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Se per te 8/10 ore sono il contorno/superficie buon per te eh.. che poi io ti rispetto per come ti rompi il cul0 a lavorare, ci mancherebbe altro (rispetto chiunque lavora e detesto chi non lo fa). ma dire che non fai parte della società e non sei allineato denota problemi di percezione particolarmente gravi alla tua età (ricoddo che sei un mio coetaneo).
Hai ragione, dovrei iniziare a parlare di roba seria su bw anziche di fottienza e cazzat3: domani tengo un seminario sull’m&a alle 10 per tutti gli utenti vip
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8/10 ore di sfruttamento da parte di una società malata non mi rendono parte di essa visto che non ne condivido nè i valori nè i princìpi.
Hai detto che sono uno scarto della società, quindi un reietto che dalla società non è benvoluto: ciò non fa di me un individuo integrato in essa, ma un emarginato. Quindi, di fatto, estraneo ad essa.
Ciò di cui si parla su bw è lo specchio di ciò che si è: tu fondi la tua esistenza sull’apparire, sul telefono che più di tutti fornisce uno status, sulle palestre che più di tutte forniscono uno status, sulla macchina che più ti tutte fornisce uno status, sulle amicizie che più di tutte forniscono uno status e parli di apparenza riguardo a chi sceglie di tatuarsi… ti commenti da solo. Sei patetico.
8/10 ore di sfruttamento da parte di una società malata non mi rendono parte di essa visto che non ne condivido nè i valori nè i princìpi.
Hai detto che sono uno scarto della società, quindi un reietto che dalla società non è benvoluto: ciò non fa di me un individuo integrato in essa, ma un emarginato. Quindi, di fatto, estraneo ad essa.
Ciò di cui si parla su bw è lo specchio di ciò che si è: tu fondi la tua esistenza sull’apparire, sul telefono che più di tutti fornisce uno status, sulle palestre che più di tutte forniscono uno status, sulla macchina che più ti tutte fornisce uno status, sulle amicizie che più di tutte forniscono uno status e parli di apparenza riguardo a chi sceglie di tatuarsi… ti commenti da solo. Sei patetico.
8 ore di lavoro ti plasmano, ti cambiano profondamente e ti instillano un insieme di valori che non possono che renderti parte della società, perché per lavorare è necessario accettare un insieme di principi (per esempio che è meglio lavorare che rubare, spacciare o chiedere l'elemosina; oppure come facevano gli antichi che muovevano guerra per ottenere schiavi e non lavorare). Poi ai membri della classe dominante non interessa nulla se ti fa schifo la società, che rifiuti i suoi valori e ben che meno che ti lamenti, a loro interessa che lavori, che produci, così loro possono continuare a fottere e farsi il bidet con il dom perignon. Gramsci distingueva tra essere un subordinato materiale ed essere un subordinato culturale; il secondo aderisce ai valori dell'élite, che servono essenzialmente a legittimare e perpetuare la loro egemonia; il primo è colui che non possiede beni immobili o mobili che gli consentono di non lavorare e di seguire la sua vera natura. Forse tu non sarai un subordinato culturale ma se lavori sei un subordinato materiale completamente inserito nel sistema politico-sociale. Come diceva il buon vecchio Marx solo chi non lavora (o lavora molto poco) è un uomo libero.
Il paradosso è che mai come in quest'epoca gli individui hanno avuto a disposizione strumenti per fissare o "registrare" in maniera indelebile, su un supporto diverso da quallo corporeo, momenti particolari della propria vita.
Eppure ila maggioranza di quelli che si fanno un tatuaggio dicono che l'hanno fatto proprio per quello.
Il che mi fa pensare che chi lo fa o ha un disagio interiore che non solo non ha il pudore di nascondere, ma che vuole addirittura ostentare (secondo un meccanismo ben radicato nell'attuale società, ormai femminizzata e dominata dall' "homo sentimentalis", magistralmente descritto da Kundera), oppure sta solo cercando di contrabbandare sotto queste "nobili" insegne l'aspirazione a rendersi più attraente, provocare l'interesse, o comunque raggiungere un miglioramento estetico secondo i canoni della moda e del gusto più à la page in quel particolare momento storico. Scadendo inevitabilmente nella volgarità.
Ma ho il sospetto che il più delle volte siano tutte e due le cose insieme.
