Tribuna Politica-BW Edition PARTE II

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  • Irrlicht
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    Se vabbè

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  • M K K
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    Metti le fonti

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  • Arturo Bandini
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    Vietato toccare i feudi della sinistra
    ilgiornale



    È quantomeno strano che nel giro di pochi mesi si sia scatenata una campagna tanto occhiuta quanto violenta contro il ministero della Cultura e i suoi titolari



    Al netto dei pasticci, delle questioni di opportunità, delle Boccia e degli Spano, c'è qualcosa che non torna. Ed è troppo facile fermare lo sguardo sul dito senza arrivare alla Luna. Perché, siamo chiari, frequentazioni ambigue, messaggi che dovrebbero rimanere per sempre nel chiuso delle memorie dei cellulari e nomine quantomeno inopportune, ci sono sempre stati, e probabilmente continueranno a esserci. In ogni ministero e in ogni governo, di qualsivoglia colore politico.




    Dunque è quantomeno strano che nel giro di pochi mesi si sia scatenata una campagna tanto occhiuta quanto violenta contro il ministero della Cultura e i suoi titolari. Una campagna di mostrificazione, come ha detto ieri Alessandro Giuli. Quindi, preso nota di strafalcioni, sbavature e fatali ingenuità, c'è una considerazione inevitabile: chi tocca la cultura si mette nei guai e più la tocca - quindi più fa il suo lavoro - più questi guai si ingigantiscono. Perché la cultura è l'ultimo baluardo della sinistra che diventa matta se gli tocchi le casematte; che scatena tutti i suoi uomini - giornalisti compresi - se vede vacillare quell'egemonia culturale che per anni è germogliata ovunque grazie a una pioggia costante di sussidi di Stato. Mettere mano alla cultura significa scomodare, e inimicarsi, i mammasantissima dell'intellighenzia progressista. E questo governo ha osato nominare direttori di musei, di istituzioni culturali, festival e fondazioni non di sinistra. Non solo: ha anche riveduto e corretto quel flusso enorme di fondi statali per il cinema che da sempre è il bancomat di un mondo molto attiguo all'opposizione.


    Di conseguenza il ministero della Cultura è diventato un bersaglio e ogni errore, maiuscolo o microscopico che sia, finisce immediatamente alla ribalta mediatica.



    Per questo mettere mano alla cultura significa mettersi nei guai. E, a giudicare dalla mole dei guai, sembra che, prima Gennaro Sangiuliano e adesso Alessandro Giuli, abbiano lavorato sodo.
    Last edited by Arturo Bandini; 24-10-2024, 18:01:20.

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  • Arturo Bandini
    replied
    liberati sean

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  • Steel77
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    Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio

    Con il refresh della pagina da cel, si era sovrapposto il tuo avatar a quello di Sean e pensavo fosse stato lui a scriverlo ...

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  • marcu9
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  • zuse
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    Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
    arturo chiudi twitter e scopa la tuia ragazza
    Con il refresh della pagina da cel, si era sovrapposto il tuo avatar a quello di Sean e pensavo fosse stato lui a scriverlo ...

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  • M K K
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    arturo chiudi twitter e scopa la tuia ragazza

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  • Irrlicht
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    Non ho mai visto report
    non mi interessa

    Come toccano la destra tu cominci a perdere la lucidità

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  • Arturo Bandini
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    report fa opposizione, è stato creato da quella creatrice di fake news della gabalelli e ora retto da quella specie d'orco coi capelli tinti che molesta le colleghe. Entrambi sono grillini guardacaso. Fa solo sensazionalismo a uso dei ritardati a cui non basta la7

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  • Irrlicht
    replied
    Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
    report domenica svelerà un nuovo caso boccia, interno al governo, ma al maschile
    vedrai la cosa di oggi è preludio a qualche scandalo gay riguardante Giuli.
    Con questo non so cosa gliene debba fregare a ranucci
    Fa un programma d'inchiesta
    che discorsi sono
    ​​​​​
    poi che faccia schifo o meno altro discorso

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  • Sean
    replied
    Dopo Sangiuliano-Boccia ci mancava a stretto giro di posta un altro affaire di stampo simile e contrario, qua abbiamo due uomini "sposati", marito e marito (o marito e "moglie"? Non sono aggiornato su usi e costumi al riguardo), con Giuli che da direttore del museo accetta (o prolunga) la consulenza del "marito" di Spano al Maxxi, lo stesso Spano che poi Giuli si porterà al ministero della cultura come capogabinetto nonostante i "malumori" della base di FdI...con la Meloni che accetta comunque la nomina senza battere ciglio e senza dare ascolto alla base.

    Insomma abbiamo sotto ai riflettori il puttanismo romano al suo meglio, in salsa etero e gay, non ci si fa mancare niente.

    Poi tutto il sorellume a bordo: non c'è solo la sorella della Meloni che ha trovato un posto nel partito, ma leggo in quell'articolo che la sorella di Giuli è addetta stampa di FdI alla Camera...insomma, un posto da qualche parte al parentame non lo si nega.

    Era forse questo che il partito di finta destra intendeva come riscoperta dei valori della famiglia?...Nel mentre le famiglie, quelle vere, fanno sempre meno figli e sono sommerse dalle tasse, dalla crisi, dal disagio sociale ed educativo.

