante». Meloni ha riconosciuto che si tratta di un «impegno finanziario imponente, che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio». Un passaggio accolto con uno sguardo un po' freddo da parte di Matteo Salvini, seduto al suo fianco. E che in mattinata aveva indicato tra le priorità il superamento della Legge Fornero, la flat tax, il ponte sullo Stretto, bandiere della Lega in campagna elettorale, ma che richiedono risorse ingenti.
Poi ha elencato i punti qualificanti del suo programma di governo e enfatizzato la necessità di una riforma istituzionale in senso presidenziale, che si accompagni ad una vera attuazione delle autonomie e dei poteri per Roma Capitale. «Siamo fermamente convinti del fatto che l'Italia abbia bisogno di una riforma che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all'Italia di passare da una democrazia interloquente ad una democrazia decidente».
La pace fiscale, altro tema introdotto dal tweet di Salvini, è stata però evocata anche dalla presidente del consiglio. Che ha parlato di una necessaria «tregua» per consentire a famiglie e imprese di regolarizzare la propria posizione con il Fisco. E che ha annunciato altri due pilastri nella politica fiscale mediante una revisione delle aliquote in vista di una tassa piatta; e una lotta all'evasione fiscale che punisca gli evasori ma che non sia solo una «caccia alle entrate». Poi, citando Papa Francesco, ha parlato di povertà e sottolineato che la risposta per chi è indigente non è il reddito di cittadinanza («non è una soluzione, è una sconfitta») bensì la creazione di lavoro.
CorSera
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'MAI PROVATO SIMPATIE PER I REGIMI, FASCISMO COMPRESO'
"Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso": così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera. "Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del '900 hanno dilaniato l'intera Europa, non solo l'Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei". "E l'orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell'abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta".
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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