That lassie got glessed and no cunt leaves here ‘till we find oot what cunt dud it
8 ore di lavoro ti plasmano, ti cambiano profondamente e ti instillano un insieme di valori che non possono che renderti parte della società, perché per lavorare è necessario accettare un insieme di principi (per esempio che è meglio lavorare che rubare, spacciare o chiedere l'elemosina; oppure come facevano gli antichi che muovevano guerra per ottenere schiavi e non lavorare). Poi ai membri della classe dominante non interessa nulla se ti fa schifo la società, che rifiuti i suoi valori e ben che meno che ti lamenti, a loro interessa che lavori, che produci, così loro possono continuare a fottere e farsi il bidet con il dom perignon. Gramsci distingueva tra essere un subordinato materiale ed essere un subordinato culturale; il secondo aderisce ai valori dell'élite, che servono essenzialmente a legittimare e perpetuare la loro egemonia; il primo è colui che non possiede beni immobili o mobili che gli consentono di non lavorare e di seguire la sua vera natura. Forse tu non sarai un subordinato culturale ma se lavori sei un subordinato materiale completamente inserito nel sistema politico-sociale. Come diceva il buon vecchio Marx solo chi non lavora (o lavora molto poco) è un uomo libero.
Fidati di questo avatar tutto rosso.
Guarda che si stava parlando di “società moderna”, se non vado a rubare, a spacciare o a chiedere l’elemosina è perché ho dei miei princìpi e valori che non hanno a che vedere con il fatto di trovarmi in un mondo che non mi appartiene.
Il Nazionalsocialismo, a differenza del tuo caro Marx, si fondava proprio sul principio del lavoro.
Il paradosso è che mai come in quest'epoca gli individui hanno avuto a disposizione strumenti per fissare o "registrare" in maniera indelebile, su un supporto diverso da quallo corporeo, momenti particolari della propria vita.
Eppure ila maggioranza di quelli che si fanno un tatuaggio dicono che l'hanno fatto proprio per quello.
Il che mi fa pensare che chi lo fa o ha un disagio interiore che non solo non ha il pudore di nascondere, ma che vuole addirittura ostentare (secondo un meccanismo ben radicato nell'attuale società, ormai femminizzata e dominata dall' "homo sentimentalis", magistralmente descritto da Kundera), oppure sta solo cercando di contrabbandare sotto queste "nobili" insegne l'aspirazione a rendersi più attraente, provocare l'interesse, o comunque raggiungere un miglioramento estetico secondo i canoni della moda e del gusto più à la page in quel particolare momento storico. Scadendo inevitabilmente nella volgarità.
Ma ho il sospetto che il più delle volte siano tutte e due le cose insieme.
Il tatuaggio ha origini antiche e ancora prima dell’impressione dell’inchiostro sulla pelle c’era la decorazione della stessa con pitture
Nell'antica Roma i tatuaggi erano considerati appannaggio dei barbari, per cui nessun nobile romano se ne sarebbe praticato uno. Tuttavia i tatuaggi erano largamente usati in ambito barbaro, prima con l'unico scopo di contrassegnare le tribù, anche per riconoscere alleati o nemici, sia per incutere paura in battaglia.
In particolare vennero usati molto tra i Pitti, i Britanni, i Traci e gli Alamanni, sembra che non solo distinguessero le tribù ma vi si aggiungessero decorazioni per significare il valore in guerra. I Celti adoravano come divinità anche animali quali il toro, il cinghiale, il gatto, gli uccelli e i pesci e in segno di devozione se ne tracciavano i simboli sulla pelle.
I Britanni, il cui nome deriva da "brith" ( dipingere) non portavano altre vesti che dei mantelli fatti con peli di bestie selvagge e si facevano sul corpo incisioni di varie forme e figure che riempite con un succo di colore scuro, davano loro una tinta indelebile. Gli Alamanni si tatuavano in nero e rosso, e aggiungevano le pitture.
Di solito infatti venivano operati tatuaggi di mostri e bestie feroci, ma anche di divinità protettive, spesso rappresentate dall'animale totem. Il tatuaggio si effettuava specie sugli omeri, sulle braccia, sulle gambe, ma soprattutto sui ginocchi che essendo mobili davano l'idea di belve in movimento.
Oltre ai tatuaggi, detti in genere "stigmae", c'erano le parti dipinte, sopratutto sul viso che si operavano in tempo di guerra, per darsi coraggio e per intimorire il nemico.
Queste pitture sformavano il viso, ingrandivano la bocca e gli occhi, davano un'espressione selvaggia e crudele. Tutto ciò era fatto naturalmente per spaventare il più possibile il nemico.
Le prime volte che i Romani entrarono a contatto con tali figure dovettero esserne impressionati, ma poi credettero bene di copiare in parte questa usanza, anche se in modo più ristretto, perchè in patria sarebbero risultati barbari.
I primi a farsi tatuare volontariamente furono i soldati, per una specie di giuramento scritto con i propri commilitoni. Spesso infatti il tatuaggio riguardava l'essere "civis romanus", sintetizzato con l'S.P.Q.R con cui si indicava il senato e il popolo di Roma, o il nome della legione, o il comandante della legione o, in seguito, l'imperatore.