    L'Italia naviga alla cieca e a Roma va in onda uno sceneggiato che trasuda squallore: la Meloni col suo "stiamo scrivendo la storia" si riferiva alla trama di questo putt@naio a puntate?

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  • Sean
    replied
    Spano, cosa c'è dietro le dimissioni: i contratti al marito Carnabuci, le chat, la lite tra Mollicone e la sorella del ministro. «E allora che fai, mi minacci?»

    È un clima di sospetti e tensioni quello che ha accompagnato ieri le dimissioni del capo di gabinetto del ministro Alessandro Giuli. Ha impressionato la litigata tra il capo della commissione Cultura Federico Mollicone e la sorella del ministro Antonella.

    Mentre sul caso del conflitto d’interessi, sollevato da Report, ieri prendevano forma due distinte versioni. L’accusa, che ieri Report ha anticipato sui social, è quella per cui il ministro Giuli, nel 2022, quando dirigeva il Maxxi, avrebbe firmato un contratto di consulenza a Marco Carnabuci, il compagno di quello che allora, al Maxxi, era il suo segretario generale: Francesco Spano.

    Secondo Report, il primo contratto a Carnabuci, come consulente legale del Maxxi, fu firmato nel 2018 dalla direttrice Giovanna Melandri, venendo rinnovato di anno in anno. «Anche quando - si racconta nello spezzone diffuso ieri - nel 2022 Spano è stato richiamato a fare il segretario del museo sotto la presidenza di Giuli».

    Il caso dei rinnovi

    Ma su questa ricostruzione ieri è intervenuta la Fondazione Maxxi (presieduta, dopo la nomina di Giuli a ministro, dalla consigliera Maria Bruni), sostenendo che, al momento dell’insediamento di Giuli al Maxxi, nel 2022, Spano «ricopriva già l’incarico di segretario generale della Fondazione», come da nomina di Melandri. La precisazione servirebbe a far capire che, se è vero che il contratto con Carnabuci, come dice Report, è stato rinnovato tutti gli anni, vuol dire che costui era già sotto contratto quando Spano era al Maxxi come segretario generale di Melandri.
    A questa ricostruzione sembra rifarsi la premier Meloni quando sostiene che il conflitto d’interessi «risale ai tempi della gestione di Melandri» e che «nessuna di queste persone (Spano e Carnabuci, ndr) è stata nominata da Giuli».

    La versione di Melandri

    La replica di Report non si è fatta attendere: «Spano è stato inizialmente nominato da Melandri, ma Giuli lo ha confermato e, come ci raccontano alcuni dipendenti del Maxxi, lo ha trasformato nella eminenza grigia della gestione del museo». Anche Melandri, a tarda sera, precisa che «Carnabuci è stato chiamato dal Maxxi nel giugno 2018, quando Spano non aveva nulla a che fare con il museo» .

    Ma se la vicenda Giuli è tutt’altro che chiarita, il suo esplodere genera conflittualità all’interno di Fratelli d’Italia. Un nervosismo che ieri Meloni ha ammesso di aver percepito al momento della nomina di Spano. «Ricordo — ha detto — che quando si parlava della nomina di questa persona, c’è stata anche una polemica» e «da FdI mi dissero che c’era nervosismo. Risposi dicendo: parlatene col ministro».

    A rivelare l’umore di FdI, ieri è emersa la chat in cui un coordinatore locale, che poi si è dimesso, dava del «pederasta» a Spano. Ma ancora più significativa è stata la litigata tra il presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone, e la sorella di Giuli, Antonella, addetta stampa di FdI alla Camera. Ed è qui che i due si sono incrociati, dopo che Mollicone aveva espresso pubblicamente giudizi pesanti su Spano ma anche su Giuli, considerato “inadeguato” (si dice che Mollicone aspirasse e aspiri al ministero). «Non voglio parlare con te» gli avrebbe detto Giuli a muso duro. E, davanti all’insistenza dell’altro, gli avrebbe rivelato di conoscere le parole usate contro il fratello. «E allora che fai, mi minacci?» ha replicato un Mollicone fuori controllo.

    Silenzio Rai

    Intanto in Rai nessuno conosce ancora il contenuto integrale dell’inchiesta di Report, anche perché si tratta di un prodotto realizzato da un collaboratore e dunque montato fuori dalla Rai. E c’è chi pensa che il riferimento fatto da Ranucci a «responsabilità legate ad alte cariche di Fratelli d’Italia» nella vicenda Spano, possa riguardare anche la sorella della premier Arianna.

    ​CorSera

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  • Arturo Bandini
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    report domenica svelerà un nuovo caso boccia, interno al governo, ma al maschile
    vedrai la cosa di oggi è preludio a qualche scandalo gay riguardante Giuli.
    Con questo non so cosa gliene debba fregare a ranucci

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  • Irrlicht
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    Si si.
    Io "discutevo" solo del fatto che credo che il termine sia usato in modo "improprio".
    Se lo avesse scritto come hai fatto tu, altri paio di maniche

    Sulla scelta dell'assistente non metto bocca perché non lo so e, come detto, non mi interessa neppure
    Non ho idea di chi siano entrambi

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