Poi però con lo stabilirsi delle legioni, cioè quando i soldati cominciarono a ricevere un congruo stipendio, si dice che il tatuaggio divenne obbligatorio per i soldati perchè non essendo cancellabile diventava un mezzo per scoraggiare la diserzione.
Un militare a spasso senza licenza veniva condannato a morte come disertore.
In realtà al legionario veniva dato un signaculum, una specie di pendaglio che simboleggiava l'appartenenza all'esercito, (l'equivalente piastrina militare dei soldati odierni) cosa che gli garantiva una quasi totale immunità e fu invece solo nel tardo impero che diventa tatuaggio obbligatorio come misura antidiserzione.
Ciò non tolse però i tatuaggi aggiuntivi, soprattutto ad opera dei veterani che erano considerati di tutto rispetto. Non era infrequente un veterano che aggiungesse il nome di una seconda legione, o addirittura il nome di una battaglia molto gloriosa cui aveva partecipato.
Riguardo ai tatuaggi aggiuntivi, mentre l'S.P.Q.R. non tramontava mai, la legione, il generale e pure l'imperatore potevano cambiare, ma essendo un credo e una dedizione si portava nel cuore come sulla pelle. Alcune fonti raccontano che inizialmente i tatuaggi vennero eseguiti solo su schiavi, gladiatori e criminali, prima ancora di appartenere ai soldati.
Sembra vero il contrario: a parte che molti schiavi erano guerrieri fatti prigionieri, per cui spesso già tatuati, l'uso di tatuare gli schiavi non era usuale, anche perchè molti degli schiavi venivano liberati dai loro padroni per riconoscenza e pure per interesse. Ne fa prova l'editto di Augusto che, vista l'enorme quantità di schiavi liberati che popolavano Roma, proibiva la liberazione di questi prima dei 5 anni di proprietà da parte dello stesso padrone.
Era infatti più redditizio affittare una bottega ad uno schiavo liberato che avrebbe fatto al massimo i suoi interessi che non tenerci lo schiavo come commesso, di certo in tal modo meno incentivato a far andare al meglio il commercio.
Tuttavia Plinio e Svetonio riferiscono che gli schiavi romani venivano marchiati con le iniziali del proprio padrone o, nel caso fossero stati sorpresi a rubare, erano marchiati a fuoco sulla fronte. Non era comunque la norma tanto è vero che di solito si usavano i collari di ferro col nome e l'indirizzo del padrone, ma solo per gli schiavi più ribelli.
Il tatuaggio degli antichi romani era un po' come quello dei tempi nostri, i marinai si tatuavano sentendosi uniti dalla pericolosa avventura di solcare i mari, così i legionari si sentirono una comunità a parte che rischiava la vita in guerra.
Drops anche io mi sono rotto il kazzo, andiamo a rapinare banche io tu e quella pezza di lap,
Io sono quello tecnico e fiko (oscuramento telecamere hskeraggio ecc me la vedo io)
Tu quello grosso e tatuato che spara fucilate a chiunque si muova
Lap il piccolino rampicante che infiliamo facilmente in ogni buco aperto da noi con esplosivi
Quei due mostri retrusi di mad e valium se fanno i bravi saranno quei 2 che aspettano fuori nel furgone.
Perle ai porci
Comunque io li ho fatti talmente tanto per ostentare e per la **** che li ho fatti in età adulta , da sposato e nemmeno se indosso una t-shirt si vedono.
Poi nel mio caso ovviamente sono fatti anche per abbellire il corpo , l'estetica così come lamronia e il discorso della composizione ( io parlo sempre di realistico ) sono fondamentali sia a livello estetico sia come gestione degli spazio che è limitato, per esempio è un peccato riempire metà braccio con un singolo disegno quandos e ne potrebbero fare 3-4 e magari con un risultato visivo e di proporzioni migliori.
Poi caro Singer , spero non sia un ragazzino di 55 kg che si è iscritto in palestra per prendere meno schiaffi quando esce di casa o per dimagrire per ritrovare la fiducia in te stesso ,casistica di 3/4 del forum perché poi te lo scrivo io il pippone filosofico nel caso... , Come puoi parlare di volgarità così a caso parando di tattoo? Usalo google immagini , così almeno per andare oltre il tattoo di the rock
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Si stava meglio quando si... parlava di **** e mierda!
Originariamente Scritto da fedeita
ma se io applicassi una pressione costante sul mio sterno sporgente, tipo con una cintura, riuscirei a rimodellare la cassa toracica e ad espanderla lateralmente?
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